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Autore: Aesir    29/05/2011    0 recensioni
[Aliens/Predator]
Racconto che si svolge nell'universo fantascientifico di Alien e Predator, o rispettivamente come si chiamano xenomorfi e yaut'ja.
La storia segue il film Alien vs Predator, ma va a cancellare i vari Alien seguenti.
La storia comincia con un'oscura profezia.
E' il 2012.
E gli xenomorfi... stanno arrivando...
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scena Nove (IX): L’INIZIATA
 
C’tanu, pianeta originario degli yaut’ja, ad una distanza incalcolabile dalla Terra.
 
“Chi sei?” chiese Lex.
Si diede immediatamente della cretina per aver iniziato così il discorso.
Ma ormai non poteva rimangiarsi ciò che aveva detto.
“Il mio nome è Miyrth ‘Feriij, umana, sse è quessto che vuoi sssapere.
E per rissspondere alla tua prossima domanda inessspressa, ti trovi sssu C’tanu, il pianeta d’origine degli yaut’ja, e ti abbiamo condotta noi qui.”
“Yaut’ja?”
“E’ cossì che ci chiamiamo, sssignifica
La creatura si alzò dal trono e le andò incontro.
I suoi movimenti erano controllati, eleganti, e nessuna emozione traspariva da quel essere.
Le si fermò davanti e le disse.
“Ti pongo ora dinnanzi una ssscelta.
Assscolta attentamente perché da quessssto dipenderà il tuo desssstino.
Quesssste le possssibilità che hai.
Noi possssiamo riportarti sul tuo missserevole pianeta, rimuovere l’impianto di traduzione, cancellare tutto ciò dalla tua mente…” la ragazza fece per interrompere, forse per dire qualche sciocchezza tipo ‘Ecco, così va benissimo’, ma lo yaut’ja continuò “e in tal caso moriressssti in una sssettimana.”
“Come?!”
“Il vossstro rifugio non durerà a lungo e ben presssto i kainde amedha riussciranno a procurarsssi una ssstrada… e questo accadrà fra breve.
Giorni, non ssssettimane.
D’altronde, noi non avremo alcun obbligo nei tuoi confronti e hai la certezza che ti lassceremo morire.”
“Tante grazie…” ironizzò lei.
“Oppure puoi decidere di accettare la mia offerta e di diventare una di noi.
L’impianto diventerà permanente, e altereremo alcune caratterissstiche della tua mente e del tuo corpo, non temere, non te ne accorgerai essssternamente, e sssarà sssolo un miglioramento rissspetto allo standard della tua debole ssspecie, per renderti ssssimile a noi e in grado di cacciare.
Non pretendo che tu diventi uno yaut’ja, non ssssarebbe possibile, quelli della tua razza ssssono inferiori fisssicamente e moralmente a noi.”
Non c’era né scherno né ironia in quelle parole, l’alieno le stava solo dando un’informazione.
“Ma ssse accetterai, la tua vita cambierà completamente.
Noi non sssiamo una razza di assssasssini, come lo è la tua.
Non ci uccidiamo fra di noi… o meglio ci sssono alcuni che lo fanno, ma non sopravvivono mai a lungo.
Ti insssegneremo a ussare le nossstre armi, a padroneggiare il combattimento finchè non diverranno parte di te.
Parteciperai alle nostre cacce e godrai dei doni della vittoria al termine di quessste.
E infine dico ssssolo un’altra cosa perché ssso che tanto è ssstata cercata da voi umani…
Gli yaut’ja non muoiono mai.”
“Ma…cosa?...come è possibile?” non riusciva a credere a quel affermazione, le sembrava inverosimile, ma in fondo in fondo la accettava.
Credeva a quello che le diceva quel gigante alieno.
Ma guarda un po’ cosa le accadeva.
Lo yaut’ja riprese a parlare.
“Fai la tua sssscelta, umana, ma ricorda: nesssssun umano può esssssere marchiato da noi… e vivere un’esssistenza normale.
In una direzione e nell’altra.
Ora decidi.”
Riflettè.
Non che avesse molta scelta.
Però la proposta la attraeva, le piaceva.
Troppo spesso aveva visto e provato quello che la follia umana poteva fare.
Ancora le risuonavano nelle orecchie le parole di Weyland, parole che avevano condannato quasi tutti i membri della spedizione, il giorno in cui la sua vita era cambiata.
“Abbiamo perso troppo per andarcene a mani vuote.”
No, non era quello ciò che voleva.
Sentiva dentro di sé che quella creatura le stava offrendo un’altra possibilità.
Forse aveva bisogno di altri dati per convincersi, si disse.
“Cosa intendi per superiorità della tua specie?”
“Te lo possssso sssubito spiegare, umana…”
L’alieno ringhiò.
Da una parete fuoriuscì una creatura, con il cranio allungato, la coda lunga, nera come la pece.
Uno xenomorfo.
Lo yaut’ja gli balzò addosso ruggendo, la creatura schivò e caddero al suolo.
Prima che il mostro potesse reagire il Cacciatore estrasse le lame retrattili e le piantò nel lucido cranio nero, causando un’esplosione di sangue giallo.
Lo yaut’ja ringhiò qualcosa e la creatura scomparve, era solo una proiezione.
Lex osservò stupita quella scena.
Uno dei mostri che tanto avevano causato problemi ai più potenti eserciti della Terra, eliminato così, in un batter d’occhio.
La creatura fece un cenno e dal soffitto calò un aggeggio di qualche tipo dal quale scaturì una voce metallica: “Fisicamente superiori ad un terrestre, gli yaut’ja possono sconfiggere un kainde amedha all’arma bianca, rimpiazzare qualsiasi atleta terrestre in qualsiasi disciplina, quanto alle idee in fatto artistico possono produrre capolavori ineguagliabili, superare facilmente la capacità di calcolo terrestre, svolgendo equazioni a voi considerate difficilissime senza problemi, posseggono una memoria perfetta e sono in grado di affrontare qualsiasi imprevisto gli si pari davanti.
Inoltre il loro sangue che ai vostri occhi appare verde è in grado di trasportare più efficacemente i nutrienti, ad una pressione che ucciderebbe qualsiasi terrestre, il sistema nervoso comunica venti volte più in fretta del vostro, la sezione triangolare e prismoidale dei muscoli consente maggiore efficienza, il sistema circ…”
Lo yaut’ja fece un cenno come a dire “Basta così”, e l’apparecchi si ritrasse, sparendo.
“Mi auguro che tu ora abbia una rissspossta, umana.”
Lei ripensò a suo padre.
Riflettè su ciò che avrebbe fatto al suo posto.
E comprese quale era la risposta da dare.
La voce che parlava le sembrava quella di un’altra.
Una nuova esistenza la attendeva…  
   
 
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