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Autore: marziolina86    23/05/2011    13 recensioni
Pensieri di Usagi durante l'assenza di Mamoru sulle note della canzone di Laura Pausini.
Revisionata
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Naoko Takeuchi; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Non c’è
 
Tu non rispondi più al telefono 
E appendi al filo ogni speranza mia 

Sei partito per l’America dopo aver vinto una borsa di studio, per inseguire il tuo sogno di bambino. 
Mi avevi dato appuntamento al parco, sul ponticello che collegava le due sponde del laghetto, mi avevi chiesto se per me andava bene, se potevi partire. Io, non volendo essere d’intralcio ai tuoi pregetti, ti dissi che per me non c’erano problemi, che potevi andare in America, che la lontananza fra di noi non sarebbe stato un ostacolo, che ce l’avrei fatta anche senza di te e che anche se l’Oceano Pacifico ci avrebbe separati, io non avrei mai smesso di amarti. 
Quando mi hai detto della borsa e che c’era questa possibilità di partire, mi sono sentita morire dentro. Se potessi tornare indietro, ti direi di non partire, di non salire su quell’aereo maledetto che ti avrebbe portato lontano da me.  
 
Io non avrei creduto mai di poter 
Perder la testa per te 

Mi ricordo ancora quel giorno di due anni fa, quando uscii dalla gioielleria della madre di Naru con in mano il compito in classe. Per l’ennesima volta andai male. Ero triste, delusa e amareggiata, non mi impegnavo mai abbastanza nelle faccende scolastiche.  Così, presa da uno scatto di rabbia, accartocciai quel compito e lo gettai alle mie spalle, finendo sulla tua testa. Mi scusai con te, ma tu mi rimproverasti dicendo che non si gettavano i pezzi di carta in testa alla gente. Dopo aver visto il voto che avevo preso, mi dicesti che mi dovevo impegnare e studiare di più, allora io me ne andai facendoti una pernacchia. Fu proprio quell’incontro a cambiarmi la vita.  
 
All'improvviso sei fuggito via 
Lasciando il vuoto in questa vita mia 
Senza risposte ai miei perché adesso 
Cosa mi resta di te 
 
Il giorno della partenza venni all’aeroporto, ti volevo salutare con un sorriso, ma non appena aprii bocca, le lacrime mi iniziarono a bagnare il viso. Non riuscivo a trattenermi. Tu allora, con il tuo essere sempre protettivo e rassicurante, mi hai posto una piccola scatolina rossa. Mi dicesti di aprirla. Allora io, incuriosita da quel piccolo oggetto, seguii il tuo consiglio. All’interno c’era un anello, a forma di cuore con dei brillanti attorno. Meravigliata da quel gesto, tu mi dicesti di amarmi e io, piena di gioia, mi buttai fra le tue braccia,  salutandoci con un tenero bacio.
Ora mi ritrovo qui, coricata sul letto della mia stanza, spesso riguardo la nostra foto, quella che ci scattammo al parco, c’era anche la nostra piccola Chibiusa, quella bambina pestifera che avrebbe suggellato il nostro amore.
 
Non c'è, non c’é il profumo della tua pelle 
Non c'è il respiro di te sul viso 
Non c'è la tua bocca di fragola 
Non c'è il dolce miele dei tuoi capelli 
Non c'è che il veleno di te sul cuore 
Non c'è via d'uscita per questo amore 
Non c'è, non c'è vita per me, più 
Non c'è, non c'è altra ragione che mi 
Liberi l'anima 
 
Incantenata a notte di follia 
Anche in prigione me ne andrei per te 
Solo una vita non basta 
Per me 

Già, è proprio vero, una vita non basta per esprimere ciò che ci lega. All’inizio eravamo Serenity e Endymin, la principessa della Luna e il principe della Terra. 
Il nostro fu un vero e proprio colpo di fulmine. 
Stavo ore e ore sul balcone della mia stanza ad osservare con occhi estasiati il tuo pianeta, blu come i tuoi occhi profondi. 
Spesso scendevo di nascosto sulla Terra per poterti vedere, toccare e baciare. Il nostro amore puro, sincero, incondizionato scatenò l’ira di Queen Beryl che, guidata da un’entità malvagia, Metaria, con la sua arroganza e malvagità, scatenò una guerra tra i nostri due popoli, così ci ritrovammo ad essere tra due fuochi. 
Purtroppo perimmo in questa battaglia ma, grazie a mia madre siamo rinati, sul pianeta blu che io amavo. 
Siamo rinati come Usagi Tsukino e Mamoru Chiba.
 
E anche l'estate ha le sue nuvole 
E tu sei l'uragano contro me 
Strappando i sogni nei giorni miei te ne sei 
Andato di fretta perché 
Non c'è che il veleno di te sul cuore 
Non c'è via d'uscita per questo amore 
Non c'è vita per me, più 
Non c'è altra ragione per me 

La maggior parte dei miei pomeriggi l’ho passata sulla terrazza della scuola, a perdermi nei miei pensieri e nella mia solitudine. 
Fu proprio in uno di questi pomeriggi che venni attaccata e tutto perché erano passate  solo poche ore da quando il nemico aveva scoperto la mia identità segreta. Ero diventata la preda più appetibile, visto che dentro di me c’era un seme di stella puro. 
Le altre mi avevano avvertito, me lo avevano detto che dovevo stare attenta, che non sarei dovuta mai andare in giro da sola, che non mi dovevo allontanare, che ero in pericolo visti gli ultimi avvenimenti. Ma ormai ero esasperata, mi seguivano ovunque, sembrava quasi non si fidassero di me. Così Minako mi disse che era quello che avresti fatto anche tu se fossi stato qui con me, sapendomi in pericolo. Il tuo nome mi fece sussultare, mi allontanai da loro e mi recai sulla terrazza.
Sailor Tin Nyanko approfittò di questa situazione, ero debole, sia fisicamente che psicologicamente, ero sola.  Lei voleva il mio seme di stella così non ebbi altra scelta e mi trasformai  in Sailor Moon. 
Tuttavia, come al solito, non riuscii a cavarmela da sola, speravo venissi tu a salvarmi. 
Ad un certo punto una rosa comparve dal nulla, era una rosa rossa. Fino all’ultimo momento ho sperato fossi tu, volevo fossi tu con tutta me stessa, volevo che tu mi venissi a salvare.
Quando mi voltai, una profonda delusione si impadronì di me: era Seiya, solo Seiya. 

 
Se esiste un Dio no può scordarsi di me anche se 
Fra lui e me c'è un cielo nero nero senza fine 
Lo pregherò, lo cercherò e lo giuro ti troverò 
Dovessi entrare in altre dieci cento mille vite 
 
In questa vita buia senza di te sento che 
Ormai per me sei diventato l'unica ragione 
Se c'è un confine nell'amore giuro lo passerò 
 
Come lo scontro ebbe fine si mise a piovere. Sembrava quasi che il cielo piangesse per me, per te, per noi. Le gocce d’acqua cadevano dal cielo come lacrime, amare come quelle che scendevano sul mio viso. Fissavo ancora quella maledetta rosa rossa, sul pavimento: fino all’ultimo ho sperato che fossi stato tu a lanciarla.  
 
Davanti a me invece c’era Seiya.

Allora mi sfogai, tirai fuori tutto quello che avevo dentro, il mio dolore, la mia solitudine, la mia infelicità nel non averti accanto.
Mi sfogai dicendogli che non ce la facevo, che anche se fingevo di essere forte, in realtà il mio cuore era ferito, frantumato in mille pezzi.
Gli dissi che ti telefonavo ogni giorno, che anche se tu non mi rispondevi, io potevo almeno sentire la tua voce, per sentirti più vicino a me.
Perché io ho bisogno di te.

 
E nell'immenso vuoto di quei giorni senza fine 
Ti amerò 
 
Come la prima volta a casa tua 
Ogni tuo gesto mi portava via 
Sentivo perdermi dentro 
Di te 

La canzone "Non c'è" citata nella song fic è di Laura Pausini, i diritti NON mi appartengono.
   
 
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