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Autore: G u i l l o t i n e    31/05/2011    2 recensioni
Quello è un addio vero, di quelli che rimpiangi per una vita intera, ma che sono necessari.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Craig Mabbit, Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Cause photographs can make feel...something.

Sono davanti alla porta di Max e Craig da venti minuti abbondanti. Non riesco a decidermi a bussare, o forse ho solo paura di trovarmi faccia a faccia con lui. Anche se lo vedessi, cosa gli chiederei? Ogni tentativo passato di risanare i rapporti è andato bellamente affanculo, perché questa volta dovrebbe essere diverso?
La porta bianca è a due palmi dal mio naso, ma in questo momento mi sembra la cosa più lontana a 'sto mondo.
Mi decido. Sono qui solo a perdere tempo, devo tornarmene a casa. Mi volto e percorro a passo deciso il vialetto della casa che costeggia il piccolo giardino, attraverso la strada e salgo in macchina. Guardo fisso il volante, quasi dovesse iniziare a parlare da un momento all'altro. Inserisco le chiavi nel quadro, le giro e volto la testa un'ultima volta verso casa loro notando la porta aprirsi. Craig saluta Max con un bacio a fior di labbra e la piccola Leila con un abbraccio. Poi, si allontana a piedi; nessuno sembra avermi visto.
Prendo quel poco di coraggio che mi è rimasto, spengo il motore, esco dalla macchina e mi appoggio alla carrozzeria. Max mi vede, ma non sembra riconoscermi subito. Capisco che ha compreso sul serio che sono io dopo che il suo viso cambia espressione, suppongo sia stupore. Spinge dentro Leila, probabilmente le dice di non uscire e poi mi raggiunge.
«Ronnie.» E' tutto quello che viene detto, seguito da un silenzio imbarazzante. Non so cosa dire e l'impulso di andarmene via è forte.
«Come...come stai?» Aggiunge lui.
«Bene, me la cavo. E tu, fai da baby-sitter alla figlia di Craig?» Appena terminata la frase, mi do del coglione da solo. Se lo conosco almeno un po', risponderà a tono senza problemi.
«Lo sai che non è così, non metterla in mezzo.» Il suo tono è duro. «Vuoi entrare?» Mi chiede con voce più gentile.
Voglio entrare? Non lo so. Probabilmente sì. Annuisco piano e lo seguo in casa. E' bella e accogliente, c'è uno strano profumo nell'aria. Leila è seduta sul divano blu a tre posti posto sulla destra, sta guardando i cartoni animati.
«Papà Max, chi è questo signore?» Papà Max? Cosa significa? L'ha adottata legalmente? Nuovi dubbi senza risposta mi affollano la mente.
«Un amico.» Risponde semplicemente lui. Decido di essere gentile con questa creatura. Anche se è figlia di colui che mi ha portato via tutto, non è colpa sua.
«Non mi dici il tuo nome?» Le chiedo con un sorriso. E' possibile che non sappia nemmeno chi sono, l'ultima volta che l'ho vista era davvero piccola. Nonostante ciò la somiglianza con Craig è rimasta evidente.
«Leila Rose.» Risponde fiera. «Me l'ha dato il mio papà. E tu, come ti chiami signore?»
«Ronnie.»
«Sei anche tu amico di papà Craig?»
Il migliore amico.
«Diciamo di sì.» Leila torna a vedere la televisione e non fa più domande.
«Accomodati, ti porto qualcosa da bere.» Max sparisce in cucina, io mi siedo vicino alla piccola e guardo la TV con lei. Dopo qualche minuto - credo che Max sia stato risucchiato dal frigorifero - Leila Rosa inizia a fissarmi con i suoi grandi occhi. Mi sento parecchio a disagio.
«Ma tu sei lo stesso per cui papà Max e papà Craig litigano?» Cosa? Litigano per me?
Non so approfittarmi dell'innocenza di questa bambina e dell'assenza di Max sia giusto, ma non riesco a resistere.
«Che cosa dicono?» Cerco di sembrare il più naturale possibile.
«Non lo so, mi metto sempre le mani sulle orecchie.» Risponde.«Ma so che dopo, papà Max, prende una foto dal suo portafoglio, la guarda e poi piange.»
«Ehi, piccola. Siamo amici io e te, no?» La bambina ci pensa su per un attimo, poi annuisce. Ancora non riesco a credere a quello che sto per fare. «Ti va di andare a prendere il portafoglio?»
«Non posso, mi sgridano.» Oddio, sto corrompendo una bambina!
«Prenderò io la colpa. Giurin giurello?» Le offro il mignolo per stringere la nostra alleanza. Lei lo afferra con il suo, più piccolo e delicato, poi corre di sopra.
«Ecco, scusami. Non trovavo la birra.» Dice Max entrando nel salotto. «Ma Leila?»
«Di sopra.» Accenno. Prendo la birra e la sorseggio.
«Eccolo, eccolo!» La bambina scende le scale quasi correndo mentre tiene in mano il portafoglio di Max. Si blocca quando vede che anche lui è presente.
«Leila, cosa ti dico sempre?!» Sembra furioso. La bambina mi guarda supplichevole.
«No, lascia. Gliel'ho chiesto io.» Dico tenendo fede al patto con la piccola.
«Cos..?! Leila, va sopra.» Mi guarda ancora più furioso, se possibile. «Hai dieci minuti per trovare una buona spiegazione.»
«Mi ha detto che dopo che litighi con Craig per me, guardi una foto e piangi. Ero solo curioso, so che non sono affari miei e...» Mentre parlo, Max estrae dal portafoglio un pezzo di carta - la foto piuttosto sgualcita - la gira e me la mostra.
Io e lui, abbracciati. E' una foto "rubata", entrambi siamo di schiena. Non so a quanto tempo fa risalga, non me lo ricordo proprio.
«Mi fa sentire un po' meglio.» Dice a bassa voce, quasi come se dovesse scusarsi.
«Io...» Ancora un volta, non so cosa dire. Sono felice che mi pensi ancora, avevo quasi perso le speranze ormai. Penso all'eventuale scoperto di quella foto da parte di Craig. Non avrebbe avuto una bella reazione, era sempre stato un tipo impulsivo e geloso, anche delle cose non sue.
«Vattene, tornerà a momenti. Se ti trova qui, siamo finiti.» Con gli occhi lucidi mi prende per un braccio e mi accompagna alla porta.
«Maxie, dobbiamo rivederci!» Lo supplico, lo imploro.
«No, non esiste!» Mi spinge oltre la soglia e mi guarda. «Non tornare più.» Gli trema la voce e forse nemmeno le vuole dire quelle parole.«Mai più.»
«Ma non...»
«Addio, Ronnie.» Chiude la porta con una lacrima sulla guancia. Quello è un addio vero, di quelli che rimpiangi per una vita intera, ma che sono necessari.


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No, non riesco proprio a scrivere un happy ending. E' più forte di me.
Hope you enjoy it.
{Guillotine.
   
 
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