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Autore: Jurime    03/06/2011    1 recensioni
I segreti: c'è chi riesce a nasconderli, chi fallisce.
C'è chi riesce a sorridere con il cuore a pezzi, chi piange in solitudine.
C'è chi si allontana per amore, chi invece si avvicina maggiormente.
E poi c'è l'intruso, colui che a volte riesce a far congiungere due cuori titubanti.
[ UkUs/UsUk ]
[ Vari accenni alla Fracia*Giovanna D'Arco ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bonjour! ( Oddio sto parlando in francese? D: ) direi che... Vi presento un'altra fanfic randomica! Si presenta in modo triste, ma avrà modo di essere un poco più allegra y_y nei prossimi capitoli però! Saranno tre, ed in ognuno ci sarà il vinofilo cofcofpurtroppocofcof.
Bhe, non voglio spoilerare nulla, quindi... Buona lettura~!

P.S. dato che all'inizio non lo specifico e forse non si capisce molto, Arthur si trova in una di quelle sale dove si svolgono i meeting, e questo è appena concluso.
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La Francia: Un cupido improvvisato.
  il primo turno: tocca ad Inghilterra



Ancora una volta.
Osservai la sua schiena allontanarsi ancora una volta.
Spalle larghe, coperte da quell'orribile bomber in pelle che non si risparmiava mai dall'indossare.
Rimasi seduto davanti ai miei documenti, osservando in silenzio la sua figura uscire dall'aula, sentii la sua voce allegra e squillante salutare meccanicamente, e poi solamente il silenzio dei suoi passi allontanarsi.
Sospirai, riportando lo sguardo distratto sui fogli sotto il mio naso. Noiosissime carte. Inutile lavoro.
Sospirai ancora. Non avevo alcuna voglia di pensare ai profitti, ai redditi, ed a tutte quelle inutili faccende quando il suo ricordo mi vorticava fastidiosamente per la testa.
Sistemai al meglio le carte dentro la ventiquattro ore, portando poi le mani alle tempie, massaggiandole con forza, procurandomi solamente un ulteriore mal di testa che di certo non aiutava la situazione.
Battei il pugno sul tavolo, colmo d'ira, cercando di scaricare la rabbia procurata dall'impotenza di far smettere alla mente di elaborare immagini e ricordi, con sempre il solito soggetto.
Così rimasi in silenzio, immobile, facendomi rapire da quelle scene proiettate senza sosta nei miei occhi, non avendo scelta alcuna. Presto le lacrime si fecero strada sulle mie guancie, finendo a bagnare il lucido tavolo in scuro legno laccato con la cera.
Mi passai esasperato una mano fra i capelli, diamine, non potevo sentirmi così ogni dannata volta che il suo volto sorridente mi si mostrava davanti, non si poteva portar dolore per un avvenimento accaduto secoli prima, si deve dimenticare, si deve perdonare... Ma come? Come potevo riuscirci? Io... Che gli avevo donato tutto, tutto...
Appoggiai la fronte sul tavolo, singhiozzando silenziosamente, chiedendomi per l'ennesima volta: — Perché? — Ma solo una gran confusione mi si insinuò nella mente, facendomi rischiare la pazzia.
« Angleterre, sei ancora qua? »
Quella voce... Francia non era ancora andato via?!
Alzai di scatto il volto, volendomi accertare della sua presenza. Dannazione, come avevo fatto a dimenticarmene?!
Mi passai velocemente la manica della divisa sugli occhi, volendo cancellare le lacrime. Oh God... Che atteggiamento poco di classe.
« Sì. Stavo... Mettendo a posto i miei documenti. »
Spostai lo sguardo sulla valigietta posta sul tavolo accanto a me, evitando gli occhi del francese.
« E com'è che stavi piangendo? »
Assottigliai gli occhi, restando in silenzio per qualche secondo.
« Non stavo piangendo. »
Dissi, abbassando di qualche tono la voce, evitando accuratamente il suo sguardo.
Rise, avvicinandosi a me e, scostando la sedia accanto alla mia, si sedette, puntando i suoi occhi al mio volto ancora umido.
« Cos'é successo? Cherie~ »
Continuai a limitarmi a fissare la valigietta, con il solito sguardo truce, un poco imbronciato.
— Cos'é successo... —
Mi domandai mentalmente, sapendo bene cosa rispondergli:
— È successo che quell'idiota qualche secolo fa mi ha lasciato così su due piedi! Mi ha fatto male... mi ha fatto malissimo! Ho sofferto e continuo come uno stupido a soffrire, perché dannazione non c'é stato giorno in cui non mi sia chiesto in cosa ho sbagliato per farlo fuggire da me! ...Ed ora piango, piango perché anche se non lo vedo più come un fratello vorrei che rimanesse con me, per questo stupido sentimento che porto avanti da fin troppo tempo... —
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che la voce del francese lo spaccasse.
« Ah... l'amour~ »
Mi voltai verso di lui, parecchio incredulo. Aveva sentito ogni mio pensiero?
« What...? »
« Bhe cherie! Il tuo è uno sguardo colmo d'amore! »
Che stava blaterando? Stupido vinofilo... Si metteva a fare pure la chiromante onniveggente?
« Per piacere Francia... Vai a blaterar scempiaggini altrove. »
Detto quello mi alzai, afferrai il manico della ventiquattro ore e mi diressi verso l'uscio. Non avevo alcuna intenzione di perder tempo, e tanto meno di far scoprire i miei sentimenti.
« È un'umana? Un umano? Sai che innamorarsi dei mortali è stupido e rischioso per noi. »
Mi fermai sulla soglia, fissando il pavimento, in silenzio.
« Non è un mortale. »
Risposi, quasi bisbigliandolo, rimanendo nella mia immobile posizione.
« Allora c'é qualcuno! Mhn... Se è una nazione, allora... »
Strinsi i pugni, ricominciando a camminare, uscendo così dall'aula.
« Non c'é nessuno. Fine della discussione. »
Riuscii a compiere solamente qualche passo quando, mettendo la mano libera nella tasca dei pantaloni, mi si gelò il sangue nelle vene. Mi bloccai, frugando inutilmente dentro la tasca, trovando solamente il vuoto. L'avevo persa...
« È lui quindi? »
Mi voltai verso la nazione ancora seduta al tavolo, mentre si gingillava con un pezzo di carta. /Quel/ pezzo di carta. La sua foto... Non sapevo neppure perché continuavo a portarmela dietro, la tenevo sempre in tasca e non la guardavo mai, per non farla vedere a nessun altro. In qualche modo però mi era scivolata dalla tasca senza che me ne accorgessi, finendo a terra, sotto gli occhi del francese.
Cominciai a correre ed arrivato davanti al tavolo con un balzo mi tuffai contro l'uomo biondo, afferrando la mia preziosa fotografia.
Scesi dal tavolo, mi sbattei un paio di volte le mani sui pantaloni, ed uscii nuovamente dalla stanza, bofonchiando un:
« Non significa nulla. »
Difficile crederlo quando, con tale impeto, mi preoccupai tanto per riaverla.
« Oh certo mon chere, tutti teniamo le foto delle nostre ex colonie, che diciamo di odiare, nelle tasche dei pantaloni. »
Ritornai sui miei passi, puntando il dito contro il francese.
« Taci! Tu ti sei innamorato di un'umana! »
Mi fissò per qualche secondo, in silenzio. Forse nominarla non era stata una buona idea...
« Oh Arthúr Arthúr... »
« Non storpiare il mio nome! »
« ...Non ti sto accusando! Amare, per un soggetto come te, non è una brutta cosa! »
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi, fissando il muro accanto a me. C'era riuscito, era riuscito a capire tutto. Dannato, dannato me che mi ostinavo a portar dietro quell'inutile foto in un posto tanto insicuro.
« Stupida foto. »
« Ma chere... Non si tratta della foto. Lo sanno tutti. »
« Tutti? »
« Dal primo all'ultimo. »
« Anche... »
« Bhe di America non so, con lui non ne abbiamo mai parlato, ma penso che tanto idiota non è. »
« Cosa vuol dire: "Con lui non ne abbiamo mai parlato"?! Ne parlate anche?! »
« Oh è il nostro argomento preferito. »
« AH?! »
« Oh insomma, siamo nazioni secolari, millenarie, non sappiamo più di che cosa parlare, non farne un fatto personale. »
« Siete abominevoli. »
« Uhm, no non credo. »
« Oh lasciamo perdere. Me ne torno a casa. »
Mi voltai con tutta l'intenzione di uscire una volta per tutte da quella stanza infernale. Ne avevo avuto abbastanza per quel giorno.
« Non ti importa di sapere cosa prova lui? »
Mi bloccai. No... A quanto pareva non potevo lasciare quell'edificio senza che Francis mi scavasse fino alle viscere, scoprendo ciò che con non poco impegno tentavo di nascondere; fallendo però, da quanto Francia mi diceva.
Ruotai di poco il capo, giusto quel che bastava per fargli vedere almeno una parte del mio profilo.
« So già cosa prova: disgusto, odio, divertimento insano... Ci trova gusto nell'insultarmi e nello schernirmi, e non posso dargli tutti i torti, dopo tutto se mi odia tanto un motivo ci sarà, evidentemente non sono stato un buon fratello per lui. Non ho... Soddisfatto le sue aspettative. L'ho lasciato crescere senza la mia presenza, forse si è sentito abbandonato, anche se ogni quanto mi era possibile mi recavo da lui, probabilmente non bastava... L'amore che gli donavo è diventato sempre più in fretta un bene di cui poteva privarsi. Era grande, /è/ grande. Troppo per restare ancora con me... »
Rimase in silenzio, mentre a volto basso le mie lacrime sgorgarono nuovamente, silenziose, bagnandomi le vesti.
« Dovresti almeno dirglielo, questo che hai detto a me. Ora io lo so, ma non me ne faccio nulla di questi tuoi pensieri, dovresti esporli ad America, solo lui potrebbe farne buon uso. »
« Mi scoppierebbe a ridere in faccia! »
« L'ha già fatto altre volte mi pare. »
« Non si è mai trattato dei miei sentimenti, è diverso. »
« Se non ci provi non potrai mai sapere la sua reazione. »
« Non se ne parla. Conversazione chiusa, archiviata, per sempre. Al prossimo meeting, Francia. »
Detto quello a passo svelto imboccai il corridoio, evitando un qualsiasi altro contatto con la sua voce, il suo viso e similia, arrivando a casa in pochi attimi, sembrò. Quella conversazione mi vorticava furiosamente per la testa, ricreando confusione ed un terribile mal di testa. Forse dovevo dirglielo, dovevo mettere in chiaro la situazione, terminare frasi lasciate in sospeso, spiegare certi stupidi ed avventati gesti che non rientravano in alcun modo nel corretto comportamento di un gentleman, o semplicemente nel mio solito ed apparente carattere...
Era tutto dannatamente difficile...
Ma non potevo rovinarmi l'esistenza sapendo che quell'idiota era a conoscenza dei miei inutili ed insensati sentimenti, senza che mi ricambiasse, cominciando ad ignorarmi ancor più di prima, o ad... evitarmi.
Un gelido brivido mi attraversò la colonna vertebrale, il solo pensiero era un incubo. No... Non potevo dirglielo.




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Ed eccola conclusa~ spero vivamente di non avervi annoiati con questo primo capitolo... D: dato che ho scritto le cose un po' sempre trite e ritrite y_y ma questo è un po' l'introduzione, diciamo... Bhe non proprio! Ahaha xD comunque... u_u questa è la prima volta che muovo il francese e non so se mi è uscito più OC che IC...
Bhe, fatemelo sapere in una recensione! Io accetto di buon grado ogni tipo di recensione, sia positiva che negativa che costruttiva, quindi...
Recensite in tanti~!
Bye~
  
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