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Autore: andryanatomy    05/06/2011    5 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction. Ho già in mente altro per la storia, quindi se verrà gradita, pubblicherò altri capitoli. L'intera vicenda è basata sulla canzone "Your Side Now" di Trent Dabbs. Spero vi piaccia! :))
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FINN
La lezione di oggi al Glee Club riguardava il futuro. Il futuro, qualcosa che ha sempre confuso Finn. Per tutta l’ora non fece altro che ascoltare gli altri e cercare di farsi una propria idea per rendersi partecipe.

Non riuscì ad immaginare nulla oltre al presente e tutto ciò che lo circondava. Forse aveva paura di non riuscire a raggiungere le proprie ambizioni o forse non sapeva semplicemente sognare. In ogni caso, tutto questo lo spaventava. Si sentì emarginato rispetto agli altri e non sapeva neanche se c’era una soluzione al problema. Ma dopotutto, cosa c’è di difficile nel sognare?

Dopo la lezione Finn rimase nell’aula per pensare.

PUCK
Puck non è il ragazzo che finirà con una moglie, qualche figlio e un cane in una casa di periferia. Ama le sfide e vuole una vita che gli consentirà di affrontarne sempre nuove. Tutto ciò che riuscì ad immaginare fu una band. Beh, una band con qualche elemento di base correlato: sesso, droga e rock’n roll per intenderci.

Mentre sognava ad occhi aperti, si rese conto dell’unica persona assente nell’aula, Finn. Sembrava turbato e il suo sguardo era del tutto imbarazzato. Aveva qualche problema e Puck sentiva il bisogno di aiutarlo. Non che essere protagonista di duplici tradimenti nei suoi confronti sia stato molto d’aiuto negli ultimi tempi, ma comunque.

Nelle ultime settimane, stranamente, Finn fu spesso al centro dei suoi pensieri. Dopo lo pseudo-tradimento con Rachel, Puck non fece altro che pensare a quanto potesse aver fatto male al suo migliore amico. Si sentiva in colpa e questo non era da Puck. Non era da lui, tranne per quanto riguarda Finn. C’era qualcosa in Hudson che lo attraeva da diversi giorni e per questo moriva dalla voglia di scoprire di cosa si trattasse, così da liberare la sua mente.

Questa era la sua occasione.

SALA PROVE
“Che succede, amico?”

Finn non rispose subito. Era ancora tra i suoi pensieri, ma dopo aver fissato Puck in modo stupido, se ne uscì con il solito “Niente.”

“Non sembra niente.. so che c’è qualcosa che ti turba.” Puck provava realmente interesse per il problema di Finn e questo lo sorprendeva.

“Solo il futuro, Puck.”

“Che c’è di male nel futuro? L’unica cosa mi trattiene in questa scuola è il club, ma se non fosse per quello, l’avrei già lasciata. E, sinceramente, non vedo l’ora di farlo.”

“Non c’è nulla di male nel futuro, solo che non riesco a vedermi.. nel futuro intendo. Sembra come se fossi fermo e tutto il mondo intorno a me si muovesse incurante. Non so come potrei diventare fra qualche anno o che lavoro scegliere. Vivo alla giornata e pensavo fosse okay fino ad oggi. Tutti hanno progetti per il college o per un lavoro stabile dopo la scuola, mentre io, l’unico progetto che ho fatto è scegliere quale sandwich mangiare a pranzo.”

Detto questo, Finn diventò rosso dall’imbarazzo perché non era solito confidarsi in questo modo con Puck.

“Uhm.. non devi decidere cosa diventare proprio oggi. Si, la vita è breve e il tempo sembra passare sempre più velocemente, ma in questo momento nessuno ti obbliga a pensarci. Spassatela piuttosto!”

“Ho troppi pensieri per la testa. Non riesco a fare altro che pensare e ripensare, sperando di farmi un’idea concreta in testa. Proprio come te o Rachel o Kurt.”

“Amico, hakuna matata.” Puck finì la frase con un sorrisetto.

Finn rispose con un sorriso forzato. Tra i mille pensieri, si rese conto che l’interessamento di Puck nei suoi confronti era decisamente strano. Si, sono migliori amici da anni ormai, ma è difficile che provino interessamento l’uno per l’altro in questo modo.

“Credo che ora andrò a casa.. sono esausto.” Finn iniziò a prendere le sue cose e a metterle nello zaino. All’improvviso sentì due grosse braccia avvolgerlo sempre più forte. Era Puck e lo stava abbracciando. La situazione era decisamente imbarazzante, ma non solo per Finn. Puck sentì il bisogno di abbracciarlo e lo fece involontariamente, come se avesse perso il controllo del suo corpo. Fu definitivamente involontario perché Puck non abbraccia i ragazzi.

Finn aveva un buon odore e il suo corpo era incredibilmente caldo. Abbracciarlo non era male, anzi.. a Puck non dispiaceva per niente. Sentiva una strana sensazione di calore che lo invadeva per tutto il corpo.

“Uhm.. Puck?”

“Che c’è? Gli amici si possono abbracciare, no?”

Finn, sconvolto, ricambiò l’abbraccio evitando di stringerlo troppo.

“Da amico, sento il bisogno di darti una mano. Cosa fai di solito quando sei incasinato come ora?”

“Credo che andrò a casa..” Finn rivolse il suo sguardo verso la porta.

“Perché continui ad evitarmi? So di averti ferito per quello che è successo con Rachel. So di averti ferito numerose volte, a dire il vero. E, credimi, continuo ad avere risentimenti. E’ da tempo che non faccio altro che pensare a te e a quanto possa averti fatto male. Non mi sono comportato bene con un sacco di gente e non mi sono mai pentito di nulla, ma con te è diverso. E per questo ti chiedo nuovamente scusa. So che dovrei pensare prima di agire, ma sai come sono fatto.”

“Tu non hai idea di quanto possa far male essere tradito dalla tua ragazza e dal tuo migliore amico. Non hai idea.. ma come ti ho già detto in precedenza, ti perdono. Ormai sembra essere diventata un’abitudine per la gente, giocare con i miei sentimenti.”

Puck aveva reso Finn più triste di quanto già non era e questo lo fece sentire nuovamente in colpa. Tutto ciò che continuava a ripetersi era “Devo rimediare. Devo mettere a posto le cose.”

“Voglio risolvere questo problema con te, okay?”

“Non c’è nulla da fare. Te l’ho detto, siamo già a posto.”

Puck sapeva che Finn non ne era convinto e per questo continuò, dicendo: “Non lo siamo. Non realmente, per lo meno.”

“Ascolta.. devo andare a casa, sono sfinito e ho ancora mille pensieri per la testa.”

“Non andrai a casa fino a quando non avremo trovato un accordo.”

Puck parlava seriamente. Non aveva intenzione di lasciar passare Finn fino a quando non aveva la coscienza a posto.

“Non è divertente..” Finn tentò di passare per uscire dall’aula, ora che la scuola era completamente vuota. Puck continuava ad opporre resistenza poiché era convinto di ciò che stesse facendo.

Finn lo spinse, ma Puck al posto di rispondergli, si avvicinò con forza e lo baciò.

Finn rimase pietrificato e Puck continuò a fare quello che stava facendo senza alcun rimorso, ma con la consapevolezza che la cosa era piuttosto gay. C’era un’attrazione troppo forte nei confronti di Finn che gestiva il corpo di Puck e lo allontanava da ogni possibile risentimento.

Ogni cellula del corpo di Finn era come rigenerata e i brividi lo percorsero per tutto il corpo. Sentiva la lingua di Puck spingersi nella sua bocca, ma in modo delicato. Stava baciando il suo migliore amico, a scuola, il suo migliore amico! Preso dal momento e dallo stupore, ricambiò il bacio. Non sapeva che altro fare. Dopotutto lo stava baciando Puck, uno dei ragazzi più sicuri di sé che conosceva. In qualche modo, questa sicurezza lo portò a pensare che era la cosa giusta da fare.

Non appena tutto fu finito, i mille pensieri nella testa di Finn scomparvero. Rimase solo il vuoto, zero assoluto. Così abbassò lo sguardo e dopo pochi secondi tornò a guardare Puck negli occhi. Quest’ultimo respirava a malapena e rimase immobile a guardarlo, aspettando una sua reazione.

Passarono pochi secondi prima che Finn corse verso la porta per andarsene. Puck rimase ancora lì, immobile.

“Cazzo.”
  
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