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Autore: Ronnie02    27/05/2011    2 recensioni
"I tuoi occhi sono scuri, di cioccolato, come un dolce e goloso mare di Nutella.
Sono quegli occhi di cui sono diventata pazza, anche se tu non lo sai. Sono quegli occhi di cui mi fido ciecamente ogni cosa mi dicano o mi chiedano."
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con una nuova One-shot! Spero che vi piaccia! 


Brown Eyes

I tuoi occhi.
Sono loro che cerco di vedere, nel bel mezzo dei corridoio affollato, mentre la professoressa ci chiama per entrare in classe. Sono loro che trovo quando controlli che nessuno sia assente, o quando fai domande sui compiti.
I tuoi occhi sono scuri, di cioccolato, come un dolce e goloso mare di Nutella.
Sono quegli occhi di cui sono diventata pazza, anche se tu non lo sai. Sono quegli occhi di cui mi fido ciecamente ogni cosa mi dicano o mi chiedano.
I tuoi occhi, trasparenti quando vengono nascosti dalle palpebre mentre ascolti la musica e muovi la testa a ritmo.
I tuoi occhi, quegli occhioni curiosi e divertiti, mentre in classe si fanno battute spiritose. Sei sempre presente in quelle battute perché non puoi fare a meno della tua simpatia.
I tuoi occhi, felici e fieri quando qualcuno apprezza i tuoi disegni. Anche io li faccio, cercando si sorriderti, ma non so se tu te ne accorgi.
I tuoi occhi, che fissano il vuoto quando la professoressa parla e tu non le dai ascolto, fanno ridere perché si vede che pensi ad altro. Si vede che la lezione non ti importa ma preferiresti andare via, lontano.
Sono loro che cerco a mezzogiorno, prima di andare a casa, provando a dirti “Buona giornata, ci vediamo domani”. Tu fai a tutti un saluto, ma lo so che non pensi davvero a me.
Sono loro che mi rendono pazza. Più pazza di quello che già sono, anche se tu non lo sai, perché non mi conosci abbastanza. Ma forse nemmeno io mi conosco bene, perché non capisco ciò che provo.
Come si fa a capire quando si è innamorati?
Forse l’ho capito. E’ il battito accelerato che provocano i tuoi occhi.
Quegli occhi che mi fanno impazzire.
 
“Ciao, come stai?”, ti sento chiedere. Stai parlando con me? Sul serio?
“Bene, tu?”, chiedo facendo finta di parlare con una persona amica, quasi fraterna, come tutti del resto. In una classe piccina, tutti siamo fratelli.
“Bene, grazie”, rispondi senza farmi capire il motivo della curiosità improvvisa.
Però tu mi guardi, e io cedo. Cedo ridendo come una scema perché sono imbarazzata. Le mie guance si tingono di rossino (che si nota subito visto il tipico mio pallore) senza che io ci possa fare niente.
Lui fa finta di niente, ma sono sicura che l’ha notato. Non dice niente, non ne ha il tempo; il professore entra in classe e ci dice che le verifiche sono andate bene.
Ho preso sette, lui sei. Lo so perché glielo ha chiesto una mia compagna e io ho ascoltato attentamente.
Lui però ha lo sguardo afflitto, non gli basta quel sei. Il sei non vale niente se rischi il debito.
“Tu quando hai preso?”, mi chiede. Due domande in un ora… Dio grazie!
“Sette”, rispondo piano. So che non gli farà piacere e mi odio ad aver preso quel sette che però mi rende fiera.  So scrivere bene e i miei temi vanno sempre alla grande!
“Brava!”, si congratula. “Anche il prof. dice che sei brava”.
Mi rende felice che sappia che scrivo, perché potrei (condizionale ironico) aver scritto molte volte su di lui, anche se non so perché l’ho fatto.
“Credo che ti serva solo l’ispirazione”, penso mentre si avvicina al mio banco, poggiando le mani sul mio diario aperto e coprendo le parole della mia canzone preferita. Legge il mio tema, silenzioso.
“Tu come la trovi?”, mi chiede sempre con lo sguardo sulla carta. Non vedo i suoi occhi, e forse è meglio così.
“Penso ad una persona a cui voglio bene”.
Non so perché l’ho detto, non so se l’ha capito. Non so se il mondo oggi giri al contrario o se la dea della Fortuna ha indicato me, oltre la sua benda. Non lo so, ma vorrei ringraziare chi lo ha fatto accadere.
Mi sorride, facendomi arrossire ancora. Maledetto pallore!
Sembra ancora non accorgersi e, ancora sorridente, torna al suo posto. Il professore ritira i temi e mi fa uscire per leggere il mio. Voglio morire, sono sempre stata timida ed ora è pure peggio. Perché c’è lui.
Leggo, fino alla fine, sempre con il viso sul foglio, con una frenesia che fa ridere molti compagni. Credono che si divertente, ma non lo è.
Alla fine ridò il foglio all’insegnante e torno al mio posto, non guardando nessuno. Ma qualcuno mi sta fissando. Sento i suoi occhi cercare i miei. Sento il suo sguardo perforarmi la pelle, colpire il cuore, distruggendolo in mille pezzi, e arrivare fino al mio cervello. E’ come un punzecchiare che non se ne va finchè non ti giri.
Mi siedo e alla fine decido di guardare oltre il mio banco verde azzurrino. Davanti a me solo teste girate, tutte tranne una. La sua.
I suoi occhi, color nocciola, mi colpiscono, sorridenti. Hanno capito il mio rossore, ma non  mi mostrano la loro risposta.
Spero che sia un sì. Ti prego fa che sia un sì.
Un sì, un sì, un sì…
 
 

 Piaciuta?
Non so ancora se sia solo questo o continui, vedrò come si mettono le cose.


Ps. questa storia è per metà autobiografica, ma anche inventata. Ovviamente il mistero sta nello scoprire quale parte ho inventato xD (difficilissima domanda, eh?! xD)

Grazie per tutti quelli che recensiranno (o che comunque recensiscono sempre anche nelle altre storie), Vi adoro!!!

by VampireMusic
   
 
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