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Autore: charly800    02/06/2011    1 recensioni
Una bambina malata di tubercolosi, un fratello fin troppo protettivo, una sorella non troppo femminile, un padre rimasto vedovo, i figli di un ricco imprenditore, due soldati, una bionda dal sorriso ammaliante e una cameriera timida s'incontreranno per far nascere i più grandi scandali dell'800.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Prima di cominciare vorrei dire 3 cose:
1. le coppie che verranno presentate in questo capitolo saranno distrutte con il procedere della fic per costituirne delle altre, la maggior parte yaoi.
2. Il capitolo è diviso in tre parti per renderlo meno pesante e per permettermi di descrivere meglio i personaggi.
3. i personaggi sono:
Lili (liechtenstein), Vash (Svizzera), Elizaveta (Ungheria), Roderich (Austria),
Romano (Sud Italia), Feliciano (Nord Italia), Beatrix (Belgio), Antonio (Spagna),
Ludwig (Germania), Katilina (Ucraina), Arthur (Inghilterra)




Strade che s’incontrano per commettere un delitto


1. Feliciano e la piccola.

Erano le ore tre di un pomeriggio soleggiato e caldo e nei dintorni di Madrid si respirava un’aria frizzantina e il profumo dei fiori veniva trasportato da un debole venticello.
In un prato una bambina correva verso un ragazzo seduto su una panchina che le sorrideva amabilmente. Era una ragazzina di non più di otto anni, bassina, magrolina, con due grandi occhi verdi che colpivano per la loro brillantezza, e una pelle chiarissima.
<< Signor Feliciano! Signor Feliciano!  >>
Chiamava correndo verso quel ragazzo di circa vent’anni dai capelli corti e rossastri vestito con abiti raffinati dal colore azzurrino. Feliciano, figlio di un noto imprenditore, aspettava Lili ogni giorno alla stessa ora in un noto parco nei pressi di Madrid. I due si erano conosciuti poco tempo prima, per caso, e la ragazzina si era subito invaghita di lui.
<< Signor Feliciano! È venuto anche oggi, che bello! >>
<< Certo che sono venuto, cosa ti va di fare oggi? >> Le chiese, quella volta come ad ogni incontro d'altronde, poi la invitò a sedersi al suo fianco senza smettere di sorriderle, le faceva una tale tenerezza.
<< Voglio disegnare! >> Lili adorava disegnare. Nella villa in cui abitava passava ore a disegnare con scarso successo stesa sull’erba.
<< Bene, ti aiuto. .>>
La piccola, stretta nel suo vestitino bianco, prese un album e, aiutata dal giovane, cominciò a tracciare delle linee su un foglio. Riuscì a disegnare appena due linee perché una forte tosse la scosse e fu costretta a piegarsi su sé stessa in preda ad atroci dolori al torace.
<<  Lili! E’ tutto a posto? >> Non era la prima volta che Feliciano vedeva la povera biondina contorcersi in quel modo e la cosa lo preoccupava non poco.
<< Sì, certo. >> Disse appena si fu ripresa. << Lei è sempre tanto carino a preoccuparsi per me.  >> Lui le sorrise e la bambina ricominciò a parlare. << Noi ci sposeremo un giorno, vero? >> Era una domanda che faceva sempre al ragazzo e quello, ridendo, le rispondeva sempre dolcemente. <<  Non possiamo, piccola. >> E lei miagolava sempre un << Oh. >> delusa.
<> Un ragazzo biondo incredibilmente somigliante alla ragazzina seduta, fece capolino dall’orizzonte . Abbagliato dal sole di maggio strizzava gli occhi e, sventolando un fazzoletto bianco ricamato, chiamava la sua amata sorellina. <<  Lili, non dovresti uscire di casa, lo sai e soprattutto non dovresti muoverti mai senza il tuo fazzoletto.  >> << Lo so, scusami l’ho dimenticato. >> La bambina venne strattonata dal fratello che la costrinse a scendere dalla panchina e a camminare verso la villa. << Vash, fratello, te ne prego lasciami rimanere con il signor Feliciano. >> << Ti ho già detto che con quei tipi tu non ci devi stare, c’è già nostra sorella che pensa a questo.  >> Il ragazzo le sussurrò nelle orecchie quelle parole velenose ma Lili sembrò non volerlo ascoltare. << Signor Feliciano, ci vedremo domani spero. >> Urlò in direzione del ragazzo mentre veniva trascinata via. Lui le fece cenno di sì con la testa. Aveva ancora in mano l’album e i carboncini della bimba e continuava a rigirarseli tra le mani non sapendo cosa farci, sul momento decise che più tardi sarebbe passato a casa di Lili per restituirglieli.
Feliciano era un ventenne sempre sorridente che vestiva con abiti fatti su misura per lui, a volte aveva un atteggiamento un po’ infantile, forse era proprio questo il motivo per cui era riuscito a diventare amico della piccola; tuttavia a volte riusciva anche a comportarsi da persona matura, ma succedeva solo in poche occasioni, così poche da poterle contare sulle dita di una mano.

2. Riunione di famiglia.

Vash e Lili stavano seduti ad un tavolo di ciliegio in salotto dove loro padre si esercitava al piano con musiche che facevano da sottofondo alle letture dei due ragazzi.
<< Padre, guarda, ti ho fatto un disegno questa mattina! >> La piccola si avvicinò all’uomo seduto accanto al pianoforte che la guardava con occhi pieni d’amore e di tristezza. Quello prese il foglietto stropicciato che la sua figlioletta le porgeva e lo guardò sorridendo debolmente. <<  È bellissimo, Lili. >> << Avanti sorellina, adesso siediti e leggi. >> Vash era veramente legato a sua sorella. Quando Roderich era fuori per concerti o viaggi era lui il primo ad offrirsi di badare alla piccola in ogni singolo momento della giornata.
<< Padre! Sei qui? >> La voce di una giovane donna attraversò le grosse porte in legno pregiato e poco dopo anche il corpo da cui proveniva fece il suo ingresso nella stanza. << Eccoti, ti ho cercato. Volevo avvertirti che ho invitato Romano a cena, non ti dispiace vero? >> Parlava una ragazza alta, snella, bella, con dei lunghi capelli castani ondulati che aveva abbellito con una rosa rossa raccolta in giardino. << Dovresti saperlo, Elizaveta, a me non può che far piacere. >> << A me non fa piacere invece, quel tipo, io non lo sopporto proprio. >> commentò il fratello intento ad osservare in un libro le figure di armi da fuoco di nuova generazione. << Fai silenzio, quello che tu chiami tizio è l’uomo che amo e che sposerò.  >> Elizaveta era sempre stata un maschiaccio ma a vederla vestita così, con un lungo abito d’un leggero color lavanda tutti pensarono che anche finalmente si fosse decisa a mostrare al mondo quanto fosse femminile. << è l’uomo che amo e che sposerò… >> La scimmiottò il giovane. << dovresti portare più rispetto per la tua sorella maggiore. >> << Io non porto rispetto a chi fa scelte tanto stupide. >> Roderich stava per fermare i due che battibeccavano quando la piccola Lili, seduta nella sedia, cominciò a tossire e tutti si girarono a guardare lei. La bambina continuò a tossire per almeno due minuti tenendosi un fazzoletto davanti alla bocca, fazzoletto che da bianco piano piano si macchiò di rosso. Tutti si avvicinarono a Lili, avevano un’aria preoccupata e triste perché tra le mura di quella casa ormai si sapeva che la bambina non sarebbe vissuta a lungo perché malata di tubercolosi come lo era stata anche la povera madre ormai deceduta. << Dammi piccola. >> Quando smise di tossire il padre le prese delicatamente dalle mani il fazzoletto poi andò verso il pianoforte e prese una campanella crisoelefantina e la agitò.
<< Sorellina, è tutto a posto?  >>
<< Sì, fratellone.  >> La bambina sorrise mentre la sorella maggiore le accarezzava i capelli biondi e le porte si aprivano lentamente cigolando.
<< Katilina, per favore, lava questo e portamene uno pulito. >> Katilina era una delle domestiche di casa Eldestein ed era l’unica dei servitori a sapere che la piccola figlia del suo padrone era gravemente ammalata.
<< Subito, signore. >>
La domestica era una ragazza giunonica, alta, dai capelli corti e biondi, quasi cinerei; aveva un forte accento russo e veniva dall’Ucraina. Probabilmente Roderich l’aveva assunta perché riusciva a fare le faccende di casa in pochissimo tempo e in maniera ineccepibile, per non parlare del fatto che accettava di lavorare ad uno stipendio da fame.
La donna uscì dalla stanza facendo un leggero inchino di cortesia ai presenti.
<< Sei stanca, Lili? >>
<< Un po’, sorellona. >>
<< Vash, portala nella sua camera e mettila a letto. >> disse il padre preoccupato.
<< Va bene, padre. >> Vash prese per mano la bambina e mentre stavano uscendo Katilina consegnò loro un fazzoletto pulito per poi scomparire dietro la porta insieme ai due ragazzini.
<< Povera la mia sorellina… >> Roderich sospirò affranto ma non disse nulla.

3. Cena con ospiti a sorpresa.

Diverse ore più tardi, all’imbrunire, arrivarono Romano e Feliciano annunciati dalla domestica.
A vederli insieme i due sembravano gemelli ma osservandoli attentamente si potevano cogliere delle sottili differenze come la diversità del colore dei loro occhi e dei loro capelli ma quella più evidente era forse la differenza di carattere. Romano era sempre imbronciato, tranne quando stava con la sua promessa sposa allora si permetteva il lusso di rilassare i lineamenti del suo viso e a volte stendere le labbra in un sorriso, mentre Feliciano era sempre sorridente e allegro.
<< Romano! >> Eliza non tardò a gettare le braccia al collo del giovane. Lui sorrise debolmente e l’abbracciò, le voleva bene, forse questo era vero, ma si vedeva lontano un miglio che c’era qualcosa di strano: avevano l’aspetto di due fidanzatini ma di sicuro non ne avevano l’essenza. Negli occhi del giovane italiano non c’era, infatti, quella luce di profonda adorazione, e di profondo amore per la sua Elizaveta.
<< Buongiorno, tesoro. >> << Buongiorno, signorina Elizaveta, dov’è la sua sorellina? >> Feliciano tutto sorridente teneva tra le mani l’album e il carboncino della piccola Lili. << Buongiorno, Feliciano, mia sorella sta ancora dormendo, quando però sarà ora di sederci a tavola la vedrà al suo fianco, glielo assicuro. >> << Veh, perfetto! >> << Feliciano ti ho sempre detto di non fare quel verso. >> Elizaveta rise, quei due stavano spesso a litigare e a punzecchiarsi.
Andarono spediti nel salottino aspettando che Katilina venisse a chiamarli e sorseggiando bevande dalla bassa gradazione alcolica. Chiacchierarono del più e del meno interrompendosi talvolta ad ascoltare Roderich che suonava al piano superiore, ma la loro conversazione venne interrotta anche dal rumore di un’automobile che si avvicinava alla villa.
<< Eliza, aspettavamo qualcun altro? >> Vash era entrato correndo e spalancando le porte della stanza urlando.
<< No, non direi. .>> Si affacciarono tutti alla finestra in tempo per vedere uscire dalla macchina due uomini vestiti in tenuta da militare scendere dall’automobile. Entrambi erano alti e dal fisico scolpito ma uno aveva i capelli ondulati, disordinati e castani, era abbronzato e aveva due occhi verdi lucenti mentre l’altro era biondo, aveva la pelle chiara, occhi azzurri e un aspetto fiero e composto.
<< Oh, ma non sono Antonio e Ludwig? >> Antonio e Ludwig, come tutto faceva supporre, erano due soldati che almeno per due mesi non sarebbero stati in servizio. Erano amici di Feliciano e Romano, Elizaveta invece li aveva conosciuti qualche settimana prima quando il suo fidanzato l’aveva portata a casa di uno di loro a Madrid.
<< Sì, sono loro. >> Disse con un’aria scocciata Romano seguendo gli altri che si precipitavano ad accogliere i nuovi arrivati.
<< Buongiorno!  >> Urlò la ragazza spalancando il portone d’ingresso e trovandosi i due ragazzi ad un palmo dal naso. << Ragazzi, che piacere incontrarvi di nuovo. >> Magari Antonio poteva non sembrare un gentiluomo però era amato per la sua espansività e per la sua solarità. << Antonio, per favore. >> << che ho fatto Ludwig? >> Il biondo scosse la testa mentre Antonio posò lo sguardo sui fratellini italiani. << Ma buongiorno, siete qui anche voi? >> Fu allora che gli occhi di Romano cominciarono ad accendersi di una strana luce che nessuno però, parve notare. << Se ci vedi vuol dire che siamo qui. >> << Sei acido come sempre. >> << Veh, che bello rivedervi! >> << Avrete tante cose da raccontare e mio fratello muore dalla voglia di chiedervi delle vostre armi, perché non restate a cena da noi? >> << Non è vero…io volevo vederle, so già come sono fatte. >> Tutti risero e si riaccomodarono nel salottino dove poco dopo fece il suo ingresso anche Roderich.
Katilina li chiamò per la cena solo mezz’ora dopo e, mentre attraversavano il lungo corridoio che portava alla sala da pranzo, sentirono Lili tossire. La sua stanza era collocata al piano superiore ma il suo tossire era così forte da poterlo udire in ogni parte di quella grande villa.
<< Questa bambina tossisce sempre, è fastidiosa. >> Commentò Romano che camminava a passo svelto accanto ad Antonio intanto che la sua fidanzata era andata a parlare con il padre. << Non dire così, Romano. La piccola sta male. >> <<  è da mesi che sta male, vuoi dirmi che razza di tosse è una tosse che dura da mesi? >> Antonio si zittì incapace di rispondere al ragazzo, a questo però pensò Feliciano. << Andiamo, fratello, esistono malattie che comportano una così lunga durata. >> << Credo che tuo fratello abbia ragione. >> S’intromise Ludwig che camminava proprio dietro i tre al fianco di Vash che guardava con ammirazione la pistola che il tedesco teneva ben allacciata alla cintura e racchiusa in un fodero di cuoio. << Fate silenzio, state solo dicendo sciocchezze. >> Com’era prevedibile nessuno riuscì a far cambiare idea al ragazzo.
Appena entrarono nella sala da pranzo trovarono la cena servita nel miglior servizio di piatti della casa. Dopo un attimo di stupore tutti posarono lo sguardo su Katilina che oltre a Lili aveva accompagnato in stanza anche una ragazza bionda e alta con un sorriso radioso.
<< Beatrix, mia adorata, perché sei qui? >> Beatrix era una ragazza belga, promessa sposa di Antonio. Era una giovane pacifica ed estremamente bella, il suo carattere solare ma mite aveva attirato molti uomini, quasi tutti ,però, erano stati respinti al primo sguardo. << L’ho invitata io, ho sentito che alloggiava nella villa qui affianco e ne ho approfittato sapendo che vi avrebbe fatto piacere. >> << Ottima idea papà. >> Elizaveta corse subito da quella che ormai da tempo era diventata una delle sue più care amiche e la abbracciò contenta per poi dare un affettuoso bacetto sulla fronte alla sua sorellina.
La cena passò velocemente tra risate e racconti di guerra, tra cibo e vino pregiati. Quando tutti ebbero finito di mangiare Roderich li invitò a rimanere a dormire nella villa, ma non tutti accettarono: Antonio e Ludwig dissero di essere già stati invitati dal colonnello Kirkland la cui casa era a pochi chilometri da quella villa, Beatrix sarebbe voluta rimanere ma il padre le aveva raccomandato di non tornare a casa troppo tardi, Feliciano e Romano invece accettarono contenti come contente sembravano anche Elizaveta e Lili che ne approfittarono per stare più tempo con i loro amati.
<< Bene, Katilina, fa preparare le camere per i nostri ospiti. >>
<< Sì, signore. >>
Quando tutte le camere furono pronte e il resto degli ospiti tornato alle proprie abitazioni, Vash portò la sorellina a dormire, Elizaveta mise il broncio perché il padre non le aveva concesso di dormire con il suo fidanzato mentre Romano sembrava anche più rilassato di sempre, Feliciano invece seguì Vash e Lili in modo da poter raccontare alla piccola la favola della buona notte come gli era stato chiesto, per ultimo Roderich comunicò che sarebbe rimasto per buona parte della notte a provare nella sala da musica al piano superiore per un concerto importantissimo.
Era la notte tra il 28 e il 29 maggio del 1890 e tutto sembrava tranquillo e normale, nessuno sapeva che in quei giorni si sarebbero avuti i peggiori scandali dell’epoca e che i giornali saprebbero impazziti per questo ricordando ciò che sarebbe accaduto per almeno dieci anni.
  
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