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Autore: elfin emrys    05/06/2011    8 recensioni
Non sarebbe dovuta andare cosė. Ma andō cosė, nonostante tutto. E Arthur non avrebbe potuto fare cosa migliore di quella. Per quella volta, almeno per lui, il tradimento non aveva avuto un sapore pių dolce e buono di quello.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Pių stagioni
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La prima volta č stato per Uther.

Dio, neanche voleva ricordarlo per quanto il ricordo gli faceva ancora male. Le parole della madre gli infilzavano la carne del cuore con mille stilettate, attraversando i suoi ricordi, i suoi doveri, tutto quello per cui ha lottato e tutto quello in cui ha creduto. Arthur potrebbe rivedere la propria lama essere sguainata dalla sua mano, potrebbe rivedere il suo riflesso che stava per macchiarsi di sangue. Il sangue di suo padre. Gli avrebbe procurato piacere, un piacere intenso e sporco, delirante. Ma solo in quel folle momento. Poi ci furono gli occhi blu, di quel blu cosė dannatamente profondo, di Merlin che lo fermarono, che lo pregarono di non farlo, di non uccidere Uther, il Re, no, non pių il padre. Arthur potrebbe riavere lo stomaco chiuso e la gola secca solo ricordando. Lasciō andare la rabbia, l'ira, il senso di tradimento, bruciante e inestinguibile. La spada cadde a terra, illuminata dal sole: riflesse la riconciliazione, benchč forzata e benchč quasi formale, fra padre e figlio. Fra Uther e Arthur.

 

La seconda volta č stato per Morgana.

Il principe, ora re, ha ancora impresso nella mente gli occhi verdi e freddi, i boccoli d'ebano che cadevano in contatto con la corona. La sua corona. Potrebbe ricordare i propri occhi sgranati, la bocca aperta e la testa, ah, la testa! Scoppiava. Scoppiava. Come il cuore, vuoto, fermo. Non c'era rabbia nč ira nei propri sentimenti, nč voglia di vendetta: c'era solo dolore e nulla. Un grande buco al centro dello stomaco che gli impediva di parlare e di realizzare veramente quello che era successo. Morgana lo aveva tradito. Non lo aveva tradito come aveva fatto Uther, no, non gli aveva mentito: sapeva che il suo affetto per lui era reale. O almeno lo era stato. Gli facevano male le orecchie. Merlin lo aveva sbloccato dallo stallo in cui stava. Non voleva vedere. Non voleva crederci. E ancora il suo cuore bolle sentendo riformarsi la crepa che gli aveva provocato il vedere Morgana, sua sorella, fallire miseramente nel tentativo di restare con lui.

 

La terza volta č stato per Merlin.

Merlin lo fissava a occhi sbarrati. Aveva mormorato un "Arthur..." prima di restare in silenzio e avvicinarsi a lui. Lo aveva abbracciato. Arthur a volte tocca ancora la pelle dietro le proprie spalle per adorare ancora e ancora quel tocco, quelle mani esili. Anche il biondo lo aveva abbracciato. Ne aveva bisogno. Non voleva credere che anche Merlin gli avesse nascosto qualcosa, qualcosa di cosė vitale per lui: nessuno si fidava di lui. Nessuno lo voleva con sč. Era inutile. Merlin lo aveva stretto ancora pių a sč. In quel momento, nel loro primo abbraccio, Arthur aveva effettivamente sentito il potere di lui passargli la pelle ed entrare nelle vene. L'aveva sentita. Ed era incredibile, perchč stavolta l'essere stato tradito non faceva poi cosė male. Semplicemente aveva visto la figura di Merlin delinearsi e non distruggersi: il suo servo non era pių un'immagine sfocata, ma era visibile sotto i propri occhi. E Arthur aveva mormorato qualcosa che suonava tanto come un "Ti amo, ti amo cosė tanto..." ma appena sussurrato, invisibile. Merlin credette di averlo immaginato.

 

La quarta volta č stato per Ginevra.

La aveva amata. Cosė tanto... cosė tanto da non aver voluto vedere. Da non aver voluto giardare i suoi sguardi rivolti a Lancelot, le loro mani che si avvicinavano accidentalmente, le loro carezze e i loro baci nascosti. Ma stavolta non poteva far finta, non poteva mentire anche a se stesso, non poteva nascondere al suo cuore l'ennesimo tradimento. Arthur semplicemente chiuse gli occhi, richiudendo la porta con un cigolio inquietante. Gwen gli aveva detto di fermarsi, di parlarne. Lui aveva risposto di non voler ascoltare. E forse non avrebbe dovuto pensare quel "Finalmente", quel pensiero dal sapore di sconfitta. E forse non avrebbe neanche dovuto correre da Merlin, l'unico che con il suo avergli nascosto la magia era stato l'unico a non farlo soffrire comunque. E forse non avrebbe dovuto dirgli niente. O almeno non "Ti amo, ti amo cosė tanto..." e non avrebbe neanche dovuto abbracciarlo ancora. E ancora. E ancora, affogandosi nel profumo di Merlin che lo stringeva a sč. E lui non avrebbe dovuto dire " Anch'io, asino".

 

Non sarebbe dovuta andare cosė. Ma andō cosė, nonostante tutto. E Arthur non avrebbe potuto fare cosa migliore di quella. Per quella volta, almeno per lui, il tradimento non aveva avuto un sapore pių dolce e buono di quello.

   
 
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