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Autore: HopelessGirl    30/05/2011    5 recensioni
Parole 322. Per descrivere il momento del bacio tra Finn e Rachel sul palcoscenico visto o meglio, vissuto da un Puckerman ancora innamorato della nostra bella ebrea. Mi sono spesso chiesta cosa avesse provato nel percepire quell'attonito silenzio calato immediatamente dopo la fine di “Pretending”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Silence
Fandom: Glee
Personaggi: Noah Puckerman/Puck. Accenni a Rachel Berry & Finn Hudson.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Romantico
Raiting: Verde.
Avvertimenti: Flashfic, Missing Moments, Spoiler!
Note: Parole 322. Per descrivere il momento del bacio tra Finn e Rachel sul palcoscenico visto o meglio, vissuto da un Puckerman ancora innamorato della nostra bella ebrea. Mi sono spesso chiesta cosa avesse provato nel percepire quell'attonito silenzio calato immediatamente dopo la fine di “Pretending”. Ora resta solo a voi un commento a questa breve e fulminea one-shot scritta di getto. Mi piacerebbe sul serio sapere cosa ne pensate. Un bacio a chi si prenderà la briga di commentare ma ovvimante i ringraziamenti vanno anche a coloro che mi faranno l'immenso onore di leggere questo scarabocchio. Grazie ancora!





Silence.


Silenzio. Quel maledetto silenzio pesava su di lui più di qualsiasi altra cosa. Più che altro era la consapevolezza che portava con se quel silenzio. Era successo qualcosa, stava succedendo qualcosa proprio dietro alle proprie spalle. Non c'era altra spiegazione.
Che Rachel in uno scoppio di egocentrismo avesse finalmente spinto giù Hudson dal palcoscenico lasciando basito il pubblico?
Quanto gli sarebbe piaciuto poter credere in una stronzata simile. Avrebbe preferito qualsiasi cosa, anche delle grida, piuttosto che quel maledetto silenzio.
Perchè in quel silenzio la sua mente si perdeva negli abissi della sua fervida immaginazione. Pochi attimi che trascorrevano lenti e inesorabili come anni, scavando solchi nel suo cuore.
Poteva sentire le labbra del suo migliore amico cercare e sfiorare quelle della seducente ebrea, poteva percepire i loro respiri fondersi e cercarsi, poteva carpire le voci dei loro pensieri che si chiamavano.
Quel silenzio per lui era maledettamente chiassoso.


Tornò a respirare quando gli applausi incerti investirono la platea alle proprie spalle. Solo quando i due lo superarono prendendo posto pochi istanti prima dell'inizio della canzone ebbe la certezza che Hudson non era rotolato giù dal palco come aveva ardentemente sperato.
No, ma la luce sul suo viso, quell'ingenua e prepotente felicità che tutto ad un tratto gli dipingeva i tratti sembrava volergli sbattere sul muso quello che era accaduto. Gli occhi lucidi di lei e le sue labbra umide e carnose, rosse come fragole erano solo la conferma di quanto la sua immaginazione, per quanto stravagante, per una volta aveva colto nel segno.
Lentamente, un secondo prima di dar loro nuovamente le spalle alle prime note della canzone, rimpianse quel maledetto silenzio. Lo rimpianse con tutto se stesso.


Il silenzio del loro bacio gli avrebbe fatto di sicuro meno male dello sguardo che lei e Hudson si scambiarono per un istante. Lo sguardo per il quale avrebbe dato o fatto qualsiasi cosa pur di essere al posto del suo migliore amico.

  
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