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Autore: Colours_    29/05/2011    3 recensioni
Se a Brendon Urie veniva una fissa per qualche cosa,si poteva essere certi che di lì a pochi giorni si sarebbe finiti davanti alla sede di governo per far proclamare l'omicidio o,più semplicemente,l'eutanasia legale. Non che Brendon dovesse essere soppresso di per sè, ma quando il telefono squillava alle tre di notte e la voce squillante del ragazzo ti trapanava il cervello dicendo inutili cazzate("ma secondo te,come si riproducono i Barbapapà?Perchè cioè,non hanno niente!"),ti veniva quel non so chè,quelle manie da serial killer delle peggiori puntate di CSI,che ti facevano venire voglia di prenderlo ed impalarlo con l'asta della bandiera della Casa Bianca. E Spencer Smith lo sapeva,lo sapeva benissimo.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brendon Urie , Spencer Smith
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Okay questa è la prima one shot che scrivo ed ammetto di essermi divertita parecchio nel farla.
Ringrazio particolarmente Ky,che mi ha aiutato nella stesura primordiale della storia e per avermi pazientemente ascoltato durante i miei scleri continui.
Ora c'è da dire che i personaggi non mi apppartengono e non scrivo a scopo di lucro.
La storia invece è reale,ma il protagonista della situazione è il mio odiato cugino(tramutato in Brendon),che ha fatto tutto quello che leggerete nella storia.
Naturalmente lui ha poi avuto un cane D:
Mi pare di non avere nient'altro da dire.
Ah si,mi scuso per eventuali errori grammaticali ma,sono stanca,la chimica mi sta uccidendo e,avendo tra una settimana un esame,non posso permettermi di sprecare tempo.
Un commentino è sempre gradito :D
xoxoDawn 
 

Puppies

 

Se a Brendon Urie veniva una fissa per qualche cosa,si poteva essere certi che di lì a pochi giorni si sarebbe finiti davanti alla sede di governo per far proclamare l'omicidio o,più semplicemente,l'eutanasia legale. Non che Brendon dovesse essere soppresso di per sè, ma quando il telefono squillava alle tre di notte e la voce squillante del ragazzo ti trapanava il cervello dicendo inutili cazzate("ma secondo te,come si riproducono i Barbapapà?Perchè cioè,non hanno niente!"),ti veniva quel non so chè,quelle manie da serial killer delle peggiori puntate di CSI,che ti facevano venire voglia di prenderlo ed impalarlo con l'asta della bandiera della Casa Bianca. E Spencer Smith lo sapeva,lo sapeva benissimo.
L'ultima fissa del suo cantate era quella del voler un animale domestico,perchè si sentiva inesorabilmente solo dopo che Ryan aveva lasciato il suo letto,la sua casa e la sua Band. E Spence in un certo senso riusciva anche a capirlo,per questo gli aveva permesso di venire a vivere a casa sua. L'errore più grande che avesse mai fatto.
Brendon Urie era una persona tremendamente infantile con manie da prima donna della peggior specie e che,probabilmente,si contendeva la corona con Gerard Way,anche lui fatto alla sua stessa identica maniera. C'erano giorni in cui Spence pensava anche,che Way ed Urie fossero stati la stessa persona in un'altra vita e per via del grande accumulo di egocentrismo si erano scissi in due,creando due mostri,oppure che i due fossero gemelli separati alla nascita perchè dai, era impossibile che Gerard Way avesse trentatrè anni,fumasse come una ciminiera,bevesse litri su litri di caffè e fosse ancora bello,sexy(tremendamente sexy,intendiamoci)e non avesse un minimo accenno di rughe,suvvia!
Quando si erano conosciuti poi,erano entrati talmente in simbiosi che tutti si erano preoccupati di una loro probabile fusione ed eventuale inglobamento di uno nel corpo dell'altro. Insomma Brendon Urie e Gerard Way nella stessa stanza potevano essere considerati alla stregua di una calamità sociale,ecco perchè Spence aveva tentato di interrompere i rapporti fra i due,senza neanche un così grande sforzo, era bastato dire:
-Diamine!Che uomo quel Gerard Way!-
Provocando un'ondata di furente odio verso suddetto soggetto da parte del leader dei Panic.
-Inutile egocentrico-aveva biasciato un giorno,fissando un loro live su MTV e facendo ridacchiare il suo coinquilino.
 
Quel giorno Spencer Smith si trovava in pace con se stesso mentre stirava con ardore diciotto camicie dai vari colori,alcuni gilet promisqui,una ventina di magliette e almeno otto paia di pantaloni,tutti di Brendon,visto che di suo c'era ben poco.
-Voglio una civetta-aveva proclamato il possessore dei pantaloni rosa shocking che stava stirando mentre entrava nella salotto.
-Io vorrei che tu non mettessi a lavare tutto il tuo guardaroba tutte le settimane-aveva ribattuto l'altro con una nota di desolazione nella voce.
Sapeva che non l'avrebbe mai fatto.
-Voglio una civetta delle nevi-ribattè.
-Ma perchè diamine Pete ha lasciato qui i dvd di Harry Potter di Bronx?!-
-E la chiamerò Pat-continuò con convinzione.
-No. Non ti comprerò una civetta delle nevi,Bren.-
-Ma perchè?!-aveva mugugnato lui.
-Perchè tu!-e si era voltato per guardarlo negl'occhi con aria accusatrice-Non sei neppure in grado di tenere in vita una famiglia a 'The Sims' per un giorno,figurati cosa riusciresti a fare con una civetta!-
-Ma la tratterei ben...-
-NO!-
Brendon aveva lasciato la stanza sconsolato.
 
Due giorni dopo era ritornato alla carica,mentre il suo coinquilino caricava il bucato nella lavatrice.
-E se ci prendessimo un gatto?-
Spence aveva alzato gl'occhi al cielo,invocando la pietà dell'Altissimo affinche un fulmine lo colpisse,trapassandolo in due per non fargli sentire i discorsi di quel cretino del suo migliore amico.
-Ho detto no-
-Una cavia?-
-No.-
-Un coniglio?-
-Non.voglio.nessun.roditore.-
-Un cane.I cani sono carini,leali,simp...-
-No.-
-Voglio un cucciolo!-aveva urlato sbattendo i piedi per terra.
-Ed io ho detto di no.-aveva risposto con pacata calma.
Il ragazzo aveva alzato i pugni in aria,strillato insulti a random verso Spence,Gerard Way,l'umanità e qualche altra divinità conosciuta e sconosciuta, e aveva successivamente lasciato la stanza urlando una ultima e grande minaccia.
-Io avrò un cucciolo,Spencer Smith.-
 

Spence si era svegliato nell'assoluto silenzio della casa,con uno strano sentimento di inquietudine in corpo. Non ricordava di aver chiuso le ante della finestra e non ricordava neppure la sua coperta fosse così pesante. Aveva allungato una mano fuori dal piumone e aveva premuto l'interruttore,innondando di luce l'intera camera e...
-Ma che cazz!-aveva strillato senza alcun ritegno.
La sua camera era interamente ricoperta di post-it ,come il suo letto,i suoi stessi arti ed il soffito. Aveva staccato quelli che si trovavano sulle sue guance e li aveva letti.Entrambi dicevano "posso avere un'iguana?". Li accartocciò con crescente rabbia e ne prese altri. "Voglio un criceto russo","voglio un pesce rosso","voglio un pony","voglio un pappagallo","Voglio un serpente" e così via,passando per alcuni animali di cui Spencer non ignorava totalmente l'esistenza.
Si era alzato dal letto,provocando un mostruoso fruscio di carta e cartine,e si era diretto fuori dalla sua camera a passo di carica cercando l'unico e possibile autore di quella bastardata da record,ma poi si era fermato.Non avrebbe mai mostrato a Brendon segni di cedimento,tutt'altro,l'avrebbe fatto penare fino alla fine dei suoi giorni.
-Vuole la guerra?E guerra sia!-aveva sussurrato in tono malefico prima di entrare in cucina.
Brendon lo stava aspettando seduto sul tavolo,con in mano una gigantesca tazza di caffe,due enormi occhiaie violacee ed un'espressione totalmente folle su cui era impressa un ghigno. Un demonio in versione cantante,insomma.
-Buongiorno-fece Brendon con voce stanca,ultraterrena,senza togliersi quelll'orrenda espressione.
-Buongiorno!-rispose Spence pimpante,versandosi il restante caffè dentro la moka in una tazza,e sedendosi di fronte a Brendon con un enorme sorriso.-Dormito bene?-
-Incantevolmente-ringhiò il cantante digrignando i denti-Tu?-
-Un po' di caldo,ma benone-aveva ribattuto con un affabile sorriso.
Brendon ringhiò di nuovo,sbrodolandosi il caffè addosso.
-Quanto ci hai messo a farli?-chiese il batterista,con ancora quel sorriso affabile stampato sul volto.
-Due giorni per scriverli e l'intera notte per piazzarli in camera tua-disse Brendon sghignazzando follemente.
-Bene,vedi di staccarli tutti dalla mia camera entro la fine del pomeriggio,altrimenti...-lacciò volutamente la minaccia a metà
-Altrimenti?-ripetè Brendon con aria di sfida.
-Credo che Gerard Way e compagnia saranno felici di venire qua per una serata fra amici-
"Stronzo" mimò il suo cantante con le labbra prima di voltargli il volto e incamminarsi verso la camera del ragazzo.Spence l'aveva trovato due ore dopo,profondamente addormentato fra i post-it.
 
 
Brendon non rivolgeva la parola a Spence da una settimana,ma ciò non aveva placato la sua intotale mancanza di rimanersene zitto per più di quindici secondi. Dopo aver scoperto l'universo dei post-it non se n'era più staccato e tutto cio che doveva dire veniva trascritto in post-it attaccati in ogni dove per tutta la casa. Spence ne aveva trovato persino uno che galleggiava nell'acqua del water. Il cantante però non aveva calcolato una cosa fondamentale:a Spence il silenzio piaceva,piaceva da morire. Perciò aveva inzio ad attuare una politica di mutismo e fastidiosismo. Seguiva Spence in ogni dove.In camera,a fare la spesa,da Pete,in bagno e persino sotto la doccia. E a Spence quel comportamento stava iniziando ad irritare ed inquietare,tanto che aveva cominciato a cambiare ogni sua abitudine,come il dover dormire di giorno e 'vivere' di notte,ma ben presto anche Brendon si era adattato,sempre nel suo mutismo. Il batterista stava per cedere,ma il cantante era al suo limite di sopportazione.
-BASTA!-aveva urlato mentre facevano la spesa al supermercato che restava aperto 24 ore su 24,facendo voltare gli assonnati clienti delle cinque del mattino-Non ce la faccio più Spency!-
-Smetterai di seguirmi?-
-Mi comprerai un cucciolo?-
-No-
-Allora no-
 
 
La politica di Brendon era variata in fastidiosismo e loquacità,probabilmente perchè si doveva riprendere da quelle due intense settimane di mutismo assoluto. Ora aveva preso a parlare,parlare,parlare ed ancora parlare,ma non per dire cose stupide,come al suo solito,ma per ripetere la stessa identica cosa:
-Voglio un cucciolo.-
Spence aveva tentato di rimanere tranquillo per i primi due giorni,ma alla fine aveva ceduto. Aveva comprato una scorta a vita di nastro adesivo ed aveva legato Brendon ad una sedia,e gli aveva attaccato un grosso pezzo di nastro sulla bocca,così che questo potesse esprimersi con versi inarticolati e del tutto privi di senso.

-E' una cosa molto perversa-aveva esclamato Pete con un sorrisino malizioso.
Brendon si agitò sulla sedia mugugnando qualche cosa.
-Dai voglio sentire che dice!-trillò Patrick.
-Sul serio?-chiese quasi entrando in una crisi di nervi il batterista.
-Si!-esclamarono i due.
Spence strappo velocemente il nastro dalla bocca di Brendon,sperando che il ragazzo avesse sentito un minimo di dolore.
-AHIA!-aveva urlato infatti,facendo sogghignare per la vittora il coinquilino,vittoria sfumata il secondo successivo.
-Voglio un cucciolo.-
-Visto!-aveva urlato il ragazzo,poggiando gl'indici sulle tempie.
-Voooooooglio un cucciolo!-
-Esasperante-aveva continuato.
-Vogliovogliovoglio un cucciolooo!-
-Mi sta portando all'easurimento-
-Voglio un cucciolo! Tum tudum tudum tum. Voglio un cucciolo!-aveva cantato a ritmo di 'I want a candy'.
 
-Amico ti compatisco-aveva detto Patrick sulla soglia della casa del ragazzo,dandogli vigorose pacche sulla spalla,mentre Brendon storpiava tutte le canzoni con le stesse tre identiche parole.-Sentiti libero di sopprimerlo quando ti pare. E' inutile far soffrire così gli animali-
Spence era rabbrividito sentendo la parola animale.
-VOGLIO UN CUCCIOLO,si si si!-
Patrick e Pete gli avevano riservato un sorriso compasionevole,prima di fuggire dalla casa per non sentire più Brendon.
Il batterista si era rifugiato in camera,con il cucino sopra la testa e la porta chiusa a due mandate.
"Tranquillità!" pensò prima di cadere in un sonno profondo,da cui fu ridestato due ore dopo,da un'incessante sbattere sulla sua porta e il tremendo squillo del suo cellulare.
-Pronto?-aveva mormorato assonnato.
-SE NON LA SMETTE DI FARE TUTTO QUESTO CASINO LA DENUNCIO!-
Il ragazzo aveva riconosciuto la vecchina dell'appartamento a fianco,quella che gli portava sempre la torta la domenica mattina,ma che non si era più avvicinata da quando Brendon aveva deciso di stabilirsi da lui. Sospirò,chiedendo scusa ed aprì la porta della camera,trovando Brendon in ginocchio con i pugni ancora alzati.
-Mi compri un topo?-domandò subito.
No.Ora...- cercò di dire Spencer,ma fu interrotto.
-Una tartaruga?-
-Se non la...-
-Una scimmia!-
-Smetti...-il batterista stava esaurendo la pazienza e il muro era così candido e vicino.
-Un cucciolo di leone-
-CI DENUNCIANO!-aveva strillato.
Brendon si era zittito tutto di un colpo,fissando il ragazzo con fare cospiratorio,si era alzato da terra ed era sparito dentro la sua stanza. Spencer si era ritrovato ad ringraziare qualsiasi divinità esistente nel mondo e s'era tornato a dormire.
 
Plug in Baby suonava incessantemente da cinque minuti quando Spencer Smith,si decise ad allungare la mano verso il cellulare e rispondere alla chiamata.
-Pronto?-aveva chiesto con voce impastata dal sonno.
-Una cocorita?-
Spencer aveva chiuso la chiamata,senza neanche rispondere e si era voltato dall'altra parte. Tre secondi dipo il telefono aveva ripreso a squillare. Il ragazzo aveva riiutato la chiamata e messo il telefono in modalità silenziosa,senza vibrazione. Stava per ritornare al mondo dei sogni quando la porta si spalancò con fragore,mandando a benedire il sonno del batterista.
-Un ragno?!-
-Bren sono le dieci del mattino!-
-Un rospo?-
Poi a Spencer era venuta un idea.Un'idea geniale. Di quelle che ti venivano solo una volta nella vita. Aveva spalancato gl'occhi,si era alzato dal letto e in completo silenzio si era preparato per uscire. Brendon lo aveva seguito per la casa,interdetto e confuso dallo strano comportamento dell'amico,senza però domandare niente. Quando poi gli aveva chiuso la porta in faccia era corso alla finestra per controllare che cosa facesse il suo amico. Quando lo aveva visto prendere un taxi,sul suo volto era automaticamente fiorito il sorriso della vittoria. Brendon  Boyd Urie aveva vinto.
 
-Dove la porto,signore?-aveva domandato affabile il taxista,con un calcato accento portoricano.
-Al più grande negozio di giocattoli che esista qui a Los Angeles-aveva affermato convinto.
 
 
Due ore più tardi Spence era tornato a casa,con un voluminoso pacco rosso fra le mani e l'aria di chi era finalmente riuscito a sopravvivere ad un martirio. Brendon lo stava aspettando in esagitazione,seduto in terra in salotto. Non appena il batterista era entrato nella sua visuale si era finodato su di lui,strappandogli brutalmente il pacco dalle mani e poggiandolo con reverenziale attenzione in terra,quasi volesse evitare di far del male alla cosa che vi era al suo interno. Con un gesto secco aveva strappato carta e fiocchi ed aveva aperto il pacco. Aveva fissato per alcuni minuti la cosa che si trovava all'interno del pacco e con delicatezza l'aveva tolta fuori. Era un cuccioletto di cane elettronico,con un bel e soffice pelo color castagna,quasi vero, e gli occhietti vitrei,ma quasi reali,non come quelli dei peluche. Con le mani tremanti aveva preso il telecomando e premuto il tasto 'on',dando vita a quel piccolo esserino inanimato,che subito aveva iniziato a scodinzolare ed ad abbaiare,proprio come un vero cane.
-E' un modello di ultima generazione-aveva interrotto l'idiliaco momento Spence-Se gli dai la pappà fa la pipì da quel che ho capito-
Bredon l'aveva fissato con occhi brillanti di gioia,si era alzato e l'aveva abbracciato in una muta manifestazione d'affetto. 
-Tieni questi-disse levandosi dal cappotto un collarino rosso e un lungo guinzaglio-Io adesso vado a dormire-
Brendon gli aveva presi e con amore gli aveva poggiati vicino al cane,accarezzando il morbido manto dell'animaletto.
 

 

 Una settimana più tardi lo stesso animaletto si trovava,irrimediabilmente rotto,nel cassonetto davanti alla casa dei due ragazzi. Il suo vecchio proprietario si era dato al decoupage estremo,decorando ogni superficie presente nella casa,mentre il padrone di casa aveva iniziato ad andare ad intervall di due o tre ore dallo psicologo.

Ma fortunatamente questa è un'altra storia
 
 

  
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