Fissavo i suoi occhi,per quanto fossero distanti metri e metri da me,io riuscivo a vederli come se lui fosse davanti a me.
Sentivo la calca di persone urlanti spingermi,sempre di più,verso di lui,verso di loro.
Il mio respiro affannoso,cercava di farsi spazio tra l'intermittenza dei battiti fin troppo accellerati del mio cuore.
Dall'alto una mano tesa,come se volesse salvarmi,si posò sospesa tra le onde di altre mani che cercavano di afferrarla; il mio braccio,guidato da una forza invisibile si alzò,toccò,strinse quella mano.
Il suo calore,mi invase,mi riempì l'anima.
Un attimo che durò ore,il mio dito indice sfiorò il suo polso,sentii le sue vene pulsare,lui era vero,vivo con la sua mano stretta nella mia.
Sorrise,quel timido,dolce sorriso.
Lo amavo,più di ogni altra cosa.
I miei occhi furono appannati da qualcosa:lacrime di gioia,che solcavano il mio viso fino alle mie labbra tanto da sentire il sapore dolce,non salato.
Li strinsi forte,dovevo scacciarle via,dovevo rivedere di nuovo quel viso.
Buio.
La musica cessò e le urla sovrastarono tutto.
Percepivo uno strano vuoto dentro di me,mi sentivo galleggiare mentre camminavo in quel fiume di gente.
Sembrava che fosse finito un sogno,che mi fossi alzata e che avessi scoperto che stavo solo dormendo.
Tutte quelle luci,quei suoni non c'erano più e io,mi sentivo svuotata,come se mi avessero strappato l'anima,come se fossi un fantasma che vagava senza meta.
L'aria fresca mi scosse i capelli,sul mio viso sentivo il calore aumentare.
Mi rannicchiai su un muretto.
Afferrai quel pacchetto di sigarette, che avevo in tasca,ne accesi una.
Sentii il fumo invadere i miei polmoni,riscaldarli.
Misi la testa tra le mani,stringendo i miei capelli,cercando di mandare via quell'immagine,che aveva iniziato a tormentarmi sin da subito.