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Autore: I_Want_Wonderland    26/05/2011    4 recensioni
Shannon:-Beh signorina non dovresti sputare sul piatto in cui stai mangiando. Ti ricordo che è il mio lavoro che mi permette di darti una vita abbastanza agiata. E poi questa è la mia vita l’hai sempre saputo
Mary: -Si è vero.Ma vorrei essere anche io parte del tuo mondo, invece di essere sempre e solo una parte marginale della tua vita
-Mi atteggio da donna vissuta, ma in fondo sono ancora una bambina
- Si, una bambina. La mia bambina
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una sera come tante altre. Gironzolavo per i locali di Los Angeles insieme a qualche amico che non vedevo da tempo causa del tour, e anche se alla soglia dei 50 anni dimostravo sempre 10 anni in meno.
Rientrai nel mio appartamento a Beverly Hills. Aprì la porta e in salotto c’era una persona che mi aspettava. La persona più importante della mia vita.  Davanti a me c’era una ragazza sulla ventina, non tanto alta, con i lunghi capelli rosso mogano; nonostante mi fossi imposto per non farglieli tingere lei aveva fatto di testa sua. Lei era Mary, la ragazza da quasi 4 anni era entrata nella mia vita, stravolgendola come un uragano.
Mi guardava con quei suoi occhi da lupo, color miele, che ogni volta mi disarmavano; teneva le braccia conserte e ciondolava nervosamente un piede.

-Come mai sei tutta in tiro?- chiesi

-Sai qualcuno mi aveva promesso che mi avrebbe portato a cena fuori. Ma evidentemente era fuori a divertirsi come se avesse ancora vent’anni!- sbottò con fare molto incazzoso, una cosa che non sopportavo affatto.

-Hey signorina, vedi di moderare i toni. Mi sono dimenticato, scusa,  può succedere. Sai sono un uomo anche io.

-Oh beh certo, ovvio. Quando si tratta di me è così facile per te dimenticare i nostri appuntamenti. Ti ho aspettato quasi 3 ore. Ti ho chiamato un sacco di volte, pensavo ti fosse accaduto qualcosa. E invece ti vedo bello e rilassato.

Controllai il telefono, il display segnava 5 chiamate perse tutte sue- Mi dispiace non me ne sono accorto- andai da lei per abbracciarla, ma lei si tirò in piedi e continuò a parlare.

-Sembra davvero che di me non te ne sia mai fregato nulla. Come se non ti importasse tutto quello che ho fatto per stare con te.

- Certo che lo so. Me lo ricordo i casini che mi hai fatto passare con tua madre quando sei scappata di casa la prima volta.

-Io l’ho fatto per stare con te. E alla fine ci sono riuscita. Ma se sapevo che sarebbe andata così non l’avrei mai fatto. Mi sarei limitata a vederti sporadicamente piuttosto che lasciare tutto e venire a vivere con te.

Urlava, e questo mi irritava.- Non urlare. Non frignare come una bambina piccala. Hai 22 anni, pensavo fossi abbastanza matura, ma invece non sei migliorata per nulla.

- Ormai sono più di 3 anni che va avanti questa storia. Tu sempre in giro per il mondo a fare tour, poi nelle pause invece di dedicarti a me ti butti in altri progetti, la fotografia, suoni con i Street Drum Corps e altri cazzi.

-Non essere scurrile.- non la sopportavo quando diceva le parolacce- Beh signorina non dovresti sputare sul piatto in cui stai mangiando. Ti ricordo che è il mio lavoro che mi permette di darti una vita abbastanza agiata. E poi questa è la mia vita l’hai sempre saputo.

-Si è vero. Ma vorrei essere anche io parte del tuo mondo, invece di essere sempre e solo una parte marginale della tua vita.-  Prese la borsa e le chiavi della macchina e si diresse verso l’ingresso.

 -Dove credi di andare?- sicuramente da uno di quei suoi amici droghini che si approfittano di lei ogni volta.

- Non te ne frega.

L’afferrai per un braccio: -Cosa credi di fare? Pensi che uno dei tuoi soliti capricci risolverà tutto?

-Lasciami. Sono grande abbastanza per credere quello che sia meglio per me.

-Io non credo. Comunque se vuoi andare vai- e la mollai- Quella è la porta. Ma ti avverto, se questa volta esci da quella porta, non azzardarti a mettere più piede in questa casa.

Mi guardò e scoppiò in una risata fragorosa che mi scherniva: -Ahahah…father has spoken. Mi fai ridere quando usi queste frasi fatte.

- Ti sto avvisando Mary, stai giocando con il fuoco. Sai che se voglio mi basta un niente per distruggerti.

- Ah si? Io invece dico che ti sentirai solo come un cane.

                                                                 *********************************************

Quella fu l’ultima volta che la vidi e oggi giorno del mio 50esimo compleanno mi chiedevo se sarebbe venuta alla festa che mio fratello mi aveva organizzato.  Aveva affittato una lussuosa villa nella baia del Messico. A me sinceramente non mi interessava chi sarebbe venuto, chi mi avrebbe festeggiato, se ci fosse stato uno spettacolo di spogliarelli o una ragazza che sarebbe uscita dalla torta. L’unica cosa che avrebbe reso il tutto davvero un giorno speciale sarebbe stata la presenza di Mary. Jared mi rassicurava dicendomi:- Bro può essere ribelle quanto vuoi, ma lei ci tiene davvero a te! Tornerà stai tranquillo.

- Non lo so. È passata più di una settimana, non si è fatta sentire. A me manca. Manca nelle piccole cose. Forse non gli ho mai dimostrato veramente quanto ci tengo a lei.

-C’è nessuno in casa???

Una voce squillante quasi infantile riempì tutta la casa. Non potevo credere alle mie orecchie e ai miei occhi, era lei. Subito appena vide mio fratello gli saltò addosso, e lui la prese a cavalcioni. A volte pensavo che amasse più lui di me.

-Ah Stanzy  che bello averti qui.- disse mentre l’abbracciava.

Si era tagliata i capelli corti, che le lasciavano scoperta la nuca, e con un ciuffo che lungo che le ricadeva sul viso. Notai mentre salutava gli altri ospiti che se li era tinti nuovamente di un nero bluastro. Poi si avvicinò a me con quella sua camminata sinuosa, mi fisso con i suoi occhi magnetici e mi sorrise dicendomi: -Buon Compleanno.
Non feci in tempo a rispondere che subito Jared arrivò con mia madre sottobraccio.

-Mamma ti ricordi vero di Stanzy???

-Jared non fare il cretino.- rispose mia madre dandogli una pappina- Vieni qui tesoro mio, abbracciami.

Mary si avvicinò ad abbracciarla, e mentre lo faceva rivolse un bel ghigno a  mio fratello che si mise a ridere di gusto. Mia madre la sequestrò non so per quanto tempo le vidi che parlavano nel divano del salotto, sicuramente stava facendo da intermediario per  farci fare pace.

Per tutta la sera cercò di evitarmi. Si sedette lontano da me a cena, tra jared e Antoine, per evitare qualsiasi tipo di confronto o di colluttazione; ma irritava comunque perchè faceva gli occhi dolci a quest'ultimo. Mentre gli altri procedevano ad iniziare una partita di poker, io colsi l’occasione per parlarle.
Era seduta a bordo piscina con i piedi a mollo nell’acqua. Sorseggiava silenziosamente una Corona. Il suo nuovo taglio di capelli metteva in evidenza un tatuaggio che aveva in mezzo alla scapole: ch scendeba giù verso la colonna vertebrale:  i 4  glyphics identici a quelli che avevo io sull'avambraccio destro, solo più piccoli e femminili.  Un tatuaggio degno di una Echelone qual’era.
Mi sedetti affianco a lei senza proferir parola. Lei senza nemmeno guardarmi e continuando a bere la sua Corona mi disse:
- Allora come ci si sente a 50 anni?

-Mah, non sento la differenza con i 49.

-Però resti sempre un bell’uomo!

-Dove sei stata in questi giorni? Da tua madre?

-Ma sei pazzo? Se fossi tornata da lei mi avrebbe accolto con un bel “te lo avevo detto”! No ho lasciato quella casa perché lei mi opprimeva…perchè il mio più grande sogno era stare con te.

-Stare con me.  Però puntualmente te ne vai sparisci, ogni volta che litighiamo … Quindi sei venuta da me perché ti senti più libera?

Lei sorrise e continuò a bere. Non mi piaceva quando beveva. Sapevo che aveva superato i 21 anni, ma mi infastidiva vederla con una bottiglia in mano. Forse perché  qualche anno fa era entrata in coma etilico a causa di una brutta sbronza; e quelli che lei definiva amici l'avevano lasciata da sola in mezzo a una strada.

-Hey vacci piano con quella.- gli dissi con tono serio.

-Ahahahahah- rise lei divertita -  father has spoken

Gli lanciai un’occhiata che gli tolse subito quel sorriso straffottente che aveva stampato in viso.

-Scusa- mi disse mentre il suo mento toccava il petto - Non volevo offenderti. E soprattutto non volevo mancarti di rispetto.- sospirò poi con un vomito di parole mi investì.- E  che ogni volta siamo allo stesso punto. Tu ti dimentichi di me, io vado via, poi ritorno da te. Il fatto e che abbiamo 2 caratteri simili, e a me non piace  essere trascurata e comandata. Mi atteggio da donna vissuta, ma in fondo sono ancora una bambina.

- Si, una bambina. La mia bambina!.- risposi io, mentre la portavo a me a l’abbracciavo.

-Ti voglio bene papà!- disse lei tra i singhiozzi- So di non essere una figlia esemplare, ho sempre combinato casini e ti ho dato tante delusioni. Però io ti voglio bene.

- Lo so che mi vuoi bene, anche se a volte mi fai dannare con i tuoi colpi di testa.

-Beh tale padre tale figlia! O tale zio. Insomma sono una Leto anche io.

Ma non fece in tempo  a finire la frase che Jared la prese di peso:- Eh Stanzy Manzy, cos’è sta depressione…C’è una festa qui, non una riunione degli alcolisti anonimi, via in piscina!- E si tuffò con lei in acqua.

- Jared Joseph Leto , maledetto figlio di…

-Hey Mary Costance  Leto, non parlare male di tua nonna.- la bloccò subito.

-Scusa nonna non ti volevo offendere. E poi caro zio, non mi chiamare Stanzy. Io mi chiamo Mary. M-A-R-Y!!!

-Ok.Mary was a different girl Had a thing for astronauts Mary was the type of girl
She always liked to play a lot...-
  mio fratello iniziò a catare Buddha for Mary  
 
Mentre la guardavo punzecchiarsi con lo zio, vidi in lei il ragazzo che ero stato tanti anni fa, che comunque aleggiava nella mia anima, ma aveva lascito il posto alla figura di padre, forse non tanto esemplare, ma sapevo che lei mi amava lo stesso. Si perché lei era la donna più importante della mia vita, l'unica  che abbia mai veramente amato.

  
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