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Autore: roxy_xyz    31/05/2011    7 recensioni
"Fare questo lavoro è come innamorarsi di uno stronzo: bello fuori, ma che passa il tempo a tradirti e a umiliarti. Ecco, questa sono io."
Roberta ha ventotto anni e si trova in viaggio per raggiungere il suo nuovo posto di lavoro, ma il fato ha in serbo per lei qualcosa di particolare.
Un incontro. Una nuova vita. E Roberta non è quel tipo di ragazza che si fa sconvolgere dal fato, piuttosto il contrario. Siete pronti a entrare nel mondo di Roberta?
Una commedia piacevole della roxy_xyz production!
Entrate, Roberta vi aspetta!
----------ULTIMO CAPITOLO POSTATO---------
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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II

II

La mia America




"Non credo ci sia una mia parte timida, però non vorrei che la consumasse." 
Parlo senza mai smettere di fissare il cavallo dei suoi pantaloni. La sua reazione è la più scontata e finalmente, capisce quanto il gesto di poco prima sia stato maleducato e inopportuno, soprattutto nei riguardi di una perfetta sconosciuta. 
Mette la giacca sul suo basso ventre, nascondendolo alla mia vista, ma la cosa non mi turba minimamente. Voglio ripagarlo della sua stessa moneta, perché nessuno mi ha mai parlato in quel modo e da una parte, questo suo modo di fare m’intriga parecchio. 
Decido quindi di sottoporlo ad un'attenta analisi, in modo da innervosirlo maggiormente. 
Sembra abbastanza alto, anche se essendo seduto non posso esserne certa, soprattutto perché nella mia vita ho incontrato più Hobbit che uomini di alta statura. 
Essendo un metro e settantacinque, le mie possibilità di trovare un uomo più alto sono state sempre piuttosto limitate. Quando abitavo in Sicilia, mi ero arresa al fatto che gli uomini dovessero arrivarmi all'altezza del petto e mai il contrario. 
A diciannove anni avevo deciso di lasciare la mia isola e di partire, abbandonando la mia terra.  Quel giorno, mi sentivo un'esiliata alla pari di Dante, con un fazzoletto impregnato delle mie lacrime in una mano e nell'altra un arancino al ragù. Guardavo la Sicilia allontanarsi sempre di più e piangevo su quel dannato traghetto, pensando alle amiche che lasciavo e alla terra che mi aveva ospitato e dato i natali.  Ogni angolo della città mi riportava in mente qualche pazzia o momento memorabile che avevo vissuto in loro compagnia e, nonostante le mie continue lamentele sulla Sicilia e i siciliani, sapevo che mi sarebbe mancata. Essere su quel traghetto mi sembrava un tradimento nei confronti dei miei conterranei. Lasciavo la mia casa per un'opportunità di lavoro, il Nord per il Sud, la caponata per la bagna càuda, il cannolo per il gianduiotto e la pasta con le melanzane per gli agnolotti al plin.  Mi sentivo euforica all'ennesima potenza, pensando al Nord come terra vergine mentre io vestivo i panni di Cristoforo Colombo. Il Nord era la mia America. 
Molti mi rimproverano perché non sono molto attaccata ai miei natali e un po' me ne vergogno, ma sono fatta così e se fossi stata nei panni di Napoleone esiliato Sant'Elena, non avrei fatto fuoco e fiamme per tornare, anzi, mi sarei stesa al sole e avrei goduto di quella pace. Ho sempre amato e odiato la mia isola, mi sentivo in gabbia, mentre desideravo andare ovunque. Vorrei viaggiare sempre e andare alla scoperta di nuovi posti. 
Sarà per questo che sono sempre sui treni, saranno sporchi e avranno le zecche, ma possono portarmi ovunque. E io adoro il termine “ovunque”. 
“Ha ragione, mi scusi. Il mio nome è Valerio.” dice, rivolgendomi un sorriso da urlo e interrompendo i miei pensieri. 
L'attenta analisi ha scombussolato l'uomo che, alla fine, decide di ricominciare usando quel codice che ormai molte persone avevano dimenticato: il galateo. 
“Valerio,  pronuncio il suo nome in modo lento, come se assaporassi un delizioso gelato e vedo, con un certo piacere, come penda dalle mie labbra.
I suoi occhi neri sono intrappolati dai miei, mentre si accendono di un leggero luccichio. 
“Mi dica Roberta, come mai tutte quelle valigie?” dice, indicando i due enormi trolley che avevo posto sopra il mio sedile. 
“Vado a lavorare per la stagione estiva” rispondo e noto un enorme stupore in quei occhi. 
So di aver esagerato con i bagagli, ma quando stai via per almeno tre mesi devi essere preparata a tutto. Quindi, avevo passato due giorni a preparare la valigia e a disfarla subito dopo, era troppo difficile fare un'attenta selezione del mio vestiario e infine, avevo deciso di portare direttamente l’ armadio. 
Semper paratus”, quindi meglio portarsi un cambio in più piuttosto che rimanerne senza, non si sa mai quando potrebbe scoppiare una guerra e io sono un po' fissata con la moda. 
“Fa la stagione estiva in montagna?” chiede, rivelando il vero motivo del suo stupore. “Lo sa, vero, che qui non c'è il mare?” 
Capisco che l'ignoranza ormai dilaghi e che certa gente non sappia più neanche le cose basilari, basta guardare “Uomini e Donne” per averne un esempio, ma quella sua domanda mi fa perdere il lume della ragione. 
“Intendo infatti crearlo, basta poco. Una bomba nel punto giusto e voilà, les jeux sont faits!” 
Valerio scoppia a ridere prima di rivolgermi un'occhiata divertita.
 
“Ero semplicemente stupito, anche perché i giovani preferiscono fare la stagione al mare piuttosto che in montagna.” 
In effetti, ho provato entrambe e il mare è di gran lunga migliore alla montagna, soprattutto se sei un amante dello “stenderti al sole e morire in acqua”, ma la mia filosofia non si basa su questo. 
Non scelgo un hotel in base a dove si trovi, non mi importa se sia in un posto “in” o se ha una clientela giovane e allegra. Le mie scelte si basano sullo stipendio: chi offre di più ha il mio amore eterno. Aggiungete tranquillamente anche l'aggettivo venale alla mia lunga lista di difetti, so di esserlo e continuo ad amarmi lo stesso. 
“Anche la montagna può essere bella e poi mi piace il verde. Ce n'è così tanto in questa regione.” Altra cosa che mi ha stupito quando sono arrivata al Nord, abituata a qualche misera area verde nelle villette comunali, ero rimasta a bocca aperta di fronte a quei parchi enormi in cui la gente andava a fare jogging. 
Sembrava veramente l'America. Peccato che lì c'è Obama, mentre qui... 
L'uomo mi rivolge un'occhiata strana, forse ha capito di aver incontrato una persona inconsueta e comincia ad averne paura. Le sue labbra si piegano in un sorrisino che non riesco a spiegarmi e mi rende inquieta. 
Odio quando con certi sguardi, gli uomini sono capaci di farti persino una visita ginecologica, ma questo è diverso: sembra studiarmi e prendere nota di ogni mia frase e, a dirla tutta, nessuno sconosciuto mi ha mai prestato così tanta attenzione. 
Con un brivido mi viene da pensare che magari si tratta veramente un maniaco e che io potrei essere la sua prossima vittima: Roberta, ventotto anni, mora, 1,75 m. di altezza, occhi castani, non magra, e alla ricerca di qualcosa che sia a tempo indeterminato. 
“Perché mi guarda in quel modo?” Non riesco a frenare la mia lingua. Maledetta curiosità! 
“Non si preoccupi, stavo solo riflettendo su quanto lei sia diversa… e non so neanche se sia il termine adatto.” 
Sono diversa? Be’ sono diversamente magra, diversamente geniale…
“Solo perché mi trovo in montagna piuttosto che a Rimini?” domando curiosa. 
Valerio scuote la testa in segno di diniego. “No, è semplicemente diversa da molte ragazzine che vedo ultimamente in giro. Tutto qui.” 
Ragazzina io? Perché contraddirlo e dire che non lo sono più? Mi piace quel termine. 
La voce registrata annuncia la successiva fermata e mi ricorda di prepararmi per scendere dal treno e fare il cambio. Gli rivolgo quindi un breve sorriso, prima di alzarmi per prepararmi. 
“La prossima è la mia fermata, è stato un piacere parlare con lei.” 
Sento una mano delicata scostare le mie e vedo Valerio afferrare uno dei trolley per tirarlo giù. “Anche se all’andata è riuscita a metterle tutto qui sopra, non voglio che lo rifaccia di nuovo da sola. Lasci fare a me.” 
Quindi all’andata si è accorto dei miei mille tentativi per sollevare le valigie e non mi ha aiutato! Posso ucciderlo? Credo che lo farò dopo che ha messo giù anche il secondo trolley! 
“Oh figliola, anche io scendo alla prossima fermata. Faremo un altro viaggio insieme, non è contenta?” mi chiede la simpatizzante berlusconiana. 
Valerio scoppia a ridere quando mi vede sgranare gli occhi, in preda al panico. 
“Tranquilla, anche io scendo.” 

Oh santi numi! 

 

 

 



Innanzitutto, un enorme grazie a tutti coloro che hanno recensito o hanno inserito la mia storia tra le preferite/seguite. Molti di voi avevano letto le mie storie su Harry Potter e mi hanno seguito anche in questa zona di Efp, nonostante questo sia il mio primo esperimento come originale. Ho gli occhi a cuoricino, ragazzi.
Vi piace Valerio? Povero figliolo, non sa che pessimo affare ha fatto aiutando Roberta.
La scena della Sicilia e di lei che parte, beh, quella sono proprio io, ho voluto condividere con voi uno dei momenti più difficili della mia vita. Partire e cominciare tutto dall’inizio, lontana dalle proprie amiche, perché io senza di loro non riuscirei a tirare avanti.
Come non riuscirei a tirare avanti senza le mie lettrici…
Ci vediamo al prossimo capitolo, la vostra roxy_xyz
E non dimenticate di recensire ;)
EDIT 24/10/14: CAPITOLO REVISIONATO E CORRETTO.
   
 
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