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Autore: clow    28/05/2011    0 recensioni
Arthur ha sempre adempiuto ai suoi doveri e non si tirerà indietro neanche questa volta, anche se dovrà ancora lavorare lontano dalla sua amata Londra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella città puzzava di sterco e marcio, le quattro strade di cui disponeva s'intrecciavano così tanto da essersi perso per ben tre volte. A che serviva una mappa se non si conosce nemmeno la propria posizione?
L'odio per quel posto non era mai cambiato. Vecchia, putrida e puzzolente, era così che la definiva ogni volta che doveva recarcisi per lavoro.
Imprecò contro tutto ciò che era francese e tutti coloro che lo fossero, forse fu per quello che adesso albergava dietro quattro sbarre arrugginite. Rimase rannicchiato lì dietro per qualche ora e impiegò il tempo a rivalutare la lista degli insulti per francesi in momenti come quello, visto che si trovava proprio in Francia.
Il lungo silenzio venne spezzato dal rumore di passi, lenti e al contempo stesso decisi.
-Allora sei proprio tu!-
Esordì con falsa sorpresa una figura fin troppo nota ai suoi occhi. La ciliegina sulla torta sollevò con una mano i biondi capelli e con un sorriso beffardo lo scrutava dall'alto della sua posizione. Odiava quando lo faceva sentire così inferiore e impacciato, e il continuo vanto di quei capelli non lo aiutava di certo.
Era sempre agghingato così appariscentemente... Una giacca in cuoio rossa, lunghi pantaloni neri e una sciarpa beige che ricadeva lungo il petto.
Se non lo attaccò subito fu solo per il desiderio d'uscire da quel lerciume di galera. Trascorsero ben 10 secondi prima d'afferrare le sbarre e proporgli ogni genere d'insulto e minaccia che aveva accuratamente selezionato in quelle ore.
S'irrigidì di botto alla glaciale visione di una chiave nelle sue mani.
-Quando mi è arrivata la voce che un inglese imprecava contro il buon nome della Francia ho pensato: Inghilterra è venuto a trovarmi! -
Dondolò la chiave sotto gli occhi increduli e impazienti dell'uomo.
-Ho dovuto promettere che mi sarei preso cura io di te per averla.-
Un fulmine a ciel sereno, che fine aveva fatto la sua bella e tranquilla Londra? Quanto ancora sarebbe durate quell'esilio forzato? Si era già stufato della presenza gracida e ancora non aveva concluso nemmeno un quarto del lavoro, solo una cosa era sicura: non avrebbe mangiato ciliege per almeno un secolo.
Le squallide sbarre dischiusero la via, sapeva di star per solcare le porte degli inferi ma tra la putrida prigione e la magra consolazione di poter assaggiare del buon vino, a discapito di tutti i guai a prua, scelse il vino.
Raccolse tutto quello che restava della sua dignità, ormai ridotta a miseri brandelli, e uscì col demonio che godeva delle sue sofferenze.
La prima parte della giornata fu dedicata ad alcune commissioni lavorative per le vie del centro, tra una pausa thè e l'altra. Il resto della giornata la passarono a comprare del vino e ad una "breve" visita al Muolin Rouge.
Il pomeriggio successivo giunsero finalmente a casa Bonnefoy. Seduti su un fottuto divano in pelle rossa, circondati da una moltetudine di candele e (cosa più importante) con un buon bicchiere di vino alla mano Arthur iniziò a nutrir qualche dubbio verso le intenzione del vinofilo.
-Al tuo ritorno porta con te un paio delle mie bottiglie per Lady Queen.- Routine che Francia donasse alla regina il miglior vino di cui disponeva, un po' per mantenere almeno decenti i rapporti tra i due paesi e un po' per entrare nelle grazie della nazione.
Ci fu un tentativo di avvicinamento ma con l'acidità di sempre fu educatamente respinto dall'altra parte del divano.
-La stessa cosa vale per te, mon amour.-
Lungo silenzio. Seguito dal solo rumore dei sorseggi e delle moltetudini di approcci falliti, ma il dolce sapore annebbia anche la mente dei più forti. Lucidità persa solo a causa del liquore e non di quelle attenzioni che marchiarono il collo inglese.
Nervosismo alla sola idea di poter essere deriso per quel ricordino che si sarebbe portato dietro, lo avrebbe ucciso appena... Un'idea migliore lampò nella giovane mente, Vendetta.
Scaraventò giù dal divano il francese e ghignante si posò sopra quest'ultimo, scostò con gran cura i biondi capelli che coprivano il collo e lo assaggiò. Ogni sproposito si perse nel suo profumo e nella sua dolcezza. Socchiuse gli occhi mentre con una mano risaliva il caldo petto sollevando i bordi della maglia. Solo poco dopo si rese conto che il francese lo portò sotto di sè, quando quest'ultimo sciolse la presa e lo baciasse sotto al mento.
Percorse lentamente il tremolante petto mentre mano a mano sbottonava la camicia fino a soffermarsi su un capezzolo. Ne disegnò le morbidi forme con la punta del naso prima di mordicchiarlo. Cosa che l'inglese apprezzò molto visto il lieve rossore più accentuato sul volto.
Ma un semplice capezzolo non saziava l'ingordigia francese che bramava ben altro, abbassò la zip dei pantaloni e riprese a scendere ma non gli fu permesso altro che si ritrovò di nuovo sotto.
L'inglese non si sarebbe fatto fregare dall'inebriante profumo o dal rassicurante tocco, non era lui che sarebbe rimasto impassibile alla situazione.
S'impossessò lascivamente delle sue labbra mentre gli abbassava i pantaloni.
Ma il francese non era di quell'opinione, ancora una volta rivoltò la situazione, fece aderire il fisico al suo e senza perder tempo portò le mani sotto la stoffa dei boxer.
L'inglese anche se sotto decise di andar avanti col suo piano, con l'indice dell'altra mano percorse la colonna vertebrale provocandogli un brivido non poco ignorabile, ma la scesa continuò ancora più in fondo.
-La serveuse*-
Fu proprio in quel momento che fece il suo ingresso una cameriera. Come era solita usare s'annunciò, visto che conosceva gli usi che faceva il francese di quel soggiorno, però credeva che come sempre a quell'ora fosse a lavoro.
Quando aprì la porta vide le due nazioni, che accortosi della sua presenza, si bloccarono in quella posizione a fissarla all'uscio della stanza.
-Passer plus tard**- E come se nulla fosse accaduto chiuse la porta e se ne andò.
Niente si mosse o fiatò per un'interminabile istante.
-DAMN FROG!-
Urtò il francese il più possibile lontano da sè e barcollante si rialzò, si ridiede una sistemata ai vestiti, e mosse i primi passi verso l'uscita. Ma il pavimento della stanza oscillava in continuazione e cadde per terra, perdendo sensi.
L'altro si avvicinò barcollante, si stese per terra accanto a lui e con un lembo del tappeto coprì ambi.
-Bonne nuit, ma chère-


* La cameriera
**Passa più tardi


Note Autore:
Avevo voglia di scrivere un po' la classica FrUk per mettermi un po' alla prova ma le cose sono cambiate quando pensai ad un scena di Harry Potter, credo che abbiate capito a quale mi riferisco xD
La cameriera *verso mostruoso e micaccioso* Passa più tardi non ricordo in quale dei millemila film sia ma appena mi è venuta in mente ho avuto l'illuminazione.
Mettiamola qui *-*
Così ho fatto xD
Fan fic scritta mentre attendevo la betazione di Caccia al tesoro e buttavo giù qualche bozza del nuovo cap, ultimo capitolo pubblicato ieri e già si trova a metà pagina O_O
Io e il mio fidato blocco note l'unico sfigato in tutto efp che usa il blocco note per scrivere speriamo di aver fatto una fic che possa per lo meno piacere e vi salutiamo. Alla prossima :3
   
 
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