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Autore: buba16    25/05/2011    6 recensioni
Questa è la mia prima storia che scrivo, ho deciso di pubblicarla qui per migliorarmi. E' ambientata a Tokio, un anno dopo la sconfitta di Galaxia.
"Il Destino...che brutta cosa non poter scegliere le cose o le persone da soli ma essere manovrati come burattini da qualcuno che esiste da sempre piu grande di noi, eppure, lo so, verrà il giorno che il mio destino verrà cambiato, stravolto, cancellato da una gomma gigante e riscritto con un inchiostro indelebile dalla mano del fato, un fato guidato da me.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inner Senshi, Nuovo personaggio, Outer Senshi, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Aggiornamento 20-11-2011
Ciao a tutti! Chi si troverà a leggere la storia per la prima volta non troverà nulla di strano,invece per chi mi segue passo per passo volevo solo avvisarvi che il capitolo è cambiato e mi farebbe piacere se lo rileggete da capo.
Ho corretto gli errori, ho spiegato meglio alcuni passaggi e l'ho allungato, di ben 2 pagine word.
Questa storia è nata per gioco, i primi sei capitoli sono scritti oltre da me, anche da altre due ragazze,Sele e Vale, le due mie colleghe admin della pagina su facebook "Scintillante Sailor Moon Dalla Luna", dal capitolo sette in poi la storia è diventata solo mia.
I primi sette capitoli comunque li sto riscrivendo, lasciandoli dove è possibili fedeli a quando ho pubblicato.
Spero mi farete sapere cosa ne pensate. Accetto sia pareri positivi che negativi.
A presto
Mary




Era ormai passato un anno dal combattimento tra Eternal Sailor Moon e Sailor Galaxia.

Era ormai passato un anno da quando aveva sconfitto Chaos, liberato Galaxia dal male e salvato la Terra da una fine certa.

Un anno pieno di novità e pieno di stranezze, le stagioni passavano veloci e la pace era tornata sul pianeta Terra.

Le giornate si erano allungate, segno che la bella stagione era alle porte e gli abitanti iniziavano ad uscire spesso al pomeriggio per fare passeggiate, proprio come quel pomeriggio di metà Aprile.

Loro facevano parte di quel mondo di novità, di cambiamenti.

Erano all'ultimo anno di superiori, ognuno di loro doveva pensare a cosa voler fare della propria vita “umana” varcata la soglia della maturità.

Due di loro lo sapevano già con certezza cosa volevano fare della loro vita.

La dottoressa e la pasticcera. Una strana coppia ma loro erano così.

Le altre erano indecise.

Intraprendere la strada della sacerdotessa o quella dell'avvocatessa era il suo dilemma. Aveva persino pensato di fare entrambe le cose, ma era una pazzia.

La sua strada l'aveva scelta fin da bambina invece.

Non le importava quanto tempo le serviva per scalare la vetta. Lei voleva diventare famosa.

Un po' di successo lo aveva già avuto in passato grazie alle sue eroiche prestazioni al fianco della polizia. Ma lei voleva di più.

L'unica persona con un futuro sicuro era la più incerta.

Il suo più grande sogno era sempre stato uno solo. Sposare Mamo-chan.

Diventare una mogliettina con i fiocchi, cucinare prelibatezze, magari con l'aiuto dell'amica, e stare al suo fianco. Per sempre.

Le cose però erano cambiate.

Era ormai passato un anno dalla rinascita di molte stelle.

Le stranezze e le novità erano all'ordine del giorno. Loro facevano parte di quelle novità.

Ristabilita la pace, bisognava ristabilire altre cose. Come il viaggio di studi di Mamoru, che decise di non partire e iscriversi in una scuola in Giappone, raccomandato dal suo professore che aveva molta fiducia in lui.

Avevano smesso di frequentarsi giornalmente come prima, per poter dar spazio agli studi di entrambi.

Lui, con un anno da recuperare e Lei, con una maturità da affrontare.

Le cose però si erano inclinate lo stesso. Le poche volte che riuscivano a vedersi litigavano.

Litigavano per sciocchezze, litigavano per banalità. Litigavano sempre.

Erano arrivati anche a paroloni. Parole che fanno più male di una pugnalata.

Erano stati senza vedersi e sentirsi anche per un mese intero. Ormai erano abituati.

Erano cambiate un po' di cose, ma una non era ancora cambiata.

L amicizia con le ragazze e le uscite pomeridiane come quel pomeriggio di metà Aprile.

-Possibile che come sempre è in ritardo!- tuonò la ragazza dai lunghi capelli corvino, guardando l'orologio al polso.

-Non ti agitare, vedrai che starà arrivando, è questione di qualche secondo- le rispose la ragazza dal caschetto blu senza distogliere gli occhi dal suo nuovo libro di medicina.

-Io ve l'avevo detto che dovevamo regalarle un orologio per Natale e non un paio di scarpe con il tacco- scherzò appoggiando la schiena sul divanetto la ragazza con la coda di cavallo.

-Certo che siete veramente pignole. Una ragazza non può ritardare di qualche minuto che subito perdete le staffe. Fortunatamente io oggi sono puntuale!- esclamò la ragazza con la buffa acconciatura.

Dopo qualche minuto le porte automatiche del Game Center Crown si spalancarono per far entrare una ragazza bionda immersa nei suoi pensieri.

-Ciao ragazze..- disse la ragazza sedendosi sul divanetto accanto alle sue amiche e prendendo in mano il menù per ordinare.

La sacerdotessa cercherò di stare il più calma possibile, ma con un quarto d'ora di ritardo le era impossibile.

-Hai da dirci solo “Ciao ragazze” ??- sbuffò inferocita Rei.

La ragazza abbassò il menù, e guardando dritta negli occhi l'amica che aveva davanti volle tolsi un dubbio. -Usagi perché continui a cambiare colore dei capelli? Stamattina eri nera e ora di nuovo bionda.- chiese ignorando il rimprovero della mora.

-Nera? Sei diventata daltonica Minako?- chiese Ami mettendo il segnalibro in mezzo alle pagine per predisporre il libro nella borsa.

-E' impossibile che Usagi fosse nera stamattina se oggi pomeriggio è bionda. E' difficile cambiare tonalità di capelli così velocemente, soprattutto per due tonalità così diverse.- finì di spiegare Makoto sorridendo.

Immaginava che le sue amiche non le avrebbero creduta, ma continuò lo stesso.

-No ragazze, non sto scherzando! Mi starete prendendo per pazza, ma vi dico che stamattina ho visto passare Usagi dall'altra parte della strada in direzione della biblioteca pubblica e aveva i capelli neri.- disse tutto di un fiato offendendosi perché nessuno le credeva.

-Solo per il fatto che era in direzione di una biblioteca dovresti non aver dubbi.- precisò Rei facendo ridere le altre tranne Usagi.

-Sempre gentile- la guardò storta.

In lontananza una piccola suoneria aveva iniziato a suonare dentro una piccola borsa nera lucida.

-Usa-chan il cellulare.- la informò Ami.

-Uhm? Cosa Ami?- chiese dubbiosa senza sentire nemmeno lontanamente la suoneria del messaggio e la vibrazione del cellulare.

-Usagi ti è arrivato un messaggio! Cavolo menomale che hai deciso di mettere un suono più forte perché quello di prima non lo sentivi!- esclamò Makoto

Senza darle peso iniziò a frugare dentro la piccola borsa, che riusciva a tenere di tutto e di più, accessori anche non fondamentali.

Prese il telefonino in mano e nella sua mente silenziosamente lesse sul display.

1 nuovo messaggio: Hotaru” .

Premette il tasto invio e iniziò a leggere il contenuto del messaggio facendo una smorfia finale per lo stupore.

Le sue amiche se ne accorsero e Rei parlò per prima.

-Cosa succede Usagi? Chi ti ha scritto?-

La ragazza sbatté più volte le palpebre e si rilesse nuovamente il messaggio, per rialzare infine la testa.

-E' Hotaru.- disse semplicemente ancora un po' disorientata.

Le ragazze che pendevano dalle sue labbra, cercarono di tirarle fuori le parole dalla bocca.

-E cosa dice?- chiese incerta Ami.

-Ciao Principessa, no volevo dire Usagi, come va? Non ci avevi detto che volevi farti nera di capelli. Stai bene comunque. Ma sei arrabbiata con me? Mi sei appena passata davanti senza nemmeno salutarmi.- girò il telefonino verso le amiche così potevano leggere con i loro occhi.

-Avete visto!!- urlò come una pazza Minako alzandosi in piedi e sbattendo le mani sul tavolo facendo girare il resto dei clienti. -Non sono io che sono daltonica, anche la piccola Hotaru l'ha vista con un altro colore dei capelli!!- si risedette soddisfatta di se stessa.

Coprendosi la faccia con le mani dalla vergogna il rimprovero fu d'obbligo.

-Si si va bene per questa volta ha ragione tu, ma la finisci di farci fare brutte figure? Mamma mia che vergogna- ripeteva Rei mentre si nascondeva dietro un menù.

-Che strano però. Sia Mina che Hotaru hanno visto Usagi con un altro colore di capelli, quando lei è sempre rimasta bionda. Però la cosa più strana è che Hotaru l'ha appena vista. Com'è possibile se Usagi è qui con noi?- iniziò a riflettere Makoto.

-Io non credo ci sia da preoccuparsi ragazze.- prese la sua bibita e iniziò a sorseggiare l'interessata.

-Infatti. Sono d'accordo con Usagi. Che c'è di tanto strano? Non lo sapete che abbiamo sette sosia nel mondo?- puntualizzò la bella e intelligente Ami.

La bella Venere iniziò a fare no con la testa, in segno di negazione.

-Mi dispiace contraddirti Ami, ma di Minako Aino ce ne è solo una, ed è l'originale, bella ed intelligente, simpatica e matura. Ovvero me stessa!- aggiunse indicandosi con un dito mostrando un sorriso a trentadue denti.

Le facce dei presenti rimasero per un po' perplesse per poi scoppiare a ridere contemporaneamente.

-Si è fatto tardi per me ragazze, il nonno si starà domandando che fine ho fatto.- iniziò ad alzarsi la mora sfilando dal portafoglio una banconota da mille yen per pagare il conto anche per le altre e andando verso la cassa per pagare.

-Si anche io devo andare, mamma stasera non c'è e devo andare a comprare qualcosa al supermercato. Grazie Rei la prossima volta offro io però.- fece un sorriso all'amica andando verso la porta con Makoto e salutando le altre.

Uscite tutte e cinque dal locale si diressero ognuna nella propria casa.

 

Camminando Usagi iniziò a ripensare alla storia della sosia.

Non le dispiaceva il fatto che nel mondo ci fossero altri essere viventi simili a loro, ma era sicura che appena lo avesse detto a Luna,lei avrebbe iniziato a tirare fuori teorie su teorie, se non addirittura la probabilità che potesse essere un nemico.

“Una persona uguale a me? Sarebbe bello poterla incontrare e magari farci amicizia” pensò mentre entrava in casa e si sfilava le scarpe.

-Mamma sono a casa- sbraito per farsi sentire mentre si dirigeva verso il bagno per lavarsi le mani.

-Ciao tesoro, come è andata la scuola? Oggi sei corsa poi all'appuntamento con le tue amiche e non mi hai raccontato nulla- chiese la donna affacciandosi dalla cucina con un mestolo in mano.

-Oggi non vi davano il risultato di quel compito in classe di inglese?- chiese suo padre mentre leggeva il giornale.

-Che memoria, non ti sfugge proprio niente- scherzò la ragazza aprendo la cartella e tirando fuori il compito in classe e appoggiandolo sul tavolo della cucina.

-Ecco qui il compito in classe. Ho preso 80/100- concluse mentre voltandosi di spalle si diresse verso la camera.

-E ce lo dici così? Come sono contenta Usagi.. Figliola?- chiamò due volte la donna senza ottenere una risposta.

-E' inutile che sprechi la voce mammina, Usagi è corsa su in camera. Chissà da chi avrà copiato per prendere un voto così alto.-

 

Arrivata in camera Usagi si tolse i vestiti e li mise a lavare, indossò il pigiama e iniziò a preparare la divisa per il giorno dopo.

Lasciò la porta semi-aperta per far entrare Luna che non era ancora rientrata, puntò la sveglia e si mise a dormire, saltando la cena.

  
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