Luoghi e personaggi sono reali (non tutti però!) e non ho alcun legame con loro ecc ecc......................

"Bonjour!"

"Bonjour madame!".

La classe si alza in piedi e, appena in tempo, mi alzo anche io. Molto spesso i miei amici mi dicono di tenere i piedi per terra, perché ho la testa fra le nuvole. Ma cosa ci posso fare io? In fondo non possono pretendere di farmi vivere ogni giorno questa maledettissima monotonia. Monotonia che comprende questa maledettissima scuola. E questa maledettissima ora di francese.

Che senso ha studire altre lingue? Tanto finiremo tutti per fare lavori da quattro soldi, restando seduti in uno squallido ufficio per anni con la sola compagnia dei nostri rimpianti. Ecco che ricomincio con il pessimismo. Quando salto per un po' le lezioni di canto è sempre la stessa storia, divento di colpo una pessimista. Eppure di solito sono ottimista.

La porta aperta lascia intravedere l'atrio, con la coda dell'occhio sbircio la libertà. Vedo passare frettolosamente un ragazzo che sorride. Che MI sorride. Vado in iperventilazione, insomma, JOSH FARRO MI HA SORRISO! HA SORRISO A ME!

Calmati Hay, mi dico. Non puoi fare salti alti due metri solo perché ti sorride, o meglio, perché ti guarda. Anche perché ormai siete nella stessa band, e vi vedete praticamente tutti i giorni. Anche perché sei la ragazza che piace a suo fratello. Anche perché per lui sei poco più che una sorellina.

“ouvrir vos livres pour le plaisir” la voce della professoressa mi risveglia, e mi accorgo che sono tutti seduti. Tutti tranne me, naturalmente.

“Grazie per essersi unita a noi Williams” il sarcasmo nella voce della professoressa è evidente. Sono intenta a fare le boccacce all'insegnante, quando un bigliettino mi piomba sul banco. La scrittura tondeggiante è inconfondibile: “Era JOSH FARRO quello?” .

Mi giro verso destra, e faccio un cenno di assenso a Dakotah che mi guarda con un aria della serie ”perchè tutte le fortune toccano a te”.

Inizia la spiegazione, ma chi la ascolta? Non m'interessa niente di verbi francesi, quando in sospeso c'è una questione ancora più grande e impellente: non abbiamo ancora il nome per la nostra band! Insomma, ok che per il momento abbiamo solo un pezzo in mano, però........di certo non ci chiameremo i Drop Dead , come voleva Zac.

Ci serve un nome forte, che spacchi, ma che sia allo stesso tempo delicato.

Ci serve un nome che ci descriva. Che sia parte di noi.

Le lancette girano e girano.

Mancano dieci minuti alla fine dell'ora, e il mio cervello è già catapultato nel garage dove faremo le prove nel pomeriggio.

Sento una voce dal fondo dell'aula.

“Mi scusi! Volevo chiederle cosa significa paramour.”

“ Dove hai sentito questa parola?” la profe sembra incuriosita.

“Beh, in una canzone....perché? Significa qualcosa di brutto?”

“ No, anzi.......si traduce in amore segreto, non è un termine molto usato, anzi..” la campanella interrompe la frase a metà.

E naturalmente nessuno ascolta più nulla.

“ragazzi! Ascoltate!” sono in piedi davanti a quattro ragazzi che stanno sorseggiano Cola, fregandosene del fatto che sto parlando.

“Ragazzi, ragazzi, ho il nome per la nostra band!!”.

Mi guardano sbalorditi.

“Ci chiameremo......Paramour!”

“See, così appena facciamo un concerto ci tirano i croissant!” Jeremy, Zac e Taylor se la stanno ridendo.

“No, aspettate, forse Paramour no...però sarebbe bello..che so, Paramore, per esempio? Per renderlo un pochettino più simile all'inglese, ecco” Josh mi stupisce. Però il nome suona bene, mi piace.

Nessuno fiata, allora parlo io.

“Bene ragazzi, direi che è ufficiale. Siamo i Paramore!” lancio un'occhiata al calendario.

È il giorno 22 maggio 2004, mondo, preparati all'avvento dei Paramore!

The end

prego non mirate in faccia con i pomodori!

Scusate se non continuo le mie long, ma quando l'ispirazione chiama......