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Autore: rospina    02/06/2011    4 recensioni
e se Flor arrivasse all'ambasciata di santa Juliana e si incontrasse con Nini? beh non voglio aggiungere altro, spero che leggiate e mi facciate sapere cosa ne pensate
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nicolas era steso a terra privo di sensi. L’ambasciatore si chinò di lui. per la prima volta notò i lineamenti del giovane, così uguali a quelli di Ninì, che quasi gli provocarono un tuffo al cuore. Chiamò Vicky e le disse di chiamare un medico. In preda al panico la ragazza disparve, mentre nella sala era entrata Delfina che con la sua voce stridula gridò:

“Vita mia, che succede?”

Federico guardava impietrito l’autista steso a terra e Flor gli si avventò contro:

“Cosa le prende Don Freezer! Lei è pazzo! Cosa le è saltato in mente?”

Il biondo, parve non aver udito Delfina e rispose a Flor guardandola dritto negli occhi:

“Questo è il ringraziamento perché volevo salvarti dall’ambasciatore”

Per la prima volta in vita sua Flor rimase senza parole. Tutto il suo parlare si fermò in gola. Lui la stava salvando? Voleva proteggerla? Sentì l’amore traboccarle il cuore, ma Tomas ringhiò contro l’uomo:

“Chi dovresti difendere tu? Mi pare che Ninì si sappia difendere benissimo da sola! E poi non è da me che dovresti difenderla, e se non mi sbaglio hai gia una fidanzata da proteggere”

Era stato chiaro e conciso. Aveva colpito nel segno. Parker aveva ragione, lui aveva Delfina, eppure sentiva di amare Nina Gomes.

“Vita mia non rispondi? Ha ragione, io sono la tua fidanzata!” Delfina parlava sibillina e Federico si passò una mano fra i capelli e se ne andò lasciando tutti così.

Nicolas riprese i sensi, l’ambasciatore lo aiutò a sollevarsi e gli disse:

“Sta arrivando il medico!”

“NO!”

“Ma Nicolas, tu stai male” il suo volto era rosso, e dove era atterrato il pugno era già viola

“No grazie ci penserà Viky o Ninì a me!”

E in quell’istante Viky con i suoi capelli arruffati tornò nel gran salone dell’ambasciata. Aiutò Nicolas a rialzarsi e lo portò nella stanzetta.

Federico in silenzio osservava la scena, non sapeva cosa dire, non gli era mai capitato in vita di fare una cosa del genere. Mai gli era accaduto di perdere il controllo in questo modo. Guardava Ninì-Flor e sentì il cuore e la rabbia placarsi. Delfina le gironzolò intorno dicendo nuovamente:

“Vita mia! Quella cardo ti fa fare cose mai viste prima, vieni con me”

Lui non voleva seguirla, ma lo fece. Ogni volta che provava ad esternare i suoi sentimenti qualcosa in lui gli diceva che era sbagliato, credeva che fosse giusto reprimere tutto ciò che la sua anima provava.

Flor lo vide allontanarsi. Ormai non capiva più nulla! Lui la voleva difendere, ma non appena gli chiedeva spiegazioni lui scappava. Lui faceva sempre così. Tant’è che non riusciva neppure  a guardarla negli occhi. In quell’istante si sentì morire. Il suo principe non l’amava.

Celina era in preda ad una crisi di nervi. Lanciò un vaso addosso alla porta rosa, quando questa si aprì e comparve Victor:

“Sorellina che ti prende?” sorrise, col suo solito ghigno scanzonato

“Tomas mi ha lasciata per quell’insulsa!”

Il giovane rimase per un attimo in silenzio e poi rispose:

“Non è colpa mia sorellina se tu non riesci neppure a tenerti un uomo!”

“E tu allora’ che non riesci neppure a conquistare una nullità”

“Non parlare così di Ninì!” rispose secco, ma questa volta il suo cuore non provò un moto di rabbia verso la sorella. Senza capirne la ragione le venne in mente Liz. Così bella e sicura di sé. Così elegante nei modi. Sempre al posto giusto al momento giusto. Era l’opposto di Ninì. Voleva bene a Ninì, ma Liz era davvero un’altra cosa. Pensò ai suoi occhi e al suo sorriso. Mentre sua sorella sbraitava lui pensava a tutt’altro. E così la lasciò sola in preda al panico, ma lei con un ultimo urlo isterico intimò:

“Scopri tutto ma proprio tutto, su quella miserabile di Ninì”.

Finalmente non la sento più, pensò il giovane che si scontrò con Liz Balti che stava per raggiungere la sua stanza:

“Mia avvocatessa …”

Ma lei lo ignorò. E lui la seguì:

“perché mi eviti? Ti ho fatto qualcosa?”

“No, ma sono in ritardo, devo preparare le valige”

Un tuffo al cuore, e chiese:

“Le valige? Perché?”

“Me ne vado” rispose lei secca

Ed ecco che nuovamente il cuore di Victor ebbe nuovi sussulti. Tutto in lei le piaceva, e non sapeva neppure spiegarsi quando questo fosse avvenuto, visto che inizialmente credeva che lei fossi davvero un’arpia. Lasciarla andare via così? Senza fare nulla?

“Resta!” disse d’impulso

Liz lo guardò negli occhi, compiaciuta. Lui le stava chiedendo di restare, ma non del tutto vinta chiese:

“Perché?”

Cosa rispondere? Non lo sapeva. Sapeva però che non voleva vederla partire. In quell’istante passò accanto a loro Ninì-Flor, lui non la degnò di uno sguardo, ma si ricordò delle parole della sorella:

“Scusami Liz, riprendiamo il discorso più tardi” e suguì Flor.

Liz nel vedere la scena rimase persuasa più che mai a lasciare quella ambasciata.

Flor era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse che Victor la stava seguendo. Entrò in casa e ad attenderla c’era la vera Ninì. Victor, proprio come liz la sera precedente non poté credere ai suoi occhi. C’erano due Ninì.

Identiche.

La sua mente si svuotò.

Per mesi aveva sognato di raggiungere il potere. Usurpare il posto di Tomas all’ambasciata e nel cuore di Ninì. Avere soldi ed essere temuto. Era quello che aveva sempre sognato. Spinse la porta e le trovò una di fronte all’altra che dallo shock non riuscirono a dire una sola parola. Dietro di lui entrò anche Liz. L’unica che mantenne la calma e disse:

“Victor che ci fai qui?”

“IO? Loro due piuttosto! È uno scherzo?”

“No!” fu Ninì a rispondere, e lentamente raccontò tutta la storia senza tralasciare nulla, intercalando qua e là qualche “scusa”, “perdonami”.

Sconvolto lasciò la dependance. Liz gli fu dietro e lo udì dire:

“Se lo sapesse Celina!”

“Hai intenzione di dirglielo?” chiese la giovane avvocatessa

“io, non so …”

“Farei qualunque cosa per farti tacere!”

“Davvero?”

Lei annui, e senza esitazioni le disse:

“resta! Non andartene”

Quella richiesta fece avvampare la giovane, il suo cuore iniziò a battere violentemente e sentì le gambe diventarle molli, cercò di non far trasparire le sue emozioni e chiese ancora una volta:

“Perché?”

Perché? Se lo chiese anche lui, ma poi sulle labbra gli nacquero le parole che mai avrebbe creduto di dire in tutta la sua vita:

“resta, perché ho capito che posso essere un uomo diverso, che voglio essere un uomo diverso, e voglio che tu mi dia la possibilità di poterti dimostrare che voglio cambiare, che sono cambiato, perché per la prima volta in tutta la mia vita sento il mio cuore battere sul serio, non sapevo cosa potesse essere l’amore, e forse, anzi sono certo che potresti essere tu! Non voglio più nulla di quello che volevo prima, voglio solo te, poter stare con te ogni istante, in due parole Ti amo!”

Rimase senza parole. Lui l’amava, e guardandolo negli occhi capiva che era sincero. Lui si avvicinò a lei, le carezzò i corti capelli neri, e le tolse gli occhiali, solo in quel momento poggiò le sue labbra su quelle di lei per baciarla teneramente. Finalmente amava. Felice di amare quella ragazza che le pareva piovuta dal cielo.

Federico e Delfina seduti nel salotto stavano nuovamente litigando, ultimante non facevano altro. La freddezza di lui e la falsità di lei rendevano il rapporto logoro e stanco. Federico voleva solo poter scappare da quella femme fatale , ma non ne aveva il coraggio.

Era un codardo e lo sapeva.

Ma non poteva lasciare la sua fidanzata, dopotutto lei lo amava e lui non aveva il coraggio di farla soffrire. Lei stanza della lite, se ne andò dicendo:

“Vado a dormire”

“Notte Delfina” rispose lui afono.

Triste guardava nel vuoto. Quando il suo sole entrò in quella stanza. Flor. E la chiamò:

“Flor” lei si voltò lui l’aveva chiamata per nome e gli disse:

“Come mi hai chiamata?”

“Scusa Ninì, parlavo a voce alta”

“Non scusarti, io … io …” fu sul ciglio di dire tutta la verità ma stette zitta

“Ninì, io devo chiederti una cosa … sei innamorata dell’ambasciatore?”

Lei lo guardò e rispose con un’altra domanda:

“Perché mi fa questa domanda? E poi perché oggi ha cercato di picchiare Tomas?”

“Vuoi sapere la verità?” la prese per un braccio e si avvicinò a lei, occhi negli occhi, il suo respiro affannato era sulle labbra di lei e in un fiato disse “la verità è che sono geloso! Geloso marcio, odio quando qualcuno si avvicina a te!”

Dapprima il volto di Flor era corrucciato ma al sentir quelle parole si distese e disse:

“Sai cosa vuol dire essere gelosi? Vuol dire che si tiene in modo particolare ad un’altra persona …”

“So benissimo cosa vuol dire” e lui sapeva perché era geloso della ragazza.

L’amava.

Il suo cuore era un continuo palpitare. Era pazzo d’amore. Amore per quella creatura che le stava di fronte.

“Allora? Cosa vuole da me? Se non ha altro da dirmi mi lasci, io me ne vado”

“Ami Tomas Parker?”

“Perché vuoi saperlo?”

“Perché io ti amo!”

Non sapeva di avere tutto quel coraggio, ma finalmente si sbloccò e la baciò, e ci furono tanti baci, mille baci d’amore e all’unisono si sussurravano “ti amo”. Tutte le fatine di Flor illuminavano la stanza con le luci colorate. Era pazza di gioia, forse aveva trovato la casa dove piantare la sua noce, aveva trovato il suo principe azzurro.

Poco distante, dalla porta dell’ambasciata Tomas Parker stava osservando la scena. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, e ogni istante che passava si sentiva morire.

 

 

 

   
 
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