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Autore: Sidro_94    26/05/2011    2 recensioni
Avete mai avuto paura della soffitta a casa dei nonni? Io sì, molta.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Credi in me!”.
Il bambino indietreggiava impaurito, mentre le figure gli si accalcavano intorno.
“No, credi in me!”.
Nell’ombra occhi ferini brillavano come lucciole diaboliche.
“Non ascoltarli: è a me che devi credere!”.
Figure mostruose gli si aggrappavano addosso, supplicanti.
Una specie di clown era riuscito ad afferrarlo, ma lui svelto si era divincolato. Attorno, vedeva solo il buio, un buio palpabile e vivo.
Cosa aveva fatto di male? Voleva solo vedere la soffitta: ora capiva perché il nonno glielo aveva vietato. Adesso scappava, solo, in un buio interminabile.
Un uomo peloso e deforme si aggrappò alla sua gamba: “Credi in me, e ucciderò il tuo peggior nemi ... ”. La frase venne interrotta da un’enorme mantide, che gli tranciò la testa di colpo, schizzando di sangue il bambino. “Credi in me” – disse la bestia, con voce sibilante - “Credi in me e ti farò ricco!”
Subito venne sostituita da un'altra figura mostruosa, ed un'altra ancora in una frenesia crescente.
Il bambino piangeva in mezzo alla folla e si scoprì a vomitare, quando del sangue rancido gli finì in bocca.
La calca gli si appressava sempre più addosso.
Ora fissava negli occhi un pesce antropomorfo che parlava senza suoni, quando una luce gli apparve alle spalle. La faccia del mostro divenne una smorfia di terrore mentre si ritirava nell’ombra insieme ai suoi compagni.
“Fabio”.
Sentendo il suo nome, il bambino si voltò e venne abbagliato dalla luce. Socchiuse gli occhi in modo che la luce diminuisse e in mezzo al candore vide una bellissima fata, che gli tendeva una mano.
“Fabio. Credi in me, e ti porterò fuori da qui”
Il bambino la guardò, riscaldato dalla presenza, afferrò la sua mano e pronunciò tre parole: “Credo in te”.
La fata scosse i lunghi capelli biondi con grazia, gli sorrise, socchiudendo la morbida bocca con dolcezza e le sue ali si agitarono come per una gioia inespressa, muovendo il vestito di seta. Il bambino provò un'immensa felicità nel contemplarla: finalmente avrebbe potuto riabbracciare il nonno quando ormai la speranza lo aveva abbandonato. Lei lo portò a sé come per abbracciarlo ma mentre si chiudeva su di lui lo sguardo cambiò, rivelando due occhi disumani e la bocca si allargò, in un sorriso diabolico fatto di bianche sciabole.
“Finalmente.
Dopo tanto tempo ...
di nuovo libera”.

  
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