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Autore: RobyLupin    30/05/2011    6 recensioni
[Klaine]
[Spoiler della 2x22 anche nell'introduzione.]
"I am so coming too. And I talked to Blaine. He's on board as well."
(Kurt Hummel, 2x22 ‘New York')
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Seconda Klaine, che mi convince molto meno dell'altra ma speriamo bene. XD



Grazie a Flavia, beta splenderrima senza cui questa storia sarebbe molto, molto meno scorrevole e piena di ripetizioni. Thanks, dear <3



Ad Alex e Cia, che sopportano il mio essere completamente fuori di testa nonostante il poco (pochissimo) tempo che mi conoscono (e che quindi potrebbero mandarmi allegramente a quel paese senza troppi sensi di colpa) e che mi vengono pure dietro! XD I love you *cit. colta* <3



Warnings: Shameless Fluff (yes, again).



 

So, what about the future?

 

 

"I am so coming too. And I talked to Blaine. He's on board as well."

(Kurt Hummel, 2x22 ‘New York')



Kurt posteggiò nel suo solito parcheggio alla Dalton, uscendo velocemente dall'auto con la tracolla ben stretta a sé. Si fece strada fino all'ala dormitorio della scuola, canticchiando tra sé e sé l'unica canzone di Katy Perry che riuscisse a sopportare (e che ormai possedeva in ogni singola versione esistente, ma forse questo era meglio lo tenesse per sé) e salutando di tanto in tanto vecchi compagni di classe e un paio di Warblers, per niente stupiti di rivederlo lì, finché non si fermò davanti alla camera di Blaine. Bussò e si dondolò sui piedi impaziente, ridacchiando tra sé e sé. Subito sentì i passi del suo ragazzo - il suo ragazzo, ripeté mentalmente. Cielo, si sarebbe mai abituato? - affrettarsi verso la porta, spalancandola. Il sorriso (mozzafiato, secondo l'umile opinione di Kurt) che gli rivolse, insieme a quello sguardo (che gli diceva come la parte migliore della giornata fosse appena arrivata su un arcobaleno e a cavallo di un unicorno, lo stesso di Kurt del resto) gli fecero leggermente (molto) tremare le ginocchia. Come ad una dodicenne davanti alla prima cotta. Patetico.

Si stava giusto chiedendo se si sarebbe mai abituato a quello sguardo, a quel sorriso, a quel ragazzo in generale e al fatto che fosse suo, e che anche Kurt fosse suo, quando Blaine gli afferrò la mano, trascinandolo dietro e chiudendo la porta dietro di loro mentre lo tirava a sé per baciarlo come se ne sentisse il bisogno fisico da giorni. Come se fosse possibile avere una crisi d'astinenza per un'altra persona (cosa del tutto ragionevole, a ben pensarci; per lui era decisamente la stessa cosa). No, decisamente non si sarebbe mai abituato, pensò, circondandogli il collo con le braccia e sospingendolo indietro fino a raggiungere il letto, la tracolla dimenticata da qualche parte sul pavimento - Kurt non sentiva particolarmente il bisogno di sapere dove al momento, grazie. Stava decisamente bene così, con una mano di Blaine sulla guancia e l'altra che vagava per la sua schiena in ampi movimenti circolari.

"Wes?" chiese, distrattamente quando si staccò a riprendere fiato. Fece appena in tempo a finire prima che Blaine tornasse a baciarlo con urgenza, mormorandogli un: "In biblioteca" contro le labbra e facendogli dire un definitivo addio ad ogni cellula cerebrale attiva che ancora gli rimaneva. Che ci si poteva aspettare, d'altronde, quando potevano vedersi solo due volte a settimana alla Dalton (giorni in cui Wes, che condivideva la stanza con Blaine, magnanimamente faceva sempre in modo di essere in biblioteca, o in caffetteria, o nel parco - ovunque, fino a dopo cena, quando Kurt doveva tornare a casa) e nei weekend a casa Hummel (dove Burt non era altrettanto accondiscendente, purtroppo). Quando Kurt frequentava ancora la Dalton si erano abituati a stare costantemente insieme, sin da quando erano solo amici; gestire la drastica diminuzione del tempo che condividevano non era facile. Fortunatamente, Skype aiutava, così come le sessione di pomiciamento intensivo come questa.

Sì, pensò mentre Blaine decideva di spostare la sua attenzione alla sua mandibola, lasciandovi una scia di baci, in fondo se la stavano cavando piuttosto bene.

Inclinò la testa di lato per lasciare migliore accesso a quel punto appena sotto l'orecchio che Kurt adorava, quando l'occhio gli cadde su dei depliant sulla scrivania. Del college. Sulla scrivania di Blaine. College.

S'irrigidì istintivamente.

"... Kurt?"

Si voltò verso Blaine, sbattendo le palpebre un paio di volte per riscuotersi. Che non si fosse nemmeno accorto che Blaine avesse smesso di baciarlo non era un buon segno, vero?

"Kurt," ripeté, prendendogli il viso tra le mani e guardandolo preoccupato. "Cosa c'è?"

"Nulla," era ciò che avrebbe voluto - e dovuto - dire. Stava esagerando, e lo sapeva bene. Doveva solo calmarsi e andare avanti come se nulla fosse. Su, poteva farcela.

"Hai già preso una decisione per il college?" fu quello che gli uscì di bocca invece. Dannata la sua incapacità di mentire a Blaine!, pensò, chiudendo gli occhi frustrato.

Blaine, da parte sua, corrugò la fronte, confuso.

"Cosa...?" si bloccò, sgranando appena gli occhi quando capì improvvisamente quel che intendeva, e gettò un'occhiata alla scrivania accanto a loro. Si passò una mano sulla faccia e si lasciò cadere all'indietro sul cuscino, sospirando. "Diciamo che sto vagliando le mie possibilità."

"Di già?" sperò che la frase non fosse suonata lamentosa e insicura come era parsa a lui.

"Mio padre sostiene che prima si inizia, meglio è. Più tempo per prepararsi." Spiegò.

"Oh."

Distolse gli occhi quando Blaine lo guardò interrogativo.

"Ehi," gli disse, posandogli le mani sulle guance e voltandolo in modo che fossero ancora faccia a faccia. "Ehi, che succede?"

Kurt alzò le spalle, concentrando gli occhi su uno dei bottoni della camicia di Blaine.

"Kurt..."

"È solo che... non so, credevo di avere più tempo, penso." Confessò, infine. "Prima di iniziare a pensare al futuro, intendo." Prima di scoprire a che distanza saranno i nostri college e se riusciremo a vederci più di due o tre volte all'anno per le vacanze, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece. Blaine parve capire comunque, però, perché gli sorrise e incrociò le mani dietro la sua schiena, stringendolo. Kurt alzò il viso e Blaine ne approfittò per unire le loro fronti, sempre sorridendo tranquillo.

"E lo abbiamo, Kurt. È solo che il college è un argomento piuttosto importante per mio padre, ed ha insistito perché iniziassi a guardarmi attorno, tutto qui. Non ho ancora deciso nulla di definitivo." Stavolta fu lui e distogliere lo sguardo e Kurt notò il rossore che si faceva strada sul suo viso, come se fosse improvvisamente... imbarazzato? "Non l'avrei fatto prima di parlarne con te, comunque ma, uh, non pensavo di farlo ancora per un po' di tempo perché, uh, stiamo insieme da poco, e siamo giovani, abbiamo solo diciassette anni, e avresti tutte le ragioni del mondo per impanicare, e-"

"Blaine!" lo interruppe. "Respira. Respira e concentrati, quindi parla. Con calma."

Lo sguardo che il suo ragazzo gli indirizzò gli strinse il cuore. Lo vide mordicchiarsi il labbro, combattuto, quindi sospirare e chiudere un attimo gli occhi. Improvvisamente, a Kurt tornò in mente il giorno in cui l'aveva baciato la prima volta, e capì che qualunque cosa gli avesse detto in quel momento avrebbe cambiato le cose tra di loro. Non era sicuro che la cosa gli piacesse.

"È solo che è un passo importante il college, sai? e anche tu lo sei. Importante, intendo. Per me. E quando penso al futuro - il nostro, perché a volte mi capita," oh, ok, forse gli sarebbe piaciuto. "E so che detto così sembra inquietante, ma giuro che - oh diavolo, sto parlando a vanvera di nuovo, e sembro un idiota, e-"

"Non sei un idiota. Non in questo caso, almeno," intervenne, posandogli una mano sulla bocca per zittirlo. Blaine parve rilassarsi alle sue parole. "E non è inquietante. Il fatto che pensi al futuro, intendo. È rassicurante, in effetti, sapere di non essere l'unico a farlo." Sentì le labbra di Blaine tendersi in un sorriso contro il suo palmo, e non poté evitare di provare una sorta di orgoglio per essere in grado di tranquillizzarlo - di renderlo felice, addirittura! - con poche parole. Sospirò profondamente, spostando la mano. "Come lo immagini tu?"

"Beh, non è che sia andato molto in avanti negli anni," iniziò e, dal rossore e l'aria insicura, Kurt ebbe la netta impressione che non stesse esattamente raccontando la verità, ma lasciò correre. Anche lui sapeva essere magnanimo quando voleva, dopotutto. "Solo... il college, sai... Credo mi piacerebbe restare almeno, sai, nello stesso stato, in modo da non essere troppo lontani. Nella stessa città sarebbe l'ideale, certo, e potremmo anche, sai, provare a- cioè, a, sai, vivere insieme..." concluse con voce così sottile che Kurt ci mise qualche secondo per capire bene le parole.

"È una proposta, per caso?" buttò lì, sperando di essere sembrato calmo e rilassato, non completamente terrorizzato ed eccitato insieme come invece si sentiva.

Blaine arrossì furiosamente, ma annuì.

"Magnifico." Fu tutto quello che riuscì a dire col suo cervello ingolfato, prima di chinarsi e baciarlo di nuovo, a fior di labbra.

"Era un sì, per caso?"

Kurt sbuffò e alzò gli occhi al cielo, fingendosi esasperato.

"Sai, Anderson, a volte mi chiedo come tu possa prendere A in tutti i tuoi compiti in classe e riuscire a fare comunque delle domande così scontate."

"Con te non c'è mai nulla di scontato, Hummel." Ribatté, alzando un sopracciglio. Kurt rispose alzando gli occhi al cielo. Di nuovo. Stava diventando un'abitudine da quando lo conosceva, ora che ci faceva caso.

"Sì, Blaine. Era un sì."

"Splendido." Fu l'unica risposta dell'altro, accompagnato da un sorriso così enorme e luminoso che Kurt si stupì di non esserne rimasto effettivamente accecato (e ok, dopo questa basta canzoni di Taylor Swift per lui).

"Splendido." Ripeté a sua volta, prima di adocchiare nuovamente i depliant sul tavolo. Improvvisamente, Kurt si ritrovò a temerli molto, molto meno. "Hai già fatto una prima scrematura, per caso?"

Blaine lo imitò, passandosi una mano tra i capelli (e rovinando così tutto il suo lavoro quotidiano col gel per domarli).

"Chicago ha un buon programma di letteratura, ed è vicina alla Northwestern che ne ha uno ottimo di arte. Los Angeles sarebbe l'ideale per te, ma è dall'altra parte del Paese e dubito tu voglia allontanarti tanto da tuo padre..."

"Non credo, no," rispose con un mezzo sorriso: a quanto pareva ci aveva davvero pensato a lungo.

"... Senza contare che la California non fa per me nonostante abbia dato i natali a Katy."

Kurt sollevò la testa, guardando con la bocca leggermente aperta.

"Seriamente, Blaine? Parliamo del nostro futuro," e ok, forse gli era scappato un sorriso mentre lo diceva ma, diavolo!, il loro futuro! "E tu riesci a tirare fuori quella donna?"

"Ehi, è Katy Perry."

"Appunto. A volte mi chiedo come diavolo tu possa avere certi gusti in fatto di musica, sai?"

"... Vogliamo davvero continuare questo discorso che abbiamo fatto cento volte e non porta mai a nulla, o vogliamo discutere di cose importanti come il nostro futuro insieme?" E sì, d'accordo, anche le labbra di Blaine si erano indubbiamente piegate all'insù mentre diceva quelle parole. La cosa gli piaceva, decisamente.

Si rimise comodo, facendogli cenno di continuare.

"A Columbus c'è un buon programma di moda, ma anche se ti interessasse dubito tu voglia restare in Ohio, e nemmeno a me piace molto come idea." Si umettò distrattamente le labbra con la lingua, e Kurt dovette lottare con se stesso per non farsene distrarre troppo. "Poi, beh, poi ci sarebbe-"

"New York."

"Esatto." Confermò, senza rompere il contatto visivo. "L'Università di New York sarebbe perfetta per- per noi. Il programma d'arte è ottimo, così come quello di letteratura per me, ed è New York."

"New York..." mormorò, posando il mento sul petto dell'altro, mentre Blaine riprendeva ad accarezzargli lentamente la schiena. "Sai, è il posto in cui sogno di vivere da... da che ricordo, credo. È la città in cui mi sono sempre visto quando la gente mi faceva domande sul college, o sul mio futuro in generale."

"Ah sì?"

"Uh-uh." Confermò. "Immaginati me a dodici anni-"

"Adorabile."

"... Davanti a mia zia Mildred - la classica zia-arpia, non è difficile - dicevo, davanti a lei che mi chiede se avessi intenzione di diventare dottore da grande. Ci sei? Ecco, ora figurati la mia faccia disgustata al pensiero di sangue ovunque sui miei vestiti e sotto le unghie, e che alzato un sopracciglio le annuncio che, in futuro, se vorrà potrà tranquillamente venirmi a trovare a Broadway, perché è lì che sarei finito un giorno."

"Ambizioso, eh?"

"La citazione esatta è "A Broadway a fare il protagonista del musical più di successo del momento. Non potrai sbagliare"."

"Avevi ben chiari i tuoi obiettivi, direi."

"Puoi giurarci, Anderson."

Blaine rise, e Kurt si beò delle vibrazioni che poteva sentire nel suo petto dalla sua posizione. Improvvisamente, lo colpì l'idea che in futuro c'era la concreta possibilità che potesse farlo ogni giorno. Doveva aver fatto davvero qualcosa di molto, molto buono nella sua vita per meritarsi tutto questo, pensò.

"New York, allora." Disse Blaine, sistemandogli una ciocca di capelli e fissandolo con un sorriso che Kurt ricambiò subito.

"New York." Confermò, sporgendosi per baciarlo di nuovo, intrecciando le dita con i riccioli scampati al gel alla base della nuca dell'altro.

Per qualche motivo (e Kurt sapeva quale, ed era estremamente melenso e lui non era decisamente pronto per dirlo ad alta voce, aveva una dignità da mantenere) il futuro gli faceva molta, molta meno paura.








"Splendido." Fu l'unica risposta dell'altro, accompagnato da un sorriso così enorme e luminoso che Kurt si stupì di non esserne rimasto effettivamente accecato (e ok, dopo questa basta canzoni di Taylor Swift per lui)." Per chi non avesse colto il riferimento: dopo aver scritto questafrase m'è venuta in mente una sua canzone "You belong with me" in cui ce n'è una quasi identica ("And you got a smile that can light up this whole town"), quindi l'ho usata per alleggerire il momento. <3

  
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