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Autore: Red Fox    03/06/2011    16 recensioni
Misaki correva per i corridoi dell'ospedale, cercando di fare più in fretta possibile. Perché in una stanza bianca e anonima, su di un letto sfatto e grigio, c'era l'amore della sua vita. E lui non gli avrebbe mai permesso di lasciarlo.
-Usagi-san..-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta una vita fa. L'ho trovata nascosta tra immagini e video, non mi ricordavo neanche di averla scritta.. Così l'ho riletta, l'ho aggiustata un pò (ho giusto aggiunto alcuni particolari che non poteva sapere quando l'ho scritta, visto che molte cose non erano ancora successe. Tipo la nascita del figlio di Takahiro, per capirci) e ho deciso di pubblicarla. Non mi piace molto ma mi sono detta: " Tanto l'ho scritta, per lasciarla lì, tanto vale farla leggere a qualcuno." Ed eccomi qui. Spero non vi faccia troppo schifo xD
Ricordo che quando l'ho scritta era fiera del mio lavoro.. Ahah sono proprio cambiata. Adesso, anche se mi mettessi a scrivere la Divina Commedia troverei una scusa per dire che fa schifo.. Bah. Non voglio annoiarvi ancora perciò.. Buona lettura. I personaggi non mi appartengono. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





Suki da yo, Misaki




Misaki si precipitò su per i corridoi dell'ospedale ad una velocità folle, scansando i pazienti e le infermiere all'ultimo secondo. Non ragionava più, sentiva solo l'urgenza di arrivare nella stanza numero 432. Correva, Misaki. Come non aveva mai corso in vita sua. Il fiatone e le lacrime che gli rigavano il viso non gli permettevano di vedere nulla, ma non importava.

Doveva arrivare a tutti i costi in quella stanza. 429, 430, 431, eccola! Aprì la porta di scatto, in un eccesso di violenza, dettato dalla disperazione e dalla paura che provava nel cuore. Il suo sguardo andò dritto alla persona sdraiata nel letto. Non si accorse che il fratello Takahiro era seduto sul divano di fronte al letto insieme alla moglie e al piccolo figlio della giovane coppia. Non notò la presenza del dottore che parlava con il fratello. Non vide neppure che il fratello piangeva e sorrideva. Anche perchè se si fosse accordo del sorriso di lui, sicuramente non avrebbe detto le parole che avrebbe pronunciato di lì a poco. Piangeva, Misaki. Disperatamente. Aveva pianto così solo un'altra volta nella sua vita, quando il fratello gli aveva detto della morte dei suoi genitori. E adesso di nuovo, la vita lo metteva di fronte ad una sfida a cui lui non voleva sottoporsi. "Perchè?" si chiese. “No, no, no” continuava a ripetersi nella mente. -Usagi-san no!- urlò con tutto il fiato che aveva nel corpo. -Ti prego no! Usagi-san non puoi lasciarmi anche tu! No,no,no!- Le lacrime continuavano a cadere, il suo cuore sembrava sul punto di distruggersi in mille pezzi. -Ecco perchè non volevo lasciarmi coinvolgere! Proprio per evitare di soffrire così!Maledetto Usagi, non osare morire! Non te lo perdonerò mai! Usagi-san! NO!- Ormai non ragionava più. Era totalmente in balia dei suoi sentimenti. Cadde. Le sue ginocchia quando sbatterono contro il pavimento fecero un sonoro tonfo.
Ma lui non ci badò. Appoggiò il viso sulle lenzuola e iniziò a singhiozzare. -Usagi-san, s'ki. Lo sai che ti amo! Maledizione era questo che volevi sentire no?! E allora ascoltami Usagi-san! E dimmi che mi ami anche tu! Ti prego non puoi morire.. ti prego. ti prego Usagi-san.- Il profondo dolore traspariva chiaramente dalla sua voce. Non si accorse che l'uomo che amava aveva aperto gli occhi e lo stava fissando. Non si accorse del fratello che lo guardava senza parole, né del dottore o il nipote in braccio alla madre. -S'ki da yo. S'ki. Usagi-san s'ki..- sussurrò, continuando a piangere.
Usagi-san stava male. Fino a poco prima era solo un forte dolore fisico, ora però stava male davvero. Aveva fatto soffrire fino a questo punto il suo amato Misaki. Quel piccolo giovane uomo stava singhiozzando ai suoi piedi e stava dichiarando il suo amore davanti a tutti- davanti a Takahiro- pur di poter riavere LUI. “Cosa ho fatto di così meraviglioso per meritarmi Misaki?” si chiese mentalmente Usagi-san.

-Misaki..- riuscì a sussurrare.

Il ragazzo alzò la testa di scatto, le lacrime si fermarono di colpo. L'espressione sul suo volto era chiarissima. Usagi-san riusciva a vedere la sorpresa, la felicità e la preoccupazione. Come aveva potuto farlo preoccupare tanto?

-U-usagi...san...?- Misaki ricominciò a piangere, questa volta lacrime di gioia. Senza pensare gli gettò le braccia al collo, troppo felice per preoccuparsi dei presenti, e per la prima volta lo baciò. Non l'aveva mai fatto prima e non era molto sicuro di esserne capace. Poggiò le sue labbra su quelle dell'amato e timoroso gli sfiorò il labbro inferiore con la lingua.

Usagi-san, si irrigidì dalla sorpresa non appena capì le intenzioni del giovane, ma quando sentì le soffici labbra di lui, il desiderio lo investì completamente. Non c'era niente di meccanico o naturale in quel gesto. Misaki aveva paura di sbagliare qualcosa ma il desiderio di fare suo subito quell'uomo più anziano di lui di 10 anni, era troppo forte. Fece scivolare goffamente la sua lingua nella bocca nell'amato e i loro respiri si intrecciarono. Le loro lingue iniziarono una sensuale danza che catturò entrambi in un vortice di passione. Non erano mai stati tanto in sintonia. Quando infine si staccarono, Misaki capì quello che aveva appena fatto e detto. Ma sopratutto, di fronte a chi. L'imbarazzo dipinse il suo viso di rosso. "Che cosa ho fatto..?" Nascose il suo viso nella spalla di Akihiko e ispirò a fondo. Non riuscì a trovare il coraggio di affrontare il fratello.

"Ci penserà Usagi-san.. me lo deve dopo avermi fatto preoccupare tanto." Pensò il giovane.

Usagi-san da parte sua, sapeva perfettamente che il piccolo non avrebbe mai avuto il coraggio di alzare la testa e affrontare Takahiro, perciò prese un gran respiro e disse: -Takahiro. Mi sono innamorato di tuo fratello, lo amo con tutto il mio cuore e voglio vivere con lui per tutta la vita. Senza Misaki non saprei come vivere, ormai è indispensabile per me. E da quello che hai visto, capirai che anche lui prova lo stesso per me. Mi dispiace di non averti detto niente prima. Non abbiamo scuse. Però vorrei davvero che ci dessi la tua approvazione.- Usagi-san tacque, dando il tempo a Takahiro di riordinare le idee. Lo vide barcollare, sul suo volto una marea di emozioni contrastanti. Infine si sedette sul piccolo divano. -Manami-san..potresti..?-

La donna capì e uscì insieme al figlio primogenito e al medico. Una volta usciti, il silenzio di fece assoluto. Passarono una decina di minuti prima che qualcuno iniziò a parlare.

E quel qualcuno fu Misaki. -Nii-chan.. perdonami..- sussurrò, ricominciando, per l'ennesima volta, a piangere. Usagi-san lo abbracciò stretto.
-Shh, piccolo..- mormorò al suo orecchio. Non aveva ancora distolto lo sguardo dal viso di Takahiro, che però, non l'aveva guardato neppure una volta. Quando infine decise di parlare, la sua voce era un lieve sussurro.

-Perchè..?- chiese il Takahashi maggiore. I due sussultarono.

-Perchè cosa?- chiese Akihiko. Takahiro rimase in silenzio, leggermente infastidito che fosse stato l'amico a parlare, invece del fratello minore.

-Misaki, vieni qui.- disse semplicemente. Misaki si strinse di più a Usagi-san.

-Vai..- mormorò dolcemente Usagi-san all'orecchio del più piccolo. Misaki annuì, ma non accennò ad alzarsi.

Sapeva che il fratello lo stava aspettando ma proprio non riusciva a muovere le gambe. “Codardo.” si accusò. Prese un respiro profondo e infine si alzò. Si avvicinò lentamente al fratello maggiore, tenendosi però a qualche metro da lui.

-Vieni qui. Da me.- ripeté Takahiro.

Misaki si avvicinò velocemente.

-Dove devo mettermi..?-

-Qui, sulle mie gambe. Come facevi quando eri un bambino.- Misaki obbedì. Di nuovo silenzio.
-Ti prego dì qualcosa..- pregò Misaki. -Che mi odi, che ti faccio schifo, che non vuoi più vedermi, che sei disgustato, non importa! Ma dì qualcosa ti prego..-

-Disgustato? Odiarti? Misaki ma cosa stai dicendo? E' ovvio che non ti odio!- quasi urlò Takahiro, abbracciando stretto il fratello. -Non capisco perchè tu non me l'abbia detto! Ho fatto qualcosa che ti ha fatto credere di dovermelo nascondere? Non ho mai pensato che tu potessi aver paura di dirmi chi sei e cosa provi.. Ho fallito completamente come fratello.- Takahiro cercò di trattenersi ma due lacrime uscirono dai suoi occhi, tradendolo. Cominciò a piangere silenziosamente. Misaki si aggrappò alle spalle del fratello con tutte le sue forze.

-No. Non devi neanche pensarlo! Io.. io.. avevo paura. Ho sempre cercato di convincermi che io non ero così, che Usagi-san mi stava costringendo, che io non potevo resistere.. Ma erano bugie. Io volevo che Usagi-san facesse quelle cose, avrei potuto protestare seriamente se solo avessi voluto, ma non l'ho fatto. Perchè, me ne rendo conto solo ora, io l'ho sempre amato. Cercavo i suoi elogi, adoravo quando si complimentava con me scompigliandomi i capelli, e mi piaceva quando mi abbracciava all'improvviso, perchè tutte le preoccupazioni della giornata sparivano di colpo. Ma non potevo ammetterlo, perchè se lo avessi fatto, non avrei più potuto dire che ero un normale studente universitario, con la passione per Kan e tutto il resto. Sarei diventato un ragazzo che amava un altro ragazzo e non avrei avuto più scuse. Però nii-chan, io lo amo davvero il Sensei. Mi dispiace, sono orribile. Se mamma e papà mi vedessero, direbbero sicuramente che sono una persona disgustosa..- Misaki cominciò a singhiozzare forte, stringendosi più saldamente al fratello.

-Misaki, no. Mamma e papà sarebbero così fieri dell'uomo che sei diventato!Sei una persona forte, non avrei mai immaginato che saresti riuscito a diventare tanto forte. Ne hai passate molte e ti sei sempre rialzato. Hai sempre avuto una volontà di ferro, Misaki. Mi dispiace di non esserti stato vicino.. Io pensavo di proteggerti comportandomi così, ma evidentemente sbagliavo. Mi dispiace che tu non ti sia sentito a tuo agio a parlare con me. Ti ho fatto soffrire molto vero? Tu avevi bisogno di qualcuno con cui parlare e io non c'ero. Mi dispiace Misaki, perdonami. Non devi aver paura di confidarti con me! Io ti voglio bene Misaki, e sarò sempre dalla tua parte. Sempre. Hai capito?- chiese Takahiro al fratello minore. Misaki si sciolse dall'abbraccio, in modo da poter guardare negli occhi il fratello. -...vuol dire che non sei arrabbiato? Che non ti fa schifo che io ami un altro uomo, più grande di me di dieci anni e che è anche il tuo migliore amico?! Non ci credo. Non ti credo, nii-chan. E' impossibile che non provi disgusto..- disse Misaki, incapace di credere alle parole del fratello. Lo aveva appena visto mentre baciava -senza il minimo pudore-il suo migliore amico.. Non poteva andargli bene che il fratello amasse un altro uomo! Non poteva crederci,semplicemente. Neanche lui ci credeva.

-Misaki. Sono solo sorpreso, nient'altro. Non mi importa se ami un uomo o una donna, l'importante è che tu sia felice. Certo, come hai fatto a innamorarti di Akihiko, resterà sempre un mistero per me.. Con tutti gli uomini e le donne che ci sono al mondo, proprio lui.. Eheh.- ridacchiò Takahiro. Misaki si voltò a guardare Usami-sensei, temendo che quelle parole lo avessero ferito, in fondo era stato innamorato di Takahiro per così tanti anni.. Akihiko invece sorrideva. Quel suo sorriso dolce e caloroso che riservava solo per il suo Misaki. E il ragazzo capì. Sarebbe andato tutto bene, Usagi-san lo amava e non lo avrebbe mai abbandonato, Takahiro gli voleva bene e voleva solo che lui fosse felice. Di nuovo cominciò a piangere.

Aveva accanto a sé delle persone fantastiche che lo amavano e che desideravano proteggerlo più di qualunque altra cosa. Era stato così egoista, Misaki. Non si era fidato dell'affetto del fratello e aveva ferito più volte l'uomo che amava solo per.. orgoglio? No, non era orgoglio. Cos'era allora? Paura? Forse. Paura di scoprirsi diverso dagli altri, diverso da come aveva sempre creduto di essere, diverso da come avrebbe dovuto essere. Gli sembrava così stupido,adesso. Non aveva bisogno di niente se Usagi-san era al suo fianco. -Scusatemi. Sono davvero orribile..- disse.

Takahiro aumentò la stretta. -Non dire cavolate, Misaki. Sei meraviglioso e non devi più pensare di essere orribile solo perchè ami un..idiota. A proposito.. Akihiko. Fallo soffrire e te la vedrai con me.- disse serio.

Akihiko annuì. -Non succederà.- rispose.

-Sono contento che vi siate trovati, adesso anche tu potrai essere felice. La vostra felicità è sempre stata la cosa più importante per me. Voi due siete le persone a cui tengo di più, senza contare mia moglie e mio figlio. Perciò sono davvero contento che abbiate trovato la felicità insieme.- Akihiko gli sorrise dolcemente.

-Grazie.- sussurrò emozionato. Il suo cuore, il suo corpo, il suo essere era colmo di felicità. Sarebbe stato con Misaki per sempre. Nulla più lo impediva.

Misaki si alzò. Abbracciò di nuovo Takahiro e gli sussurrò un grazie emozionato all'orecchio, poi si diresse verso il letto dove il suo amato era disteso. Si sedette sul bordo e guardò negli occhi Usagi-san. Non c'era bisogno di parole, i loro sguardi dicevano tutto quello che c'era da dire. Takahiro decise di lasciarli da soli ed uscì.

Misaki e Usagi-san rimasero a guardarsi per qualche istante poi il più giovane, esitante, avvicinò il viso a quello dell'uomo che amava, guardandolo negli occhi per vedere se poteva oppure no. Usagi-san si accorse della sua esitazione e sorrise. In quale strano universo parallelo Usami Akihiko avrebbe rinunciato alle morbide labbra di Misaki? Sembrava pazzesco che il giovane pensasse di non poterlo baciare.

Notato il sorriso di Usami, il giovane si sentì stupido. In quale strano universo parallelo Usami Akihiko avrebbe rinunciato ad un suo bacio? Altro che rinunciare, a lui non sarebbe neanche bastato. Avrebbe voluto di più, il Sensei. Misaki si allontanò, rosso in viso per imbarazzo. Usami lo guardò sorridendo e chiese: -Beh? Che succede Misaki? Non ti va più di baciarmi?- Il ragazzo diventò ancora più rosso.

-N-non ho mai voluto farlo, baka! Figuriamoci se volevo b-baciarti. Non dire fesserie. Devo andare a.. prendere da bere.- E sgusciò via. Usagi-san però lo fermò, prendendolo per il braccio. -Misaki..- protestò Akihiko.

-C-che vuoi? Ho fame! Non posso avere fame?- esclamò il giovane.

-Ma come? Non volevi andare a bere? Ora vuoi invece mangiare?- lo provocò il Sensei. Adorava prendere in giro il ragazzo, era adorabile vedere Misaki imbarazzato. Si sentiva un pò infastidito nel provocare Misaki, ma era più forte di lui. Vedere il viso del giovane colorasi di rosso, il suo balbettare imbarazzato, tutto di Misaki lo faceva innamorare ancora di più.

-Dai, Misaki.. Mi hai già confessato il tuo amore quindi di cosa ti preoccupi ora? Mi ami, no? Non c'è niente di male a baciare il proprio fidanzato.- disse sorridendo, sapeva infatti che l'ultima parola avrebbe provocato ulteriore imbarazzo al suo piccolo Misaki e avrebbe anche fatto partire lievi proteste.

Tre.

Due.

Uno..

-F-fidanzato?! Ma cosa stai dicendo? Io non sono niente di simile! Noi siamo solo..!- Usagi-san avrebbe voluto tirarlo a sé e baciarlo, per fermare l'ondata di parole che Misaki aveva intenzione di pronunciare. Però si fermò,curioso. -Siamo solo..cosa?- lo stuzzicò. Misaki aveva capito di aver commesso un errore proprio mentre stava pronunciando quelle parole, nonostante avesse cercato di fermarle, quelle erano uscite dalla sua bocca ugualmente. Adesso non sapeva cosa fare. Gli aveva riempito il cuore sentire Usagi-san dire che loro due erano fidanzati, ma non poteva mica ammetterlo. Sarebbe stato una specie di suicidio. Ammettere quanto lo amava era già stata una grande concessione. Doveva esserne felice, altroché!

Era abbastanza, per adesso. Aveva ancora paura, Misaki. In fondo sapeva perchè non aveva mai voluto ammettere di amare Usagi-san. Il suo cuore conosceva perfettamente il motivo. Prima era una vaga consapevolezza, una specie di certezza che però non compariva chiaramente, ora però era chiarissimo. Lo avevo capito quando aveva visto il Sensei sdraiato sul letto d'ospedale con gli occhi chiusi. Credeva davvero che sarebbe morto. Misaki non voleva ammettere di amarlo, perchè le persone che lui amava- eccezion fatta per Takahiro- morivano. Prima il suo amato gatto, aveva 4 anni quando fu investito, poi i suoi genitori, in un incidente d'auto. Adesso Usami. E anche lui aveva avuto un incidente con una macchina. Non poteva essere una coincidenza. L'incubo peggiore di Misaki era far soffrire le persone che amava, proprio per colpa dell'amore che provava per loro.

-Noi siamo.. siamo..- Misaki rifletté. Ormai Usagi-san sapeva che lui lo amava. Perciò qual era il problema? Si ricordò di una conversazione che avevano avuto anni prima. "Usagi-san? Cosa sono secondo te gli innamorati?" "Uh? Noi due siamo due innamorati."

Ecco cos'erano. Nient'altro che due innamorati. -Noi siamo due innamorati Usagi-san.- mormorò il ragazzo. Usami-sensei sorrise. Come avrebbe potuto vivere senza il suo Misaki? -Già. Noi siamo due innamorati..- Senza dire altre parole, Akihiko attirò a sé il giovane, posando dolcemente le sue labbra su quelle dell'amato. Misaki non fece resistenza, anche lui non desiderava altro. Le loro lingue si fusero insieme, i loro respiri si intrecciarono, divennero un'unica persona. Misaki si appoggiò al compagno e lo abbracciò. Usagi-san tornò a sdraiarsi, costringendo il giovane a salire sul letto per sdraiarsi accanto a lui. Non smisero di baciarsi. Misaki si mise sul Sensei, cercando di non fargli male, tentando di non poggiare tutto il suo peso sull'altro. I loro corpi combaciavano perfettamente. Akihiko lo strinse di più, voleva che l'altro aderisse a lui completamente. Che fastidio che era la pelle che li separava! Lo scrittore voleva Misaki solo per sé, non voleva cederlo a nessun altro. Il bacio era davvero profondo, il giovane Misaki ansimava, l'ossigeno scarseggiava. Si staccò cercando di respirare. Aveva il fiatone, ma ad Usagi-san non importava, lo voleva far suo immediatamente. Misaki capì le intenzioni dell'altro, perciò scese veloce dal letto, schivando per un pelo la mano dell'altro che cercava di afferrarlo.

-Sei ingiusto..- protestò lo scrittore. Misaki sorrise. -Cosa credi di fare conciato così? Hai la gamba rotta!- E chissà cos'altro fuori uso. Sentì l'urgenza di parlare con un medico. Il Sensei notò lo sguardo ansioso del ragazzo ed intuì i suoi pensieri. -Tranquillo, non è nulla di grave. Ho una gamba rotta, una costola incrinata, un leggero trauma cranico e qualche livido qua e là. Niente di grave, davvero. Tempo due giorni e potrò uscire.-

Misaki taceva. -Che c'è? Misaki, davvero sto bene. Un pò dolorante ma niente di importante.- cercò di rassicurarlo. Aveva un'espressione davvero preoccupata. -Cosa è successo..?- sussurrò il giovane. Akihiko sospirò.

-Stavo venendo all'università a prenderti, come ogni giorno. Solo che ad un certo punto l'auto a slittato, sai, la pioggia. Io poi andavo un pò più veloce di quanto consentito e una cosa tira l'altra. Sono uscito di strada e sono andato a sbattere contro un semaforo. Nulla di che sul serio. Sono ancora tutto intero no?- provò a sdrammatizzare. “Quindi è davvero colpa mia..?” si domandò Misaki. Se non fosse andato a prenderlo a scuola, tutto questo non sarebbe successo.

Misaki si avvicinò lentamente a lui.

-Ero preoccupato. Pensavo che saresti... morto...- Una lacrima gli rigò il viso. Usagi-san lo abbracciò. -Shh, va tutto bene. Sono qui e ti amo. Non importa nient'altro. Se Takahiro non mi ha ucciso, non lo farà nessun'altro. Nulla ci separerà più, né Takahiro, né mio fratello, o Sumi o mio padre. Niente e nessuno. Staremo insieme sempre, ok?-

-..me lo prometti? Davvero non mi lascerai mai? Posso stare tranquillo?- chiese Misaki, con voce flebile ed esitante. Dal suo tono traspariva tutto il bisogno che aveva di Akihiko. Era troppo tardi ormai. Entrambi avevano bisogno l'uno dell'altro, le loro vite sarebbero state vuote e insignificanti senza l'altro accanto.

Usagi-san sapeva che Misaki stava soffrendo veramente, non voleva più vederlo così, anche se però Misaki non era mai stato tanto sincero come in quel momento. Nascondeva sempre i suoi sentimenti, temendo di far preoccupare le persone che amava. Lo scrittore era davvero felice che finalmente si stesse aprendo.

-Te lo prometto,Misaki. Staremo sempre insieme. Ti va?-

-Penso di sì.-

-Pensi?!- chiese ironico il sensei. A Misaki tornò il sorriso.

-..Penso proprio che mi andrà. Sempre che tu non ti stufi.-

-Mai.-

-Allora dovrai sopportarmi a lungo..- sussurrò imbarazzato il giovane, quasi parlando tra sé.

Poi continuò, incerto.

-...U-usagi-san?-

-Mh?-

-Suki da yo.-

Lo scrittore sorrise.

-S'ki da yo.- ripeté Akihiko.

Misaki si sdraiò accanto all'amante, stanco per le violente emozioni subite quel giorno. -Posso stare qui per un pò,Usagi-san?- chiese.

-Certo amore mio.- mormorò sfiorando con le labbra l'orecchio del giovane che tanto amava, -Oyasumi nasai.- E gli baciò la fronte.

Dormi bene piccolo mio, riposati, perchè quando ti sveglierai vorrò fare l'amore con te per tutto il giorno. Per tutta la vita.

S'ki da yo, Misaki.

  
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