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Autore: Agente_speciale_Jessi    23/05/2011    5 recensioni
Una lettera. Breve, con un destinatario che non la leggerà mai.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 23:00. Ziva era ancora in ufficio.
Seduta alla sua scrivania, aveva tra le mani la foto che Tony le aveva scattato a Parigi. Dietro una frase, nero su bianco. Era la sua scrittura.
                                                                                    “Avremo sempre Parigi”


Sorrise a quel ricordo, ma gli occhi si intristirono.
Prese, poi, carta e penna con un gesto meccanico.


Ciao Tony, ti starai sicuramente chiedendo perché ti scrivo. A dire il vero non lo so nemmeno io. Eppure sento che ci sono tante cose che vorrei dirti. Sono così tante che le limiterò a tre, quelle più importanti.
La prima è che ho paura. Si Tony, hai capito bene. Ho paura di dimenticarti, di dimenticare quegli occhi verdi che hai e che sono stati la mia ancora in questi ultimi sei anni. Ho paura di dimenticare la sfumatura dei tuoi capelli sotto il sole o la tua risata contagiosa. Ho paura di dimenticare il modo in cui muovi il collo quando sei nervoso, la forma delle tue labbra, i lineamenti del tuo volto.
Sai cosa stavo facendo prima di iniziare a scriverti? Guardavo la foto di Parigi, quella che mi hai scattato tu. Mi è sempre piaciuta e credo che il motivo sia perché mi ricorda te. Parigi con te non la dimenticherò mai, non dimenticherò mai quella notte che passammo abbracciati e la mattina in cui mi risvegliai con la mia mano stretta nella tua.
La seconda cosa che volevo dirti è Grazie. Tu mi hai salvata Tony, in tutti i modi possibili. Mi hai salvata in Somalia, da mio padre e anche da me stessa. Sei un’iniezione di vita. E’ grazie a te che ho imparato che nella vita si può scegliere e che essa merita di essere vissuta ogni singolo secondo. Una cosa però me la devi spiegare. Perché me l’hai insegnato se ora non ci sei tu a vivere con me?
Le giornate senza te non hanno senso, sono terribilmente lunghe e vuote.
E, l’ultima cosa. Ti amo. Non te l’ho mai detto e, forse, farlo ora è inutile.
Ma ho bisogno di dirtelo. Ti amo.



                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Sempre.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ziva
 



Quando smise di scrivere accartocciò la lettera e la gettò nel cestino.
-Ti amo. Ma non lo saprai mai – sospirò.
Prese, poi, le sue cose, si alzò e andò verso l’ascensore. Era ora di tornare a casa.


Nel cuore solo un sussurro.
-Non mi dimenticherai, amore mio.  
  
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