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Autore: Lady Trash    03/06/2011    5 recensioni
Mello ghignò: “Mai”, Sayu non capì mai il motivo di quel ghigno e nemmeno quello che ci fu dopo.
Un altro ceffone. Purtroppo Mello conosceva solo la forza per farsi portare rispetto.
Questo è un regalo(l'unico che posso farti)per Lirin Lawliet <3
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Rapitore professionista



Mello la guardava, accovacciata in quello strano cilindro di vetro massiccio antiproiettile, senza perdersi neanche un suo movimento. Il ragazzo sgranocchiava una barretta di cioccolato, come suo solito, e lei non osava neanche guardarlo negli occhi troppo impegnata com’era a cercare di dare un senso ai suoi pensieri. Non era intelligente come suo fratello, non era in grado di analizzare la situazione estraniandosi da essa: Sayu era morta di paura.
Eppure aveva una sensazione, l’unica vera sensazione della sua vita: Sayu credeva che quel ragazzo dai capelli miele non le avrebbe fatto male ma non poteva esserne sicura perché, come le aveva insegnanto suo padre, l’uomo è imprevedibile.Di una cosa era certa però: doveva stare zitta.
<< Ma lui è solo un ragazzino.. >> mormorò cercando di convincersi, cercando di non impazzire.
Purtroppo per lei il ragazzino la sentì. La sottile tavoletta di fine cioccolato, sottile come il suo equilibrio psichico, cadde a terra spezzandosi. Il ragazzo avanzò, il viso di porcellana contornato da mille disordinate piume nere che fungevano da decorazione al cappuccio.
“Il crocifisso che porta al collo.. che professi la fede cristiana?”si domandò la ragazza, immobilizzata da quegli occhi color ghiaccio.
Il giovane vestito di nero si fermò di fronte al cilindro e con mano rapida digitò un codice su un apparecchio installato al muro, si aprì un porta a scatto ed entrò.  
La porta si richiuse.
Da dentro non era possibile uscire: Sayu era ancora più in trappola di prima. Suo padre non le aveva insegnato un granchè su queste situazioni,  troppo occupato dal lavoro, e adesso lei non aveva la più pallida idea di cosa fare.
“Perché cazzo non ho accettato di sposare Matsuda? A questo punto sarei protetta come una bambola di porcellana!”* si concesse questi pensieri in un attimo di sbandamento, per poi riprendersi.
<< Chi è che sarebbe il ragazzino, qui? >> domandò propositamente lento il giovane, intimidatorio come solo pochi sapevano, potevano e volevano essere. Cattivo..
<< .. o semplicemente immaturo >> e le cellule di Sayu, gli anticorpi e gli organi, decisero di andare tutti al bar a bersi una bella dose di adrenalina. La ragazza ormai non teneva più a freno la lingua. Cos’era cambiato? Si era accorta di non avere più niente da perdere, così si era buttata. Anche se questa conversazione, ne era certa, le avrebbe causato un temporaneo shock.
<< Scusa? >> la figura di Mello si imponeva su di lei ancora accovacciata a terra: aggressiva e senza scrupoli. Non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da una femmina. Avrebbe dimostrato a lei chi era che comandava.
Mello non se ne rendeva conto, ma era molto infatile. Più tardi si sarebbe pentito e addirittura vergognato di quei gesti compiuti mentre i suoi ormoni gravitavano attorno a due seni non molto pronunciati. Perché Mello era un po’ attratto da Sayu: avendo 15 anni ed essendo nel perido dell’adolescenza cominciava a provare il desiderio di sperimentare. Cosa più che normale per lui, impossibile per lei. E poi gli esperimenti di Mello erano del tutto particolari, gli altri non li capivano mai. A differenza di Matt che lo capiva sempre, ma lui non era mica una donna! Peccato.. perché se lo fosse stato, pensava spesso Mello, sarebbe stata la sua fidanzata. E sappiamo tutti quanto Mihael Keehl possa essere sincero non tanto con gli altri ma di sicuro con se stesso.
Ritornando a Sayu e Mello: lei era accovacciata a terra, schiacciata contro al parete circolare del cilindro.
<< Non ho sentito bene >> lui era in piedi, la guardava dall’alto in basso con sprezzo, constatando che Ligth Yagami avrebbe potuto avere una sorella più carina e non potendo fare a meno di paragonarla a Matt.
“Però..nemmeno la madre è tutto sto granchè. Hanno entrambe il viso da coniglietto”non da coniglio, da coniglietto. A Mello Sayu ricordava uno di quei gadget kawaii per cui vanno pazzi praticamente tutti gli otaku.
“Che muso irritante”
“Che occhi spaventosi..”
Mello si inginocchiò sulla gambra sinistra, lo sguardo puntato verso di lei, gli occhi socchiusi, le mani appoggiate al muro: una a destra e una a sinistra della testa della giovane Yagami.
<< Toh.. stranamente non puzzi. >> ovvio che no. Mello era, a differenza di Near che non si lavava spesso, un ragazzo molto pulito.
<< Certo che non puzzo stupida! Ti pare che un rapitore professionista come me potrebbe mai puzzare? >>
<< Il tuo collega puzzava di alcool. Di solito i rapitori professionisti non sono dei bambini! >>
<< Di solito gli assassini non sono fratelli di ragazzine tanto impertinenti! >> la provocò avicinandosi al suo viso.
<< MIO FRATELLO NON E’ KIRA!! >> Sayu aveva capito l’antifona, perciò gli urlò nelle orecchie: sarebbe stata una gara a chi dava più fastidio all’altro.
<< Chi ha detto che stiamo parlando di kira? Per quanto ne so io Light Yagami potrebbe anche essere a capo della Yakuza. Sai che a New York c’è una crew chiamata Yakuza?** >> quel ragazzo le stava facendo saltare i nervi, bastardo com’era.
<< Sai che in Giappone la Yakuza li fa a fette, tipi come te? >>
<< Ah davvero? E tu cosa ne sai? >> quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: Sayu gli sputò in un occhio, Mello le diede un ceffone e lei scoppiò a piangere.
<< Perché.. perché mi fai questo?! >>
“Perché, muso da coniglietto, devo stanare kira. Tu non c’entri: è una gara fra me e quel testone”
<< Smettila di piangere e fatti i cazzi tuoi mocciosa >> le sibilò perentorio, deciso più che mai a non mostrare pietà.
<< La brutta mocciosa sarai tu! E porta rispetto ad una ragazza più grande lattante! >> che lingua lunga che aveva, Sayu Yagami. E pensare che in famiglia l’avevano sempre vista come una persona normale, senza particolari talenti. Bhe, almeno uno ce l’aveva: far incazzare Mihael Keehl.
Un altro ceffone. Purtroppo Mello conosceva solo la forza per farsi portare rispetto.
<< Almeno cambia lato, no? >> Mello si trattenne appena in tempo dal darle un pugno.
“Brutto muso da coniglietto..”
<< .. se non fossi un gentleman ti rovinerei la faccia >>
<< Se non fossi femmina metteresti più forza >>
“Ma che ha questa? Tendenze al sadomaso?”
<< Per caso sei masochista muso da coniglio? >> dovette trattenersi per non dire coniglietto, sarebbe stato lui a perdere la faccia sennò.
Basta: Sayu si era stancata di quel gioco. Non la divertiva nemmeno. Non provava eccitazione e l’adrenalina era stata smaltita, lasciandole considerevoli effetti collaterali quali il dolore per i ceffoni ricevuti. Stava seriamente prendendo in consideraizone l’idea di svenire.
<< Sai cosa pensavo prima? Che non mi avresti fatto del male.. >>
“Ha per caso avuto… fiducia in me?”
<< Pensavi male mocciosa >> ma quale mocciosa e mocciosa Mello, quella ragazza è più grande di te. Smettila di fare il bamboccio e comportati da rapinatore professionista.
“Ovvero?”
Lasciala svenire in santa pace.
Mello ghignò.
“Mai”
Sayu non capì il motivo di quel ghigno e nemmeno quello che ci fu dopo.
Il ragazzo dai capelli miele si alzò e tirò fuori da una tasca dello smanicato un telecomando di dimensioni infinitesimali, premette un pulsante facendo così aprire la porta a scatto e uscì; si dimenticò di chiuderla, conscio del fatto chela giovane non sarebbe mai uscita di lì spaventata com’era, poco dopo tornò con del ghiaccio avvolto alla menopeggio in uno strofinaccio lercio.
<< Tieni và. Solo per non farti apparire più brutta di quanto tu non sia a tuo padre >> in realtà voleva dire: scusami sono stato un cafone, ma Sayu questo non lo capì. Matt invece l’avrebbe capito.
<< Pensi che arriverà? A prendermi dico >>
Che domanda idiota: di solito le bruttine sono un po’ più intelligenti. Ma questo non lo disse per delicatezza.
<< Secondo te? Io spero di si. Voglio quel quaderno e soprattutto non desidero pesi >> parlò accennando con il capo all’esila figura della giovane.
<< Sarò brutta, sarò stupida, ma sono leggera >>
Che avesse capito i pensieri di Mello? Non lo sapremo mai, come non sapremo mai il senso di questa storia.
<< Questa frase è fatta a cazzo. ‘Sta zitta va’, che ti conviene >> in effetti tutto era iniziato perché Sayu si era fatta scappare qualche parola.
“Matt è molto meglio: non parla quasi mai!”
e dopo questi pensieri Mello se ne andò fermandosi però a modificare la combinazione di accesso al cilindro di vetro.
<< Così non potrai più far incazzare nessuno >>
Così nessuno potrà più importunarla, questo è un suo privilegio.

La tavoletta fu raccolta e gettata via, egli esigeva solo roba di prima qualità e qualcosa che è ormai decaduto non potrà mai riacquistare il suo originario splendore.
Quando Sayu Yagami ritornò a casa sua ricevette tutte le attenzioni possibili; nessuno si era accorto che con sè teneva sempre uno strofinaccio lercio, ma tutti vedevano quanto fosse allibita.

 




Argentea Michaelis parla ai lettori:
Buona sera amici! Questa ff, ci tenevo a specificarlo, nasce in una macchina (io ero al sole credo) in un momento di noia. La stesura mi è venuta tutto sommato facile, scrivere è bello perché è liberatorio (e perché mi viene bene, direi *me si vanta?*). Spero di non pentirmi di questa pubblicazione. Specifico inoltre che questa non è una MELLOXSAYU o una MELLOXMATT. Questo è un possibile spaccato di uno dei tanti momenti di terrore vissuti durante il rapimento della ragazza effettuato da Mello&Co, solo creato sviluppato e postato da me ;)

*Leggero riferimento ad un episodio dell'anime dove si parla di un ipotetico impossibile matrimonio tra Sayu e Matsuda, ve lo ricordate? Sayu adesso si sta quasi pentendo di non aver preso veramente in considerazione questa idea. Totalmente disperata. Sposarsi con Matsuda sarebbe coem sposarsi con Goku, solo che il secondo è mille volte meglio (nonostante secondo me si somiglino)

**Yakuza è il nome di una crew che esiste qui a Palermo. Il realtà il vero nome sarebbe “Yakuza <3 me” (col cuore rosso) quindi “Yakuza love me”. Ho pensato di inserirla ma non credo che a New York esista una crew chiamata Yakuza. La crew è un gruppo di persone che ballano hip hop.Ma la mia definizione è molto dozzinale.Chi ha visto Step Up mi comprende u.u
Ringrazio tutte le persone che hanno letto, davvero.

Inoltre aggiungo che questa fanfic è una storia REGALATA a LIRIN LAWLIET. Secondo me c’è differenza tra regalata e dedicata, che ne dite? Questa ff non nasce per te, perché l’ ispirazione l’ho avuta prima, ma è sviluppata per te.

Con affetto
Argentea Michaelis
(che non ha intenzione di divorziare dal suo Sebas-chan)

p.s. alla fine ho preferito mettere allibita piuttosto che scioccata, quest'ultimo non mi piaceva poi molto.
p.p.s. una recensitrice mi ha avvertito dicendo che Mello quando rapisce Sayu ha 20 anni. Questa è stata la mia faccia appena l'ho scoperto: O.O  .Ebbene non  posso non voglio e non sono capace di cambiare l'età di Mello. Per me lui in questa storia (la mia storia) è un adolescente e resterà per sempre un adolescente.Vi ringrazio.
   
 
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