Serie TV > Medium
Segui la storia  |       
Autore: sailormoon81    05/06/2011    1 recensioni
[Medium]Strani sogni e ancor più strane sensazioni accompagnano le notti di Allison DuBois. Quale messaggio nascondono?
Fuoco. Fiamme. Tutto attorno a lei brucia. Il fumo le rende difficile respirare, e senza quasi rendersene conto scivola nell'oblio che precede la morte.
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Seconda parte

 

 

 

Cos’era quel posto?

Non lo riconosceva, anzi era sicura di non averlo mai visto.

Sembrava… sì, era un bosco.

Si guardò intorno cercando di identificare quel luogo sconosciuto, ma senza successo.

Aiutami.

Era un sussurro, eppure era talmente chiaro nella sua mente…

Chi stava chiedendo aiuto? E dove si trovava?

Non doveva mettersi contro di loro! A chi apparteneva quella seconda voce? Per lui non c’è più niente da fare. Non può essere salvato, ormai.

Senza sapere come, Allison si trovò a levitare sopra quel bosco, cercando di capire chi avesse parlato.

Improvvisamente, tutto ciò che aveva sotto di sé fu avvolto dalle fiamme e successivamente sommerso dall’acqua.

Il fuoco si estinse quasi subito, lasciando al suo posto solo terreno bruciato.

Per un breve istante restò incantata alla vista dei meravigliosi colori che quel deserto le offriva, ma la sua attenzione fu presto calamitata da ciò che era successo alla foresta: là dove appena un attimo prima c’erano alberi, ora c’erano tronchi ricoperti di cenere.

 

Si svegliò madida di sudore, e con una sensazione di soffocamento si mise a sedere sul letto.

Che diavolo voleva dire quel sogno?

Chi le aveva parlato?

Non ricordava di essersi mai sentita così inutile, neanche quando Lucas Harvey le aveva reso impossibile avvalersi dei suoi sogni, condizionandoli.

Un pensiero le balenò alla mente, ma lo scacciò subito: ricordava perfettamente che il fantasma di Harvey era stato portato via dalle anime che a causa dell’uomo non era stato possibile salvare, quindi era altamente improbabile, anzi impossibile, che ci fosse un collegamento con quanto stava vivendo in quel momento…

Ma allora perché non riusciva a risolvere il mistero?

Perché tutti i suoi sogni e le sue sensazioni erano dei vicoli ciechi?

 

« Sei riuscita a riposare? » le chiese Joe quando scese in cucina, poco dopo le sei del pomeriggio.

« Diciamo di sì, anche se non troppo. Ho fatto uno strano sogno in cui… »

Lo squillo del telefono interruppe quell’inizio di conversazione. Allison rispose immediatamente e ascoltò con molta attenzione quanto l’interlocutore stava dicendo.

Con un « Okay, arrivo subito » chiuse la comunicazione e corse nell’ingresso, pronta per uscire.

« Era Lee » spiegò al marito. « Pare che abbiano trovato qualcosa… »

 

« Abbiamo controllato al microscopio il conto di Andrew » spiegò Scanlon all’arrivo di Allison in centrale. « Ci sono movimenti sospetti: accrediti piuttosto elevati, per essere uno studente universitario. »

« A che conclusione siete arrivati? »

« Siamo in una situazione di stallo » ammise Lee. « Ma i ragazzi della scientifica stanno rivoltando l’auto del ragazzo in cerca di qualcosa. Più di questo non posso chiedere, almeno finché non sarà avviata l’indagine ufficiale… »

Allison ascoltò in silenzio le parole dell’amico. « C’è altro? »

Lee sorrise, quasi aspettando di sentirsi rivolgere quella domanda. « Pare che abbia prelevato parecchio, nell’ultimo mese. »

« Quanto? »

« Si tratta di cifre più o meno grandi, che in apparenza non destano sospetti, ma che sommate raggiungono la somma di sessantamila dollari. Stando alle dichiarazioni dei conoscenti, il ragazzo non aveva motivo di prelevare così tanto in così poco tempo… »

« E il trasloco a cui ha accennato Mark Newton? »

« Non c’è traccia di acquisti di immobili a suo nome. Abbiamo controllato i tabulati telefonici ma non risulta esserci niente di anomalo. Se non abbiamo una pista migliore, credo che dovremo arrivare alla conclusione di un allontanamento spontaneo da casa… »

« Non puoi dire sul serio! » esclamò Allison battendo i palmi contro la scrivania del detective. « Ho fatto un altro sogno, e sento che qualcosa ci sta sfuggendo. »

« Ragiona, Allison. Non ci sono segni di lotta, né dentro né fuori la sua auto; ha prelevato contanti per un totale di sessantamila dollari, e ha sul conto migliaia di dollari che aspettano di essere spesi… con cifre simili si starà facendo una risata alle nostre spalle. »

« Devi avere fiducia in me, Lee » insisté. « Ho visto qualcosa, devo solo capire cosa… Proprio prima di raggiungerti ho fatto un sogno. Stavo tentando di dirtelo anche prima. »

« Ti ascolto » sospirò il detective, appoggiandosi meglio allo schienale della sedia.

Con poche parole, Allison descrisse quanto aveva visto: si rendeva conto che non fosse granché come indizio, ma sperava potesse convincere Scanlon a non abbandonare le indagini.

« Stai dicendo che dobbiamo cercare una foresta? » volle accertarsi Lee. « Ha senso. Quante foreste ci saranno sul pianeta? Un paio… »

« Smettila, Lee. »

« Scusa. Ma davvero, Allison, come posso prendere sul serio una notizia del genere? »

« Hai ascoltato bene? » continuò la donna. « Ho detto che la foresta c’era, ma poi è diventata qualcos’altro. Gli alberi erano ricoperti di fango e cenere. E ricordo benissimo l’alternanza di colori: rosso, giallo e bianco, per la precisione. »

Senza una parola, Lee si alzò e raggiunse un collega poco distante da loro.

Allison non capì di cosa stessero parlando: vide l’altro uomo porgere a Lee un libro che l’amico si affrettò a sfogliare; quando sembrò aver trovato cosa cercava, le fece cenno di raggiungerlo.

« C’è solo un posto che mi viene in mente » ammise porgendole il libro aperto un una serie di fotografie. « Somiglia in qualche modo a ciò che hai visto? »

Allison lesse il titolo del libro: Da Las Vegas a Las Vegas – Diario di viaggio in Arizona e Utah. Riaprì il Diario alle pagine indicatale da Lee e studiò quelle immagini attentamente: ritraevano rocce dai colori più disparati, dal rosso al bianco, al viola, al grigio; gli alberi sembravano…

Lesse la didascalia: migliaia di pezzi di tronchi d'alberi pietrificati che sono diventati minerali dai bellissimi colori. « La Foresta pietrificata, nel Painted Desert! Come ho fatto a non pensarci prima… Ne sono certa: è ciò che ho sognato! »

« Dista quasi duecento miglia da Phoenix » commentò Lee. « Più di tre ore di viaggio. Se anche partissimo adesso, arriveremo che sarà già buio… » Afferrò il telefono e compose un numero.

Dopo qualche minuto, aveva predisposto che la polizia del luogo li aiutasse nelle indagini, mentre lui li avrebbe raggiunti l’indomani mattina con una squadra.

 

***

 

Durante il tragitto fino a Holbrook, la mente di Allison vagò senza sosta, alla ricerca di qualche indizio che le fosse sfuggito.

Le tornarono in mente le parole rivoltele dalla voce del sogno che aveva fatto il pomeriggio precedente: cosa voleva dire con Non doveva mettersi contro di loro? E chi erano “loro”?

Guardò l’orologio.

Erano le otto passate, e viaggiavano già da un paio d’ore.

Di sicuro la sua famiglia era pronta per recarsi a scuola o al lavoro.

 

« Andrew, che ti è successo? »

« Tranquilla, Jane. Ho solo bisogno di un posto dove stare, per stanotte. »

La ragazza si scostò lasciando entrare Andrew Davis nella casa illuminata solo da un paio di lampade.

« Dio mio, Andrew! Sei ferito! Chi ti ha fatto questo? Devi andare subito in ospedale! »

« No! Nessun ospedale. Sto bene, credimi. »

Si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi Andrew poggiò le sue labbra su quelle della ragazza. « Credimi, amore mio, tutto si risolverà per il meglio. Te lo prometto. »

« Lavorerei altri mille anni, se servisse a tenerti lontano dai guai. Sono stati loro, non è vero? » Non attese risposta. « Ti prego, Andy. Bastiamo solo noi due e il nostro bambino. Rinuncia, prima che sia troppo tardi. »

Andrew allungò una mano a sfiorare il ventre piatto della donna. « Meriti di più… »

Jane avvertì una punta di insicurezza nella voce del compagno. Afferrò il telefono cellulare dal mobile nell’ingresso, compose il numero di emergenza e porse il telefono a Andrew. « Non mi servono lussuosi palazzo dove abitare: stiamo bene qui. Non voglio niente. Solo te. »

« Abbi fiducia, Jane. So quello che faccio. »

« Nove uno uno. Qual è la sua emergenza? »

Jane esitò prima di richiudere la comunicazione con la polizia.

Nel silenzio della notte, il rumore della porta d’ingresso che veniva chiusa risuonò forte come uno sparo.

 

« … ma aspettano noi per rimuovere il corpo. A quanto pare, hai avuto ragione ancora una volta. »

Allison riaprì gli occhi e per un breve istante si domandò dove fosse.

Lee le stava parlando, senza staccare gli occhi dalla strada avanti a loro.

« Corpo? Quale corpo? » L’ultima cosa che ricordava era che stava pensando alla sua famiglia, e fino a quel momento Lee non aveva fatto menzione di alcun cadavere.

Il detective le rivolse una fugace occhiata. « Mi stai ascoltando? Non ti sarai addormentata! »

« Non lo so… voglio dire, credo di sì. Per quanto ho dormito? »

Lee rise. « Non molto, temo. Giusto il tempo di una telefonata da parte dell’ispettore Corradine della polizia di Holbrook. »

« E…? »

« Hanno trovato un corpo carbonizzato nascosto tra i tronchi di pietra del parco nazionale. »

Un corpo bruciato. Sembrava quadrare con i sogni dell’ultima settimana…

« Ti risulta che Andrew Davis avesse una fidanzata? » domandò poi al detective.

Lui sembrò riflettere qualche secondo prima di rispondere negativamente.

« Ho sognato una certa Jane » spiegò, « che sembrava essere la compagna di Andrew. Probabilmente aspettavano un figlio… »

« Strano. Nessuno la nomina, né i familiari né gli amici che abbiamo interrogato… »

« E temo non sia l’unica cosa di cui amici e parenti fossero all’oscuro. Da quanto ho visto, credo che Andrew possa essere invischiato in affari poco chiari… Di che natura lo ignoro » anticipò la domanda di Lee, « ma quando saremo di ritorno a Phoenix dovremmo cercare questa Jane. »

« Non è molto… »

Allison rifletté. « Dovremmo cercare nelle tavole calde… magari cominceremo da quella dove lavora l’amico, Mark… »

 

Giunsero sul luogo del ritrovamento dopo quasi un’ora.

Allison restò affascinata dallo spettacolo offerto dai tronchi pietrificati e mineralizzati.

Continuò a guardarsi attorno mentre Lee raggiungeva il capo della polizia Corradine e veniva ragguagliato sulle indagini.

« A quanto sembra, è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla nuca » stava dicendo l’ispettore a Lee, « e successivamente gli è stato dato fuoco. Un’esecuzione in piena regola. »

« Qualche traccia utile? »

« Il parco è video sorvegliato. Abbiamo già chiesto le registrazioni degli ultimi dieci giorni ai responsabili della sicurezza e dovrebbero arrivare tra qualche ora in centrale. Tuttavia, ci sono segni di pneumatici poco più avanti. Con un po’ di fortuna riusciremo a identificare il tipo di gomma e di conseguenza risalire al modello di auto usata. »

 

L’attenzione di Allison fu catturata da una figura poco più distante dal gruppo di poliziotti.

Era un giovane di circa venticinque, ventotto anni; ricoperto di fango, osservava il rinvenimento del cadavere con un’espressione addolorata in viso.

Con molta cautela, la donna lo raggiunse.

« Andrew » sussurrò.

Il ragazzo alzò lo sguardo fissando i suoi occhi azzurri in quelli di Allison.

 

Andrew e suo padre stavano litigando nello studio dell’uomo.

« Finché vivrai sotto il mio tetto, che ti piaccia o no seguirai le mie regole! »

« E allora dovrò farlo per poco tempo ancora! »

 

La visione terminò rapidamente così come era avvenuta.

Aveva un che di “già visto”, ma l’ultima frase fu quella che attirò l’attenzione della medium. La prima volta che aveva assistito alla discussione tra i due Davis era certa di non averla sentita…

« Stavi comprando casa, vero? È questo che vuoi farmi capire? Cosa c’entra con la tua morte? » azzardò a chiedere alla figura che aveva dinanzi.

Andrew aprì la bocca per dire qualcosa ma si bloccò. Sembrava spaventato: si guardò attorno e iniziò a indietreggiare.

« Ti prego, non scappare! » supplicò Allison. « Chi ti ha fatto questo, Andrew? Chi è stato? »

Senza una parola, Andrew le voltò le spalle e iniziò a correre.

Dietro di lui, Allison giurò di aver visto un’ombra nera che lo inseguiva…

 

« Il coroner ha confermato la causa della morte » spiegò Scanlon, sulla strada di ritorno verso Phoenix. « Ci sono ancora alcuni esami da fare per stabilire da quanto tempo si trovi in quelle condizioni, ma per quando arriveremo in città il corpo sarà già nelle mani del nostro medico legale.»

« Mi dispiace per la sua famiglia » commentò Allison.

« Non siamo sicuri che si tratti di Andrew Davis » sottolineò Lee, ma Allison non parve averlo sentito.

« Magari se avessi capito prima la natura dei miei sogni… »

Rifletté qualche minuto prima di confidare al detective l’ultima visione. « Cosa credi abbia voluto dirmi, dandomi quel segno? »

« Per quanto l’identità del corpo non è ancora confermata » ripeté, « a voler fingere che sia così, probabilmente aveva ragione l’amico: Andrew voleva andarsene di casa » ipotizzò Lee, « ma la fuga non è finita come lui sperava… »

« E che mi dici dell’ombra che ho visto inseguirlo? »

« … o più probabilmente si era cacciato in guai talmente grossi che, anche da morto, nessuno vuole che si sappiano. »

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Medium / Vai alla pagina dell'autore: sailormoon81