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Autore: yori    04/06/2011    7 recensioni
Dopo l'avventura di Superior eccone il seguito, ambientato ben sedici anni dopo all'ultimo capitolo della precedente avventura. Ci troviamo davanti ad uno scenario più adulto dove Bulma e Vegeta sono alle prese con la loro vita, la loro storia d'amore e i loro figli.
"L'immagine di Vegeta avvinghiato a quella malefica segretaria le apparve davanti agli occhi.
Li spalancò di colpo, sollevandosi di scatto. E si disse di nuovo che Vegeta non era il tipo che faceva certe cose. Lui non poteva tradirla con la prima che passava, lui l'amava! Oddio non che l'avesse mai detto, però era sempre stata sicura ... Guardò l'oscurità.
Vegeta non le aveva mai detto che l'amava! Perché non aveva mai pensato fosse un problema?
Ora le sembrava di sì. Perché dopo tutti quegli anni, non si sentiva ancora libero di amarla in santa pace! "
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Superbia'
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partenza improvvisata Ringrazio davvero tutti quelli che mi seguono, quelli che apprezzano questa storia, e che hanno letto quella vecchia. Spero tanto che anche questo capitolo confuso vi piaccia e vi comunico il conto alla rovescia : meno quattro al finale, dunque aspettatevi di tutto e di più!! Ah, ah, ah!! XD
Ringrazio calorosamente Vegeta 90 che ha corretto e revisionato la mia vecchia Superior, quindi per chi la volesse leggere o rileggere beh, ora è a posto.
Dunque che altro dire se non augurarvi una buona lettura e per chi volesse aggiungermi su Facebook come amica sono: Martina Garavaglia e nella foto ho Vegeta in primo piano con Bulma alle spalle seduta su di una bolla!!^^ Vi chiedo solo un'identificazione come presentazione giusto per aver un'idea di chi siete!
Grazie mille a tutti, un bacione Yori


Voltare le spalle al passato


Pensare alle cose passate a volte non sempre fa bene, bisogna catturare i pensieri positivi, bisogna stringersi ad essi, o si cade in un baratro, o si distorce la realtà passata.
Non sempre i ricordi sono così chiari, così nitidi, non sempre quello che ricordiamo è precisamente ciò che è accaduto. A volte si dimentica i momenti felici, a volte si ricorda solo il dolore.


Era partita per la conferenza, senza pensarci due volte, senza passare da casa, senza prendere la valigia. Era arrabbiata, era furiosa con lui, perché non si fidava, perché dopo anni di vita insieme l'aveva di colpo accusata, come se tra loro non vi fosse che una superficiale frequentazione. Perché le stava facendo quello? Era lei piuttosto a doversi incavolare per quanto accaduto. Vegeta le nascondeva qualcosa, quello era chiaro. Il punto era che cosa? Un tradimento? O era semplicemente stufo di lei, dei loro figli, della loro vita cognugale insieme. Tutto questo era più che plausibile, per questo Bulma più ci pensava, più si convinceva che le sue paranoie erano reali. Vegeta era stufo, Vegeta voleva aver un'altra donna, dopotutto aveva avuto lei per una vita intera, e ora voleva cambiare. Deglutì, e strinse gli occhi, quelle lacrime malefiche non potevano scendere sulle sue guance, non poteva piangere, non se lo poteva permettere, non lì su quell'aereo davanti ai suoi sottoposti, davanti a quegli scenziati. Bulma Brief però era anche una donna, era anche una madre e non voleva smetter di esserlo, non voleva far la fine di quelle donne che rimangono senza il compagno. No, perché lei dopo tutti quegli anni lo amava ancora da impazzire. E quando lo vedeva avava ancora la voglia di baciarlo, la voglia di star con lui per sempre. 
"Qualcosa non va, Miss Brief?"
Un uomo alto e moro la guardava con attenzione, aveva sempre avuto un debole per quella ragazza dai capelli turchesi, e da quando l'aveva reincontrata donna matura e meravigliosamente stupenda, non aveva fatto altro che pensare a lei, a quantobella era, a quanto desiderava averla nel suo letto.
"17 ci incontriamo di nuovo! E' un piacere vederti."
Kamui si alzò lasciando il posto affianco alla signora Brief, per far sedere il nuovo aitante venuto.
"Il piacere tutto mio Bulma, spero di non disturbarti. Qualcosa non va?"
Bulma osservò il telefono che stringeva tra le mani, chissà se Vegeta l'aveva chiamata ancora, chissà se le aveva lasciato qualche messaggio, magari dicendole che la lasciava, che non l'amava più. Cos'avrebbe fatto senza di lui? Come si sarebbe comportata, dove sarebbe andata? E Trunks e Bra? Beh, Bra avrebbe preferito di certo star con suo padre piuttosto che con lei.
"Nulla non ho nulla. Soffro un po' di mal di aereo, soprattutto se son sola e non ..." Si interruppe prima di dir il suo nome, di svelare che: sì anche in quel caso, si sentiva più sicura con Vegeta al suo fianco. Dio era un caso irrecuperabile, una donna follemente innamorata, non se ne vedevano poi molte di quei tempi.
17 la guardava interrogativo, chiedendosi cosa la donna volesse dire, ma Bulma non era in vena di confidenze, nè tanto meno di ridere o chiacchierare di cose futili. Voleva solo andar a casa dalla sua famiglia, dal suo Vegeta.  Dio, non aveva neppure chiesto a Chichi cosa voleva raccontarle, che razza di amica era per lei.
"Tieni bevi qualcosa con me, così tu rilassi un po', ti vedo agitata."
Bulma sorrise, prendendo il bicchiere di rumh tra le mani e sorseggiandolo pian piano. Non era abituata a bere, non le piaceva neppure, ma in quel momento le sembrò la soluzione migliore e dopo poco, si accasciò addormentata sul sedile dell'aereo.

Guardava ansiosa in un punto ben preciso del lavello, ove vi aveva poggiato quello stramaledetto test di gravidanza. Non poteva esser rimasta incinta, il suo era solo uno stupido ritardo senza alcuna motivazione e quel test glielo avrebbe confermato. Ma in quell'attimo sembrava che fossero passate delle ore.
"Allora Bulma? Negativo? Dimmi qualcosa non farmi aspettare qui fuori come una scema."
Disse Chichi bussando alla porta, aveva anche lei le sue cose da far, tipo ad esempio il suo matrimonio, che si sarebbe svolto l'anno seguente,  e Chichi voleva fosse tutto perfetto per questo continuava ad organizzare tutto per il meglio.
"Uffa, Chichi non rompere, un attimo!!"
Poi la verità apparve dinnanzi a lei, e Bulma lanciò un grido, la premurosa Chichi allora entrò all'istante travolgendo l'altra ragazza e rubandole il test dalle mani.
"DIO MIO BULMA!!"
Le strillò in un orecchio.
"E ora come lo dico a Vegeta."
"Beh, perchè non provi con: ehi presto sarai padre, sei contento!?" Mi immagino già la sua faccia, chiamami quando glielo dici. Ah, ah, ah!"
"Chichi, non c'è nulla da ridere. Io non sono pronta!"

Camminava sulla spiaggia a piedi nudi, era una senzazione che aveva sempre apprezzato, che avava sempre amato e che ora adorava ancora di più. Lei davanti ai suoi occhi con i capelli che le fluttuavano trasportati dall'aria salmastra.
"Da dove vieni?"
"Dalla Città del Nord."
"E come mai sei qui?"
"Quante domande, cosa vuoi sapere esattamente."
Si voltò per guardarlo negli occhi e Trunks la fissò a sua volta.
"Voglio solo aver delle informazioni su di te per perseguitarti, sai sei una bella ragazza e mi piace aver tante ragazze."
Vania era arrossita di colpo sentendo le parole di Trunks, e aveva abbassato lo sguardo, non si aspettava una simile risposta, ne tanto meno si aspettava fosse un tipo simile. Si era davvero sbagliata su tutto. Poi il ragazzo scoppiò a ridere.
"Ah, ah, ah. Ci hai creduto davvero, dovevi veder la tua faccia! Ah, ah, ah!"
Vania era arrossita nuovamente e tirando una leggera sberla sulla spalla di Trunks si era poi voltata proseguendo per la strada arrabbiata. Trunks la seguì sogghignado.
"Non era affatto divertente."
"Invece lo è stato davvero un sacco, ah, ah!"
Poi al ragazzo belenò per la mente un luogo ove sua madre spesso lo portava, un'isenatura poco visibile al passaggio, ma tranqueilla e meravigliosa. Senza pensarci due volte, prese la ragazza per la mano e la trascinò con sé.

Adagiato sul letto, disteso con le braccia dietro la nuca, l'aspettava come ogni sera, non si sarebbe mai saziato abbastanza di lei, della sua bellezza, del suo corpo, ma ella quel giorno si presento con indosso un ingombrante pigiama da uomo.
"Dove sono il reggi calze e il completo intimo sexy che mi avevi promesso?!"
Bulma lo osservò sollevando il sopracciglio.
"Io non aveva promesso nulla di tutto ciò Vegeta."
Il ragazzo si sedette allora sul letto fissandola con astio.
"E allora cosa sei uscita a fare con l'isterica, ovvero la morosa di quel demente di mio fratello, oggi? E' una settimana che non facciamo sesso!"
"Oddio Vegeta, non facciamone un dramma, non è successo nulla di grave dopotutto!"
"Beh, a me sembra piuttosto grave tutto questo!"
Bulma si sedette in braccio a lui, portando le sue braccia lungo la sua schiena e le sue gambe attorcigliate alla sua vita.
"Quanto sei noioso..." E lo baciò una volta. "Devo dirti una cosa Vegeta ..." E lo baciò per la seconda volta sulle labbra, mentre il cuore le batteva veloce nel petto. Lui rimase in ascolto facendo però finta di niente.
"Io ... io sono rimasta incinta."
L'aveva detto, ci era riuscita, aveva chiuso gli occhi, aveva guardato altrove, aveva paura.
Vegeta l'aveva scostata da sé, lasciandola sul letto sola. Si era infilato i pantaloni e la felpa.
"Vegeta dove vai? Non mi dici nulla?"
L'aveva guardata un poco, ma non aveva il coraggio di dirle il suo pensiero.
"Devo prender un po' d'aria ..."
E se n'era andato.

Si era sopito sul divano e aveva aperto gli occhi incontrando quelli chiari di sua figlia Bra.
"Papà, svegliati!"
Vegeta non capì subito cosa disse la ragazza, chiuse e aprì gli occhi e si portò una mano alla testa. Gli doleva e una leggera nausa gli smuoveva lo stomaco, aveva una bruttissima sensazione.
"Che diavolo vuoi, Bra!"
"Beh, sono preoccupata. La mamma non è ancora rientrata, tu hai dormito tutto il pomeriggio, Trunks non c'è e pensa: Goten non sa dov'è! Ma cosa sta succedendo qui? Sono io l'unica normale?"
Vegeta la fisso ricordandosi in quel momento che Bra era anche la figlia di Bulma, in quei frangenti era identica alla donna della sua vita.
"Papà, la mamma che ti ha detto al telefono?"
Vegeta cercò di ricordare le parole di Bulma, maledetta, dov'è che aveva detto di andare?
"Tua madre è via per lavoro..." E ricordò nel mentre il volto del damerino dai capelli lunghi neri. Era davvero andata ad una conferenza??
"E COSA DIAVOLO ASPETTI AD ANDARE A RIPRENDERLA!?"
Bra l'aveva afferrato per il bavero, era davvero arrabbiatissima.
"Dannazione, cosa stai aspettando papà! La mamma è arrabbiata con te, è evidente, e tu non la vai a cercare? Cosa pensi non si stuferà di perdonarti sempre per quel dannato brutto carattere che ti ritrovi!? Certo lei ti ama così come sei, ma che ti costa ... solo una volta, dimostrarle che l'ami."
Vegeta rimase immobile a fissare la figlia, aveva ragione, oh, se aveva ragione! Come darle torto del resto era vero iò che aveva detto. Allora Vegeta prese in mano il telefono e compose quel numero noto.
"Segreteria telefonica..."
Compose e ricompose, ma nulla. Bulma non rispose affatto. Forse non era ancora atterrata, forse ... Dove diavolo era Bulma!?
Poi il telefono di casa squillò e Vegeta si precipitò all'istante verso di esso.
"Pronto!"
"Signor Prince ..."
"PRONTO! CHI DIAVOLO SEI!?"
"Sono Kamui ... l'assistente della signora Brief ..."
"Non me ne frega un cavolo di chi sei, se Bulma è lì con te passamela subito!!"
"E' questo il punto Signor Prince ... Sua moglie è sparita, non la troviamo da nessuna parte ..."
E la cornetta cadde dalle sue mani.

Vegeta era entrato nel loro piccolo appartamento, quello in cui convivevano ormai da due anni. Ad entrambi mancavano pochi esami per completare la laurea specialistica, ma qualcosa aveva interrotto il loro percorso insieme: una gravidanza. Mancava da due giorni da casa e Bulma davvero si sentiva disperata, senza di lui non sapeva davvero che cosa fare.
"Vegeta sei tornato!"
Lui l'aveva osservata, ma aveva proseguito il suo tragitto verso la camera da letto e avave cominciato a riempir una valigia.
"Cosa stai facendo, Vegeta? Non vorrai mica ..."
"Certo, Bulma. Hai capito perfettamente. Me ne vado."
"COSA?!"
"IO ME NE V-A-D-O! Non sono fatto per esser padre, ho i miei obbiettivi da raggiungere ed avere uno stupido moccioso non è tra questi."
"Sei un vigliacco."
"No, mia cara. Non voglio solo farmi incastrare."
"Sei proprio come tuo padre, vigliacco e stupido. Almeno lui ha compreso di aver sbagliato!"
"Io non sto sbagliando Bulma, non lo voglio un figlio!"
"Sei uno stronzo Vegeta, non puoi abbandonarmi così, non te lo perdonerò mai, non ti farò mai conoscere tuo figlio, non si merita un padre orribile come te!"
"Tsk, fai come ti pare!"
Ed era uscido dalla casa sbattendo la porta, lasciandola sola.



Il passato si dimentica, le situazioni che compromettono il nostro cuore si cancellano, si schiacciano sotto una montagna di altre informazioni, per non veder gli errori, per sentirsi nel giusto. Ma il cuore lo sa dove hai sbagliato, il cuore punta una spida in quel luogo dove vi è l'errore, e la porti dentro, la senti sempre, torna quando stai per commetter di nuovo, l'errore più grande della tua vita: lasciarla andare ...
   
 
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