03/06/2011
4 recensioni
A Katherine, perchè scrivere questo noi/loro è stato strano.
A Martina, perchè senza quel gdr che ci ha fatte incontrare, non so come avrei fatto.
Ad Amore, che alla fine, che tu sia nel real o nel gdr, sei il mio tutto lo stesso.
Mason l'aveva incontrata per caso, a una di quelle feste organizzate da amici di amici, e l'aveva notata subito: era entrata un po' in ritardo, con fare molto teatrale, ma con un'eleganza e una raffinatezza che nessuna delle ragazze in quella sala poteva anche solo immaginare di avere. La prima volta che l'aveva vista l'aveva paragonata ad un angelo, poi, appena i loro occhi si erano incrociati per qualche istante, l'uomo aveva capito che era definitivamente perso: le promesse, l'oblio, l'amore che vi aveva letto, lo avevano portato ad un inferno che sapeva di paradiso.
-Piacere, sono Katherine- La sua voce piena di malizia l'aveva scosso, ma l'uomo sorrise e si presentò a sua volta - Mason, al suo servizio- le disse facendole il baciamano, lasciandola stupita e un po' nostalgica.
Quella sera la ragazza l'aveva trascorso tutta al suo fianco, facendolo sentire fiero di essere stato scelto da lei, riempiendogli il cuore di gioia quando aveva accettato di uscire con lui le sere successive e facendolo letteralmente morire quando, una volta che l'aveva accompagnata davanti casa sua, lo aveva baciato con passione.
A quello era seguito un mese composto da colazioni, feste scatenate, cene romantiche, passeggiate sulla spiaggia, tutto rigorosamente insieme.
Mason la stava amando.
Katherine stava aspettando il momento giusto.
Momento che arrivò pochi giorni dopo il plenilunio, che avevano passato a casa di lei, dove Katherine aveva confessato di essere una vampira e Mason in tutta risposta l'aveva baciata, prima di fare l'amore.
Dopo quella notte tutto riprese come prima, apparentemente, finché a una delle tante feste lui non aveva ucciso un ragazzo ed era venuto a conoscenza della sua verità, a quel punto nulla era più stato come prima: Mason incontrò altri licantropi, si costruì una maschera che lo faceva apparire lo stesso di sempre, ma dietro la maschera soffriva. E amava.
Tutto era amplificato, l'odio per se stesso e per la sua natura, l'amore per Katherine, il dolore che lo colpì alla morte del fratello. Fu proprio quel dolore a farlo salire in macchina per andare a confortare ciò che restava della sua famiglia, quel dolore che nascose dietro la scusa della pietra di luna, che aveva cercato, trovato e nascosto in un pozzo pieno di verbena che serviva non per tenere lontano Katherine, ma per proteggerla: quella pietra portava guai e preferiva che fosse lui ad essere legato su una sedia e torturato, piuttosto che fosse Katherine quella in pericolo.
Mason urlò quando Damon gli trafisse il costato con il ferro incandescente, poi fu la volta dello strozzalupo che gli fece sputare sangue, poi una finta calma.
-Io la amo- disse il licantropo mentre nella sua mente rivedeva, conscio che probabilmente era l'ultima volta, il viso di Katherine.
-Oh lo so, ci sono passato anche io- rispose il vampiro con un'aria insofferente, anche se si poteva facilmente cogliere un dolore tutt'altro che sopito nelle sue parole -ma Katherine ti strapperà solo il cuore, lascia che lo faccia io al suo posto-
Detto questo Mason sentì un dolore lancinante al petto.
E dopo, solo il nulla.
No, non so da dove è uscito ._.No, non mi piace neanche un po', Sì, voglio delle recensioni.
Il classico: Vedo la vita passarmi davanti agli occhi un attimo prima di morire, in questo caso la vita di Mason parla solo di Katherine, perchè io l'ho sempre visto come un uomo innamorato, e mi sembra dolce pensare che lui considerasse la sua vita solo da quando lei ne era entrata a far parte.
Per il titolo non chiedetemi spiegazioni, credo sia sulla condizione di Mason, alla fine lui non sa mai nulla di vero sull'amore di Katherine.
Baci Baci :D