28/05/2011
3 recensioniINCUBO DI SANGUE
Iniziativa: Sfigafandom Fest (Fanworld.it).
Prompt: Claymore, Priscilla, brutti sogni.
Titolo: Incubo di sangue.
Introduzione: […]Easley non poteva sapere cosa Priscilla avesse sognato. E non voleva ricordarlo nemmeno lei, perché testimone di un passato che non voleva rammentare.
Personaggi: Priscilla, Teresa, Easley.
Rating: Arancione/16+.
Generi: Angst, Drammatico, Orrore.
Avvertimenti: Contenuti forti/Non per stomaci delicati, One-shot, Slices of Life, Violenza.
Pairing: Nessuno, accenni Priscilla/Easley.
Numero parole (Contatore Word): 654.
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma dell’autore del manga Norihiro Yagi. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
Buona lettura.
Corse tra le braccia di papà. Voleva tanto bene a papà. Lui le accarezzò la testa, scompigliandole appena i capelli corti. La mamma sorrise, dietro di loro. Suo fratello le si avvicinò porgendole la sua bambola preferita. Lei la afferrò ridendo. Si sentiva così felice, perché le volevano tutti così bene. Non sapeva cosa significasse davvero la parola amore, la mamma le aveva detto che era una cosa difficile, ma si sentiva circondata da qualcosa che le pareva amore. Sì, era amore, e se l’amore era quello era bellissimo. Tutti erano così gentili, l’abbracciavano e l’accarezzavano. Era felice.
All’improvviso ci fu il balenare di una lama. Si tinse tutto di rosso, i suoi occhi si sgranarono pieni di terrore. Perché era rosso? Chi era, chi era?
Il suo sguardo si posò sulla mamma. Non aveva più la testa. La mamma non aveva più la testa, e del rosso si allargava sotto di lei. L’aria stessa era rossa. Cos’era tutto quel rosso?
Poco lontano da lei, suo fratello era per terra. Una profonda ferita gli attraversava il petto, squarciandolo. Era tutto rosso…
E poi, c’era lei.
Una figura che non era rossa. Era chiara, pallida come uno spettro. La sua spada era rossa. Si chiamava Claymore, la spada. Come faceva a sapere che la spada si chiamava Claymore? Era sporca di rosso. Era sporca di sangue, lo sapeva, era sangue.
Sapeva, sapeva il suo nome. Dalla sua gola esile non riusciva ad uscire la voce, bloccata dall’opprimente terrore, ma la conosceva, conosceva lei, i lunghi capelli ondulati biondi come spighe di grano, il suo sguardo assassino (era un’assassina. Imperdonabile, era un’assassina, imperdonabile), le sue iridi d’argento.
Assassina. Aveva ucciso tutti. La mamma era senza testa. Lei stessa… era una bambina, eppure… eppure aveva tagliato una testa. Lo ricordava.
Gli occhi gelidi dell’assassina divennero color oro. Quello sguardo. L’aveva battuta, con così poco…
- Teresa…
Riuscì a pronunciare il suo nome. Il nome dell’assassina. Aveva ucciso umani, aveva ucciso mamma, suo fratello…
- Papà…
La sua voce divenne tenue e disperata, mentre fissava il suo papà. Era immobile. I suoi lineamenti si deformarono, denti aguzzi come quelli di un mostro presero il posto del suo rassicurante sorriso. Il viso di papà era diverso.
Yoma…
- Papà!
Un rivolo di sangue e saliva sgorgava dalle labbra del mostro, mentre lei tentava di allontanarsi da lui, dai suoi artigli, dallo Yoma…
Un altro lampo. La Claymore saettò, e la testa del demone si staccò dal collo mentre una fontana di sangue sporcava il suo vestitino leggero.
- Papà!
Teresa. Era davanti a lei, bella come un angelo, un angelo di morte, le iridi dorate spaventose e brillanti nel rosso che dominava ancora la stessa atmosfera di quel luogo maledetto.
Guardò la sua bambola, che teneva ancora stretta in mano. Anche lei era sporca di sangue, anche la sua testa cadde di colpo, anche lei era morta…
Teresa aveva ucciso. Imperdonabile. Aveva ucciso umani. Non voleva che uccidesse lei. No, non voleva, aveva paura. Paura. Teresa faceva paura. Teresa meritava di morire, era una traditrice. Ma lei non poteva fare nulla.
Alzò ancora lo sguardo sull’assassina. Vide il suo sorriso. Teresa dal Sorriso. Il suo terribile sorriso, crudele, freddo, il suo sorriso di quando uccideva gli Yoma.
La Claymore si alzò alta, per ucciderla.
E lei urlò, urlò, un attimo prima che tutto si tingesse di rosso…
- Priscilla…
La voce di Easley la scosse. Aprì gli occhi. Era tutto bianco. Ma era neve, dolce, soffice neve. Il bel volto del ragazzo era tranquillo, sorrideva come sempre.
- Era un brutto sogno, Priscilla.
Lei afferrò la sua mano, stringendosi a lui, accoccolandosi sul suo petto, tremando.
- E’ finito, Priscilla.
Era finito. Il giovane le accarezzava la testa, il suo sorriso dolce e rassicurante sulle labbra.
Easley non poteva sapere cosa Priscilla avesse sognato. E non voleva ricordarlo nemmeno lei, perché testimone di un passato che non voleva rammentare.
E ritorno qui!
Dubito che abbiate sentito la mia mancanza, ma insomma…
*Gongola per aver torturato l’orrida*
Beccati questo, cornuta! *ride malvagia*
Seriamente, mi sono divertita a scrivere questa shot, e non solo per l’intimo godimento nel vederla soffrire. Devo ammetterlo, è un bel personaggio, caratterizzato davvero bene. Odioso, ma fatto bene. E mi piace il terrore che prova verso Teresa, l’ossessione nei confronti del suo ricordo… oh, mi pare chiaro che quando Priscilla ricorda di aver tagliato una testa, non intende una a caso di uno Yoma qualsiasi, ricorda quella di Teresa. Alla fine, un minuscolo tributo alla coppia Easley/Priscilla, che mi piace, sinceramente. Li trovo carini insieme. Sarà perché lui è gnocco e mi piace un sacco xD
Ringrazio eien91yurei e Hana Angel per le recensioni a “Il rosso del sangue” (sempre sul sangue giro io qua xD) e per averla messa nelle preferite! ^^
Credo di aver finito… sì, ok, ho finito.
Mi dileguo!
Visbs88