Jessychan, grazie!
Sono contenta che la storia e Debora ti piacciano!
Elenuccia, rispondo
alle tue domande: le
ragazze sono in coda in libreria, non in biblioteca. Da te non capita? Davide è
un personaggio di fantasia, così come lo sono tutti gli altri (e il mio futuro
marito non si chiama così!), anche se possono avere
alcuni tratti di persone che in realtà conosco. La storia è ambientata nella
provincia di Milano.
Ecco finalmente un nuovo capitolo.
Giorni fa ho visitato il sito del liceo dove ho studiato, e mi è tornatala
voglia di dedicarmi alla storia di Debora!
Cap. 4
Debora
chiude il libro di storia.
Che
ore saranno? Fuori è già buio…
Si
alza dalla sedia e cerca di sgranchirsi un po’: le gambe, le braccia,
soprattutto le spalle.
Guarda
l’orologio e vede che sono già le sette di sera. Si chiede come mai sua mamma non l’abbia chiamata per aiutarla a preparare la
cena.
Esce
dalla sua camera e va in cucina. Tutto è immerso nel più solenne dei silenzi.
Lo
squillo del telefono la fa sobbalzare, rompendo quest’atmosfera.
-
Pronto?
-
Ciao Deda,
sono zia Romina!
-
Ciao zia, come
stai?
-
Bene, e tu?
Hai finito di studiare? E’ passata la tua mamma con Giorgia e mi ha raccontato
che sono uscite senza avvertirti perché tu eri concentratissima!
-
Sì, ho quasi
finito. Ma la mamma è lì ancora da te?
-
No, ha
accompagnato Giorgia in piscina, ma ora staranno arrivando, sono
le sette passate! Ti ho chiamato per sapere se sei ancora viva!
Debora
sorride. In effetti è da quando la scuola è ripresa
dopo le vacanze di Natale che non fa altro che studiare. Per la fine del
quadrimestre, e perché non vuole avere nemmeno un’insufficienza.
-
Sono viva! –
esclama ridendo.
-
Allora ci
vediamo domenica? La mamma mi ha detto che verrete qua
a pranzo!
-
Okay zia, a domenica! Ciao!
Posa
il ricevitore e va a sedersi sul divano.
Accende
la tv e finge di interessarsi ad uno dei tanti quiz proposti quotidianamente a
quest’ora.
E
intanto arrivano anche Isabella e Giorgia.
Il
tempo di preparare la cena, e rientra anche Massimo.
Debora
mangia con avidità la sua pasta al ragù.
E’
giunta alla conclusione che il troppo studio la farà
ingrassare, se continua così. Non ha nemmeno il tempo (e soprattutto la
voglia!) di andare in palestra o fare qualsiasi tipo di sport.
Dopo
cena si concede il lusso di una doccia calda e poi è di nuovo nella sua camera
per finire i compiti.
Ha
lascito per ultimi matematica e inglese, crede di
riuscire a svolgerli abbastanza in fretta.
Così
apre libri e quaderno, e si mette subito al lavoro. Ma
è così stanca, che più di una volta l’idea di copiare l’indomani qualche
esercizio si fa avanti con decisione. Ma sbuffando continua a svolgere i suoi
compiti, e le viene subito in mente Chiara e la sua faccia tosta.
Durante l’ultima interrogazione di latino, non avendo come al
solito svolto la versione, si prese spudoratamente il quaderno di Laura,
facendole rischiare grosso. E riuscendo a rimediare
una sufficienza che di certo non si meritava.
Sbuffa
al pensiero di Chiara, e si concentra per finire presto i compiti.
In
questi mesi sono successe tante cose, un concentrato di avvenimenti
che hanno cambiato Debora in maniera abbastanza evidente. Almeno così può
sembrare ad un qualsiasi osservatore. E molto
probabilmente anche alle persone che la conoscono meglio.
Il
tutto è partito dalla cosa più classica e banale: un nuovo taglio di capelli,
per un taglio definitivo con il passato! Su idea
ovviamente di Romina, che avrebbe fatto di tutto pur di non
vedere più la sua nipotina col muso lungo.
E
come per magia, da lì in poi le cose sono andate per il meglio. L’affetto delle
sue nuove amiche, le prime soddisfazioni a scuola.
Tutto
questo è stato utile a Debora: per guadagnare un po’ più di fiducia in se
stessa, e per perdere un po’ della sua proverbiale timidezza.
Debora
chiude i suoi quaderni: finalmente ha terminato tutti i compiti.
Come
ogni sera apre il cassetto della sua scrivania, e toglie il
suo vecchio diario.
E’
un’abitudine che ha da quando ha imparato a scrivere
quella di annotare qualche pensiero sulla giornata appena trascorsa.
E il
nome di Francesco è presente in ogni pagina. Nonostante
tutto. Nonostante Chiara.
Il
diario è l’unico custode di questo segreto: per tutti Debora
è riuscita a cancellarlo.
***
La
mattina seguente a scuola è un vero massacro: l’interrogazione di storia alla
seconda ora, niente meno che con la secchiona della
classe. Debora cerca in ogni modo di dare il meglio, e alla fine di porta a
casa un bel sette.
Ma la cosa peggiore, una verifica di matematica a
sorpresa, proprio all’ultima ora.
Il
gelo cala sulla classe.
Debora
e Ambra si guardano terrificate.
“Per fortuna almeno i compiti di ieri
li ho fatti..” pensa, cercando di incoraggiarsi.
La
situazione, già di per sé pessima, peggiora quando
Chiara inizia insistentemente a chiedere proprio a Debora, seduta davanti a
lei, di passarle le soluzioni.
Debora
resiste, e non la degna della minima attenzione. Si fa forza e cerca di
risolvere il compito,
cosa già non certo facile.
-
Certo che sei
proprio stronza! – urla Chiara alla fine dell’ora, trattenendo Debora per un
braccio.
E
lei non riesce a ribattere nulla, perché quella sorta di timore reverenziale
che prova sin dalle medie per Chiara ha preso il sopravvento. Di nuovo. Come
sempre.
-
Ohi, tieni a
posto le mani! – Claudia interviene, dopo aver visto l’amica in difficoltà.
-
Tu cosa vuoi?
– le urla Chiara, lasciando il braccio di Debora – Chi ti ha chiamato?
Claudia
ride, per niente intimorita dalle parole della ragazza. Di certo non è una che
si fa mettere i piedi in testa, da un tipo come Chiara soprattutto.
-
Mi sembra che
sei tu che non c’entri nulla qui. Io devo parlare con la mia amica. Tu non sei né amica mia né sua quindi non capisco la tua presenza e
soprattutto perché ci fai perdere tempo.
Chiara
apre la bocca per ribattere, ma Claudia la precede.
-
E ora ciao, eh? Guarda c’è
la tua amichetta alla porta, non farla aspettare! – dice indicando Rebecca. Poi
prende Debora sottobraccio e insieme lasciano l’aula, lasciando Chiara verde di
rabbia, e Rebecca esterrefatta.
Claudia
ride soddisfatta.
-
Gli sta proprio
bene a quella! – dice a Debora – Non sai da quanto tempo volevo cantargliene
quattro! E ora andrà a piangere dalla sua Reby e dal suo Francy!
A
sentire quel nome Debora si irrigidisce, ma non vuole
che Claudia se ne accorga: lei e le altre credono che ormai le sia passata, che
non gliene importi più nulla. Così sorride all’amica.
-
Hai fatto
benissimo, anzi… Grazie mille.
-
Ma di cosa, scusa? Ora mi sento decisamente
meglio! – esclama sospirando.
Come
vorrebbe essere come Claudia: sembra non avere mai paura di nessuno, non è mai
intimidita, e dice sempre la sua.
Beh,
per il momento si ritiene più che soddisfatta dell’avere un’amica come lei da
cui magari poter imparare qualcosa. Di certo dei passi avanti
li ha già fatti: alle medie non avrebbe mai e poi mai rifiutato di
passare a Chiara – o a chiunque altro - le soluzioni.
E’
già un piccolo traguardo. Anzi, un grande traguardo.
Deve
solo cercare di proseguire su questa strada.
E magari se riuscisse anche a mettere veramente una
bella croce sopra Francesco sarebbe il massimo.
Saluta
Claudia, e sale di corsa sull’autobus, come sempre stra-pieno. Riesce ad
infilarsi in un angolino vicino al finestrino.
Eccolo là: Francesco e un suo nuovo amico in
motorino, fermi a chiacchierare con Chiara e Rebecca.
Debora
li guarda e ancora, come ogni volta, una mano invisibile le schiaccia il cuore.
Pensa
che non ce la farà mai a mettere una croce sopra Francesco. Perché
altrimenti vederlo con Chiara non dovrebbe più farle così male, e invece è
sempre peggio.
Quando
spariscono dalla sua vista, lascia vagare lo sguardo, senza in realtà vedere
nulla. Qualche lacrima impertinente sfugge dai suoi occhi, mentre quella mano
schiaccia sempre più forte il suo cuore.