California king bed.
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Jessica Lowndes; ecco come immagino Dafne.
(L'immagine proviene da Weheartit)
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0. Prologo
Mi chiamo Dafne, come quella della mitologia. Mia madre mi ha sempre detto che Dafne era una donna fiera e selvaggia, disposta a vivere sottoforma di albero di alloro pur di non stare con Apollo, l'uomo del Sole che lei stessa respinse.
In fondo, anche io sono venuta qui per la corona d'alloro. Il mio fratellino me ne ha preparata una con le sue mani e, se tutto va bene, dovrei indossarla tra un paio d'ore, dopo la discussione della mia tesi.
Ho immaginato questo momento per tanto, tanto tempo, a partire dall'istante in cui ho scelto questa facoltà. È un po' come fantasticare sulla notte prima degli esami di stato: non farai mai quello che hai programmato di fare. È un dato matematico.
Ma la mia storia la voglio raccontare. A ventiquattro anni appena scoccati, ho la fede al dito e la laurea quasi in tasca.
Onestamente: chi cazzo l'avrebbe mai detto?
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1. La teoria dei punti
La vita è fatta di tappe. Di punti, per la precisione.
Non avevo mai creduto nel destino e nemmeno nelle entità sovrannaturali: iscrivermi alla facoltà di Matematica mi era sembrata la scelta più adatta al mio cervello prettamente razionale e di larghe vedute.
Ma torniamo ai punti: la vita è fatta di punti, dicevo.
Punti di svolta.
Attimi in cui la tua personalissima storia cambia, in base ad una decisione anche piccola... ma tua, non pilotata da chissà quale regista esterno. Persino il colore dello smalto: niente deve mai essere lasciato al caso perché sì, l'angolo a cui girare potrebbe essere proprio questo, o quest'altro, o quest'altro ancora.
E guai a perderselo, guai a perdersi l'attimo.
Avevo vent'anni e quella era la mia bizzarra teoria filosofica sull'esistenza. Era il 5 ottobre 2011, un mercoledì, quando tutto cambiò. Prima lezione del primo semestre del primo anno. Algebra 1: La teoria degli insiemi. Me lo ricordo ancora, come se fosse ieri.
Presi posto accanto al ragazzo più carino dell'aula: una bellezza appariscente e quasi oggettiva, dalle proporzioni perfette calcolabili persino ad occhio nudo. Perché l'avevo fatto? Semplice: venivo da un anno piatto, noioso sotto ogni punto di vista.
Dopo un brillante diploma a due zeri, avevo deciso di prendere una pausa dalla scuola.. Avevo riposato la mente, d'accordo, ma la mia vita sociale- a parte quella mediocremente attiva con i miei 247 amici di Facebook -aveva subito un forte calo. Mi serviva una scossa, un po' di vento caldo e sabbioso del Sud.
Strinsi la mano abbronzata del ragazzo.
«Sono Dafne!» dissi, sorridendo nella mia maniera gentile e solare.
«Andrea!» rispose, bisbigliando.
Riuscì a ricambiare il sorriso prima che la piccola aula si riempisse delle poche matricole del corso e che la voce del professore iniziasse a presentare il programma del semestre.
Avrei ricordato quella lezione per sempre: parole come insieme, elemento, sottoinsieme, filtro, ultrafiltro mi entrarono immediatamente in testa, imprimendosi nel mio cervello. Ma ci pensò qualcos'altro a rendere incancellabili le mie prime due ore da universitaria. Qualcosa che, per una minuscola frazione di secondo, mi fece pensare: e se il Fato esistesse?
«Quasi dimenticavo. Qualcuno di voi ha visto il film "The Social Network" o ha letto il libro da cui è tratto?» chiesce l'insegnante, accarezzando la sua folta barba nera, leggermente venata di grigio.
«Libro e film!».
Doveva essere solo la mia vocina da usignolo, accompagnata dal tintinnio dei braccialetti che portavo alla mano destra, appena alzata per far notare al professore che la risposta veniva da me... eppure, ne sentii un'eco maschile. Che proveniva esattamente da Andrea.
Risi, stupita.
«Solo voi due? Benissimo. Ho una proposta per voi: la nostra Università è stata sorteggiata come unica e sola in Italia ad inviare in California due matricole di Matematica, per un progetto su Facebook. Una sorta di documentario, niente di ben definito, comunque... Si tratta di qualche mese e, al ritorno, avrete degli appelli speciali per recuperare i primi esami. Ci state?».
«A spese nostre, dell'Università... o di questo fantomatico progetto?» chiese il mio vicino di banco.
«Interamente a spese di Facebook! Viaggio, vitto, alloggio... tutto! Quindi... siete d'accordo o ci sono problemi?».
Problemi? Quel tizio sconosciuto mi stava offrendo un soggiorno gratis nella terra più bella del mondo ed io... dovevo avere problemi?!
Nella mia testa c'era solo una parola, ormai.
California.
***
Un cupcake?
Dafne è quello che vorrei essere, quello che spero di riuscire a diventare.
Inizierò anche io la facoltà di Matematica dopo un lungo periodo di pausa.
So che le cose non potranno mai svolgersi allo stesso modo, ma voglio almeno provare a raggiungere lo stesso traguardo della mia affascinante protagonista.
Questa fanfiction l'ho sognata... ed ho una voglia matta di scriverla.
Muoio dalla voglia di conoscere i vostri commenti perciò, se non vi secca, leggete e recensite.
Anche negativamente.
Ad ogni modo, per ora conto di rimanere sul verde/giallo per i primi capitoli e di sfociare nell'arancione ben calcato più in là.
Avviserò prima di ogni capitolo nel caso di contenuti più "delicati".
Grazie per l'attenzione, se potessi v'offrirei un dolcetto fatto in casa.
-D o n n i e; come Donnie Darko. <3