Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Naoko Takeuchi; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Non c’è
Tu non rispondi più al telefono
E appendi al filo ogni speranza mia
Sei partito per l’America dopo aver vinto una borsa di studio, per inseguire il tuo sogno di bambino.
Mi avevi dato appuntamento al parco, sul ponticello che collegava le due sponde del laghetto, mi avevi chiesto se per me andava bene, se potevi partire. Io, non volendo essere d’intralcio ai tuoi pregetti, ti dissi che per me non c’erano problemi, che potevi andare in America, che la lontananza fra di noi non sarebbe stato un ostacolo, che ce l’avrei fatta anche senza di te e che anche se l’Oceano Pacifico ci avrebbe separati, io non avrei mai smesso di amarti.
Quando mi hai detto della borsa e che c’era questa possibilità di partire, mi sono sentita morire dentro. Se potessi tornare indietro, ti direi di non partire, di non salire su quell’aereo maledetto che ti avrebbe portato lontano da me.
Io non avrei creduto mai di poter
Perder la testa per te
Mi ricordo ancora quel giorno di due anni fa, quando uscii dalla gioielleria della madre di Naru con in mano il compito in classe. Per l’ennesima volta andai male. Ero triste, delusa e amareggiata, non mi impegnavo mai abbastanza nelle faccende scolastiche. Così, presa da uno scatto di rabbia, accartocciai quel compito e lo gettai alle mie spalle, finendo sulla tua testa. Mi scusai con te, ma tu mi rimproverasti dicendo che non si gettavano i pezzi di carta in testa alla gente. Dopo aver visto il voto che avevo preso, mi dicesti che mi dovevo impegnare e studiare di più, allora io me ne andai facendoti una pernacchia. Fu proprio quell’incontro a cambiarmi la vita.
All'improvviso sei fuggito via
Lasciando il vuoto in questa vita mia
Senza risposte ai miei perché adesso
Cosa mi resta di te
Il giorno della partenza venni all’aeroporto, ti volevo salutare con un sorriso, ma non appena aprii bocca, le lacrime mi iniziarono a bagnare il viso. Non riuscivo a trattenermi. Tu allora, con il tuo essere sempre protettivo e rassicurante, mi hai posto una piccola scatolina rossa. Mi dicesti di aprirla. Allora io, incuriosita da quel piccolo oggetto, seguii il tuo consiglio. All’interno c’era un anello, a forma di cuore con dei brillanti attorno. Meravigliata da quel gesto, tu mi dicesti di amarmi e io, piena di gioia, mi buttai fra le tue braccia, salutandoci con un tenero bacio.
Ora mi ritrovo qui, coricata sul letto della mia stanza, spesso riguardo la nostra foto, quella che ci scattammo al parco, c’era anche la nostra piccola Chibiusa, quella bambina pestifera che avrebbe suggellato il nostro amore.
Non c'è, non c’é il profumo della tua pelle
Non c'è il respiro di te sul viso
Non c'è la tua bocca di fragola
Non c'è il dolce miele dei tuoi capelli
Non c'è che il veleno di te sul cuore
Non c'è via d'uscita per questo amore
Non c'è, non c'è vita per me, più
Non c'è, non c'è altra ragione che mi
Liberi l'anima
Incantenata a notte di follia
Anche in prigione me ne andrei per te
Solo una vita non basta
Per me
Già, è proprio vero, una vita non basta per esprimere ciò che ci lega. All’inizio eravamo Serenity e Endymin, la principessa della Luna e il principe della Terra.
Il nostro fu un vero e proprio colpo di fulmine.
Stavo ore e ore sul balcone della mia stanza ad osservare con occhi estasiati il tuo pianeta, blu come i tuoi occhi profondi.
Spesso scendevo di nascosto sulla Terra per poterti vedere, toccare e baciare. Il nostro amore puro, sincero, incondizionato scatenò l’ira di Queen Beryl che, guidata da un’entità malvagia, Metaria, con la sua arroganza e malvagità, scatenò una guerra tra i nostri due popoli, così ci ritrovammo ad essere tra due fuochi.
Purtroppo perimmo in questa battaglia ma, grazie a mia madre siamo rinati, sul pianeta blu che io amavo.
Siamo rinati come Usagi Tsukino e Mamoru Chiba.
E anche l'estate ha le sue nuvole
E tu sei l'uragano contro me
Strappando i sogni nei giorni miei te ne sei
Andato di fretta perché
Non c'è che il veleno di te sul cuore
Non c'è via d'uscita per questo amore
Non c'è vita per me, più
Non c'è altra ragione per me
La maggior parte dei miei pomeriggi l’ho passata sulla terrazza della scuola, a perdermi nei miei pensieri e nella mia solitudine.
Fu proprio in uno di questi pomeriggi che venni attaccata e tutto perché erano passate solo poche ore da quando il nemico aveva scoperto la mia identità segreta. Ero diventata la preda più appetibile, visto che dentro di me c’era un seme di stella puro.
Le altre mi avevano avvertito, me lo avevano detto che dovevo stare attenta, che non sarei dovuta mai andare in giro da sola, che non mi dovevo allontanare, che ero in pericolo visti gli ultimi avvenimenti. Ma ormai ero esasperata, mi seguivano ovunque, sembrava quasi non si fidassero di me. Così Minako mi disse che era quello che avresti fatto anche tu se fossi stato qui con me, sapendomi in pericolo. Il tuo nome mi fece sussultare, mi allontanai da loro e mi recai sulla terrazza.
Sailor Tin Nyanko approfittò di questa situazione, ero debole, sia fisicamente che psicologicamente, ero sola. Lei voleva il mio seme di stella così non ebbi altra scelta e mi trasformai in Sailor Moon.
Tuttavia, come al solito, non riuscii a cavarmela da sola, speravo venissi tu a salvarmi.
Ad un certo punto una rosa comparve dal nulla, era una rosa rossa. Fino all’ultimo momento ho sperato fossi tu, volevo fossi tu con tutta me stessa, volevo che tu mi venissi a salvare.
Quando mi voltai, una profonda delusione si impadronì di me: era Seiya, solo Seiya.
Quando mi voltai, una profonda delusione si impadronì di me: era Seiya, solo Seiya.
Se esiste un Dio no può scordarsi di me anche se
Fra lui e me c'è un cielo nero nero senza fine
Lo pregherò, lo cercherò e lo giuro ti troverò
Dovessi entrare in altre dieci cento mille vite
In questa vita buia senza di te sento che
Ormai per me sei diventato l'unica ragione
Se c'è un confine nell'amore giuro lo passerò
Come lo scontro ebbe fine si mise a piovere. Sembrava quasi che il cielo piangesse per me, per te, per noi. Le gocce d’acqua cadevano dal cielo come lacrime, amare come quelle che scendevano sul mio viso. Fissavo ancora quella maledetta rosa rossa, sul pavimento: fino all’ultimo ho sperato che fossi stato tu a lanciarla.
Davanti a me invece c’era Seiya.
Allora mi sfogai, tirai fuori tutto quello che avevo dentro, il mio dolore, la mia solitudine, la mia infelicità nel non averti accanto.
Allora mi sfogai, tirai fuori tutto quello che avevo dentro, il mio dolore, la mia solitudine, la mia infelicità nel non averti accanto.
Mi sfogai dicendogli che non ce la facevo, che anche se fingevo di essere forte, in realtà il mio cuore era ferito, frantumato in mille pezzi.
Gli dissi che ti telefonavo ogni giorno, che anche se tu non mi rispondevi, io potevo almeno sentire la tua voce, per sentirti più vicino a me.
Perché io ho bisogno di te.
Gli dissi che ti telefonavo ogni giorno, che anche se tu non mi rispondevi, io potevo almeno sentire la tua voce, per sentirti più vicino a me.
Perché io ho bisogno di te.
E nell'immenso vuoto di quei giorni senza fine
Ti amerò
Come la prima volta a casa tua
Ogni tuo gesto mi portava via
Sentivo perdermi dentro
Di te
La canzone "Non c'è" citata nella song fic è di Laura Pausini, i diritti NON mi appartengono.