Titolo:
Silence
Fandom: Glee
Personaggi:
Noah Puckerman/Puck. Accenni a Rachel Berry & Finn
Hudson.
Genere: Malinconico, Introspettivo,
Romantico
Raiting: Verde.
Avvertimenti: Flashfic,
Missing Moments, Spoiler!
Note: Parole 322. Per descrivere
il momento del bacio tra Finn e Rachel sul palcoscenico visto o
meglio, vissuto da un Puckerman ancora innamorato della nostra bella
ebrea. Mi sono spesso chiesta cosa avesse provato nel percepire
quell'attonito silenzio calato immediatamente dopo la fine di
“Pretending”. Ora resta solo a voi un commento a
questa breve e
fulminea one-shot scritta di getto. Mi piacerebbe sul serio sapere
cosa ne pensate. Un bacio a chi si prenderà la briga di
commentare
ma ovvimante i ringraziamenti vanno anche a coloro che mi faranno
l'immenso onore di leggere questo scarabocchio. Grazie ancora!
Silence.
Silenzio.
Quel maledetto silenzio pesava su di lui più di qualsiasi
altra
cosa. Più che altro era la consapevolezza che portava con se
quel
silenzio. Era successo qualcosa, stava succedendo
qualcosa
proprio dietro alle proprie spalle. Non c'era altra spiegazione.
Che
Rachel in uno scoppio di egocentrismo avesse finalmente spinto
giù
Hudson dal palcoscenico lasciando basito il pubblico?
Quanto
gli sarebbe piaciuto poter credere in una stronzata simile. Avrebbe
preferito qualsiasi cosa, anche delle grida, piuttosto che quel
maledetto silenzio.
Perchè
in quel silenzio la sua mente si perdeva negli abissi della sua
fervida immaginazione. Pochi attimi che trascorrevano lenti e
inesorabili come anni, scavando solchi nel suo cuore.
Poteva
sentire le labbra del suo migliore amico cercare e sfiorare quelle
della seducente ebrea, poteva percepire i loro respiri fondersi e
cercarsi, poteva carpire le voci dei loro pensieri che si chiamavano.
Quel
silenzio per lui era maledettamente chiassoso.
Tornò
a respirare quando gli applausi incerti investirono la platea alle
proprie spalle. Solo quando i due lo superarono prendendo posto pochi
istanti prima dell'inizio della canzone ebbe la certezza che Hudson
non era rotolato giù dal palco come aveva ardentemente
sperato.
No,
ma la luce sul suo viso, quell'ingenua e prepotente felicità
che
tutto ad un tratto gli dipingeva i tratti sembrava volergli sbattere
sul muso quello che era accaduto. Gli occhi lucidi di lei e le sue
labbra umide e carnose, rosse come fragole erano solo la conferma di
quanto la sua immaginazione, per quanto stravagante, per una volta
aveva colto nel segno.
Lentamente,
un secondo prima di dar loro nuovamente le spalle alle prime note
della canzone, rimpianse quel maledetto silenzio. Lo rimpianse con
tutto se stesso.
Il
silenzio del loro bacio gli avrebbe fatto di sicuro meno male dello
sguardo che lei e Hudson si scambiarono per un istante. Lo sguardo
per il quale avrebbe dato o fatto qualsiasi cosa
pur di essere
al posto del suo migliore amico.