CATCH ME
I can't open up my heart without a care
Prologo.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che avevo visto la sua foto? Quanto tempo era passato da quando avevo sentito per l’ultima volta la sua voce? Non quando cantava per me, quello era troppo lontano, ma quando cantava per loro o forse per se stesso… Era passato tanto, troppo tempo. Ma avrei avuto ancora il coraggio di guardarlo in faccia? Con la consapevolezza di avergli mentito per così tanto tempo? Non me lo avrebbe perdonato, come io non avevo perdonato lui. Mi aveva lasciato andare così, non ci teneva a me, ma mi aveva fatto il regalo più grande e più bello che si potesse ricevere e poi me l’aveva portato via. Basta! Non volevo e soprattutto dovevo più pensarci. Che senso aveva? Ormai lui non c’era più. Come al solito mi stavo facendo mille domande inutili, e per ognuna conoscevo la risposta. Dovevo ricominciare la mia vita, far finta, per quanto potesse essere possibile, che lui non sia mai esistito nella mia vita e che tra di noi non ci sia mai stato niente, dovevo ma non volevo. Anche perchè non è che avessi molta scelta... Però le ferite bruciavano soprattutto oggi, erano passati esattamente 8 mesi dall'incidente. Quel giorno avevo finalmente trovato il coraggio di dirgli tutto, era presto lo sapevo però non potevo tenermi tutto dentro e affrontare la cosa da sola, non ce l'avrei mai fatta, ma le cose non andarono come avevo previsto; non andarono proprio.
«Eccomi li fuori ad aspettarlo, cercando le parole giuste per non sembrare troppo banale ma soprattutto per non farlo preoccupare più del dovuto. Non sapevo ancora come dirglielo bene, sapevo solo che dovevo farlo e non potevo aspettare oltre. Non l'avevo avvisato, sarei andata li così d'improvviso, questa era la parte che meno mi convinceva del mio fantastico "piano" però ormai era tardi era le modifiche. Arrivai al semaforo, mi stavo ancora studiando il modo migliore per presentarmi lì, non mi accorsi di niente... Il giorno dopo ero li su un letto d'ospedale con miliardi di tubicini attaccati.»
Non volevo andare oltre. Mi fermai andai alla finestra con gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime. Da quel momento ho smesso di credere nei sogni, ho smesso di sperare, eri stato tu che con la tua macchina mi avevi investito, e non ti eri nemmeno fermato... Sei riuscito a distruggere tutta la mia vita in un solo secondo. Ti odio Nicholas Jerry Jonas. Ti odio più di quanto odio me stessa.