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Autore: manubibi    25/05/2011    3 recensioni
Tutti sappiamo che Dave Karofsky ha un grande segreto. Ma se non fosse l'omosessualità, o meglio, se non fosse solo quella? Kurtofsky un pò fantascientifica, che parte dal canon per poi svilupparsi in modo alternativo. Spero vi piacerà! (Avviso, il rating potrebbe cambiare man mano che la scrivo!)
Genere: Introspettivo, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Ehi! Parlo con te!" urlò una volta Hummel, stanco di quei maltrattamenti per lui immotivati, che lo spaventavano e si aggiungevano a tanti altri motivi per cui si sentiva costantemente minacciato. Da quasi tutti. Le azioni di Karofsky aumentavano le proprie paranoie, la convinzione latente di essere sbagliato, in qualche modo. Convinzione che riusciva benissimo a nascondere sotto uno strato di sarcasmo ed uno di zucchero, dietro la propria conoscenza sconfinata della cultura pop e tutti gli impegni che si prendeva per non pensare. 

"Lo spogliatoio delle ragazze è nell'altra stanza" Aveva subito risposto Dave, come a voler dire che il suo disprezzo apparente per Kurt venisse dall'omosessualità ostentata, quando faceva parte di un discorso generale al quale, anche volendo, non avrebbe saputo dar voce. Kurt, sempre più aizzato da se stesso per questo atteggiamento incomprensibile del ragazzo più grosso, aveva scatenato il proprio lato polemico, ma soprattutto l'angoscia repressa per mesi, vedendo in quel particolare spintone l'occasione per tentare di risolvere la situazione. Non ce la faceva davvero più, e nel frattempo si era anche confidato con l'unico amico che sentiva davvero simile a sé, ovvero Blaine.

Blaine veniva da un'altra scuola, nella quale Kurt avrebbe voluto fuggire proprio per colpa di Dave. Ma se avesse risolto il problema non sarebbe stato necessario. Voleva capire il comportamento di Dave strettamente per trovare una cura, un vaccino, un bavaglio. Blaine era l'amico, il confidente che l'aveva spinto a confrontarsi con Dave per capire se la sua fosse solo omofobia o se avesse altri motivi per comportarsi così. Le premesse erano sbagliate, ma loro non potevano saperlo. Così Kurt l'aveva seguito, con il cipiglio offeso degno della persona orgogliosa che era.

"Che problemi hai?" gridò di nuovo, seguendolo a ruota nello spogliatoio, rosso in viso per la rabbia. La bestia nel petto di Dave aveva soffiato come un gatto sotto minaccia, ma l'altra parte di sé lo teneva per le briglie, forzandolo a reprimere l'istinto di colpirlo per difendersi. Non prestava attenzione alle parole di Kurt, in quel momento era troppo impegnato a decidere se fuggire o ignorarlo, sperando che se ne sarebbe andato. E gli conveniva farlo presto, perché la Bestia si stava agitando ogni secondo di più.

"Prego?" Aveva risposto, punto nel vivo dalla parola 'problemi'. Sapeva di averne, ma non voleva ammetterlo a nessun altro. Evidentemente non era riuscito a decidere e si era lasciato trascinare dalla tensione fra loro. 

"Cos'è che ti spaventa tanto?" 

Per un attimo, David provò una fitta al cuore, molto probabilmente di paura. Come faceva Hummel a sapere che era spaventato? Come faceva ad aver centrato il punto senza averci nemmeno parlato una volta? Decise di negare, guardando altrove e rovistando nell'armadietto, come a mostrargli che aveva torto. 

"A parte che tu sia venuto a guardarmi il pacco?" Rispose, coprendo l'ansia crescente ed i ruggiti interiori. Dentro di lui poteva sentire chiaramente un chiasso, come una sala piena di persone sguaiate che urlano da una parte all'altra senza un senso complessivo. E non capiva una sola voce, e voleva uscire subito da quella situazione, ed i muscoli si flettevano da soli, e la pancia faceva male, ed un pezzo di sé voleva rimanere lì, non c'era nemmeno tempo di chiedersi perché.

"Oh, sì, giusto, l'incubo di voi etero è che tutti noi gay vogliamo solo molestarvi e convertirvi. Beh, indovina un pò, non sei il mio tipo".

L'attenzione di Dave fu attirata immediatamente da quell'ultima frase, anche se il suo impulso principale era quello di ignorarlo. Stai zitto, diceva, non rispondere, lascia che se ne vada. Ma in quel momento era colpito, perché un'altra sensazione, assieme alla moltitudine di cose che stava provando, si stava facendo largo, come un novellino rompipalle che nessuno ha mai notato prima.

"Ah, sì?" Rispose cercando di suonare incolore, mentre la delusione faceva affilare i suoi occhi.

"Sì, non mi piacciono quelli grassi che sudano come maiali e che si ritroveranno calvi fra vent'anni".

David si sentì violato. Non da Kurt, ma da qualcosa di enorme che stava dentro di sé. Come se si stesse lacerando dall'interno. 

Qual era il suo tipo, allora? E lo vedeva davvero così? Lo stava solo provocando? Soprattutto, perché gli importava così tanto dell'opinione di Hummel? Lui era il nemico, ovvio che lo disprezzasse. Ma questo non vuol dire che non facesse male. Così male che aveva l'impressione che la pelle sarebbe esplosa e che--

"Non provocarmi, Hummel" Biascicò, cercando di tenersi a bada. Doveva farlo, perché aveva paura di qualcosa di completamente sconosciuto. Stava uscendo allo scoperto e non aveva idea di cosa fosse. Non era solo una sensazione, era qualcosa di reale, una cosa vera e doveva reprimerla. Ma per farlo doveva prima liberarsi di Kurt. Alzò il pugno, con aria più spaventata che minacciosa, ma non lo sapeva.

"Vai, prendimi a pugni. Fallo, ma non cambierà quello che sono, perché non puoi farmi smettere di essere gay a suon di pugni quanto io non posso farti smettere di essere ignorante!" Sciorinò in un soffio solo il più piccolo, infiammandosi, con gli occhi che brillavano d'orgoglio ma anche di spavento.

David era sopraffatto, non riusciva più a vedere altro che Kurt, non provava altro che la necessità vitale di zittirlo e mandarlo via. Era veleno, eppure c'era ancora quel pezzo del proprio ego che lo voleva ancora lì. Erano istinti opposti che non potevano stare in un corpo solo.

"Lasciami in pace!" Urlò forte, in un disperato tentativo di liberarsi di tutte quelle sensazioni, ma la Bestia non aveva fatto altro che agitarsi di più, ormai del tutto sveglia, prendendo lentamente possesso di lui. Se solo non fosse così confuso da quella cosa che aveva dentro!

"Non sei altro che un ragazzino spaventato che non riesce ad accettare il fatto di essere straordinariamente ordinario!" Lo accusò Kurt, colpendolo più forte di una spallata a football o di un pugno al diaframma. Dave si sentì improvvisamente allo scoperto, come se il fatto che qualcun altro avesse capito cosa provava davvero l'avesse reso improvvisamente nudo, senza più corazze. E David, il ragazzino spaventato che guardava se stesso essere qualcun altro agì di conseguenza, approfittando dell'occasione di uscire allo scoperto. Dopo sei anni di reclusione dentro il proprio stesso corpo. Prese il viso spaventato, caldo e rabbioso di Kurt, come se volesse inglobarlo.

Come se volesse proteggerlo da quella Cosa della quale era stato prigioniero tutto quel tempo, e che allo stesso tempo coincideva proprio con Dave.

Si impossessò delle sue labbra, in un atto completamente indipendente dalla volontà predominante, come la ribellione dei carcerati.

Ottenere quello che non sapeva di aver voluto lo fece sentire così libero da esserne sconvolto e tanto da volerne ancora, ma Kurt era troppo spaventato e scioccato, perciò lo spinse via da sé. 

In quel momento Dave sembrò tornare in sé, anche se quello che era di solito si trattava di un'altra persona, ora lo sapeva. Ma lo spavento era così forte che per un momento perse del tutto il contatto con la realtà. Non sapeva cosa stava succedendo, ma Kurt lo poteva vedere.

Le pupille di Dave si erano espanse fino ad annerire completamente gli occhi, come una macchia d'inchiostro che si allarga sul foglio. E poi, così com'era successo, quasi come fosse stata un'allucinazione, tornarono normali, anche se feriti e spaventati. 

Entrambi rimasero immobili, sapendo che era successo qualcosa di inspiegabile e che tutta quella sceneggiata era servita solo a scoprire la verità.

C'era decisamente qualcosa di strano in Dave, ed ora anche qualcun altro lo sapeva.

 

 

NdA: Sì, sono ancora viva e_e e sono in ritardo vergognoso, ma sono ancora in un periodo di orribile pigrizia produttiva. Cioè, non sono ispirata proprio per niente ç_ç e non ho voglia di scrivere. Comunque mi era sembrato di riscontrare poco interesse nel fandom, però ci riprovo lo stesso. Spero vi interessi un po' di più :) 

   
 
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