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Autore: Kuchiki Chan    30/05/2011    8 recensioni
Può un cuore andare in pezzi?
Guardando il tuo volto macchiato di sangue, seppi che era dolorosamente vero.
[Gin/Rangiku]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Pieces of my heart



Crack

Sento chiaramente qualcosa spezzarsi dentro di me.
Forse la mia anima.
Forse il mio cuore.
Forse, tutti e due, visto che in un certo senso sono la stessa cosa.

La tua bianca sagoma è appena entrata nel mio campo visivo.
Però, c’è qualcosa di strano.
Dei punti più scuri intaccano la candida perfezione del tuo profilo.

Sangue

Macchie rosse sul tuo corpo.
Quel rosso crudele, duro, quel rosso che sta segnando per sempre la fine della tua vita.
E della mia.

Gin!

Il tuo nome invade la mia mente, come un grido disperato.
Quando mi accorgo di avere la bocca aperta, capisco di averlo urlato.
Strano, non sono nemmeno riuscita a sentire la mia voce.
Le mie orecchie sono piene di un altro suono.

Perdonami, Rangiku.

Le parole che mi hai rivolto prima della nostra separazione rimbombano dentro di me come un doloroso eco. Il tuo tono di voce era stato controllato, ma nascondeva un’enorme sofferenza.
Come ho fatto a non accorgere prima di adesso?
Come ho potuto dubitare anche solo per un attimo della tua sincerità?

Sei una dannata egoista, Rangiku!

Si, ero stata egoista.
Avevo soltanto saputo crogiolarmi nel mio dolore, senza cercare di capirti, rinnegando tutto quello che abbiamo passato insieme.
La sofferenza per il tuo tradimento aveva coperto tutto.
Ogni suono.
Ogni sensazione.
Ogni barlume di razionalità.
Ero stata cieca e sorda.
Ero stata una stupida.

Allungo la mano, voglio raggiungerti.
Appena riuscirò ad avvicinarmi a te, so che scomparirai, so che in fondo sei solo un’illusione.
O almeno, riesco a sperarlo ardentemente fino alla fine.
Questa realtà è troppo dolorosa per essere vera.

Ma all’improvviso la mia mano riesce a toccare quel misero e impolverato pezzo di roccia su cui sei sdraiato.
Il tuo volto è così vicino al mio, eppure non riesco a sentire il tuo respiro, nonostante tu abbia le labbra leggermente aperte.
Un rivolo di sangue macchia la tua bocca.

Il dolore al petto ritorna.
Dieci, cento volte più violento di prima.
E’ come se qualcuno stesse violentemente smembrando la mia anima, come se un coltello stesse affondando ripetutamente nel mio cuore.

Mi accorgo di essere scoppiata a piangere solo quando vedo una lacrima posarsi sulla tua guancia.
Quella piccola lacrima si mescola al sangue che strazia il tuo viso, quasi come cercasse di lavarlo via.
Ma è troppo piccola per cambiare il corso degli eventi.
E’ esattamente come me.

Un urlo disperato esce dalla mia bocca, così forte da scorticarmi la gola.
Perché?
Perché te ne sei andato prima che io potessi scusarmi con te per la mia stupidità?
Perché te ne sei andato lasciandomi come ricordo solo questo volto freddo e macchiato di sangue?

La disperazione mi invade violentemente, fino a farmi perdere il contatto con la realtà.

Bianco.
 


* * * * *

- Che cosa vuol dire amare qualcuno, Gin? -

Me la ricordo ancora, la domanda che ti feci dal basso della mia esigua esperienza di vita, quando ero ancora una ragazzina.
Ricordo che eravamo sdraiati in un prato di notte, a guardare le stelle: tu tenevi le mani dietro la testa, come al solito, nella tua posa di apparente strafottenza.
Ricordo benissimo il sorrisetto ambiguo che mi hai rivolto.

- Amare qualcuno, Rangiku? Beh, credo significhi semplicemente non volersi separare da quella persona, sentirsi portare via un pezzo del cuore quando quel qualcuno non è con noi…Insomma, cose di questo genere! -

- Tu credi davvero che un cuore possa spezzarsi a metà, Gin? - avevo chiesto io, curiosa e confusa.

- Potrebbe essere, in fondo non l’ho mai provato - avevi risposto tu, sbadigliando.  

Ricordo di essermi voltata verso di te, volevo farti una domanda, ma un istintivo imbarazzo mi bloccava.
Ero combattuta tra la curiosità e il non volerti creare disagio.
Ma alla fine, come sempre succedeva in quei casi, vinse la curiosità che provavo verso tutto ciò che ti riguardava.

- Ti sei mai innamorato di qualcuno, Gin? - sussurrai, chiudendo gli occhi e arrossendo.

Tu non rispondesti.
Mi lasciasti lì, sdraiata sul prato, con le guance in fiamme, a pentirmi amaramente di quello che ti avevo chiesto.
Ecco, ero stata indiscreta ed ero riuscita a metterti in imbarazzo.

D’improvviso però, sentii una strana sensazione di calore sulle labbra.
Era strano, qualcosa che non avevo mai provato prima.
Ma era maledettamente piacevole.

Aprii gli occhi d’istinto, e la prima cosa che vidi fu il tuo volto, a pochi centimetri dal mio.
Le tue labbra erano poggiate sulle mie, con delicatezza, e riuscivo a sentire distintamente il tuo respiro dentro la mia bocca.
Era qualcosa di alieno, qualcosa che non avevo mai visto prima, ma che il mio corpo, a mia insaputa, aspettava già da un po’.  

Per questo, anche se ero completamente impreparata, seppi d’istinto cosa fare.

Allungai le braccia verso il tuo viso e te le cinsi intorno al collo, mentre spingevo dolcemente la mia lingua dentro la tua bocca.
Tu reagisti quasi immediatamente, catturando la mia lingua con la tua in un bacio appassionato, mentre spostavi il tuo corpo mettendoti a cavalcioni sopra di me.

Lo ricordo benissimo, come fosse ieri.
Ricordo ancora la corrente elettrica che sentivo scorrere sulla mia pelle, la sensazione rassicurante del tuo respiro dentro la mia bocca, le tue mani che vagavano timide e decise sul mio corpo, lasciando dietro di loro una scia infuocata.
Ricordo tutte le sensazioni fortissime che mi regalasti quella sera, mentre ci dimostravamo a vicenda il nostro amore sotto la luce delle stelle.

Non voglio lasciarti mai, qualunque cosa succeda.
Posso dire con certezza, che se succedesse il mio cuore andrebbe in frantumi.
Significa forse che ti amo, Gin?
ricordo di aver pensato.


* * * * *


Tu credi che un cuore possa spezzarsi a metà, Gin?

Crack.

Ora so che non è una metafora.
Il dolore, affilato come un coltello, ha ridotto il mio cuore in pezzi.
Frammenti che una volta costituivano il legame più importante della mia vita.

Riuscirò mai a ricordarti com’eri mentre in quella notte magica mi spiegavi che cos’era l’amore?
O l’unica immagine che riuscirò a salvare di te sarà questo tuo volto freddo macchiato di sangue?

Non lo so, ormai non sono più sicura di niente.

So solo che il mio cuore non tornerà mai più come prima.
Anche se dovessi riuscire a rimetterlo insieme con la forza, resterebbe solcato da cicatrici.
Forse, il mio dolore mi accompagnerà per tutta la vita.
Forse, non riuscirò mai più a lanciarmi tra le braccia di un uomo.
Sicuramente, non riuscirò mai più a provare l’amore.

Non ho la forza, né la voglia, di provare a costruirmi un nuovo cuore.


Perché amore e dolore devono essere così inesorabilmente collegati, Gin?




Angolo dell'autrice:

Kuchiki Chan ritorna con la sua seconda One-Shot Gin/Ran *-* (La prima l'avevo pubblicata qualche tempo fa in Loneliness)
Perchè ho deciso di scriverla?
Beh, la Long Fic che sto scrivendo in questo momento mi stava stancando, avevo bisogno di una piccola pausa T.T
Non so se ne sono soddisfatta. Forse, impegnandomi di più, avrei potuto tirare fuori qualcosa di più decente, ma è uscita di getto, quindi ho preferito non modificarla.
Ovviamente è basata sulla morte di Gin, episodio 308. Ho pianto tantissimo, quando l'ho visto ç_ç
Il flashback del prato è ovviamente inventato, serviva a dare alla loro storia quel tocco romantico che nella realtà non ha mai avuto, ma di cui sentivo la mancanza.

Eh si, sentivo il bisogno fisico di scrivere un'altra delle mio One-Shot depressive! Spero che sia stata di vostro gradimento!

Le recensioni sono sempre gradite, come al solito ^^
Vi ringrazio infinitamente per aver letto!
Alla prossima ^^
  
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