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Autore: Gale_Eidos    05/06/2011    2 recensioni
[Nox Venetiae]
SharyAnn è una scrittrice, una ragazza in viaggio da anni, fino a che non arriva a Venezia. Venezia, forse, saprà schiarirle la mente.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Venetië, 1763

Passeggia lenta per le calli di Venezia. E’ appena arrivata, non conosce nessuno, non sa dove andare. Non che le importi un granché …

Da quattro anni gira l’Europa, ogni anno in una città diversa. Giusto il tempo di adattarsi e poi via, altre strade, altre città, altra gente, altra lingua. E se l’è sempre cavata.

 

Shary Ann Volwater. Diciotto anni e accento olandese. Diciotto anni e una massa folta di capelli infuocati. Diciotto anni e gli occhi nocciola del padre odiato. Diciotto anni e la carnagione diafana, quella della madre cara. Diciotto anni e un taccuino di pelle chiara e di pagine giallognole e porose –così assorbono meglio l’inchiostro.

La sua vita è confusione, delirio, fuga. La sua mente è lucida devozione alla natura, pura gentilezza e sorriso sulle labbra, sempre e comunque.


Curiosa e intraprendente.

Intuitiva e intelligente.

Riflessiva, a volte. A volte più stupida di un'oca. Sembra lo faccia apposta, si lascia influenzare.

Dopotutto, mai deludere le aspettative altrui: se ti vogliono sola ingenua svampita, allora sii sola ingenua svampita.

°°°

 

Passeggia per i vari sentieri di ciottolato dei Giardini Papadopoli. Sono dei giardini piccoli, ricchi di alberi, piante, ruscelli. Quei ruscelli che le ricordano tanto Anversa …

Da qualche giorno ha preso l’abitudine di andare a errare per i giardini veneziani, oggi i Giardini Pubblici, domani Parco Savorgnan, dopodomani chissà dove. Camminare tra gli alberi la rilassa, la ispira, anche se da quasi un mese ormai impugna la penna solo per sprecare inchiostro in inutili righe senza forza.

Ora cammina tra i suoi pensieri  e i ruscelli dei Giardini Papadopoli, quindi. Sono giorni che non ci metteva piede, chissà perché ... Nostalgia, noia? Alza il cappuccio del cappotto azzurro a nascondere i capelli rossi: qualcuno le ha già fatto notare quanto siano riconoscibili e vistosi, e oggi non sa se vuole incontrare gente. Forse è meglio sedersi su una pietra o  sotto un albero e ricominciare finalmente a scrivere. Gli occhi si soffermano su ogni  foglia, su ogni piccolo e insignificante ciottolo che muore sotto il suo passo.

 

°°°

Passeggia scalza sul bagnasciuga, lasciando che le onde le lambiscano i piedi, i capelli immobili nell'umidità della nebbia. Non vede altro che ombre, sfumate in un alone biancastro come dal pennello di un artista. Si stringe nella mantellina grigia... Stasera non pensa a niente, stasera non vuole pensare a niente.

La spiaggia silenziosa di Venezia è piena di musica; le onde sfregano i loro archetti sulla sabbia e la melodia si mescola all’aria salmastra.

Ma ad un tratto altre note accarezzano le sue orecchie, soffocate dalla nebbia. Sono vibrazioni tristi, malinconiche. Decide di seguire la musica e si incammina verso la sua fonte, attenta alla sabbia sotto ai suoi piedi. In lontananza, ma non riesce a definire con esattezza quanto sia effettivamente distante, intravede la sagoma di un uomo, e di un violino. Si avvicina, ma resta comunque in disparte: non vuole rompere quella catena armoniosa di suoni. Non ha idea di chi sia il musicista, in fondo non conosce nessuno, ma poco le importa.

La musica cade sulla sabbia, come un sasso, poi il silenzio. Si lascia sfuggire un sospiro e si avvicina, attenta a non fare rumore inutile. Non farà niente; si limiterà a chinare la testa e a sussurrare: “Suonate magnificamente.”

 

°°°

 

Passeggia per le calli di Venezia; tra Sestiere San Polo e Piazza San Marco c’è Rialto.

Non era mai stata a Rialto, l'aveva sfiorato, intravisto, ma mai assaporato nella sua essenza. Non è abituata a tutta questa gente, di solito frequenta luoghi pressoché deserti. Il lungo mantello azzurro scivola tra i corpi leggero, seguito dalla  nuvola di capelli incandescenti, lo sguardo della ragazza guizza ovunque. Si posa su un caffè - Caffè Rialto. Si avvicina, poi accelera il passo e sospinge la porta. Gli occhi nocciola scrutano l'interno, affollato. Fa caldo qui, allenta la fibbia del mantello e lascia respirare il vestito bianco, tenuto per troppo tempo all'ombra del pesante tessuto blu. Si ferma in mezzo alla stanza e si guarda intorno, il sorriso abituale stampato sulle labbra. Ha voglia di rumore. di gente, di chiacchiere.

Cerca un tavolino, è lì, vicino alla finestra. Da qui si vede il Canale, le barche, il mercato chiassoso... Forse, forse, è la volta buona. Estrae il quaderno, la penna e l’inchiostro scuro dal mantello chiaro e li posa sul tavolo. Ordina un caffè all’inserviente, guarda a lungo fuori, perdendo lo sguardo nel cielo plumbeo.

Poi apre le pagine, intinge la penna e scrive.

°°°

Sono SharyAnn Volwater. Straniera a Venezia.

In realtà nessuno è straniero a Venezia, a meno che non lo si voglia essere.

Io sono una straniera a Venezia. Così come sono stata una straniera a Londra,  a Parigi, a Monaco, a Vienna, a Milano. Per certi versi lo sono stata anche ad Anversa.

Mi ricordo quando giocavo per le strade della città con i miei amici o quando passeggiavo con un libro in mano con mia madre che mi insegnava ora la storia, ora la geografia, ora la letteratura europea, rigorosamente parlando in inglese, la sua amata lingua madre.

Tutti mi guardavano con disprezzo. La spudorata figlia di quel povero uomo del pittore Theo Volwater, quella strega dai capelli di fuoco, il sorriso tentatore e gli occhi inquisitori del demonio.

E’ vero, odiavo l’etichetta, rispondevo a tutti esponendo le mie idee e le mie opinioni, non esitavo a farmi a valere.

E’ vero anche che forse una ragazza dabbene non dovrebbe farsi coinvolgere in un duello …

Perché non possono le donne essere libere?

Perché non possono scegliere la propria vita?

Sono stata diseredata e cacciata di casa a quattordici anni per aver rifiutato un matrimonio di convenienza e la vita di un uccello dalle ali splendide chiuso in una gabbia di obbedienza e soprusi. Mi sono rifiutata di passare la stessa vita di mia madre.

Ho girato l’Europa. Vivo libera. Vivo per me stessa. E’ sbagliato?

Sì.

Troppo gentile, troppo istruita. Sono una depravata, un’immorale, una puttana.

Odiatemi, padre, odiatemi e fate soffrire le pene dell’Inferno a mia madre.

Io sto bene, sono sola e felice con i miei capelli indemoniati, i miei occhi tentatori e il mio sorriso infuocato.

La pioggia picchia le calli e i campi di Venezia, il cielo nero pesa sulla laguna.

Non è bello il mare? Accumuna tutti, ci rende vicini, anche se viviamo a chilometri e chilometri di distanza. Casa di tutti e proprietà di nessuno. Invincibile, ma disponibile verso l'Uomo ingrato.

E così io sono a casa. Corro tra i campi di tulipani e gioco tra i canali; vi osservo da dietro le vostre tele.

Mi estirpata dalla mia terra, mi avete diseredata e cacciata, ma, padre, io sono ancora lì, io sono ancora a casa.

 

°°°

Sorride SharyAnn, mentre fa precipitare su un foglio insignificante i suoi pensieri.

La sua vita è confusione, delirio, fuga. La sua mente, spesso, ne è solo lo specchio frantumato.

 

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Venetië è il nome olandese di Venezia.

SharyAnn è il mio pg del gdr "Nox Venetiae", ambientato nella Venezia della seconda metà del 1700. 

Partecipante al contest "Nice to meet you" indetto sul forum di EFP da Bellis e  DataLore.

  
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