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Autore: Oducchan    30/05/2011    1 recensioni
La radio miagola le note stridenti di un rock forsennato decisamente su di giri. Tino afferra l’asciugamano accanto al lavello muovendo le labbra nel seguire il testo della canzone e se lo strofina con forza sui corti capelli biondi, stando attento a catturare le gocce d’acqua che sfuggono dai ciuffi e poi tamponando accuratamente la pelle del collo e del viso.
Il Tino che non t'aspetti. Forse. Dipende da come lo vedi.
[SveziaFinlandia intrinseco]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note random:

a)      Scritta sotto l’influsso di un’illuminazione imprevista. Non rivista, perché il senso era che fosse il più naturale possibile

b)      SveziaFinlandia. Il Tino che non ti aspetti, secondo me. Perché su questa coppia ho le mie teorie che a volte sembrano un po’ brute e a volte sembrano le più banali di tutte.

c)      E per questo, giusto per dire e chiarire, no, non convivono. Non sono una famiglia fatta e finita. Perché sono due Nazioni indipendenti uno dall’altro e Sealand, se proprio vogliamo fargli le pulci, è “imparentato” solo col Bervaldo. Il rammarico di tino sta nel non poter essere sufficientemente umani per cambiare le cose.

d)      Si sottintende che la radio gracchi qualcosa di rock finnico. Qualcosa di carino. Fate voi secondo le vostre preferenze XD

e)       …basta, direi XD

 

 

  

The family man

 

  La radio miagola le note stridenti di un rock forsennato decisamente su di giri. Tino afferra l’asciugamano accanto al lavello muovendo le labbra nel seguire il testo della canzone e se lo strofina con forza sui corti capelli biondi, stando attento a catturare le gocce d’acqua che sfuggono dai ciuffi e poi tamponando accuratamente la pelle del collo e del viso. Si lascia scappare qualche mugolio che vagamente assomiglia a qualche parola man mano che si avvicina il ritornello, mentre passa il pettine nella chioma ancora umida, per poi trasformarlo in un microfono improvvisato quando il cantante si scatena accompagnato dal resto della band. Un paio di acuti, un assolo di chitarra, di nuovo la ripresa di una strofa e poi la canzone finisce, lasciando dietro di sé qualche secondo di vuoto.

Finlandia sospira, lasciando il pettine sulla mensola e sporgendosi per girare la manopola che zittisce all’improvviso il commento del presentatore del programma musicale di moda al momento. Il bagno piomba in un silenzio un po’ ristagnante di vapor acqueo. Apre appena la finestra per lasciar scorrere l’aria, si stringe un po’ di più nell’accappatoio di spugna e esce dalla stanza accostando accuratamente la porta.

Il corridoio della casa è immerso nella penombra: l’unica luce presente proviene dal triangolo di porta lasciato aperto nella camera da letto che si trova proprio sul fondo, una striscia giallastra che si fa strada a malapena in un mare d’inchiostro nero pece. Tino indugia qualche istante, ma alla fine decide che prima è meglio assolvere ogni dovere. Con passo felpato, apre la porta che si trova di fronte, dopo aver cercato la maniglia a tentoni, e sbircia al suo interno cercando di fare il meno rumore possibile. Lo accoglie solo il respiro lento, cadenzato, di un Sealand dormiente, rannicchiato nel letto, il cui profilo a stento s’individua sotto il piumino e le lenzuola.

Finlandia sorride, mormora piano una buonanotte, torna a chiudere la porta e allora ciabatta delicatamente verso la sua meta, verso quello sprazzo di luce accesa da chi ancora veglia nell’abitazione ormai silenziosa.

Il debole ronzare della televisione è il sottofondo con cui Svezia, seduto sul divano del soggiorno, ha scelto di concludere la serata. Sullo schermo scorrono immagini di uomini e donne impegnati nelle più diverse attività e il suo altero profilo segue con sguardo neutro- ma lui la nota subito, divertito, quella nota di perplessità riflessa nel profondo dell’iride- provando forse a seguire l’andamento del programma. E Tino sorride di nuovo, accogliendo il piccolo tuffo che il suo cuore fa a constatare quanto buffa, e al contempo dolce sia, quella scena di ordinaria tranquillità. Profuma di famiglia, e a volte vorrebbe poterla odorare un po’ più spesso.

Poi, però, coglie il moto dello sguardo di Berwald, che saetta in un istante da uno dei tanti volti sorridenti che affollano il video puntandosi su di lui, e il tuffo diventa una rocambolesca capriola che irrora maggiormente le guance e poi il resto del corpo. Arriccia le labbra sui denti bianchi, una bassa vibrazione che scivola giù per la colonna vertebrale, e deglutisce. Le ciglia bionde delle palpebre di Svezia hanno un tremito impercettibile. Fa un po’ più caldo, in casa.

Allora Tino lascia scivolare lentamente l’accappatoio sulla pelle nuda, dalle spalle ai fianchi giù fino a terra, e poi chiude piano la porta, facendo scomparire il triagolo di luce sul pavimento in un nastro sottile e poi in uno sbuffo di nulla sfumato nello scatto della serratura.

   
 
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