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Autore: NoSign    06/06/2011    1 recensioni
Isobel torna a Mystic Falls per la seconda volta...e questa volta con Elena non sarà facile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena, Gilbert, Isobel, Fleming, Jenna, Sommers, Jenna, Sommers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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LA



DEVI TORNARE!

Tornare.

La telefonata dello scagnozzo di Klaus aveva chiarito il suo ruolo.

"Torna a Mystic Falls e portaci da Katerina Petrova, dopo che avrai svolto il compito, potrai lasciar andare questa vita."

Il rumore secco del telefono le aveva fatto capire che la telefonata si era conclusa. E ora era davanti a sua figlia, davanti ai suoi occhi color nocciola che la guardavano con disprezzo e stupore. Lei non era certo stata una madre perfetta, l'aveva abbandonata. Alla sua nascita aveva guardato negli occhi John, il suo primo amore, l'unico che forse sarebbe stato degno di dare vita a quella creatura meravigliosa che era diventata Elena, sua figlia; e l'aveva guardato reprimendo il senso di gioia che realmente l'aveva inondata tenendo la piccola bambina tra le braccia, facendo credere a John di avere una colpa in quel che era appena successo. E negli anni il falso sentimento si era tramutato in vera amarezza, nonostante fosse partito da un falso sentimento che lei stessa si era imposta.

A passo sostenuto guidò Elena nel cimitero fino a una lapide grigia, coperta di polvere e, alla sua domanda su chi giacesse li, spolverò la pietra facendo così spuntare il suo nome:

Isobel Flemming

solo quel nome, non una dedica nè una foto.

Questo perchè il suo corpo non era stato mai trovato e la speranza di ritrovarla, nei suoi genitori e amici, era sempre stata viva.

Con lo sguardo freddo e austero che la sua vita da vampira le aveva regalato, guardò Elena in silenzio...e in quel silenzio ripensò a quanto era stata amata in vita, dai suoi genitori per primi...poi da John, che le aveva aperto gli occhi sulla storia dei vampiri con la speranza di averla sempre vicina e infine Alarick, suo marito e l'uomo per cui avrebbe dato la sua vita.

Ripensò a quando aveva scoperto che lui frequentava la zia di Elena, un moto di rabbia e dolore le avevano fatto perdere il controllo e lei si era precipitata, presa dalla gelosia, a casa Gilbert, così che quella Jenna vedesse che lei c'era ancora, che era ancora in circolazione. Certo non poteva sapere che lei era un vampiro, perciò era sicura che l'avrebbe sconvolta abbastanza da farla allontanare da suo marito. Voleva distruggere le certezze di quella donna, perchè il suo Rick era suo e di nessun'altra. Scosse la testa.

 

 

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~ Sai, Elena ~ disse inginocchiandosi davanti alla sua tomba e spostando il mazzo di fiori secchi appoggiato sull'erba  ~ i miei decisero di mettere questa lapide qui, quando dissero loro chiaramente che il mio corpo non sarebbe mai stato trovato...ma loro non persero la speranza....~

Elena mi guardò stranita. 

-Che intenzioni hai?- Elena ignorò ciò che le avevo detto. Mi odiava. Così vicina a lei eppure così lontana, io vampira, un corpo freddo che ha bisogno di calore per vivere, lei, umana, un corpo caldo ma gli occhi freddi nei miei confronti.

Uno squillo del mio telefono mi riscosse, mentre una lacrima mi solcava prepotentemente il viso, era giunta l'ora, la maledetta ora. Con timore portai il telefono all'orecchio, senza mai smettere di guardare Elena.

   - Pronto?- una voce conosciuta, quello stregone che mi dava ordini ormai da tempo, che mi diceva che ormai avevano Katherine e che io avevo svolto il mio compito.

Era finita, lo sapevo, non avrei potuto continuare a vivere come vampira, avevo fatto troppo male, avevo dimenticato mia figlia. Ancora una frase di quella voce -hai concluso, puoi lasciarla andare- .

Chiusi il telefono, lasciando che un'altra lacrima fredda scendesse sulla mia guancia. Elena mi guardò ancora, in cerca di risposte, forse tutte quelle risposte che avrei dovuto darle come madre e come amica. Chissà se saremmo state amiche, se fossi stata viva.

   ~ Elena perdonami, ho vissuto per tutti questi anni cercando di giustificarmi, perchè avevo dimenticato la parte che ora patisce nel vederti così ferita. Mi dispiace che tu non abbia mai conosciuto quella parte che io ho rinnegato, scegliendo di diventare una vampira, hai conosciuto solo la Isobel crudele e senza scrupoli, che tradirebbe perfino il sangue del suo sangue....~

Elena mosse un passo verso di me, in silenzio, un espressione corrucciata e incredula sul volto, io la fermai mettendo una mano avanti, e continuai a parlare

   ~...adesso ho concluso il mio compito, starai bene, starete bene...~ detto questo mi misi una mano sul petto, cercando la catenina che mi proteggeva dai raggi del sole. Proprio in quel momento un prepotente e caldo raggio di sole riscaldò la mia faccia, provai dolore per quello che stavo per fare, ma ebbi la consapevolezza che era la cosa giusta

  ~ Devo lasciarti andare, ora posso lasciarti andare, dopo averti detto che ti ho voluto bene, Elena.

Fissai un'ultima volta i suoi occhi stupefatti e mi strappai la collana con un gesto veloce. Tutto cominciò a bruciare, quel raggio di sole prepotente ora si fondeva con me, mi bruciava. Gridai e mi si presentò davanti la faccia dei miei genitori, piano piano si trasformarono nel volto di Elena, poi John, i fratelli Salvatore. Il dolore era oltre la soglia, il sole mi consumava lentamente e dolorosamente. Vidi nei miei ricordi Rick, ricordai l'ultima volta che lo avevo visto. Lo avevo tramortito, per permettere allo stregone di Klaus di fare i suoi sortilegi, senza nemmeno sapere per cosa sarebbe servito. Una cosa era certa, io ormai ero servita al mio scopo...

 

Con un ultimo spasmo crollai a terra mormorando un Ti amo, soffocato e poi il bianco mi circondò.

 

NdA. Questa One shot era nata come provino per un gioco di ruolo, ma poi aggiustandola ho provato a rendere le sensazioni del personaggio di Isobel Flemming, che come tutti i personaggi che nelle storie vengono descritti poco o niente, mi affascina. Grazie a chi è arrivato fino qui.
   
 
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