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Autore: claws    31/05/2011    8 recensioni
In principio c'era vuoto, una distesa oscura di vuoto.
Rivisitazione - forse più un tentativo - poetica dei primi attimi della storia dell'Universo.
[OC!Universo (?)][Big Bang][≈600 parole]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie della Storia'
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Big Bang


In principio c'era vuoto, una distesa oscura di vuoto.
Poi in quel silenzio assordante nacque materia, compressa in uno spazio minuscolo, infinitamente denso e bollente.
Quella stessa materia con incredibile rapidità si espanse, da una miliardesima parte di protone divenne delle stesse misure di una biglia. E mentre si allargava, raffreddandosi, essa emanava energia sotto forma di radiazioni, e proprio a causa delle radiazioni la materia lottò per sopravvivere contro la sua nemesi, l'antimateria.
Combatterono intensamente, nell'arco di qualche miliardesimo di secondo: l'una annichilì l'altra, in un duello ridotto nell'arco di qualche centimetro.
La materia infine prevalse, e proseguì nella sua opera di espansione.
Non era trascorso nemmeno un secondo da quel vuoto che ora veniva inglobato dalla materia.

[Quando eri giovane facevi sempre tutto di fretta, vero, Kòsmos?]

Quel minuscolo Universo cominciava a crescere in maniera esponenziale. I neutroni divennero protoni, tutto era pronto per la nascita di qualcosa di più grande.
Le particelle si unirono a formare atomi, prima semplici, poi sempre più complessi.
I fotoni furono infine liberi di vagare in quell'Universo, ampliandolo sempre più; e con la corsa dei fotoni verso confini che mai esisteranno, i pezzetti di materia - ammassi che sarebbero un giorno diventati stelle, pianeti e galassie - si allontanavano come l'uvetta in un panettone durante la lievitazione.
Zone di materia più dense rispetto ad altre, attratte tra loro dalla forza di gravità, formarono le prime galassie, le più anziane, e le prime stelle.
Queste ultime generarono la nostra fonte di vita, l'ossigeno, l'azoto, il ferro, per noi indispensabili. Fondamentali per tutti, senza distinzioni.
Erano stavolta trascorsi centinaia di milioni di anni.

[Poi sei invecchiato, è questa la realtà. Non potevi più correre veloce come un tempo verso gli angoli del vuoto che volevi riempire. Quel passato non tornerà.
Lo sai, vero, Kòsmos?
]

Dopo miliardi di anni, l'Universo continuava però a espandersi, senza mai fermarsi, con la determinazione di chi non si vuole arrendere.
E generava senza sosta anche quei mondi che non conosciamo ancora, quelle stelle che a occhio nudo non vediamo ma che ci inviano la loro luce per rischiarare la notte, e quelle di cui riceviamo la luce benchè siano morte dopo una lenta agonia.
E s'arrischiava a raggiungere l'orizzonte del vuoto, senza mai riuscire a toccarlo, mentre nella sua scia rilasciava l'essenza prima per far nascere le galassie.
E ogni tanto si voltava a guardare con meraviglia e affetto ciò che germogliava dietro di lui, per poi tornare a quell'infinito inseguimento.

[A volte mi domando perchè tu abbia generato, no, abbia voluto generare tutto questo. Ti costò una fatica enorme, e ancora oggi continui con la forza di un incosciente a creare e creare stelle e galassie.]
[Sai, vorrei che, una volta morto, qualcuno prendesse il mio posto. Vorrei che qualcuno inseguisse il buio al mio posto.]
[Kòsmos...]
[È bello ammirare i propri figli generare altre vite. Quando mi giro, quando guardo ciò che ho portato con me e poi generato, il mio cuore pulsa più forte. Mi dona la carica per correre ancora più veloce.]

E fino ad oggi non si è mai fermato, sfreccia come sempre, e al tempo stesso si raffredda, allontanandosi dalla luce delle proprie figlie stelle.

[E quando le stelle saranno troppo lontane tra loro? Chi darà la luce ai mondi e a te?]
[Quel giorno brinderemo alla nostra rimpatriata. Con noi ci saranno tutti i nostri figli, ci pensi? Sarà una festa magnifica. Non ci preoccupereremo di essere morti.]


Note Autrice:
...E poi non so perchè. Volevo solo condividere con voi una delle mie prime storie.
A rileggerla adesso, mi fa un po' di tenerezza, perchè penso che sia sempre stata così, la mia testolina bacata.
Mah. Volevo solo osservare in chiave un po' più poetica la teoria più accreditata della creazione dell'Universo, immaginando una persona, anzi, una figura, come un'aura, come un "alato sogno", a riprendere Virgilio (dannati compiti in classe di epica! D:), come Universo. LOL sono un po' partita di testa? xD
Kòsmos è il nome greco di "ordine" in contrapposizione a "caos". Nel linguaggio scientifico è sinonimo di universo. E l'uomo/figura/tipo misterioso con cui dialoga, ecco, non so bene nemmeno io chi sia. :D
Diciamo che la teoria del Big Bang in realtà è molto più complicata e manco l'ho capita bene xD Wiki è troppo difficile, a volte, e pure mio padre lo è, con le sue spiegazioni complicatissime xD spero che, nonostante ciò, abbiate gradito.
So che non sarà al livello di tanti altri lavori - che lascerò in sospeso ancora, temo -, ma è uno dei miei preferiti.
Grazie per aver letto! :D
claws_Jo
  
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