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Autore: Shadowolf    28/05/2011    5 recensioni
Serie: RolePlay
Rimaniamo in silenzio a guardarci, mentre fuori imperversa un temporale assurdo, probabilmente l’ultimo della stagione. Siamo a fine maggio, e pur se il tempo da queste parti non è mai completamente stabile, trovandoci in un’isola al largo dell’Atlantico, l’estate è ormai alle porte, e questo freddo risulta davvero troppo fuori stagione.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Hope You Had The Time Of Your Life'
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La prima sensazione che avverto appena comincio a riprendere contatto con la realtà è lo scorrere lento e delicato delle sue mani tra i miei capelli. Le mie labbra si distendono allora in un pigro sorriso sornione, mentre tengo gli occhi ancora chiusi e mi giro piano verso la sua pancia, lasciandogli un piccolo bacio da sopra la maglia larga.
‹‹ You fell asleep... ›› mi dice, il tono pacato e inconsciamente felice che ora lo contraddistingue sempre, mentre mi rimbocca la coperta intorno al corpo, cadutami durante il sonno.
‹‹ Myeah... Always told you I love your voice... And I love when you read to me… ››
‹‹ Is this supposed to be a compliment? ››
‹‹ You know it is. ››
Ridacchia piano e annuisce, giocando con le sue dita sulla punta del mio naso, fin quando non mi decido ad aprire gli occhi e fissarli nei suoi, sorridendo ancora. Allungo una mano e gli accarezzo il viso leggermente rugato, toccando tutti i suoi lineamenti, come a volerli imprimere nella mia memoria, anche se li conosco ormai a menadito.  Ma ultimamente mi risulta più difficile ricordare le cose, e non voglio assolutamente correre il rischio di incappare nella stessa trappola quando si tratta di lui. Voglio tenere a mente ogni cosa, anche la più piccola e insignificante, fino all’ultimissimo momento. Ho visto cosa può fare la vecchiaia, e mi spaventa. Forse è l’unica cosa ormai a riuscirci, perché è chiaro come andrà a finire, anche se né lui né io lo diciamo a voce alta. Ma entrambi sappiamo.
Per questo quando arrivo all’abbozzo di baffi che da qualche tempo porta non posso fare a meno di fermarmi per qualche istante, come contemplandoli, e il mio sorriso si fa leggermente triste.
‹‹ Hi, Watson... ››
Lui sbuffa un po’, ma non indispettito. Malinconico.
‹‹ After all these years, still calling me by my last name? ››
‹‹ From habit… ››
Rimaniamo in silenzio a guardarci, mentre fuori imperversa un temporale assurdo, probabilmente l’ultimo della stagione. Siamo a fine maggio, e pur se il tempo da queste parti non è mai completamente stabile, trovandoci in un’isola al largo dell’Atlantico, l’estate è ormai alle porte, e questo freddo risulta davvero troppo fuori stagione. Sembra quasi che l’inverno mi voglia lasciare anch’esso un suo ricordo, quasi come ci fosse il pericolo che mi dimentichi cosa significa trovarsi nella nostra casa e sentire il suono del vento che sbatte conto i vetri insonorizzati, o l’infrangersi delle onde sul bagnasciuga. Oppure chissà, magari questo è il suo personale regalo di addio per me.
‹‹ ... Puppy? ››
Non serve riguadagnare i suoi occhi diventati più scuri col tempo per capire che c’è qualcosa che non va. Ovviamente, perché mi devo assentare così da un momento all’altro. Sono rimasto lo stesso idiota di sempre.
Annuisco piano e mi sforzo di sorridere, rispondendogli con il tono più allegro che mi riesca in questo momento.
‹‹ Yeah, I’m here...  Was... listening to the sound of the wind, y’know... ››
‹‹ … It’s not, Robert. You heard me? It’s n-not been… your… your l-last… ›› comincia, ma la voce gli muore in gola subito dopo, e lui distoglie lo sguardo e tira su col naso, ma non può niente contro le lacrime che hanno iniziato a rigargli lentamente il viso, evidenziando con una scia brillantina le sue rade rughe.
Me ne sto lì immobile a guardarlo piangere, incapace di consolarlo in qualsivoglia modo mentre dentro di me si fa piano largo la convinzione di avere ragione, nonostante tutto. L’ultimo inverno, magari l’ultimo Natale. Forse l’ultimo anniversario.
Distolgo lo sguardo da lui e lo fisso nel camino, nel fuoco, sentendo lo stomaco torcersi e svuotarsi, come se non esistesse più. Istintivamente vado indietro con la memoria a ieri, salvo constatare che non mi viene niente in mente. I giorni si susseguono uno uguale all’altro, stupendamente fermi nel loro ripetersi continuo di azioni, gesti, sentimenti che danno il nome alla nostra esistenza. E tutto ti sembra normale, ti sembra logico, anche se spesso non lo è. Ma va bene così, fin quando non ti accorgi che è tutto solo un grande countdown, e che in quanto uomo sei sordo alla sveglia che annuncia il tuo ultimo giro.
Sposto il mio sguardo un po’ più in basso e trovo quello di Bruce, uno dei nostri husky. Mi osserva con aria severa, ma anche un po’ complice, suo malgrado. So che mi ha capito, lo ha sempre fatto, durante tutti questi anni. Inclina la testa leggermente di lato, verso Paul, prima di accucciarsi di nuovo, poggiando la propria testa sulla schiena del suo compagno. Prendetevi cura di lui, ragazzi.
 
‹‹ Rob? Home... ››
Da dove viene questa voce?
‹‹ Rob? Baby, where are you? ››
Rispondo quasi automaticamente, neanche capendo bene cosa mi sta chiedendo.
‹‹ Here, I’m... here. Couch. ›› aggiungo, stiracchiandomi e sbadigliando svogliatamente, calciando la coperta per terra e maledicendola tra me per avermi ridotto ad uno straccio bagnato mentre dormivo. Maledetta.
‹‹ Hey. You okay? ›› mi sorride, notando forse la mia aria stravolta. Ed è solo in quel momento che realizzo davvero che è stato solo un brutto sogno. Annuisco convinto e mi alzo, sentendo una strana e leggera gioia farsi largo dentro di me. In pochi passi lo raggiungo e abbraccio il suo cinto, tirandolo piano a me e baciandolo per lunghi secondi, incurante delle buste che teneva in mano e che finiscono con un piccolo tonfo di sorpresa sul pavimento. Rimane lì immobile per qualche secondo prima di baciarmi a sua volta, disorientato ma nondimeno felice per questo improvviso slancio di affetto. Sorrido anch’io sulle sue labbra e gli prendo le mani tra le mie, respirando un po’ più velocemente e guardandolo negli occhi, troppo sollevato per parlare.
‹‹ Well, thank you... ›› mi sussurra piano, e un piccolo brivido mi percorre la schiena. ‹‹ This was unexpected... ››
‹‹ I know. But you deserte it. ››
‹‹ For… groceries? ››
‹‹ Nah. For loving me. You’re too precious. ››
‹‹ Bollocks. ››
‹‹ It’s true. And I love you more and more each and every day. ››



AUTHOR'S CORNER: So che mi volete trucidare ora. Be', avete tutto il diritto di farlo, perchè cioè, anch'io ho voglia di uccidermi per quanto angst c'ho messo in questa os. GIURO, NONOSTANTE LE APPARENZE, NON ERA MIA INTENZIONE. Volevo una cosa tutta fluff con i fiocchettini blu e rosa e l'abbaiare felice e gioioso dei cani T________T In questo momento non sono neanche triste come uno potrebbe pensare, dati i risultati. Ma mentre scrivevo ho avuto la malsana idea di mettermi in loop I Dreamed A Dream (canzone tratta da Les Miserables) e cioè, ascoltatela, leggetevi il testo e ditemi se è tutta colpa mia T__________T
Btw, la dedico alla mia socia, perchè l'ha voluta fortemente e mi ha obbligato fatto pressioni consigliato di scriverla, quindi ecco, è per te bb <3
See ya!

   
 
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