Questa storia non è per
scopi di lucro e i personaggi appartengono a Ryan Murphy e alla fox.
ChemicalLady: Blaine
ElfoMikey: Kurt
Capitolo primo
Blaine
#01
-Penso sia meglio che tu te ne vada…-
Quel pomeriggio ci rimasi
un po’ male quando Kurt m’invitò ad allontanarmi velocemente da camera sua, in
preda all’imbarazzo più totale, per evitare che il nostro discorso sul sesso
potesse anche solo iniziare.
Compresi che per lui
quello potesse essere uno scoglio abbastanza difficile da superare, l’avevo
messo a disagio senza nemmeno saperlo quando gli avevo chiesto di migliorare il
suo pressoché inesistente sex appeal, ma non ci diedi più peso, convinto che
alla fine quella sua purezza fosse il baricentro di tutto ciò che lui era:
dolce, carino e innocente.
Tutto questo mi andava più
che bene…. Prima.
Ora diciamo che, da quando
ci siamo messi insieme, questo rigetto per Kurt verso tutto quello che è al di
là del semplice sfiorarsi delle dita, come dice lui, mi spaventa un pochetto.
Mi terrorizza.
“... E sai perché ti terrorizza? Perché hai la
capacità di organizzazione mentale di un cincillà, Blaine….”
Alzai gli occhi al cielo,
reprimendo l’impulso di picchiare la testa contro al muro.
Perché ne avevo parlato a
Wes?
Ah sì, perché avevo la
capacità di organizzazione mentale di un…. Un cosa poi?
“Cosa diavolo è un
cincillà, scusa?”
“Un topo grosso. Pensiamo
al tuo problema, piuttosto…”
Io lo squadrai scocciato
“Non è propriamente un problema…. Insomma è un blocco che Kurt ha ed io non lo
voglio sforzare. Non mi pare giusto, infondo…”
“Lo dici ora amico” mi
rispose affabile “Ma a non schiacciare mai chiodo diventerai un frustrato. Già
adesso ti prenderei a badilate quando inizi a parlare a vanvera….”
“E perché scusa?”
“Perché prima eri tutto:
Oh Kurt qui, o Kurt lì…. Io e David continuamente ti ripetevamo che eri
innamorato ma tu no…. Dicevi ‘Abbiamo solo una forte sintonia fra noi! Siamo
legati da un’affinità comune!’” disse imitando in modo insopportabile il mio
tono “Ora che finalmente ci sei arrivato e vi siete messi insieme non intendo
sopportare le tue lamentele sul fatto che non te lo da…”
“Wes!”
“Anderson! Montgomery! O
la smettere subito o finite la lezione al corso estivo!”
Io mi zittii affondando la
testa nel libro, rosso come un pomodoro per le affermazioni di Wes mentre lui
ridacchiava “Secondo me dovresti semplicemente parlargli” voltai il viso verso
David.
“Ma non vuole parlarne…”
“Beh ma ora è diverso….
State insieme” mi spiegò paziente mentre Wes ascoltava divertito “Insomma,
prima poteva anche svicolare, ma ora penso che capirà che sono anche affari
tuoi…. No?”
“Beh penso di si…. Grazie
David” sorrisi al ragazzo prima di voltarmi truce verso Wes “Perché anche tu
non sei così?”
Lui mi guardò
furbescamente “Lui è quello pacato e riflessivo. Io sono quello che ti da gli
imput per scrollarti!” sottolineò il tutto infilandomi un paio di dita tra le
costole. Per la sorpresa saltai su, squittendo, e attirando così le ire di suor
Benedicte.
“Adesso basta! Montgomery
e Anderson siete ufficialmente in punizione!”
La voce grinzosa della
suora in questione era fastidiosa quando la risata di Thad, appena ci raggiunse
in corridoio alla fine delle lezioni “Oddio è la quarta volta questo mese che
vi tocca la pulizia dei bagni perché fate casino! Siete due mongoli, lo
sapete?”
“Lui soprattutto”
sottolineai io indicando con un dito Wes “E non sto alludendo agli occhi a
mandorla!”
Thad continuò a
ridacchiare mentre il mio amico, anche se iniziavo a dubitare che davvero lo
fosse, si affiancava a lui strisciando come una serpe, appoggiandogli poi una
mano alla spalla per sussurrargli all’orecchio “è solo frustrato perché Kurt è
votato alla castità…”
“Wes non ci posso credere
che tu glielo abbia detto!”
“Detto cosa a chi?”
La voce di Kurt mi fece
morire dentro, ma riuscii comunque a voltarmi verso di lui con un sorriso
scintillante “Nulla di che…. Solo che ci hanno messi in punizione”
Il mio ragazzo alzò gli
occhi al cielo “Di nuovo?”
Io sorrisi un po’
imbarazzato “Colpa di Wes”
“Colpa tua e dei tuoi
problemi” sottolineò quel bastardo prima di girare l’angolo con David e Thad
lasciandoci così soli.
“Problemi?” mi chiese Kurt
con un sopracciglio alzato, mentre io maledivo in tutte le lingue che conoscevo
Wes.
“Lascialo perdere” dissi
accarezzandogli appena un braccio “Piuttosto, che ne dici di mangiare fuori
oggi? È una così bella giornata…”
Lui decise di seguirmi di buon
grado, raccontandomi di come anche Jeff e Nick si fossero guadagnati una
punizione giocando a poker sotto banco “I soliti geni del crimine” dissi
prendendo dalla borsa il sacchetto del pranzo. Non mi sfuggì l’occhiata critica
che lanciò al mio panino così, dissi “Andiamo…. Cosa c’è che non va oggi? Ho
detto alla mamma di smettere di mettere qualsiasi cosa contenesse arachidi e
gelatine nei panini che mi prepara la mattina…”
“Quella è mostarda, vero?”
disse storcendo il naso “Blaine fa malissimo la mostarda…”
“Lo so ma è tanto buona”
provai ad ammorbidirlo io con un sorriso innocente che, logicamente, non sortì
alcun effetto.
“Certo, immagino che sarà
buona anche quando ti occluderà le arterie facendoti avere un infarto…” Non
sono mai stato un ragazzo superstizioso, ma ammetto che senza farmi vedere da
Kurt mi toccai brevemente, cercando di scongiurare quello spergiuro.
“Non credo morirò presto,
non preoccuparti per me” gli dissi sempre sorridendo e questo parve scioglierlo
un po’.
Kurt è la bisbetica domata,
in tutti i sensi: avvolte suona un po’ impertinente, ma alla fine sono sicuro
che mi facesse (e mi continua a fare) una testa tanto grande solo per evitare
di correre all’ospedale per me come era successo per suo padre…
Mangiammo parlando di
potenziali cose da fare quel sabato sera e quando finimmo mi accorsi che
avevamo ancora un’oretta buona prima dell’inizio delle lezioni pomeridiane. In
quel momento ripensai a quello che David mi aveva detto.
Mi dissi: -Questo è il momento giusto…. Per parlarne-
“Kurt…. C’è qualcos’altro
che potremmo fare sabato sera…. A cui non abbiamo mai pensato” dissi
appoggiandogli una mano sul ginocchio.
Lui mi guardò senza capire
“Beh dimmi! Una novità è sempre ben accetta, sempre meglio che passare la
nottata in qualche squallido locale raccomandato da Logan!”
Blaine Anderson puoi
farcela!
Ero passato anche all’auto
incitazione per aver le palle di parlargli…. Come stavo male…
Sentii le guance
riscaldarsi “Potremo stare da me….”
Lui mi guardò attentamente
per qualche istante e anche le sue gote si tinsero di rosso capii che aveva
capito “Blaine….”
Non pensavo molto alle mie
azioni, per questo non mi accorsi subito della mia mano che si era spostata dal
ginocchio di Kurt alla sua coscia “Insomma…. Per avere un po’ di intimità…. E
magari riprendere l’argomento che avevano lasciato da parte qualche
settimana….”
Tolsi la mano velocemente
per pararmi la faccia visto che Kurt si era lanciato indietro per fare una
capriola. Mi ero visto il suo piede in mezzo agli occhi ma per una fortunata
serie di eventi era andata bene….
“Kurt!?” lo chiamai
attonito, guardandolo negli occhi azzurri.
Non l’avevo mai visto come
un tipo atletico.
“Blaine! Quel ragazzo ha
gli occhiali da sole identici hai tuoi!” disse indicando un punto imprecisato
dietro di me.
“Cosa?” mi guardai attorno
ma non vidi nessuno, così tornai a spostare lo sguardo su Kurt che però non era
più in ginocchio accanto a me, bensì in piedi con tanto di tracolla sulla
spalla “Ma cosa fai?”
“L’ho detto a Puck e lo
ripeto a te: non mi prenderai mai vivo”
“No aspetta non….” Prese a
correre, velocissimo, verso la scuola, lasciandomi lì come un perfetto coglione
a fissare il punto in cui prima stava solerte a guardarmi “….andartene”
Rimasi a bocca aperta per
qualche minuto prima di mormorare un lieve ‘wow’ per le doti acrobatiche del
mio ragazzo e per la sua prestanza da maratoneta.
“Ma che gli hai detto?”
chiese David raggiungendomi con Wes che aggiunse “Non ho mai visto un ragazzo
correre in modo tanto aggraziato ma veloce…”
“Io gli ho chiesto se gli
andava di passare una seratina intima da me…. E lui è impazzito, si è messo a
fare capriole e poi è scappato come un razzo!”
I miei amici si
scambiarono uno sguardo “Devi avere più tatto” disse l’asiatico bastardo tra
una risata e l’altra “Se no la piccola Cappuccetto Rosso non si concederà mai
al lupo…”
Lo guardai stranito “Io
sarei un lupo?”
“Sei peloso come un lupo…”
“Consigli utili, cerette a
parte?” domandai anticipando la frecciatina e David sospirò.
“Devi trovare il modo di
parlargli senza che lui abbia la possibilità di darsela a gambe... Pensaci
bene, Blaine.”
“Ci penserò. Ora andiamo a
matematica prima dell’ennesima punizione…”
Sarebbe diventata la mia
crociata personale: non avrei permesso alla chiusura mentale di Kurt di
precluderci la possibilità di portare il nostro amore anche sul piano fisico,
nonostante non fossi sicuro di essere pronto nemmeno io….
Forse però davo per
scontato che se avessimo fatto quel passo insieme, essendo allo stesso grado di
esperienza, nulla sarebbe potuto andare male…
E decisamente io volevo
vivere Kurt sotto tutti gli aspetti, non volevo un amore platinico….
Gli avrei dimostrato che
potevo essere romantico anche sotto quell’aspetto!
Dovevo solo convincerlo a
parlarmi…
Kurt
#02
Stare insieme a una
persona non è sempre rose e fiori come ci raccontano i romanzi rosa o le fiabe.
Forse le prime tre settimane, o ancora meno, come due giorni scarsi, possono
considerarsi momenti idilliaci che vorresti durassero per sempre.
Ma spesso devi combattere
contro una calamità insostenibile chiamata, nel mio caso, insistenza.
Non che Blaine fosse quel
genere di persona, volgare e tutto il resto, ma da un po’ di tempo i nostri
discorsi capitavano sempre lì e per lì, intendo esattamente lì.
Avanti so che avete
capito, non ha senso che io lo dica a voce alta, no? E per non rischiare di
scandalizzarmi chiamerò quella parola con un nuovo nome, ad esempio “La cosa”.
Certamente non originale, ma veloce e facile da intendere.
Comunque sia, dopo il
nostro primo tentativo di affrontare il discorso, quando ancora le mie speranze
di piacergli erano sotto la suola delle mie scarpe, era miserabilmente fallito,
Blaine non aveva più insistito.
A dire la verità mi era
passato di mente e così anche a lui.
Poi alla fine è successo, Pavarotti è morto,
lui mi ha baciato e ora stiamo insieme.
È una novità per entrambi
visto che siamo alle prime armi, ma non mi lamento, o almeno non mi lamentavo.
La storia è venuta fuori
in un giorno qualsiasi a scuola, durante l’ora di pranzo. Ero così imbarazzato
che, per tutti i Musical di Broadway, scappai.
Oh letteralmente, ma solo
perché ero stato preso ala sprovvista! Non sia mai che un Hummel scappi davanti
alle situazioni difficili.
Nossignore.
Così, col passare dei
giorni, avevo iniziato a comprendere il significato di quello sguardo che
preannunciava quel particolare discorso.
Aggrottava le sopracciglia
e stringeva un po’ le labbra, con una seria espressione sul viso e mi fissava
intensamente, come se volesse catturare la mia attenzione a tutti i costi(non
che fosse difficile) e l’aria per me diventava irrespirabile.
Ea come andare in
iperventilazione o peggio avere un attacco di panico.
Avevo sviluppato anche una
certa agilità nell’aggirare l’ostalo, in questo caso Blaine e i suoi discorsi
su -la cosa.-
Nulla da fare, era più
forte di me.
Sapevo che mettermi le
dita nell’orecchio e cantare tutto il repertorio di “Funny Girl” non sarebbe
più servito a nulla, almeno non con lui. Con mio padre la cosa era ancora più
che gestibile.
Ne avevo parlato con
Mercedes, sperando in una coalizione fra donne, visto il mio distintivo da
ragazza onoraria, ma lei, aveva scosso la testa, cominciando a compatire Blaine
e sgridare il sottoscritto.
Cosa c’era di sbagliato
nell’essere ossessivamente pudici? Niente,
ecco.
Beh, sta di fatto che, un
paio di giorni dopo la mia grande fuga, con tanto di capriola e salto ad
ostacoli, il discorso si ripresentò come se fosse una granita al lampone
lanciata in pieno viso.
Stavamo parlando, in auto,
dopo la serata di beneficienza al McKinley e
l’inopportuno intervento di Mister
Dave-piuttosto-che-rivelare-al-mondo-che-mi-piacciono-i-maschi-mi-amputo-una-gamba-da-solo-Karofsky
ed ero abbastanza tranquillo e la rilassante colonna sonora che aveva
introdotto come sottofondo alle nostre chiacchiere, durante il viaggio di
ritorno, mi aveva ammorbidito parecchio, così prima di scendere dall’auto, mi
ero sporto verso di lui per un bacio della buona notte che durò parecchio,
giusto una decina di minuti in più di un normale bacio di saluto.
“Aspetta.” Aveva esclamato
lui, mentre io stavo già richiudendo lo sportello dell’auto. “ti accompagno
alla porta.”
“Oh Anderson che
gentiluomo.” Risposi con un sorrisetto compiaciuto e o sentii far scivolare la
mano nella mia, intrecciando morbidamente le dita.
“Perché Blaine Anderson è
un vero gentiluomo, oh yeah lui lo è, ma solo con il suo amato… e lo sta
accompagnando alla porta, dove riceverà un bacio un’altra volta!”
Ecco.
Un altro problema di
Blaine.
Oltre l’insistenza, il mio
adorato fidanzato era e, purtroppo è ancora, un cantante compulsivo.
Non perdeva mai e dico
mai, l’occasione di intonare le sue azioni con una canzoncina stupida.
Nemmeno un’ora prima aveva
inventato un’intera canzone su quanto Sandy fosse una persona orribile!
“Alt! Se inizi a cantare
giuro che ti scorderai del bacio del buon giorno per una settimana. Intera!”
minacciai puntandogli il dito contro.
Blaine portò le mani
avanti e canticchiò qualcosa come: “No, non lasciarmi senza il bacio del buon
giorno, no!”
Ci fermammo sotto il
portico di casa, dove Carole ed io avevamo piantato, in alcuni vasi, delle
deliziose primule. Le guardai con orgoglio, mentre il mio ragazzo afferrava
l’altra mano libera stringendola nella sua fortemente.
“Kurt, amore mio…”
Fu un brivido.
Un lungo brivido che mi
colpì la spina dorsale attraversandola velocemente decine di volte.
Mi voltai lentamente a
fissarlo e sperai, pregai, implorai di non incontrare QUELLO sguardo, quello
che diceva, stampato a caratteri cubitali sulla sua fronte, -Questo è il
momento giusto per parlarne.-
Fingendo di sistemare la
giacchetta grigia, liberai le mani dalla sua stretta e ingoiai un po’ di
saliva, pronto ad ogni evenienza.
Lanciai uno sguardo alla
macchina nera parcheggiata scompostamente nel vialetto per poi riposarlo su
Blaine che aveva abbassato gli occhi sulle mie primule. “lo so che sono
insistente e tutto il resto ma…” prese un sospiro e iniziò ad accarezzare i
petali del fiore con delicatezza.
Sulla mia faccia era
appena apparsa l’insegna al neon con su scritto -Questo è il momento giusto per… FUGGIRE!!-
“ è importante che noi
affrontiamo il discorso prima di, imbarcarci in un contatto, più... fisico. E
con questo non voglio dire che ti salterei addosso in ogni momento, anche ora,
per esempio con questi pantaloni a righe così stretti che mi viene voglia solo
di levarteli, ma…”
Le sue parole stavano
diventando un suono sempre più lontano, mentre più furtivo di un Ninja mi
allontanavo da quella scena imbarazzate.
Insomma aveva detto che
voleva... stuprarmi?
Arrivai, quasi arrancando,
alla macchina di Blaine e quando scoprii che quel tontolone del mio ragazzo
l’aveva lasciata aperta, esultai di gioia.
“Tutto questo è molto
toccante, Blaine.” Esclamai. “davvero, un’introduzione ottima.”
Lui si girò verso di me di
scatto e la sua espressione diceva proprio: “me l’ha fatta di nuovo!”
Lo vidi avvicinarsi di
corsa, ma con agilità m’infilai in auto, sedendomi comodamente sul sedile e
inserendo la sicura.
Sì, mi ero barricato nella
sua auto.
Blaine picchiettò i pugni
sul vetro e implorò per farmi aprire.
“Kurt, ti prego, apri!
Giuro che mi sigillo le labbra! Non metterò più i calzini spaiati e non ti farò
più la colonna sonora mentre sei al bagno!”
Sollevi la mano e agitai
il dito indice in segno di diniego e decisi di accendere un po’ lo stereo. “
rinuncerò a qualsiasi cosa tu voglia, ma per favore apri!”
Avevo chiuso gli occhi
lasciandomi invadere dalle note di una canzone di Madonna e li riaprii,
girandomi a guardarlo.
Qualcosa dentro di me si
ruppe.
Aveva quello sguardo da
scoiattolo triste e sconsolato e quelle sopracciglia, inarcate per farmi
impietosire, mi fecero vacillare un poco. “se esci dall’auto, ti prometto che
non ne parleremo finchè non sarai pronto!”
“No!” bofonchiai “che ti
serva da lezione! Io da qui non mi muovo!”
E così feci.
Tornai ad ascoltare la
musica con i lamenti di Blaine sempre più deboli provenire fuori dalla
macchina. Si era appoggiato al vetro cominciando a canticchiare: “fa freddo qui
fuori e in fondo alla strada credo ci siano dei teppisti, li sento gridare, oh
no non voglio morire di botte e freddo, quindi per favore lasciami entrare!”
A un certo punto non
sentii più nulla perché mi addormentai.
Mi svegliai quando la luce
del mattino colpì fastidiosamente il viso e mi guardai intorno,
stiracchiandomi.
Scesi dall’auto con un
sospiro riposato, anche se non era stato propriamente un sonno comodo.
Ah, cosa non si fa per
difendere la propria innocenza!
Blaine era seduto sul
dondolo in veranda e Carole gli stava porgendo una tazza di caffè.
Appena mi vide, mi
raggiuse e con le occhiaie che gli arrivavano fino ai piedi, mi chiese perdono.
Alla fine dei conti, non
riesco mai ad avercela con lui.
Come si può?
****
Note dell’autrici:
salveeeeee!!
questa è una storia a quattro mani di ElfoMikey (Greta) e ChemicalLady
(Jessika) se la storia suscita abbastanza interesse avremmo piacere di postare
un paio di volte a settimana!!!
Ci piacerebbe
davvero sapere cosa ne pensate!! Allora
susu con i commenti =)
Quuuuuuuuuindi
un grazie mille a chi leggerà e chi recensirà questo primo capitolo!
Grè e Jessy