Ti odio. Ti odio profondamente, solamente perché ti amo, e tu te ne sei andato. ‘Guarda la strada’ ti dicevo, solamente una settimana fa, quando eravamo in macchina. Stavamo litigando, per cosa non ricordo. Forse perché al party ti eri ubriacato, oppure perché, per via dell’alcool, ci avevi provato spudoratamente con tutte le ragazze presenti. Litigavamo, ti cercavi il mio sguardo per farti perdonare, e non guardavi la strada. Così non sei riuscito a vedere che stavi andando fuori strada, invadendo l’altra corsia. Non hai visto l’auto venirci addosso, prendendo te in pieno e a me solo in parte. Mi manchi, mi manchi infinitamente. Com’è il Paradiso? Certo, sono sicura che tu sia lì, sei un angelo nonostante tutto. Te lo voglio ridire, ti amo, ancora e per sempre, nonostante le bruciature sulla mia pelle, nonostante le costole incrinate e il forte dolore al petto, come se il mio cuore si fosse ridotto in polvere. Mi annoio, l’ospedale è noioso. Mi ricordo di quando mi hanno operata all’appendice, e tu venivi a trovarmi tutti i giorni. Mi divertivo molto, perché tu mi portavi tanta allegria. E quando è nato nostro figlio, Kurt? Già, come Kurt Cobain l’hai voluto chiamare, nato nello stesso giorno in cui il cantante è morto, il 5 aprile. Mi chiedi di te il nostro piccolo. Manchi anche a lui, come a tutti del resto. Entrambe le tue famiglie sono in lutto. Tuo fratello vorrebbe far partecipare gli echelon al tuo funerale, gli sembra corretto. Nessuno gli si oppone, ma gli altri non sono molto convinti. Mi viene da sorridere, perché tra poco ti raggiungerò. Stavo mentendo prima, quando ho detto delle bruciature e delle costole incrinate. In realtà sono in coma, ma riesco ancora ad udire che mi è intorno. Hanno deciso di staccare la spina, e ne sono felice. Finalmente potrò rivederti, riassaporare le tue labbra e sentire il profumo della tua pelle. Ecco, hanno smesso di far funzionare i macchinari, ora non mi resta che contare i secondi che ci dividono. Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno … 







Allora, il mio orologio segna le 2.19 precise. Naturalmente durante il giorno non ho il tempo nè di scrivere nè di pubblicare quindi lo faccio ora una volta per tutte. Praticamente mi sono svegliata dipo verso le 2 e, non sapendo cosa fare, mi sono messa un po' a scribacchiare qualcosina. Poi mi è venuta l'ispirazione e ho scritto questa one-shot di getto, senza mai cancellare nè modificare qualcosa. E' normale per me non dormire in generale, poi domani pomeriggio ho lo spettacolo di danza a Milano per di più, quindi mi sa che non riuscirò a chiudere occhio.
Baci
Manu