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Autore: somochu    05/06/2011    11 recensioni
«Non potrei sapere, almeno, dove siamo diretti?» chiese con tono leggermente lamentoso.
«Tu non vuoi saperlo, Merlin.»
«Certo che voglio saperl…»
«Tu NON vuoi saperlo, Merlin.» il tono basso –quasi come un ringhio- di Arthur lo fece zittire.
E Merlin di nuovo sospirò, rassegnandosi.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dedicata a Linda.
Un giorno mi perdonerai per questa... Cosa che ho scritto qui sotto. Ci conto.
Voglio rimandare alla tua giovinezza, quando eri ancora una fanciulla e soprattutto quando gli anni non ti pesavano addosso come un macigno.

Sappi che sei bella lo stesso.
Tanti auguri, Mon Amour <3







Cadeaux






«
Mi dite di nuovo il motivo per cui vi ho seguito fin qui, Mio Signore?» borbottò Merlin, incespicando su un piccolo ramoscello ai suoi piedi. «Devo averlo scordato.»
«Preferisci questo o la gogna per tutti i prossimi mesi?»
«Questo.»
«Bene. Zitto e cammina» Merlin sbuffò per i modi altezzosi del suo padrone, troppo stanco persino per arrabbiarsi.
Regnò il silenzio per qualche secondo, prima che il mago lo rompesse di nuovo con la sua parlantina.
«Non potrei sapere, almeno, dove siamo diretti?» chiese con tono leggermente lamentoso.
«Tu non vuoi saperlo, Merlin.»
«Certo che voglio saperl…»
«
Tu NON vuoi saperlo, Merlin.» il tono basso –quasi come un ringhio- di Arthur lo fece zittire.
E Merlin di nuovo sospirò, rassegnandosi.
Perché lo aveva seguito?
Quella domanda aleggiava nella sua testa da parecchio; le gambe e la schiena gli dolevano, aveva sete e moriva di fame.
Insomma, non c’era niente che andava per il meglio ed erano due ore che mugugnava senza trovare risposta. E quella di Arthur, di certo, non gli bastava –anche se la gogna lo spaventava sul serio.
«E adesso perché non parli più?» proruppe all’improvviso Arthur, facendolo sobbalzare visibilmente.
«Ma signore, me lo avete chiesto voi di restare zitto…»
«Certamente, ma sei taci per un certo periodo tempo, allora vuol dire che qualcosa ti turba» continuo il principe con ovvietà. «Dunque, c’è qualcosa che ti turba?»
«Non saprei… » disse Merlin, con sarcasmo. «Magari trovarmi in una foresta senza avere idea della meta non è esattamente ciò che agognavo di più, stamattina, quando ho aperto gli occhi.»
«Quante storie per una piccola camminata. Sei deboluccio come una donzella
Merlin aprì la bocca, pronto a ricordare ad Arthur la sua natura da Asino –condito con un’altra serie d’improperi-, ma fu bloccato da un rumore alla sua sinistra.
Arrestò il passo, voltandosi a guardare il Principe, in attesa di una sua reazione; questi, però, era visibilmente rilassato e, guardandolo più attentamente, notò anche che tratteneva un ghigno.
Ma che accidenti stava succedendo?
Si fece guardingo, fissando con attenzione il punto in cui aveva sentito dei leggeri passi.
Niente. Solo silenzio.
Allarmato, stava per chiedere ad Arthur di prestare la giusta attenzione alla faccenda, quando fu interrotto da un boato che lo fece sussultare esageratamente.
«Sembri un pulcino spaurito, Merlin.»
Si voltò verso la provenienza della voce, sapendo già di trovarci Gwaine e il suo sorriso, avendo riconosciuto la sua voce; ma al suo seguito c’erano anche Gaius e Gwen, cosa che lo sorprese ancor di più.
Sorrise, sorpreso e contento allo stesso tempo, rallegrandosi ancora di più quando notò che dietro di loro c’era sua madre.
«Madre!»
Era tanto, troppo tempo che non la vedeva; corse verso di lei, abbracciandola stretta e non credendo ai suoi occhi.
La giornata, da orrenda com’era iniziata, era diventata tra le più belle che avesse mai vissuto.
«Buon compleanno, figlio mio» disse la donna, felice come non mai.
«Ma… Come… Cioè come avete fatto a trovarvi tutti qui? » chiese Merlin, una volta aver ringraziato tutti.
«E’ Arthur che ha organizzato tutto. Aveva voglia di farti sgobbare per bene prima di prenderti i meritati auguri.» gli rispose Gaius con un sorriso.
Merlin si voltò immediatamente verso di Arthur, non sapendo esattamente cosa dire.
«Te lo avevo detto che sembri una donzella: adesso stai anche piangendo» e solo allora Merlin notò che aveva veramente le lacrime agli occhi. «E comunque io ho semplicemente dato l’idea, non è vero che ho organizzato tutto e poi… Oh, insomma, io non ho certo fatto tutto questo per renderti felice o altro. Ci mancherebbe.»
«Siete uno stupido e borioso Asino…» poi Merlin si ritrovò a sorridere, così naturalmente da risentire di nuovo le lacrime agli occhi. «…Ma questa è la cosa più bella che poteste farmi.»








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E dopo mesi e mesi che non scrivo nulla, torno con una storia così orrenda .__.
Tra l'altro, ha anche la funzione di primo approccio con questo Fandom, visto che non avevo mai scritto su Merlin.
Insomma, il risultato è un  vero disastro. Siete libere/i di uccidermi.


   
 
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