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Autore: Ruta    04/06/2011    4 recensioni
Il loro viaggio non aveva fermate se non quella che lui immaginava come ultima: profumo di mele cotte e risate, tante da non riuscire a contarle, così quanti sarebbero stati i baci che le avrebbe rubato.
Raccolta di cinquanta frasi a tema per la coppia EdWin.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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fifty

Fifty months of waiting to declare their love

 *

50 mesi per dichiararsi il loro amore

*****

 

  

 

 

Sonno

Tornare a casa era come svegliarsi da un incubo e tuttavia faceva venire voglia di riaddormentarsi circondato dalle braccia calde di lei, non armate per una volta del rilucere diabolico della chiave inglese pronta a calargli sulla testa; per piombare in un sonno senza immagini o pensieri ché l’illusione c’era già nella realtà e lo cullava dolcemente: il sogno era lei.

Treno

Prendere sempre quel maledetto treno, vederla dietro un finestrino agitare freneticamente la mano e lo scintillio triste del suo sorriso che andava sfumandosi ed era stato anche di un’altra donna amatissima; il terrore anche quel viso caro come nel caso dell'altro scomparisse e il desiderio di proteggerlo, costi quel che costi.

Fermata

Il loro viaggio non aveva fermate se non quella che lui immaginava come ultima: profumo di mele cotte e risate, tante da non riuscire a contarle, così quanti sarebbero stati i baci che le avrebbe rubato.

Ora

L’orologio che portava al petto non scandiva il tempo ed era un monito; ora dopo ora bastava il lieve oscurarsi dello sguardo di Winry al sapere più vicino il momento in cui se ne sarebbero andati, all’alba come ladri, e i battiti furiosi nelle orecchie mentre le dita di lei scivolavano abili e leggere sulla pelle, ricostruivano pezzo dopo pezzo quanto lui aveva distrutto.

Ritornello

Era un ritornello quella promessa, piacevole e cantilenante, che non feriva, tutt’altro; permetteva a lei d’alzare il mento e di scrollare le spalle nello scrutare dalla finestra l’orizzonte vuoto, per ora: prima o poi sarebbero stati felici.

Cambiare

Cambiare era crescere, invecchiare e lui temeva il momento in cui guardandola lei non lo avrebbe riconosciuto per quant’era diverso, rimpiangeva ogni momento in cui il profilo di Winry s’ammorbidiva, vita sottile e sorriso più dolce, cambiamenti di cui non poteva godere la vista e sentire ed esplorare al tatto; infine era anche scoprirsi di nuovo bambini negli adulti che erano stati costretti a diventare.

Pietra

“Mano sul petto, croce sul cuore!” gli aveva fatto giurare una piccola Riccioli d’oro con tanto di mignoli stretti tra loro. A distanza di anni di quella bambina non rimanevano che un’ombra di cenere e una lastra di pietra su cui gettar lacrime e pugni a vuoto e lì, sotto parole incise come graffi, gli occhi che lo aveva fatto innamorare da ragazzo chiusi per sempre. Non era stato lui a rompere la promessa questa volta.

Rugiada

Il primo bacio era stato con la pioggia; il secondo col sole e un vento che sferzava loro le guance e l’aveva fatta scoppiare a ridere per il solletico dei capelli che finivano loro davanti infilandosi dispettosi in bocca; il terzo aveva il sapore dell’alba e della rugiada, il futuro garantito che Ed le tendeva nella mano aperta e la gioia che Winry aveva pianto contro quel palmo di carne e sangue, caldo, vivo.

Vento

La brezza che era soffiata nel momento in cui il Portale s’era chiuso alle loro spalle era immaginaria, non quanto il sospiro di vittoria, soddisfazione e stanchezza portato dal vento e quel bentornato gridato, il profumo di Winry, di casa e le braccia di lei gettate al collo. Era tutto reale.  

Sentimento

Winry capiva Ed dovesse mettere a tacere ogni sentimento per il momento. Sembrava un eroe e come tutti gli eroi aveva una missione da portare a termine, cose importanti a cui badare, non futili come ciò che lei poteva provare in merito; sperava tuttavia non glieli avrebbe negati anche quando fosse tornato, semplicemente come il ragazzo che se n’era andato tanto tempo prima. Solo Ed rivoleva indietro, niente di più.    

Strappo

L’urlo di dolore di Ed nell’installare gli automail era stato atroce, disumano. C’erano notti in cui Winry lo sentiva ancora riecheggiare nelle orecchie in un cupo rimbombo ed ogni volta era come uno strappo dell’anima. E faceva male, certo, ma la faceva sentire più vicina a lui e le lacrime rispettavano la promessa.

Desiderio

Il desiderio di Ed non era un segreto ed era noto a tutti: rendere Al felice. Per una volta però Winry avrebbe voluto lui fosse egoista e desiderasse anche per sé la felicità, la riscoprisse in quello che lei era pronta da sempre ad offrirgli. 

Acqua

Lo sguardo di Winry era azzurro come il cielo che circondava l’aureola dorata dei loro, ma soprattutto era acqua gettata sulle fiamme di un incendio che mai aveva smesso di bruciare dentro di lui e forse mai davvero si sarebbe spento.

Favola

Non era una favola quella che avrebbero raccontato ai loro figli. Era la realtà e il dolore di due persone che si erano faticosamente guadagnate una vita e lottando qualcosa di cui andar fiere: la libertà.

Premio

Winry era il premio, Ed lo sapeva e anche lei ne era a conoscenza; solo si domandavano entrambi quando e come esattamente sarebbe stato riscosso.

Regno

Non aveva un regno da offrirle né era quello che tentava di conquistare; era la pace ciò che le avrebbe messo ai piedi e che lei sorridendo gli avrebbe fatto ritrovare.

Delirio

Ed non poteva non rendersi conto la propria vita fosse un continuo spasimare alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Unica certezza in quel delirio sarebbe sempre stata quindi la risata fragile di lei ad accoglierlo sulla soglia di volta in volta.  

Rana

Ogni promessa fatta gli veniva ricordata al mattino dalla voce petulante della coscienza, fastidiosa quanto il gracidio delle rane nel torrente poco distante da casa. Solo due ne sfuggivano: una la portava impressa in mente e rendeva fondato il motivo per quel viaggio, l’altra nel cuore e nella stessa anima che aveva imparato essere di valore incommensurabile, ma comunque aveva smesso di appartenergli da tempo.  

Fratello

Al era Al e Winry gli voleva bene con tutto il cuore; e ciò nonostante attendeva impaziente il momento in cui anche lei avrebbe potuto chiamarlo fratello e non perché lo vedeva a quel modo, ma come dato di fatto.

Profumo

Senza che se ne fossero mai resi conto avevano avuto lo stesso profumo marchiato a pelle: l’odore aspro d’olio, della fatica e la scorza d’acciaio che ad entrambi ricordava l’uno dell’altra, neve soffiata e ricordi infiniti, degli ingranaggi che rimanevano pazienti a prender polvere sugli scaffali.  

Essere

Edward era un ragazzo che si spacciava per uomo, ma non lo era nonostante avesse visto e vissuto situazioni che nessun altro tra tanti dannati poteva affermare di aver provato, la morte lui la portava appiccicata addosso. Un essere ostinato quanto lei era rimasta capricciosa; era solo nei peccati che potevano incontrarsi. 

Ritmo

Non se n’era mai accorto prima Ed che, chiudendo le viti e rimontandogli il braccio pezzo dopo pezzo, Winry canticchiasse ogni volta a mezze labbra una musichetta infantile. Solo più tardi avrebbe riconosciuto il motivo; lo stesso che Trisha soleva cantare ad Al quando piangeva. Winry aveva sempre percepito anche il suo di pianto.       

Garanzia

L’automail era la garanzia di una scommessa portata avanti da anni: bastava scorgerne da lontano il luccichio per comprendere se quella fosse la volta buona in cui sarebbero rimasti.

Proiettile

In mezzo ai proiettili di ferro che precipitavano in scintille di piombo e stelle cadenti giù dal cielo, uno le si era conficcato in petto, doloroso. Aveva rafforzato la presa delle mani attorno alla valigetta convulsamente Winry, quanto forte sarebbe stato l’abbraccio in cui avrebbe stretto lui poco dopo. Era tornato, tornato gridavano quegli scoppi e qualcosa dentro di lei ricominciò a battere e pulsare.  

Tentativo

Winry era a conoscenza dei continui tentativi di Al di riportare indietro Edward. Studiava e non sembrava fare altro, non pensare ad altro, come lei d’altronde; non poteva dunque fargliene una colpa. Andavano avanti a tentativi e pezzi di passato aspettando il giorno in cui lui e il suo pugno scagliato in alto sarebbero ricomparsi nel loro raggio visivo.

Amanti

Lei ed Edward non erano mai stati amanti. Lui riservava a quel loro rapporto la luce speciale e privilegiata delle cose uniche: o niente o tutto, sembrava dire con severità intransigente e imbarazzata il suo sguardo. No, non lo sarebbero mai stati, disse tra sé, eppure avrebbe preferito a volte lui si mostrasse meno all’antica.

Segnale

Nel corridoio giungeva soffusamente attraverso lo spiraglio sotto la porta la luce dorata della sua stanza e attutito il rumore di un laborioso svitare e avvitare; un chiaro segnale, un invito. Ed Edward sapeva che solo bussando avrebbe trovato il sorriso allegro di lei nonostante le occhiaie e l’invito a bere insieme un caffè in cucina.

Bandiera

Edward non riusciva a ricordare esattamente quando avesse deciso di alzare bandiera bianca e sventolargliela sotto il naso. Forse era stato davanti all’aria mesta che qualche giorno prima lei aveva assunto alla notizia della sua partenza imminente o più probabilmente al ciarliero e vistosamente forzato sorriso dietro cui si era trincerata per non fargli vedere la delusione cocente. Fatto stava che ora l’aveva tra le braccia, rossa e commossa e tanto bastava per acquietare l’orgoglio di una vita.  

Stupidità

La furbizia era maschile a volte quanto l’ottusità femminile. Winry non capiva ad esempio perché Ed non la volesse intorno quando si allenava con Al sul retro. D’altronde non poteva certo immaginare che proprio l’ingenuo Al s’avvalesse della sua presenza per pungolarlo e approfittare dell’imbarazzo del fratellone per tramortirlo.  

Schiaffo

Winry non lo aveva mai schiaffeggiato. Gli aveva tirato dietro ogni tipo di strumento mortale, dato pugni e pizzicotti, ma mai uno schiaffo. Quando si premette la mano sulla parte di guancia ferita, Ed pensò che Envy avesse appena rubato qualcosa che apparteneva di diritto soltanto a loro. 

Accendere

Nessuno sapeva infiammare lo spirito ardente dell’alchimista d’Acciaio quanto Mustang eppure niente di meglio che il nome a caso di una ragazza riusciva ad accenderne in una violenta vampata di calore il viso con altrettanta prontezza.

Velocità

La velocità era un concetto soggettivo. Ad esempio per Winry Edward sbucato dal nulla e frapposto tra lei e Scar era stata una visione improvvisa; Ed invece aveva sempre ringraziato di essere sopraggiunto in tempo e creduto sinceramente fosse stato un miracolo non essere arrivato solo un secondo più tardi.  

Collo

Non avrebbe mai pensato Edward che un giorno un collo indolenzito sarebbe potuto diventare fonte di gioia se non quando sentì per la prima volta le mani di Winry massaggiarglielo, impacciate e nervose.

Meraviglia

Ogni volta era una piccola meraviglia affacciarsi sulla culla e scrutare la figurina che vi riposava, così come lo era stato il giorno in cui traboccante di felicità Winry lo aveva baciato davanti a tutti, incurante delle stridule grida di giubilo e dei fischi ammirati in cui i presenti era scoppiati.

Bambini

Da bambini si dicono e fanno moltissime cose di cui poi ci si scorda, così Edward non si preoccupò dell’approvazione, data con insolita accondiscendenza, alla proposta di matrimonio fatta da un marmocchio compagno di giochi della figlia, finché molti anni più tardi Winry lo informò senza mezzi termini che era cosa risaputa la vicenda si sarebbe conclusa allo stesso modo in cui era finita per loro.   

Eclissi

L’ultimo pensiero di Winry prima di cadere nell’oblio vuoto dell’incoscienza e che le venisse portata via l’anima era volato ad Ed. Ora che l’eclissi era finita la sua mente rinata riuscì solo a prolungarlo con speranza.   

Stranezza

Che Edward detestasse poco cordialmente il latte era solo una delle tante stranezze cui Winry era stata costretta ad abituarsi, come pure lo erano la sua mania dell’ordine e la fobia reverenziale che nutriva nei confronti della sua chiave inglese. Non a caso era la prima cosa di cui la privava quando la baciava.

Orrore

L’orrore e il disgusto provati anni prima nello scoprire il segreto sulla creazione della pietra filosofale, fu nulla in confronto al raccapriccio nell’assistere al parto di Winry. 

Miseria

Edward guadagnava una miseria con la pubblicazione delle sue ricerche e trattati, ma sapeva bene la vera mancanza non sarebbe stato non trovare un pasto caldo in tavola quanto non avere chi glielo metteva davanti.

Luce

La luce che l’aveva investito nel venire a contatto con la Verità si perse nella penombra a paragone di quella che sbocciò negli occhi di Winry e nel sorriso con cui l’abbagliò prima di abbracciarlo.

Fine

Capì fosse davvero arrivata la fine soltanto sentendo il tepore schiudersi in puntini incandescenti nel braccio con cui le allacciò il fianco. E che fosse l’inizio di qualcosa di altrettanto complesso e bello sentendo parole mai confessate apertamente premerglisi contro le labbra, pronte a trovar suono, ad un soffio di bacio dalla tempia di lei. 

Illuminare

Winry riusciva a illuminare il grigiore di una giornata vuota quanto l’alchimia non era mai riuscita a fare. Scacciava via la noia battendo risoluta i palmi delle mani, richiamandolo all’ordine e alla vita con la stessa energia con cui lui aveva usato disgregare e ricreare plasmando a proprio piacimento cose che mai gli erano appartenute, non quanto lei almeno. 

Richiesta

Era una richiesta insolita quella, ma Winry aveva acconsentito pur se con comprensibile perplessità all’inizio. Non era un medico, tutt’altro, ma aveva mani fatte per guarire aveva ribadito Edward e da allora, la spalla su cui spiccavano ancora le cicatrici dei bulloni rimasti incastrati, l’aveva visitata e curata solo lei. 

Cristallo

Winry non aveva voluto anelli con diamanti né altri gioielli appariscenti; l’unica sua pretesa era stata che fosse trasparente come cristallo e resistente come l’acciaio ed Edward, pur di accontentarla, aveva creato un composto nuovo appositamente per lei. 

Incubo

L’incubo di quella notte dalla sofferenza senza fine a volte tornava ricorrente e così vivido che Winry si svegliava di scatto scossa da brividi di terrore irrefrenabili, il petto di Ed ad attutire le urla che ancora la scuotevano e baci contro la fronte imperlata di sudore. 

Specchio

Lo specchio rimandava ogni giorno la stessa immagine: una giovane ragazza dall’espressione ferma e il mento volitivo. Eppure non c’era occasione  in cui Winry non badasse a ché non vi fossero trasformazioni che lui non avrebbe potuto cogliere.

Muro

Il muro che divideva le loro stanze sembrava realizzato con la cartapesta. Non c’era notte quando loro arrivavano che lui non trascorresse ascoltandola lavorare infaticabile all’automail che poi la mattina dopo gli avrebbe impiantato. Ed si domandava distrattamente se sarebbe mai stato capace di superarlo o anche di aprirvi dentro un varco per arrivare fino a lei.  

Linea

Tra ciò che provavano e ciò che andava fatto sapevano la linea di confine fosse sottilissima e labile. Winry aveva compreso sarebbe bastata una parola e la schiena di Ed avrebbe tremato, la sua fermezza vacillato; per questo taceva e intanto attendeva con fiducia.

Impressione

Forse era stata solo un’impressione, ma stretta nel suo abbraccio Winry aveva avuto quella sensazione: Edward l’aveva accarezzata come non volesse più staccarsene.    

Particolare

Se non ne avesse intuito da tempo l’intenzione, il Comandante Supremo avrebbe osservato con sorpresa sincera il particolare nella foto allegata alla lettera, minuscolo il filamento dorato della fede attorno all’anulare del Fullmetal. Guardò Riza di sottecchi al suo fianco e si chiese quale sarebbe stata la sua risposta invece.

 

 

  

 


N/A:

Scritta inizialmente per la challenge indetta dalla community 1frase un mucchio di tempo fa e a cui però per mancanza del suddetto ( tempo) non ho più avuto modo di partecipare.
Iniziativa meravigliosa e davvero fonte d’ispirazione, ogni set è assolutamente meraviglioso *___*, questo per la cronaca è il gamma.
Che dire oltre, spero vi sia piaciuta e i personaggi non siano risultati troppo “poco loro”. Un saluto,
:)

  
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