Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: ItsAryel    23/05/2011    1 recensioni
Sembrava che tutto fosse vero, che ogni singola sensazione sulla sua pelle fosse reale e non frutto di un sogno. Ma quanto ci può essere stato di vero in quel sogno?
"Se Tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei ad esistere.
E se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annientato,
l’Universo mi parrebbe estraneo…"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

White Rose ...


 Le ombre di quel sogno lo rincorrevano ogni giorno da quella notte, e tutte le notti puntualmente entrava nei suoi sogni un viso sconosciuto di una ragazza. Era un viso delicato e molto dolce, con occhi verdi-azzurri e capelli castani mossi. Le labbra poi erano rosee come mai ne aveva viste in vita sua, e forse era proprio per quel viso cosi angelico, ma allo stesso tempo cosi vero, che non era riuscito a dimenticarlo.
Erano sospesi nel nulla, nel buio più totale. L’unica luce proveniva dai loro corpi, più precisamente dai loro cuori, lasciando quindi i loro volti avvolti in una misteriosa penombra.
Nessuno di loro sapeva quello che sarebbe successo, ma nei loro visi, se all’inizio si poteva scorgere paura per quella sorte ignota, con il passare dei minuti si poteva vedere un sorriso.
In qualche modo era come se parlassero, anche se in realtà si fissavano solo negli occhi. Eppure scorgeva , in quelli  della ragazza, una voglia infinita di appoggiarsi sul serio a qualcuno per non rischiare di cadere di nuovo.
 
E rimanevano cosi, sospesi nel nulla.
 
Nate non saprebbe bene ridire cosa lo spingeva a fissare in continuazione quella figura femminile avvolta in un semplice abito bianco, ma sapeva che se se ne sarebbe andato, sicuramente se ne sarebbe pentito. Non voleva poi assolutamente lasciarla da sola in quel posto buio.
Aveva come la presunzione che, se si fosse allontanato, i loro cuori avrebbero smesso di illuminare quel vuoto intorno a loro, entrando a far parte loro stessi di quel vuoto.
Vuoto che in realtà era composto di voci, di volti, di anime di persone conosciute e sconosciute ai due ragazzi.
Nate, lentamente, prese la mano a quella ragazza e si avvicinò ancora di più a lei.
Il suo sorriso gli impediva di capire cosa stesse facendo sul serio, ma sapeva che era quella la cosa più giusta da fare.
Ma era sempre troppo lento.
Appena le loro mani erano sul punto di congiungersi perfettamente, come i loro corpi, la ragazza spariva.
E come predetto, la luce del suo cuore si affievoliva ogni volta fino a spegnersi.
Poi si svegliava, nel cuore della notte, madido di sudore, con il battito cardiaco accelerato e il fiatone.
La prima sera attribuì la colpa di quel sogno ai broccoli della nonna che, probabilmente, gli dovevano essere rimasti sullo stomaco.
Ma lo stesso sogno due volte di fila…solo a un pazzo poteva succedere.
Poi tre.
Poi quattro.
Cinque.
Alla fine smise di contare le sere in cui compariva quella misteriosa ragazza, e si malediceva perché diceva a se stesso che avrebbe dovuto agire più in fretta la prossima volta.
Ma il sogno tornava, e tutto era tremendamente uguale alla volta precedente.
Ormai era diventato più che sicuro che la ragione lo stesse totalmente abbandonando, e tutto a causa dell’enorme sforzo di quei giorni per tour promozionali e incisioni del suo primo cd.
Si ripeteva in continuazione che lui non centrava nulla con quella ragazza, che quei sogni erano solo un brutto scherzo, che quel vuoto intorno a lui non esisteva, e che presto sarebbe tornato a dormire normalmente, passato quel momento.
 
La sua anima, e soprattutto il suo cuore, non la pensavano allo stesso modo.
 
Anche se ripeteva la solita cantilena tutti i giorni, appena si gettava sul letto la sera, l’unica cosa che sperava era rifare di nuovo quel sogno.
Era un comportamento strano, e per niente normale a dire la verità, ma era come se sognare quella ragazza gli desse la forza ogni giorno per continuare a resistere in quel mondo.
Mondo che ultimamente non sopportava più.
La vita di personaggio famoso non era mai stata un ostacolo, né per lui né per gli altri componenti della band, anzi la vedevano come un aiuto in avanti per far arrivare i problemi dell’universo intero attraverso le loro canzoni  e i loro gesti alla gente.
Ma cominciava a odiare di non poter essere solo neanche un secondo se non dentro casa.
Cominciava a odiare tutti quegli impegni e, in parte, anche tutte quelle fan che si fermavano e che gli chiedevano un autografo.
Le stesse fan che lo hanno portato alla celebrità.
Cominciava a odiare anche se stesso perché non sapeva esattamente quello che voleva dalla vita.
Tutti in famiglia si accorsero del suo cambiamento repentino, effettuato nel giro di un solo mese.
Ma appena provavano a parlargli, lui si isolava con il suo I-Pod a sentire canzoni d’amore, tristi e malinconiche, nella maggior parte dei casi.
  • sarà innamorato…-
Jerry, cantante e chitarrista dei Black Keys, nonchè amico fidato di Nate, poteva anche avere ragione, ma di chi?
Nessuno lo sapeva.
Non usciva con una ragazza da…da quando sono cominciati quei sogni, a dire la verità!
E lui non ne sentiva neanche bisogno.
 
Innamorato.
Nate sapeva benissimo di chi.
 
Riuscì a stare da solo una sera, sulla spiaggia di Toluka Lake, dopo essere passato a fare una visita al fratello. Aveva lasciato la Mercedes quasi nascosta dietro una duna di sabbia, in un posto lontano dai lampioni.
Si tolse le scarpe e fece il risvolto ai jeans.
Era da tanto che non sentiva la sabbia sotto ai suoi piedi. Ancora di meno era trovarsi da solo nel bel mezzo delle ville delle star.
Ma non voleva gioire troppo presto.
Si avventurò fino al mare. Con le mani nei pantaloni e la camicia slacciata cominciò a passeggiare sul bagno asciuga, senza rendersi conto del tempo.
Viveva da solo, almeno poteva permettersi di rientrare tardi!
In testa non aveva nient’altro se non il viso di quella ragazza.
E sorrise.
Scosse la testa per negare quella pazza idea.
Scoppiò a ridere.
Cadde per terra trattenendo le risate.
Fissò le stelle, zittendosi all’istante.
Una lacrima solitaria solcò il suo volto.
Solitaria come la sua vita.
Come lui in quel momento, senza l’altra luce al suo fianco.
Chiuse gli occhi e si addormentò.
 
Il sogno era sempre lo stesso, ma questa volta era veramente contento che la ragazza fosse andata a trovarlo. Il contatto con la mano era molto più vivo delle altre volte, e anche lei sembrò percepirlo.
Lo cercava, glielo si leggeva nello sguardo.
In quei bellissimi occhi verdi.
A dispetto degli altri sogni, la bocca della ragazza si mosse a formare una parola.
Poi rimase nuovamente da solo.
Ma quando Nate si svegliò sapeva esattamente dove sarebbe dovuto andare a cercare quella luce mancante.
In qualche modo lo aveva sempre saputo.
 
Sapeva benissimo che quello che stava facendo era una pazzia, perché la magia non esisteva e i sogni non erano veri.
 
Nei Sogni, lui ne era da sempre convinto, potevi trovare quello che tu volevi di più al mondo, quello che speravi di avere nella tua vita.
Solo quella cosa, e tu saresti stato felice.
Non era considerata una cosa sciocca inseguire quel sogno che si faceva, se Dio non ci avesse donato di una parte razionale che evitava di farci fare cavolate, permettendoci di vivere normalmente.
Ma mentre correva verso la macchina, Nate cominciava a capire che “vivere normalmente” non era nient’altro che vivere tutti allo stesso modo, come se fossimo tutte pecore che fanno sempre le stesse cose.
Un saggio una volta disse che il mondo continua ad esistere grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di innamorarsi.
Riusciva finalmente a capire il perché. Soltanto ora, e grazie a qualcosa a cui neanche lui poteva dare il nome.
Destino, probabilmente. Ma non ne era sicuro.
Sicuro era qualcosa molto, ma molto grande di lui, del mondo, dell’Universo intero.
Ed era qualcosa che lui non voleva assolutamente lasciarsi scappare.
 
Aveva detto ai suoi genitori che era solo una vacanza, ai suoi fratelli che gli avrebbe raccontato in tempo reale tutto quello che avrebbe vissuto, agli amici che avrebbe riportato qualche regalo carino da quel piccolo viaggio.
Nessuna di quelle tre cose si rivelò vera.
Ma guardando quel panorama mozzafiato di montagna non si pentì affatto della sua scelta.
Ora sapeva cosa stava seguendo.
Sapeva che quello che stava seguendo era vero.
E più si avvicinava, più il suo cuore cominciava a battere forte, più i suoi sogni mostravano scene inedite, come nei contenuti speciali di un film.
Dormiva sempre all’aperto, in luoghi appartatati, ma rivolgendo sempre lo sguardo verso le stelle e la luna, che non sembravano più lontane.
Si fermava solo la sera per dormire, o per fare rifornimento di cibo e benzina in qualche stazione di servizio. Mai per altri motivi.
L’unica sua compagna era la musica.
 
Credeva di essere arrivato, quando un sogno, diverso dai precedenti, apparve nella sua mente.
Questa volta si trovava a quello che a prima vista sembrava un ospedale.
Le pareti erano completamente bianche con delle bande blu su quasi tutti i lati.
Dai finestroni si poteva benissimo ammirare il cielo stellato sopra quel luogo che sembrava preda di una maledizione.
Per lui c’era troppo silenzio, troppa paura in quei corridoi. Anche le persone che camminavano erano tutte silenziose e nessuna di loro si accorgeva della sua presenza.
Erano come fantasmi che camminavano, che temevano per la loro vita o per la vita delle persone a loro care.
Vide una donna da sola, in una stanza, che piangeva nel buio.
I capelli le finivano davanti agli occhi, coperti dalle mani. Ma da quella figura non usciva un solo suono.
L’unico suono che Nate avvertiva era il battito affievolito di un cuore, che pian piano si andava intensificando.
Lo seguì.
Camminò per i corridoi di quell’ospedale per un tempo che per lui era impossibile calcolare finchè si ritrovò al secondo piano, davanti all’ultima porta del corridoio.
Dalla strada venivano le luci dei lampioni che facevano in modo di poter distinguere una figura stesa su quel letto che però non dormiva, ma fissava fuori, verso le stelle.
Come se stesse ancora sperando in qualcosa.
Si incamminò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. La figura non si mosse, ma lui non aveva paura. Si fermò a pochi centimetri dal letto.
Capire che quella ragazza era la stessa che stava cercando lo fece emozionare ancora di più.
Le guance presero un colorito rossastro.
Lo stesso che si era formato sulle gote della ragazza che, guardandolo negli occhi, aveva confermato le sue previsioni.
  • Nate….-
 
In un attimo il giovane si ritrovò catapultato con il suo vero corpo all’interno dell’ospedale, in quella stanza, accanto a quella ragazza.
Sentire per la prima volta la sua voce lo fece rabbrividire, ma mai si era pensato di vederlo più contento e felice come in quel momento.
  • sono qui…-
si sedette nella sedia vuota vicino al letto e prese la mano con ancora la flebo attaccata della ragazza nelle proprie, trasmettendole calore che anche quella stanza con i climatizzatori a palla gli aveva tolto.
Nate la osservava affascinato.
Quei capelli.
Quegli occhi.
Quella bocca.
Tutto tornava. Tutto era perfetto.
Sarebbe stato ore ad accarezzare la sua bocca ed i suoi zigomi senza mai parlare, senza ascoltare nient’altro che il loro respiro crescere insieme man mano che si avvicinavano.
Senza sentire nient’altro al di fuori di loro.
Anche il bacio fu perfetto.
Come entrambi l’avevano sempre sognato.
Era uno di quei di baci in cui sentivi sempre un brivido pervaderti le membra e scuoterti il cuore e l’anima. Un bacio che negli ultimi tempi era difficile da provare in quel mondo superficiale.
Non seppero quanto tempo passò, ma Nate si stese sul letto attirando a se la ragazza, mettendole ciocche di capelli dietro l’orecchio e continuando a baciare ogni singola parte del suo viso e del suo collo, fermandosi solo per ascoltare alcune frasi importanti della lettura che la ragazza stava facendo.
  • ma mi ascolti?-
Il ragazzo annuì distrattamente rubandole un piccolo bacio.
Voleva veramente ascoltare anche perché era stato lui a chiedere quella lettura, ma non riusciva a concentrarsi sul serio.
  • senti almeno questa: se tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei ad esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annientato, l’universo mi parrebbe estraneo.-
  • lo pensi sul serio?-
la ragazza sorrise arrossendo e annuì.  Nate le prese il viso tra le sue mani e la baciò con passione, di nuovo.
Ma a nessuno dei due dispiaceva, ovviamente.
Finalmente era riuscito a sentire il sapore di quelle labbra, di quelle mani sul suo corpo.
Era riuscito a vedere il mondo intero che si stagliava oltre quei semplici occhi verdi di una ragazza di provincia. Ed era riuscito a vedere la luce dei loro cuori entrare finalmente in sintonia.
  • Finalmente ti ho trovata…-
prima di chiudere gli occhi e riposare, l’ultima cosa che vide fu una rosa bianca appoggiata ai piedi del letto.
 


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
Aprì gli occhi di soprassalto, rimanendo cosi accecato dalla luce che proveniva dall’esterno. Le pareti erano quelle di un ospedale: bianche, pure, cosi paradisiache da dare il voltastomaco. Come anche l’odore di disinfettante che sembrava provenire dalle fondamenta stesse dell’edificio.
  • Nate…sei sveglio finalmente!-
Lentamente portò lo sguardo lontano dal cielo blu che riusciva a scorgere dalla finestra.
Seduti sulle sedie o appoggiati al muro di quella stanza ci sono i suoi genitori, i suoi fratelli e i suoi amici,  tutti molto preoccupati per lui ma con un sorriso enorme sul viso, non facendo trasparire la loro ansia.
  • amore, hai dormito per 2 giorni interi!-
  • c-cosa?-
non riusciva neanche a parlare, un po’ per il silenzio forzato un po’ per lo shock che quel risveglio gli aveva provocato.
  • si, ti sei operato l’altro ieri e si vede che l’anestesia ha fatto veramente il suo effetto!-
  • hai ripreso conoscenza solo poche volte, ma rimanevi sempre in silenzio.-
No. Non poteva credere che tutto quello che aveva vissuto, che tutte le emozioni che aveva provato, che quella ragazza non fossero veri. Ancora non era pronto ad accettarlo.
Si diede un pizzicotto e costatò che, effettivamente, quella era la vita reale.
Tutta la sua completezza insieme a quella ragazza, insieme alla sua luce…era solo una menzogna della sua mente.
Una fantasia creata dallo stato d’incoscienza.
E faceva molto male sapere che , ciò che fino a poco prima avevi creduto essere vero, in realtà non era mai esistito.
Rimase in silenzio mentre il dottore faceva tutti gli accertamenti possibili agli occhi, dove appunto si era operato. Nessuno dei suoi familiari gli chiedeva nulla, pensavano che fosse ancora mezzo incosciente.
Lui invece cercava solo di metabolizzare tutte le informazioni della sua vita per cercare di capire se quella era veramente la sua vita, o un sogno.
E quando arrivò alla conclusione, beh…
avrebbe preferito di gran lunga il secondo.
 
Era il terzo giorno che era rinchiuso in quell’ospedale e guardava di nuovo fuori dalla finestra. Jerry e Andrew, chitarrista, irruppero nella stanza con due pacchi enormi di lettere, disegni, foto e poesie da parte dei fan.
  • sono quelli arrivati all’indirizzo dell’ospedale da quando ti hanno ricoverato.-
  • sono tantissimi…-
Sorrise come non riusciva a fare da giorni: neanche lui riusciva a crederci, alla fine.
Si divertirono a leggerle tutte. Certe volte ridevano come pazzi, altre invece erano storie vere che facevano piangere.
  • sono finiti?-
  • si…-Andrew prese qualcosa dal fondo dell’ultimo scatolone- a parte questa rosa bianca ormai schiacciata!-
il cuore di Nate batté più velocemente, i suoi occhi si colorarono immediatamente di vitalità.
Con una velocità stratosferica portò via dalle mani di Andrew quella rosa e il foglietto che era attaccato.
La scrittura era veloce, ma per lui significava tutto:
 
Se Tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei ad esistere.
E se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annientato,
l’Universo mi parrebbe estraneo…








  Writer's Corner


Buonasera, anime di sognatori. Sono le 21:48 e domani mattina dovrò alzarmi alle 5:00 per prendere un aereo poi alle 8:00, ma non ho saputo resistere e ho postato questa one-shot che avevo scritto tempo fa. Voglio sapere quello che ne pensate e spero che, se siete arrivati a leggere queste poche righe, il racconto vi sia piaciuto. La situazione che c'è dietro questa storia non è strana ma mi appartiene cosi tanto che solo...una persona..la mia migliore amica, la conosce. Non dirò tutti i dettagli, altrimenti perderà per me tutto il suo fascino, vi dico solo che, quando a luglio sono stata operata, sentivo qualcuno vicino a me, che mi stringeva la mano e mi diceva di non mollare. Dio? Possibile, avevo bisogno di molta forza in quel momento. Ho messo la mia esperienza sotto forma di storia, e quel Nate di cui avete letto non è nient'altro che un angelo che penso mi sia stato mandato per continuare a sperare e a credere in qualcosa. Ogni tanto mi viene ancora a trovare e sento il suo calore quando mi abbraccia e la sua voce cristallina sussurrarmi frasi all'orecchio. Frasi di un mondo lontano, ma che tutti possiamo vedere. Basta non smettere di sognare.
Scusatemi, vi ho fatto perdere tempo. Se volete lasciate un commento, sono comunque contenta che siate passati e che la storia vi sia piaciuta.
Bacioni e sogni d'oro, _DDreamer *


  
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ItsAryel