Fifty months of waiting to
declare their love
Sonno
Tornare a casa era come
svegliarsi da un incubo e tuttavia faceva venire voglia di riaddormentarsi
circondato dalle braccia calde di lei, non armate per una volta del rilucere diabolico
della chiave inglese pronta a calargli sulla testa; per piombare in un sonno
senza immagini o pensieri ché l’illusione c’era già nella realtà e lo cullava
dolcemente: il sogno era lei.
Treno
Prendere sempre quel
maledetto treno, vederla dietro un finestrino agitare freneticamente la mano e
lo scintillio triste del suo sorriso che andava sfumandosi ed era stato anche
di un’altra donna amatissima; il terrore anche quel viso caro come nel caso
dell'altro scomparisse e il desiderio di proteggerlo, costi quel che costi.
Fermata
Il loro viaggio non aveva
fermate se non quella che lui immaginava come ultima: profumo di mele cotte e
risate, tante da non riuscire a contarle, così quanti sarebbero stati i baci
che le avrebbe rubato.
Ora
L’orologio che portava al
petto non scandiva il tempo ed era un monito; ora dopo ora bastava il lieve
oscurarsi dello sguardo di Winry al sapere più vicino il momento in cui se ne
sarebbero andati, all’alba come ladri, e i battiti furiosi nelle orecchie
mentre le dita di lei scivolavano abili e leggere sulla pelle, ricostruivano
pezzo dopo pezzo quanto lui aveva distrutto.
Ritornello
Era un ritornello quella promessa,
piacevole e cantilenante, che non feriva, tutt’altro; permetteva a lei d’alzare
il mento e di scrollare le spalle nello scrutare dalla finestra l’orizzonte
vuoto, per ora: prima o poi sarebbero stati
felici.
Cambiare
Cambiare era crescere,
invecchiare e lui temeva il momento in cui guardandola lei non lo avrebbe
riconosciuto per quant’era diverso, rimpiangeva ogni momento in cui il profilo
di Winry s’ammorbidiva, vita sottile e sorriso più dolce, cambiamenti di cui
non poteva godere la vista e sentire ed esplorare al tatto; infine era anche scoprirsi
di nuovo bambini negli adulti che erano stati costretti a diventare.
Pietra
“Mano sul petto, croce sul
cuore!” gli aveva fatto giurare una piccola Riccioli d’oro con tanto di mignoli
stretti tra loro. A distanza di anni di quella bambina non rimanevano che
un’ombra di cenere e una lastra di pietra su cui gettar lacrime e pugni a vuoto
e lì, sotto parole incise come graffi, gli occhi che lo aveva fatto innamorare
da ragazzo chiusi per sempre. Non era stato lui a rompere la promessa questa
volta.
Rugiada
Il primo bacio era stato con
la pioggia; il secondo col sole e un vento che sferzava loro le guance e
l’aveva fatta scoppiare a ridere per il solletico dei capelli che finivano loro
davanti infilandosi dispettosi in bocca; il terzo aveva il sapore dell’alba e
della rugiada, il futuro garantito che Ed le tendeva nella mano aperta e la
gioia che Winry aveva pianto contro quel palmo di carne e sangue, caldo, vivo.
Vento
La brezza che era soffiata nel
momento in cui il Portale s’era chiuso alle loro spalle era immaginaria, non
quanto il sospiro di vittoria, soddisfazione e stanchezza portato dal vento e
quel bentornato gridato, il profumo di Winry, di casa e le braccia di lei gettate al collo. Era tutto reale.
Sentimento
Winry capiva Ed dovesse
mettere a tacere ogni sentimento per il momento. Sembrava un eroe e come tutti
gli eroi aveva una missione da portare a termine, cose importanti a cui badare,
non futili come ciò che lei poteva provare in merito; sperava tuttavia non
glieli avrebbe negati anche quando fosse tornato, semplicemente come il ragazzo
che se n’era andato tanto tempo prima. Solo Ed rivoleva indietro, niente di
più.
Strappo
L’urlo di dolore di Ed
nell’installare gli automail era stato atroce, disumano. C’erano notti in cui
Winry lo sentiva ancora riecheggiare nelle orecchie in un cupo rimbombo ed ogni
volta era come uno strappo dell’anima. E faceva male, certo, ma la faceva sentire
più vicina a lui e le lacrime rispettavano la promessa.
Desiderio
Il desiderio di Ed non era
un segreto ed era noto a tutti: rendere Al felice. Per una volta però Winry
avrebbe voluto lui fosse egoista e desiderasse anche per sé la felicità, la riscoprisse
in quello che lei era pronta da sempre ad offrirgli.
Acqua
Lo sguardo di Winry era
azzurro come il cielo che circondava l’aureola dorata dei loro, ma soprattutto
era acqua gettata sulle fiamme di un incendio che mai aveva smesso di bruciare
dentro di lui e forse mai davvero si sarebbe spento.
Favola
Non era una favola quella
che avrebbero raccontato ai loro figli. Era la realtà e il dolore di due
persone che si erano faticosamente guadagnate una vita e lottando qualcosa di
cui andar fiere: la libertà.
Premio
Winry era il premio, Ed lo
sapeva e anche lei ne era a conoscenza; solo si domandavano entrambi quando e
come esattamente sarebbe stato riscosso.
Regno
Non aveva un regno da
offrirle né era quello che tentava di conquistare; era la pace ciò che le
avrebbe messo ai piedi e che lei sorridendo gli avrebbe fatto ritrovare.
Delirio
Ed non poteva non rendersi
conto la propria vita fosse un continuo spasimare alla ricerca di qualcosa o
qualcuno. Unica certezza in quel delirio sarebbe sempre stata quindi la risata
fragile di lei ad accoglierlo sulla soglia di volta in volta.
Rana
Ogni promessa fatta gli
veniva ricordata al mattino dalla voce petulante della coscienza, fastidiosa
quanto il gracidio delle rane nel torrente poco distante da casa. Solo due ne
sfuggivano: una la portava impressa in mente e rendeva fondato il motivo per
quel viaggio, l’altra nel cuore e nella stessa anima che aveva imparato essere
di valore incommensurabile, ma comunque aveva smesso di appartenergli da
tempo.
Fratello
Al era Al e Winry gli voleva
bene con tutto il cuore; e ciò nonostante attendeva impaziente il momento in
cui anche lei avrebbe potuto chiamarlo fratello
e non perché lo vedeva a quel modo, ma come dato di fatto.
Profumo
Senza che se ne fossero mai
resi conto avevano avuto lo stesso profumo marchiato a pelle: l’odore aspro
d’olio, della fatica e la scorza d’acciaio che ad entrambi ricordava l’uno
dell’altra, neve soffiata e ricordi infiniti, degli ingranaggi che rimanevano
pazienti a prender polvere sugli scaffali.
Essere
Edward era un ragazzo che si
spacciava per uomo, ma non lo era nonostante avesse visto e vissuto situazioni
che nessun altro tra tanti dannati poteva affermare di aver provato, la morte
lui la portava appiccicata addosso. Un essere ostinato quanto lei era rimasta
capricciosa; era solo nei peccati che potevano incontrarsi.
Ritmo
Non se n’era mai accorto
prima Ed che, chiudendo le viti e rimontandogli il braccio pezzo dopo pezzo,
Winry canticchiasse ogni volta a mezze labbra una musichetta infantile. Solo
più tardi avrebbe riconosciuto il motivo; lo stesso che Trisha soleva cantare
ad Al quando piangeva. Winry aveva sempre percepito anche il suo di
pianto.
Garanzia
L’automail era la garanzia
di una scommessa portata avanti da anni: bastava scorgerne da lontano il
luccichio per comprendere se quella fosse la volta buona in cui sarebbero
rimasti.
Proiettile
In mezzo ai proiettili di
ferro che precipitavano in scintille di piombo e stelle cadenti giù dal cielo,
uno le si era conficcato in petto, doloroso. Aveva rafforzato la presa delle
mani attorno alla valigetta convulsamente Winry, quanto forte sarebbe stato
l’abbraccio in cui avrebbe stretto lui
poco dopo. Era tornato, tornato gridavano quegli scoppi e qualcosa dentro di
lei ricominciò a battere e pulsare.
Tentativo
Winry era a conoscenza dei
continui tentativi di Al di riportare indietro Edward. Studiava e non sembrava
fare altro, non pensare ad altro, come lei d’altronde; non poteva dunque
fargliene una colpa. Andavano avanti a tentativi e pezzi di passato aspettando
il giorno in cui lui e il suo pugno scagliato in alto sarebbero ricomparsi nel
loro raggio visivo.
Amanti
Lei ed Edward non erano mai
stati amanti. Lui riservava a quel loro rapporto la luce speciale e privilegiata
delle cose uniche: o niente o tutto, sembrava dire con severità intransigente e
imbarazzata il suo sguardo. No, non lo sarebbero mai stati, disse tra sé,
eppure avrebbe preferito a volte lui si mostrasse meno all’antica.
Segnale
Nel corridoio giungeva
soffusamente attraverso lo spiraglio sotto la porta la luce dorata della sua
stanza e attutito il rumore di un laborioso svitare e avvitare; un chiaro
segnale, un invito. Ed Edward sapeva che solo bussando avrebbe trovato il
sorriso allegro di lei nonostante le occhiaie e l’invito a bere insieme un
caffè in cucina.
Bandiera
Edward non riusciva a
ricordare esattamente quando avesse deciso di alzare bandiera bianca e
sventolargliela sotto il naso. Forse era stato davanti all’aria mesta che
qualche giorno prima lei aveva assunto alla notizia della sua partenza
imminente o più probabilmente al ciarliero e vistosamente forzato sorriso
dietro cui si era trincerata per non fargli vedere la delusione cocente. Fatto
stava che ora l’aveva tra le braccia, rossa e commossa e tanto bastava per
acquietare l’orgoglio di una vita.
Stupidità
La furbizia era maschile a
volte quanto l’ottusità femminile. Winry non capiva ad esempio perché Ed non la
volesse intorno quando si allenava con Al sul retro. D’altronde non poteva
certo immaginare che proprio l’ingenuo Al s’avvalesse della sua presenza per
pungolarlo e approfittare dell’imbarazzo del fratellone per tramortirlo.
Schiaffo
Winry non lo aveva mai
schiaffeggiato. Gli aveva tirato dietro ogni tipo di strumento mortale, dato
pugni e pizzicotti, ma mai uno schiaffo. Quando si premette la mano sulla parte
di guancia ferita, Ed pensò che Envy avesse appena rubato qualcosa che
apparteneva di diritto soltanto a loro.
Accendere
Nessuno sapeva infiammare lo
spirito ardente dell’alchimista d’Acciaio quanto Mustang eppure niente di
meglio che il nome a caso di una ragazza riusciva ad accenderne in una violenta
vampata di calore il viso con altrettanta prontezza.
Velocità
La velocità era un concetto
soggettivo. Ad esempio per Winry Edward sbucato dal nulla e frapposto tra lei e
Scar era stata una visione improvvisa; Ed invece aveva sempre ringraziato di
essere sopraggiunto in tempo e creduto sinceramente fosse stato un miracolo non
essere arrivato solo un secondo più tardi.
Collo
Non avrebbe mai pensato
Edward che un giorno un collo indolenzito sarebbe potuto diventare fonte di
gioia se non quando sentì per la prima volta le mani di Winry massaggiarglielo,
impacciate e nervose.
Meraviglia
Ogni volta era una piccola
meraviglia affacciarsi sulla culla e scrutare la figurina che vi riposava, così
come lo era stato il giorno in cui traboccante di felicità Winry lo aveva
baciato davanti a tutti, incurante delle stridule grida di giubilo e dei fischi
ammirati in cui i presenti era scoppiati.
Bambini
Da bambini si dicono e fanno
moltissime cose di cui poi ci si scorda, così Edward non si preoccupò
dell’approvazione, data con insolita accondiscendenza, alla proposta di
matrimonio fatta da un marmocchio compagno di giochi della figlia, finché molti
anni più tardi Winry lo informò senza mezzi termini che era cosa risaputa la
vicenda si sarebbe conclusa allo stesso modo in cui era finita per loro.
Eclissi
L’ultimo pensiero di Winry
prima di cadere nell’oblio vuoto dell’incoscienza e che le venisse portata via
l’anima era volato ad Ed. Ora che l’eclissi era finita la sua mente rinata
riuscì solo a prolungarlo con speranza.
Stranezza
Che Edward detestasse poco
cordialmente il latte era solo una delle tante stranezze cui Winry era stata
costretta ad abituarsi, come pure lo erano la sua mania dell’ordine e la fobia
reverenziale che nutriva nei confronti della sua chiave inglese. Non a caso era
la prima cosa di cui la privava quando la baciava.
Orrore
L’orrore e il disgusto
provati anni prima nello scoprire il segreto sulla creazione della pietra
filosofale, fu nulla in confronto al raccapriccio nell’assistere al parto di
Winry.
Miseria
Edward guadagnava una
miseria con la pubblicazione delle sue ricerche e trattati, ma sapeva bene la
vera mancanza non sarebbe stato non trovare un pasto caldo in tavola quanto non
avere chi glielo metteva davanti.
Luce
La luce che l’aveva
investito nel venire a contatto con la Verità si perse nella penombra a paragone
di quella che sbocciò negli occhi di Winry e nel sorriso con cui l’abbagliò
prima di abbracciarlo.
Fine
Capì fosse davvero arrivata
la fine soltanto sentendo il tepore schiudersi in puntini incandescenti nel
braccio con cui le allacciò il fianco. E che fosse l’inizio di qualcosa di
altrettanto complesso e bello sentendo parole mai confessate apertamente premerglisi
contro le labbra, pronte a trovar suono, ad un soffio di bacio dalla tempia di
lei.
Illuminare
Winry riusciva a illuminare
il grigiore di una giornata vuota quanto l’alchimia non era mai riuscita a
fare. Scacciava via la noia battendo risoluta i palmi delle mani, richiamandolo
all’ordine e alla vita con la stessa energia con cui lui aveva usato disgregare
e ricreare plasmando a proprio piacimento cose che mai gli erano appartenute,
non quanto lei almeno.
Richiesta
Era una richiesta insolita
quella, ma Winry aveva acconsentito pur se con comprensibile perplessità
all’inizio. Non era un medico, tutt’altro, ma aveva mani fatte per guarire
aveva ribadito Edward e da allora, la spalla su cui spiccavano ancora le
cicatrici dei bulloni rimasti incastrati, l’aveva visitata e curata solo
lei.
Cristallo
Winry non aveva voluto
anelli con diamanti né altri gioielli appariscenti; l’unica sua pretesa era stata
che fosse trasparente come cristallo e resistente come l’acciaio ed Edward, pur
di accontentarla, aveva creato un composto nuovo appositamente per lei.
Incubo
L’incubo di quella notte
dalla sofferenza senza fine a volte tornava ricorrente e così vivido che Winry
si svegliava di scatto scossa da brividi di terrore irrefrenabili, il petto di
Ed ad attutire le urla che ancora la scuotevano e baci contro la fronte
imperlata di sudore.
Specchio
Lo specchio rimandava ogni
giorno la stessa immagine: una giovane ragazza dall’espressione ferma e il
mento volitivo. Eppure non c’era occasione
in cui Winry non badasse a ché non vi fossero trasformazioni che lui non
avrebbe potuto cogliere.
Muro
Il muro che divideva le loro
stanze sembrava realizzato con la cartapesta. Non c’era notte quando loro
arrivavano che lui non trascorresse ascoltandola lavorare infaticabile
all’automail che poi la mattina dopo gli avrebbe impiantato. Ed si domandava
distrattamente se sarebbe mai stato capace di superarlo o anche di aprirvi
dentro un varco per arrivare fino a lei.
Linea
Tra ciò che provavano e ciò
che andava fatto sapevano la linea di confine fosse sottilissima e labile. Winry
aveva compreso sarebbe bastata una parola e la schiena di Ed avrebbe tremato,
la sua fermezza vacillato; per questo taceva e intanto attendeva con fiducia.
Impressione
Forse era stata solo
un’impressione, ma stretta nel suo abbraccio Winry aveva avuto quella sensazione:
Edward l’aveva accarezzata come non volesse più staccarsene.
Particolare
Se non ne avesse intuito da
tempo l’intenzione, il Comandante Supremo avrebbe osservato con sorpresa
sincera il particolare nella foto allegata alla lettera, minuscolo il filamento
dorato della fede attorno all’anulare del Fullmetal. Guardò Riza di sottecchi
al suo fianco e si chiese quale sarebbe stata la sua risposta invece.
N/A:
Scritta
inizialmente per la challenge indetta dalla community
1frase un mucchio di
tempo fa e a cui però per mancanza del suddetto ( tempo) non ho più avuto modo
di partecipare.
Iniziativa
meravigliosa e davvero fonte d’ispirazione, ogni set è assolutamente
meraviglioso *___*, questo per la cronaca è il gamma.
Che dire oltre,
spero vi sia piaciuta e i personaggi non siano risultati troppo “poco loro”. Un
saluto, :)