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Autore: JhonSavor    04/06/2011    2 recensioni
Beh immagino che a tutti, soprattutto ai single, capiti di riordinare casa e di trovare oggetti piuttosto interessanti, che ti rammentano cose, aneddoti o persone particolari; ora, considerate cosa potrebbe trovare un uomo come Arthur B. Kirkland (si avete letto bene), la cui vita non è stata sicuramente delle più normali e tranquille.
Ho messo "Generale", perchè può benissimo contenere diversi generi, dall'azione, al comico, al serio e addirittura al sentimentale XD!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Hetalia: Storie di Nazioni'
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 Avviso: ero partito con l’idea di una one-shot, ma penso che vada bene anche una raccolta XD.
Per mia scelta i personaggi sono canonici ma a livello storico (come mi piace definirlo) e potrebbero comparire numerosi personaggi inediti (stiamo parlando della famiglia di Arthur, quindi…) e chiedo al gentile pubblico che non vengano sfruttati da altri senza il mio consenso (mi sembra naturale). Ah un ultima cosa: questa fanfic appartiene alla stessa continuity dell’altra mia fan “Hetalia: la storia” quindi ci saranno sicuramente dei collegamenti tra le due.
 
Ringrazio anticipatamente chi leggerà e soprattutto chi recensirà, XD.
 
 
RICORDI
 
Londra, numero 9 di Downing Street
 
Era una giornata di pioggia e la governante, l’energetica signora Hudson, aveva chiesto, per meglio dire preteso, alcuni giorni di permesso per far visita ad alcuni parenti nello Yorkshire che non vedeva da tempo. In altre parole Arthur Kirkland  era da solo.
Al ministero aveva fatto sapere che sarebbe rimasto a casa quel giorno, mantenendosi ovviamente sempre contattabile, nel caso avessero avuto bisogno della sua presenza. Tanto era più che certo, che non lo avrebbero chiamato: si era occupato per tempo di tutti i progetti e pratiche che necessitavano della sua supervisione, e timbrato tutto ciò che la sua autorità gli imponeva.
 
La Gran Bretagna avrebbe fatto a meno di lui quel giorno.
 
Momenti di pace come quello voleva gustarseli bene, e lo stato di benessere che lo avvolgeva mentre era seduto sulla sua poltrona preferita, vicina al fuoco scoppiettante, era già qualcosa.
Sentì il silenzio intorno a se, che lo spinse istintivamente a guardarsi attorno: Arthur scrutò ogni centimetro di quella stanza che amava chiamare Reading Room, “Stanza della lettura”.
Una stanza di buone dimensioni, tenendo conto che aveva buttato giù una parete per renderla così spaziosa.
Era in assoluto la sua stanza preferita, in cui passava la maggior parte del suo tempo, quando restava in casa, dove teneva la sua collezione di dischi, i suoi amati libri, nonché alcuni dei suoi oggetti più cari.
Guardando anche solo di sfuggita alcuni di quegli oggetti, Arthur si rese conto di quanti ricordi gli riaffioravano lontani nella mente: perché non rivangarli?
Era un ottima occasione, quel temporale non lo ispirava per niente ad una passeggiata o ad una serata mondana… e poi chissà quante cianfrusaglie era riuscito ad accumulare in giro per casa nel corso dei secoli? Così se non altro avrebbe fatto felice mrs Hudson al suo ritorno, che per l’ordine e la pulizia aveva una particolare predilezione; l’unica pecca che poteva trovare in quella benedetta donna. All’inglese piaceva come aveva deciso di arredare casa sua, ed era tutto suo diritto tenerla come diavolo gli pareva!
E Porcile era una parola un po’ troppo esagerata per lui. James, quando co-abitavano ancora, sapeva come trattarla e farla ragionare… ma stava divagando.
Aveva già deciso da dove sarebbe partito.
Si alzò deciso, dirigendosi verso la libreria, incassata nella parete che divideva la stanza dal corridoio. Si avvicinò al primo scompartimento e incominciò ad osservare.
Tastò con mano i dorsi in cuoio che sporgevano dagli scaffali, tutti libri fuoriusciti dalla mente di soli scrittori inglesi, o se non altro dell’arcipelago, tutte prime edizioni e di tutti i generi e gusti: spiccavano tra i tanti Chaucer, Shakespeare, Bacon, Marlowe,  More, Milton , Donne, Dickens e tanti altri.
Molti di loro li aveva pure conosciuti bene ma non se la sentiva ancora di rivangare il loro ricordo. Tanto meno per la parte dedicata agli stranieri, a cui era dedicata il secondo scompartimento: ebbene si, lui stesso coltivava un certo interesse per gli scritti stranieri, un interesse scaturito dai continui viaggi sul continente ma anche dall’influenza che Galles aveva esercitato su di lui.
Voltò il viso allora alla terza parte della libreria quella dedicata al ciclo Arturiano.
Tutti i suoi colleghi del continente che potevano vantarsi dell’onore di aver visto la sua collezione di libri, erano rimasti stupiti per la vasta  quantità di opere e trattati sull’argomento che Arthur  possedeva.
“Quante bugie e maldicenze contengono questi testi” pensò sfiorandoli
C’erano due sentimenti che lo prendevano quando si toccava quell’argomento: rabbia e nostalgia.
Nostalgia della sua giovinezza, che dopo la morte dei suoi genitori non era stata proprio delle migliori, e dei momenti in cui poteva ancora vivere con la sua vera famiglia in mezzo al suo vero popolo.
Rabbia per ciò che alcuni di quegli scrittori avevano raccontato su suo padre, Lucius Artorius Castus, signore dei celti-romani, protettore delle terre di Britannia, condottiero valoroso e giusto.  Su sua madre Ginevra, che non era nella maniera più assoluta una principessa e neppure un’adultera, come la descrivono: lei era la Britannia, la Rappresentante delle terre dei bretoni, unitasi a Artorius contro il nemico Sassone e poi sua sposa.
Su Mordred…
Sotto gli occhi di Arthur comparve un nome e strinse i pugni in un moto di rabbia.
Thomas Malory.
Come si era permesso quell’infame di accusare suo padre di una perversione simile? Schifoso bastardo.
D’altronde altri non fecero di meglio, prendendosela con sua madre per esempio.
Decise di calmarsi, tanto lui sapeva la verità, chi se non lui poteva dire di conoscerla?
Si diresse verso la cucina, volendo del tè. Con quel tempaccio era la cosa migliore. Avrebbe continuato dopo, con tutta l’intenzione di rievocare la sua infanzia, il dolce viso di sua madre e la fiera figura del padre… tutto con un buon tè da sorseggiare.
 
 
Okay, okay mi chiederete, che cos’è questo? E io ho tutta l’intenzione di rispondervi però voglio sentirmelo chiedere dalle vostre recensioni XD.
Come contentino posso dirvi che ci faremo un bel viaggetto nella vita di Arthur con tanti aneddoti e flashback. Questo è effettivamente un prologo più che un cap vero e proprio, però avevo una gran voglia di iniziare a scrivere  qualcosa sulla famiglia inglese!
 
Salut!

  
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