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Autore: _piccy_    01/06/2011    2 recensioni
Just Smile.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mige Amour, Ville Valo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Smile

AUTRICE:  _piccy_
BETA:  Me stessa e Open Office XD
COPPIA:  VillexMigé
DEDICA:  Alla mia Tess per il successo dei suoi esami <3 E non dire che non è ancora certo niente o ti picchio XD
RINGRAZIAMENTI:  Un grazie particolare va a Ville e Migè che, a loro insaputa, si sottopongono a tutto questo. XD Spero non me ne abbiano, ma li trovo assolutamente perfetti insieme <3
DESCLAIMERS:  Indi per cui, loro non sono miei *sigh* ma proprietà di loro stessi. Scrivere per me è solo un divertimento, ahimè non me ne viene in tasca niente. Solo tanta felicità quando vedo una mia bambina venire apprezzata. Ovviamente se il fatto che tratti una relazione UomoxUomo vi da fastidio, in alto a sinistra c'è una freccina tanto carina che vi farà tornare alla pagina precedente.
PICCOLA PREMESSA: Siamo in un luogo e in un tempo incerto, non esistono gli HIM, V e M sono solo due semplici ragazzi alle prese con loro stessi. Colonna sonora è Smile, di Charlie Chaplin. Prima di leggerla io la metterei di sottofondo. Dopotutto lei è nata così.

 

 

 

 

 

 

 

Anche se una lacrima sta per scendere, è quello il momento in cui devi continuare a provare. Sorridi, a che serve piangere?”

Dimmi Migè, quante volte mi hai ripetuto questa frase, in tutti questi anni?

Ho perso il conto.

Ho perso il conto di quante volte è stata la tua spalla a farmi da cuscino, a nascondere i miei occhi gonfi e rossi per le troppe lacrime che ancora continuavo a versare.

Ho perso il conto di quante volte mi sono ritrovato fra le tue braccia, in lacrime, senza ricordare come c'ero finito, ma non per questo pentito.

Ho perso il conto di quante volte quelle stesse braccia mi hanno stretto fino a farmi male, a farmi bene, mentre tu ti prendevi cura di me. In ogni modo conosciuto.

Ho perso il conto di quante volte sono stato seduto davanti alla porta di casa tua, le braccia ad abbracciare le ginocchia, mentre aspettavo che tu ricevessi quel silenzioso segnale e venissi ad aprirmi.

Ho perso il conto di quante volte mi sono detto che ce la potevo fare, che sarei riuscito a sopravvivere anche senza di te. Perché non sai mai cosa può riservarti il destino.

Ho perso il conto di quante volte dopo certi pensieri mi facevo del male, come se quello potesse estirpare quello che provavo, come a soffocare un dolore più grande.

Ho perso il conto di quante volte sono fuggito dalla finestra, come una squallida puttana, senza pensare a quanto tu saresti stato male non trovandomi – di nuovo – lì.

Ho perso il conto di quante volte avrei voluto prenderti a schiaffi, perché no anche a pugni, per vedere se quel dannato sorriso era reale o ti era stato cucito addosso.

Perché tutto ciò che io maggiormente ricordo di te, di noi, sono i tuoi sorrisi, reali, sinceri, pieni di calore pronto ad avvolgermi.

Perché tu sei sempre stato così, mai una lacrima, mai una crepa a rovinare quel sorriso che avrebbe fatto innamorare anche il più freddo degli uomini. Che ha fatto innamorare me.

Quel sorriso per cui avrei fatto di tutto, pur di preservarlo.

E che ora mi fa straparlare, come vedi. Non so neanche più cosa sto scrivendo, non so neanche più perché ti sto scrivendo.

Forse per dirti ciò che a parole ho sempre fatto fatica a comunicare, preferendo i fatti. Quelli era impossibile mal interpretarli.

Ma oggi, dopo tutti questi anni insieme, è giusto che tu sappia che ho capito.

Anche se il cuore fa così male che te lo strapperesti dal petto, anche se il cielo è coperto di nuvole, anche quando sei sopraffatto dal dolore e dalla paura, anche se vorresti mandare tutto a puttane ed urlare al mondo tutto il tuo dolore, anche se ti sembra che nulla andrà più nel verso giusto, la vita vale la pena essere vissuta.

Basta solo che tu sorrida.

   
 
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