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Autore: _eco    30/05/2011    8 recensioni
Tratto dalla one-shot...
"Sei proprio uguale a lei. A Lexi", concluse il ragazzo, sorseggiando ciò che rimaneva del suo caffè.
"Lexi?", domandò sbalordita la vampira, inarcando un sopracciglio.
"Sì, proprio uguale", constatò il ragazzo indicando l’espressione di Caroline, che ritornò subito normale.
...
"Parlami di lei" , gli propose, non come una richiesta, ma come un desiderio che solo Stefan poteva esaudire, un favore che poteva farle.
Buona lettura. =D
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Lexi, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice:
Salve a tutti, questa è la prima ff che scrivo su TVD, quindi abbiate un briciolo di pietà. La shot è incentrata su Caroline, il mio personaggio preferito e Stefan. Il loro rapporto di amicizia mi piace moltissimo e quindi ho sentito il desiderio di scrivere qualcosa proprio su loro due.
Spero che sia di vostro gradimento. Grazie in anticipo a chi recensirà o semplicemente leggerà.
Ricordo che le recensioni sono SEMPRE molto gradite.
_Lullaby_


 

Just like her

Il Grill era lo stesso di sempre: caotico, monotono, colmo di ubriaconi e ragazzini. Caroline attraversò il locale con sincero disprezzo per tutti i presenti, così spensierati e maledettamente umani, come lei non lo era più. I sorrisi, le battute, i drink, le feste, non erano più cose che le appartenevano, semplicemente perché nessun umano placava la sua sete di sangue andando a caccia di poveri coniglietti indifesi, e nessun essere normale doveva fare uno sforzo immane per non sbranare le persone a cui teneva, ma soprattutto, nessun essere umano poteva mai provare il dolore di cancellare la memoria a qualcuno. E questo era ciò che aveva appena fatto Caroline. Aveva guardato negli occhi sua madre, aveva pianto, ma le aveva anche ordinato di non ricordare più niente, di dimenticare che la sua unica figlia le avesse rivelato la sua vera natura.
Non poteva più stare chiusa in quello squallido locale che le stava sin troppo stretto, che non era alla sua altezza. Caroline si trovava molto più in basso, in un baratro buio e spaventoso, in assoluta solitudine. Anche se, in apparenza, era circondata da molte persone, lei si sentiva sempre separata da loro, come da una sottilissima e impercettibile nebbia che però sembrava molto più che sottile quando provava ad oltrepassarla.
Si decise, quindi, che il posto migliore in cui poteva andare era casa Salvatore, e, con il timore che potesse interrompere qualche momento particolarmente intimo tra il più piccolo di casa e la sua migliore amica, strinse il volante fra le mani e partì.

***
 

Bussò una sola volta alla porta e quasi subito Stefan le venne ad aprire con in mano una tazza di caffé. Caroline tirò un sospiro di sollievo, consapevole di non aver interrotto nulla.
<< Ehi >>, la salutò Stefan, un po’ sorpreso della visita.
<< Ehi >>, esclamò Caroline entrando, << Elena?>>, domandò quando guardando attentamente il salotto non la vide.
Caroline si sedette sul divanetto in attesa di una risposta e così fece anche Stefan.
<< E’ uscita qualche minuto fa >>, rispose il ragazzo fissando la tazza semivuota  come se lì dentro fossero celate chissà quali rivelazioni.
<< Bene, fissi il caffè, ma purtroppo devo avvisarti che non è lui ad averti posto una domanda, ma la sottoscritta >>, esclamò sarcastica la ragazza, indicando sé stessa con un finto sorriso che poi si trasformò in un’espressione più triste che felice.
Stefan cominciò a ridacchiare sommessamente, mescolando con la punta del cucchiaino il liquido rimasto.
<< Cos’hai da ridere? >>, domandò Caroline, pronta a difendersi da una qualunque presa in giro.
<< Sono rimasto sconvolto quando ho visto una ragazza così simile all’altra. Insomma, Elena e Katherine, se non fosse per i capelli non riuscirei a distinguerle a primo sguardo >>, disse il vampiro.
<< E questo cosa c’entra con quello che ho detto? >>, domandò nuovamente Caroline, visibilmente innervosita.
E a giudicare dall’espressione di Stefan, sembrò che lui si divertisse molto nel vederla così sulle spine.
<< Elena e Katherine si somigliano solo per l’aspetto, per il resto sono una l’opposto dell’altra. Ma è già da un po’ di tempo che mi rendo conto di una cosa >>, e s’interruppe nuovamente, per godersi l’espressione spazientita dell’amica.
Caroline sbuffò, com’era previsto e Stefan si trattenne dal sorridere.
<< Sei proprio uguale a lei. A Lexi >>, concluse il ragazzo, sorseggiando ciò che rimaneva del suo caffè.
<< Lexi? >>, domandò sbalordita la vampira, inarcando un sopracciglio.
<< Sì, proprio uguale >>, constatò il ragazzo indicando l’espressione di Caroline, che ritornò subito normale.
Calò il silenzio tra i due. Stefan divenne triste perché Lexi non c’era più e per quanto potesse dire che Caroline le somigliasse, erano sempre due persone differenti.
<< Oh Dio, Lexi! >>, esclamò imbarazzata Caroline, con le guance che cominciavano ad avvampare.
La Lexi che Damon aveva ucciso senza che nessuno glielo ripetesse, senza un ripensamento, o un pentimento. Era lei la Lexi di cui parlava Stefan.
<< Mi dispiace tantissimo. Scommetto che lei non fosse proprio così…stupida come lo sono io >>, si scusò Caroline.
<< No, non lo era. Questa è più una tua caratteristica >>, rispose Stefan divertito.
<< Ehi! >>, lo richiamò Caroline, offesa, e allungò la gamba per dargli un calcio.
<< Ahia! >>, urlò il ragazzo, tra il dolore e il divertimento << i calci sono proprio uguali>>.
Caroline accennò un lieve sorriso e si sedette meglio.
<< Parlami di lei >>, gli propose, non come una richiesta, ma come un desiderio che solo Stefan poteva esaudire, un favore che poteva farle.
E Caroline ne era sicura: anche a Stefan avrebbe fatto bene poter parlare di Lexi.
Il ragazzo annuì e si schiarì la voce.
<< Beh, lei era…fantastica. Mi è stata amica sin da subito, mi ha tirato fuori dai guai, dai problemi. Mi ha aiutato a combattere quella sete di sangue che mi opprimeva da tempo, così come aveva fatto lei tempo prima. Era una grande vampira, ma prima di tutto una grande persona. Aveva molto senso dell’umorismo, anche nelle situazioni più critiche. L’ho vista piangere una sola volta: quando anche il cielo aveva deciso di piangere con lei. Era nel salotto di casa sua, seduta sulla poltrona, con le mani che le nascondevano il viso e qualche ciocca di capelli che le scendeva lungo il collo. Non era un vero pianto, solo qualche singhiozzo sommesso, perché Lexi era forte, proprio come lo sei diventata tu ora. Eppure era disperata, sofferente e mi chiesi cosa fosse successo. Mi avvicinai a lei e mi disse solo poche parole: “E’ uno di noi. Io non volevo…” e continuò a piangere silenziosamente. L’abbracciai come non avevo mai fatto con nessuno. Si sentiva in colpa perché nonostante il suo ragazzo le avesse chiesto più volte di trasformarlo, lei gli aveva tolto la possibilità d’invecchiare, avere figli e nipoti ai quali raccontare le avventure della sua giovinezza. Lexi aveva anche tantissimo coraggio e una forza tale che mi sorprendeva parecchie volte. Ecco chi era Alexia Branson >>, sospirò Stefan, sorridendo mentre l’immagine sfocata della sua vecchia amica si dipingeva nella sua mente.
Caroline ripeté nella mente le parole di Stefan e l’affetto che aveva utilizzato nel pronunciarle. Tanti aggettivi per descrivere quella ragazza del passato; tanti aggettivi che la rendevano ancora più luminosa e inavvicinabile.
<< Una differenza c’è però >>, esclamò Caroline rompendo, come una spada su una lastra di ghiaccio, il silenzio << Lexi non ha quasi-perso la sua migliore amica perché era una strega e non è stata quasi-uccisa da sua madre e il suo ragazzo non aveva paura di lei, ha imparato ad amarla così com’era…>>.
Stefan la zittì.
<< Lexi ha rischiato solo una volta di morire per davvero. E Damon ne ha approfittato. Le ha trafitto il cuore con un paletto di legno, senza lasciare che si difendesse. E io l’ho visto il suo viso com’era: deluso, sorpreso. Perché Lexi era buona e non si aspettava che Damon, per quanto crudele, potesse ucciderla. Io non lascerò che anche tu vada via come lei >>, disse tutto d’un fiato il ragazzo.
Caroline rimase senza parole, col fiato sospeso, gli occhi che s’inumidivano sempre di più e l’immagine di Stefan sfocata.
<< E poi >>, riprese Stefan sfoderando quel suo sorriso misterioso e allo stesso tempo affascinante << non credo che il mondo abbia intenzione di fabbricare altre “Caroline” per i prossimi anni >>.
<< Quindi saresti disposto sin da subito a rimpiazzarmi se ne avessi le possibilità? >>, ribatté offesa la ragazza.
<< Può darsi >>, rispose semplicemente lui.
Caroline strinse forte un cuscino e lo scagliò sul viso di Stefan. Il ragazzo, per tutta risposta, la prese per la vita e cominciò a farle il solletico. Le loro risate riempirono di felicità il salotto di casa Salvatore, che non assisteva ad una scena simile da quando Alexia Branson, elegante damigella ottocentesca, non vi fece il suo primo ingresso.

  
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