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Autore: Severia85    31/05/2011    6 recensioni
In questa storia ho provato ad immaginarecosa può essere successo tra il capitano Brancato e il tenete Serra dal momento in cui Serra è ricoverato in ospedale fino al fatidico bacio sulla pista di Pattinaggio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Banda del Lupo è stata sgominata già da un’ora, eppure Lucia Brancato non si sente per niente serena: è seduta accanto al letto dove sta riposando il tenente Serra, dopo l’intervento. I medici non hanno sciolto la prognosi e la sua vita è ancora in pericolo. Lucia gli tiene la mano e prega in silenzio per la vita del suo collega. Anche se non vuole ammetterlo con se stessa, non sopporterebbe di perderlo.
Un medico le si avvicina, cogliendola di sorpresa:
“È fuori pericolo.”
A Lucia sembra di tornare finalmente a respirare, dopo una lunga apnea.

Orlando apre gli occhi e per un istante pensa di essere in paradiso: davanti a lui un’immagine sfuocata, ma familiare e un’isolita sensazione di benessere. Una mano calda e sicura stringe la sua: non si è mai sentito meglio, nonostante tutto.
Il mattino dopo, un’infermiera porta al tenete Serra i giornali: i titoli in prima pagina annunciano la fine della Banda del Lupo. Un giornalista afferma che gli arresti sarebbero potuti avvenire prima, cogliendo così il pretesto per criticare i carabinieri e la giustizia italiana. Ad Orlando, però, non importa: quell’incubo è finito e tanto gli basta, per il momento.
Il tenente passa le giornate riposando, leggendo e chiacchierando con l’infermiera che lo ha preso in simpatia e che, appena può, lo va a trovare. La ferita sta guarendo bene e tra qualche giorno sarà in grado di lasciare l’ospedale.
Ogni giorno, Orlando aspetta con ansia l’orario delle visite: la sera, Lucia va sempre a trovarlo. Gli racconta gli sviluppi delle nuove indagini e parlano delle imputazioni ai danni dei membri della Banda. Lucia lo informa che Mario Pugliese è sopravvissuto alla caduta e che sta subendo un’operazione dopo l’altra: ha la pelle dura.
Orlando racconta al suo capitano i gossip che gli riferisce l’infermiera e si lamenta scherzosamente del cibo della mensa.
Sono momenti tranquilli in cui Lucia gli parla come ad un vecchio amico. La Brancato ancora non si lascia andare, mantiene ancora un certo distacco professionale. Per adesso, Orlando non chiede di più.

Anche quella sera, Lucia è andata a trovare il tenente Serra: si dice che è normale che un capitano vada a fare visita ad un suo ufficiale, ferito in servizio. In realtà, ha soltanto voglia di parlare con lui, perché questo le dà serenità. Lucia cerca di mantenere un certo autocontrollo, tuttavia ogni tanto non riesce a trattenersi dal prendere la mano di Orlando: quel gesto le trasmette sicurezza e calore.

La mattina delle dimissioni, il tenente Serra ha paura: ha il forte timore che le cose tra lui e Lucia ritorneranno ad essere esattamente come prima. Una volta tornati al Ris, ricominceranno ad essere il capitano Brancato e il tenente Serra, mentre ad Orlando piace tanto sentire il suo nome pronunciato da Lucia. Il capitano non avrà più la scusa per venirlo a trovare e tutti i progressi che hanno fatto potrebbero andare persi.
Orlando si veste lentamente: deve passare dall’accettazione prima di andarsene. Dovrà prendere l’autobus per tornare a casa, perché non ha chiesto a nessuno di venirlo a prendere, per non disturbare.
Orlando ha firmato gli ultimi documenti, ha preso il modulo di dimissione e sta per uscire con il suo borsone, quando la vede che procede a passo svelto, lungo il corridoio che porta a quella che è stata la sua camera.
“Lucia!” la chiama.
Lei si volta e rimane sorpresa, poi gli si avvicina.
“Scusa, ho fatto tardi: ero in procura.” Gli dice sorridendogli.
“Non pensavo venissi a prendermi.” Da quando ha visto Lucia, Orlando ha assunto un’espressione soave e dolce.
“Beh, non mi sembri in grado di tornare a casa da solo.”
“Sto bene.”
“Vuoi che me ne vada?”
“No.”
A Orlando, Lucia sembra nervosa: forse ha gli stessi suoi timori; fa per prendergli il borsone, tuttavia Orlando l’anticipa:
“Lo porto io, non ti preoccupare.”
Lucia non insiste e lo guida verso il parcheggio.
Il viaggio è silenzioso. Nessuno parla.
Lucia accompagna Orlando a casa, poi torna di corsa al Ris, al suo lavoro.

Una volta nel suo ufficio Lucia si siede e si prende la testa tra le mani: è confusa e combattuta. Ha paura di lasciarsi coinvolgere in una nuova storia d’amore, ma, nello stesso tempo, sente di non poter fare più a meno di Orlando. Lui però, è un suo sottoposto: non può permettersi di amarlo. Eppure lo ama e di questo ormai è certa.
Bussano alla porta: Lucia si riscuote dai suoi pensieri e invita Ghirelli ad entrare.
“Capitano, hanno appena chiamato per l’omicidio di una ragazza.”
“Andate tu, Cecchi e Proietti.”
Il lavoro l’attende e anche le mille scartoffie che deve preparare per il processo ai membri della Banda. Il Ris le sembra vuoto senza il tenente Serra.

I giorni passano: Orlando si sente sempre più stanco e agitato. Lucia non è più andata a trovarlo e lui, sempre solo in casa, non fa altro che lambiccarsi il cervello con mille domande. Non sa come comportarsi: deve chiamarla? Eppure ha espresso abbastanza chiaramente i suoi sentimenti a Lucia e quindi, se la donna volesse, potrebbe benissimo chiamarlo. Evidentemente, non avverte la sua mancanza.
Orlando passa dal letto al divano, annoiato. Prende il cellulare e digita un breve messaggio:
“Mi manchi.”
Inserisce il numero del capitano e il pollice indugia sul tasto di invio. Dopo qualche istante di indecisione, richiude il telefono.

Sono giorni che non vede e non sente Orlando. Ghiro l’ha informata sulla sua salute. Lei non ha il coraggio di chiamarlo, né di andare a trovarlo. Tuttavia le manca così tanto.
Lucia si appresta a trascorrere l’ennesima serata solitaria, con il naso immerso nei documenti. Ha fame: guarda l’orologio e si accorge che sono già le 20.30.
Esce dall’ufficio e scorge Ghirelli, ancora alla sua scrivania.
“È tardi, non vai a casa?”
“Hanno trovato il computer della ragazza uccisa: è danneggiato e sto cercando di recuperare i dati.”
“Sono sicura che ce la farai.”
“Naturalmente: nessun computer può resistere al capitano Ghirelli.”
Lucia sorride e si volta per uscire.
“Andrò a casa molto tardi.”
Ghirelli insiste su quel “molto” e Lucia abbassa lo sguardo: la sta spingendo benevolmente verso quello che lei non ha il coraggio di fare.
Esce dall’ufficio di Ghirelli e dal Ris.
In macchina, prende il cellulare e trova il numero di Orlando. Le basta premere un tasto per parlare con lui, ciò nonostante farlo equivarrebbe ad ammettere che è innamorata.

Orlando si è addormentato sul divano, di fronte ad un documentario. La suoneria lo riporta alla realtà e quasi crede di sognare quando, sul display, legge il numero del suo capitano.
“Pronto?” la voce ancora impastata dal sonno.
“Ciao, ti disturbo?”
“No, figurati. Dimmi.”
“Hai cenato?”
“No, ancora no, perché?”
“Ti va se passo a prendere due pizze e poi vengo da te?”
“Certo che mi va. Ne sarei felice.”
Orlando deve sbrigarsi a sistemare la stanza. Ci sono i vestiti di Ghiro sparsi tutt’intorno e poi documenti, computer e avanzi mezzi smangiucchiati. Si muove con febbrile agitazione, pulendo ogni cosa.
Orlando apparecchia la tavola per due, sperando che Ghiro faccia tardi. Vorrebbe avere dei fiori da mettere sulla tavola, ma non ce li ha e andarli a comprare richiederebbe troppo tempo.

Lucia non può credere di avere davvero fatto quella telefonata. Ha davvero deciso di lanciarsi e di correre il rischio? Non ne è davvero sicura.

Orlando apre la porta e si trova davanti Lucia che regge i cartoni della pizza. La fa accomodare e nota che la donna è irrequieta. Lo capisce da come si muove e da come parla: in fondo lui è un esperto in questo campo.
“Scusa per il disordine: ho cercato di sistemare un po’, ma non era un’impresa facile.”
“Non ti preoccupare. Come stai?”
“Abbastanza bene. Domani devo andare a farmi togliere i punti. Spero di tornare presto al lavoro: a casa mi annoio.”
“Anch’io lo spero.”
Uno sguardo tra i due denso di domande e di significati.
La cena prosegue tranquilla. Orlando si sforza di sembrare normale, anche se avrebbe una gran voglia di baciare la donna che gli sta di fronte. Soltanto un bacio. Si è innamorato di Lucia quasi subito, ma sapeva che era una battaglia persa in partenza. Il disprezzo di lei era palese e lui si era rassegnato, anche se non aveva smesso di amarla. Negli ultimi tempi però, il comportamento ambiguo di Lucia lo frustra: in certi momenti sembrano così vicini ed affiatati che verrebbe da scommettere sul fatto che anche Lucia si sia innamorata; in altri, la sua freddezza e il suo distacco tornano a farsi sentire prepotentemente, lasciando Orlando completamente spiazzato.
Anche in quel momento, non sa come comportarsi. Lucia è andata da lui dopo giorni di silenzio: cosa significava questo?
Se provasse a baciarla, ad assecondare il suo desiderio, lei come reagirebbe?
Orlando ha paura di rovinare ogni cosa, così si trattiene e spera che sia Lucia a fare un altro passo avanti. Questo potrebbe voler dire aspettare ancora molto tempo.

La cena è finita. Lucia non si è trattenuta a lungo, con la scusa del lavoro arretrato che l’attende a casa. In macchina, Lucia alza il volume della radio: non vuole sentire i suoi pensieri e nemmeno i battiti del suo cuore che cercano invano di mandarle messaggi. Sa bene quello che desidera, ciò nonostante non riesce a lasciarsi andare: è troppa la paura.
Lucia è una persona razionale, equilibrata e la storia con Samuele ha già messo a dura prova la sua fiducia nell’amore. C’è stato un tempo in cui l’amore aveva un ruolo importante nella sua vita, ma ora come potrebbe conciliare gli impegni di lavoro, le sue responsabilità di capitano con l’amore, un sentimento così dirompente e destabilizzante.
L’arrivo nella sua casa vuota la deprime ancora di più. Lucia si siede sul divano e stringe tra le braccia l’orsacchiotto che le ha regalato Orlando. Resterà sempre la sua unica compagnia?

La casa è di nuovo vuota e silenziosa, ma il profumo di Lucia si sente ancora. Orlando è sfinito. Si lascia cadere sul divano e prende una bibita. Non riesce proprio ad essere ottimista.
Ghirelli ritorna dopo qualche ora. Trova Serra sul divano. Getta uno sguardo ai cartoni della pizza.
“Non fare domande.” Gli intima il tenente.
“E io non ne farò. Invece, farò un’affermazione, facilmente deducibile dalla tua espressione affranta: non è andata bene.”
“Almeno non come speravo.”
“Devi darle tempo.”
“Ti sembro uno che ha intenzione di gettare la spugna?”
“In questo momento, sinceramente, sì. Confido comunque che dopo una bella dormita, una doccia e una buona colazione, domattina, tu sia una persona diversa.”
“Lo spero tanto anch’io. Come procedono le indagini sulla quella ragazza?”
“Ho rintracciato alcune mail interessanti dal suo computer e abbiamo un indiziato. Domattina, lo interrogheremo.”
“Bene, è una buona cosa.”
“Serra, ti prego: tirati su.”

Lucia ha deciso di prendersi un giorno di pausa: non si ricorda neppure quando è stata l’ultima domenica che non ha lavorato. Ci sono tanti modi per passare la giornata, ad esempio… A Lucia non viene in mente nulla: ha trascorso talmente tanto tempo rinchiusa nel suo ufficio al Ris che non sa più come impiegare un giorno di libertà. Si rende conto che è una cosa veramente triste. Da quando Alex è morto, la sua vita è stata assorbita completamente dal lavoro e non c’è più stato posto per altro. Lucia si guarda intorno: occuperà la giornata a sistemare la casa, con la radio accesa per sentirsi meno sola.
Sono le 16 e Lucia, sdraiata sul divano, mangia patatine davanti ad uno stupido talk show. Il suono del campanello arriva inaspettato.

Serra ha deciso d’impulso: non l’ha neppure chiamata per avvertirla. Si presenta a casa del capitano e in cuor suo sa che questa potrebbe essere la volta buona. È deciso e sicuro di sé eppure la mano che suona il campanello trema leggermente. Lucia compare sulla soglia, bellissima, anche se ha gli occhi stanchi.
“Buongiorno, capitano.”
“Orlando che ci fai qui?”

Il cuore di Lucia ha fatto due capriole e un salto mortale all’indietro. Aveva deciso che quella giornata doveva essere soltanto per lei, trascorsa facendo cose che la facessero sentire bene. Per tutto il giorno si è sentita sola: perché non ha chiamato prima Orlando? Dannato orgoglio!
Ora, lui è davanti alla sua porta, con il solito sorriso dolce.

Orlando prende coraggio: non ha mai visto Lucia sorridere in quel modo. Sembra davvero felice di vederlo.
“Vieni con me.”
Non è una domanda.
“Dove?”
“Sorpresa!”

Lucia è raggiante: le sembra di essere ritornata una adolescente, invitata ad uscire dal ragazzo più carino della scuola. Lo segue senza più fare domande: si fida di lui. Quando è in compagnia di Orlando, si sente sempre protetta e questa è una bellissima sensazione.
Orlando ferma la macchina davanti al Palaghiaccio. Lucia è talmente felice che le salgono le lacrime agli occhi.

Orlando non ha mai infilato un paio di pattini e gli sembrano le calzature più scomode che possano esistere. Fatica a tenersi in equilibrio e il primo incontro col ghiaccio non tarda ad arrivare. Lucia lo raggiunge e lo aiuta a rialzarsi.
“Non hai mai pattinato?”
“Non è una qualità richiesta ad un tenente dei Carabinieri.”
“Allora perché sei voluto venire qui?”

Lucia conosce già la risposta e ne legge una conferma negli occhi innamorati del tenente: il solito libro aperto! Gli prende la mano e cerca di spiegargli come muovere i piedi. Patinano un poco insieme, tenendosi per mano, mentre Orlando acquista pian piano sicurezza. Poi, Lucia si allontana di qualche metro esibendosi in una piroetta.
“Non è valido: tu sei brava!”
Lucia lo raggiunge di nuovo, ma non riesce a fermarsi.

Orlando l’afferra e cerca di restare in equilibrio. La tiene stretta e non la lascia andare. Non può, è più forte di lui.

La mano forte del tenente la sostiene. Lucia si abbandona a quell’abbraccio. Tutto è perfetto.

Questa è la mia prima fiction su una serie televisiva (di solito scrivo storie su Harry Potter). Mi dite cosa ne pensate? Accetto anche commenti negativi. Grazie!

  
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