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Autore: Elisir86    23/02/2006    3 recensioni
Il giovane aprì stanco gli occhi. Pallido l’osservava entrare, ma l’uomo era dubbioso che lo avesse riconosciuto. “Grazie Kyo.” Mormorò avvicinandosi al letto. Lo guardò a lungo. Il ragazzo si girò dall’altra coprendosi gli occhi. “Vattene Kureno..."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hatori Soma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Foglie

 

“Ku...ren...o...”

Lei cascò a terra, tra le foglie secche dell’autunno.

Le mani del giovane si mossero da sole lentamente...tremanti. Le seguirono il busto, le gambe e i piedi...uno dietro l’altro con insicurezza.

Gli occhi azzurri di lei, tristi.

Piangeva.

“Ku...ren...o...”

Sussurrò ancora, prima che l’uomo cascasse accanto a lei, facendo alzare un po’ di foglie, una di esse si depositò sulla mano insanguinata della giovane.

Le lacrime iniziarono a scivolare lungo le guance scavate di Kureno. Le mani accarezzavano lentamente, impacciate i capelli biondi di lei.

“Ti amo...” le mormorò avvicinandosi alle pallide labbra, “Ti amo...” e le depositò un bacio.

Lei sorrise appena, ma era un sorriso felice.

“An...ch’i...o”

E tra le lacrime amare il giovane Soma sorrise.

Poi, gli occhi di lei persero la luce.

E piano, piano la sua vita si spense.

“Arisa...” la guardò implorante.

ARISA!” e l’urlo si disperse nel vento freddo dell’autunno.

 

Kureno spalancò gli occhi.

Spaventato alzò il capo.

Vicino a lui stava Hatori. Lo sguardo perso nel vuoto, una sigaretta accesa tra le dita.

“Come stai?”

 

Toru correva verso di lui, stanca...tremendamente disperata.

“Come sta? Come sta?”aveva iniziato ad urlare.

Lui la superò.

Tra le braccia il bel corpo di Uotani.

I biondi capelli sciolti pieni di foglie colorate sfiorarono il viso della piccola Honda.

Hatori si fermò davanti a lui.

Toru l’aveva implorato con le lacrime agli occhi di andare con lei...di salvare Arisa.

“Dammela, Kureno...La devo aiutare...”

Gli occhi del giovane si riempirono di rabbia.

“Non toccarla!” e con gesto possessivo strinse a se il corpo della bella ragazza.

“Dove la vuoi portare Kureno?” la voce di Toru si perse nel vento.

“Lontano da qui...” aveva risposto lui superando anche il cugino.

Hatori si voltò un attimo, giusto per vedere la scarpa sinistra cadere a terra, “Dove la vuoi portare?” chiese esitante.

Ma non ricevette risposta.

 

“Ti abbiamo ritrovato svenuto nel parco.” Continuò il medico, portandosi la sigaretta alle labbra.

“Pioveva.” Guardò un attimo il cugino, “Volevi morire?”

 

L’aveva depositata sulla fresca erba.

“Aspettami...” le aveva bisbigliato, togliendosi il capotto e la pesante maglia.

Senza esitazione si era sdraiato accanto a lei, cingendole la vita con il braccio destro, e depositandole un bacio sulle fredde labbra.

“Aspettami. Cammineremo insieme d’ora in aventi.”

Si era stretto di più a lei.

“Ti amo.”

E aveva chiuso gli occhi, aspettando che il freddo lo portasse via da lì.

 

Kureno non rispose.

Le mani tremanti coprirono il viso, e lacrime silenziose iniziarono a bagnarle.

“Anche quella ragazza...” Hatori spense la sigaretta, “Quella che ha ferito Arisa...” ne prese un’altra dal pacchetto e la mise tra le fine labbra, “Saki, l’ha trovata.”

Il cugino però non si mosse.

“È all’ospedale...Non l’ha perdonata.”

“E ora?” la voce di Kureno uscì strozzata come se faticasse a parlare. “Akito ti vuole vedere...” sussurrò il medico.

“Le dirò che sei morto.”

E con questa frase s’alzò dalla sedia, “Sono morto?” chiese mentre Hatori apriva la porta.

“È all’ospedale F. di Tokyo...” uscì dalla stanza, “Tu che puoi...ama.”

La porta si chiuse.

 

“Ku...re...no...” la voce di Arisa era distante, molto distante.

Aprì lentamente gli occhi,la pioggia colpiva il suo viso...il viso di lei...

“Ku...re...no...” le labbra si muovevano lentamente, “Arisa..!” fu in grado solo di pronunciare quelle parole e di trascinare la bocca sulla guancia di lei.

“Sei viva?”e la giovane mosse la mano destra per stringere quella sinistra di lui.

Dei passi veloci che si avvicinavano, il respiro faticoso.

“Sono qui!” una voce conosciuta che ansimava quella frase in continuazione.

Il volto stanco, pallido e  ammalato di Kyo si misi davanti ai suoi occhi, “Rin, chiama Hatori!” il respiro del ragazzo che diventava pesante...

Buio.

Silenzio.

 

“Kyo...”

Kureno entrò lentamente dalla finestra.

Il giovane aprì stanco gli occhi. Pallido l’osservava entrare, ma l’uomo era dubbioso che lo avesse riconosciuto.

“Grazie Kyo.” Mormorò avvicinandosi al letto.

Lo guardò a lungo.

Il ragazzo si girò dall’altra coprendosi gli occhi. “Vattene Kureno...Arisa ti aspetta.”

L’uomo allungò lentamente la mano verso i capelli color arancione, gli sfiorò teneramente.

“Tornerò...per farti uscire da qui.”

Il vento freddo autunnale entrò nella stanza facendo rabbrividire il ragazzo. Si voltò di scatto, di suo cugino nemmeno l’ombra, vi erano solo innumerevole foglie colorate.

 

  
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