Mission #45.
Halloween Town ~
«Ehi...
Ehi, Zero. Ti
chiami Zero, vero?»
Roxas gli si accostò,
la mano aperta sollevata a indicargli le sue buone intenzioni. Non era sicuro
di sapere il perché, ma qualcosa gli diceva che era così che ci
si comportava con gli animali. Forse era il ricordo di un altro dei suoi strani
sogni.
Il naso di
‘Zero’, di un rosso quasi fosforescente, gli sfiorò curioso
i polpastrelli. Roxas sorrise e si prese un attimo per studiarlo più da
vicino: sembrava proprio un cane – dov’era
che aveva visto un cane, a proposito? Ne ricordava uno, vagamente, ma era così diverso – eppure aveva
la stessa consistenza degli Indaspettri; trasparente, evanescente e leggero...
Sì, era senza dubbio l’abitante più strano che avesse visto
alla Città di Halloween. Lui e il suo scheletrico padrone.
«Devo fare una
cosa, Zero. Puoi aiutarmi? Mi potresti indicare dove si nascondono gli
Heartless?»
Lo fissò con le
sue orbite vuote, come in attesa. Roxas ritenne opportuno mostrargli
l’osso che aveva raccolto poco più in là; Zero lo fece
subito sparire, e parve capire tutto. Magari i cani avevano una sorta di sesto
senso. Oppure...?
Smise di rimuginare
quando vide lo spettrale cucciolo allontanarsi lungo la strada, ondeggiando
bizzarramente a mezz’aria e muovendosi piano piano, come per accertarsi
che lui lo seguisse. Gli tenne dietro. Aveva la sensazione che fosse una cosa
molto stupida, aspettarsi di essere compreso
e aiutato da una creatura simile... Ma dopotutto, a chi altri avrebbe potuto
chiedere? Saïx aveva sempre ordinato espressamente di evitare i contatti
diretti con i locali dei vari mondi. Anche rivolgersi a Zero, a ben vedere, era
contro le regole. Però lui non
avrebbe certo posto domande sul significato della sua tunica nera o di quello
strano bastone con cui andava in cerca di Heartless!
Di colpo, Zero si
accostò a un gargoyle arroccato su un piedistallo in pietra e gli
volteggiò intorno un paio di volte. Si fermò col naso puntato
sulla brutta statua, e Roxas capì che aveva capito davvero. Evocò
il Keyblade, colpì il gargoyle, e si ritrovò a fronteggiare un
Indaspettro.
Si mise in posizione
d’attacco. Era cominciata.
Erano ovunque: nella
ghigliottina in piazza, nel pozzo, nelle lanterne, persino dentro la cuccia di
Zero. Decisamente era stata una buona idea chiedere il suo aiuto. Non sarebbe
mai riuscito a stanarli tutti altrimenti.
A missione compiuta,
Roxas riassorbì il potere del Keyblade e si voltò, riconoscente.
«Grazie»
sorrise. «Sei stato bravissimo.»
Zero lo guardò
– beh, era difficile a dirsi; ma le sue orbite erano sicuramente puntate
nella sua direzione – e dimenò appena la coda. Roxas riusciva a
distinguere nel dettaglio le mura diroccate del cimitero, dall’altra
parte del suo corpicino. Che cosa strana.
Gli restava ancora un
osso da dargli. «Questo vale come premio, d’accordo? È una
ricompensa.»
Un po’ come il gelato di Axel, rifletté.
Zero accettò il
dono con entusiasmo. Si dedicò scrupolosamente al suo nuovo osso, mentre
Roxas lo osservava ancora – sempre più convinto di averlo visto prima, in un altro tempo,
in un’altra vita forse... O in
quella del ragazzo vestito di rosso.
«Dolcetto o
scherzetto?»
«Uh?»
Quando si voltò,
i tre ragazzini che aveva già avuto modo di conoscere – a proprie
spese – gli lanciarono in viso il solito petardo a forma di zucca. Risero
a crepapelle. Roxas si ritrasse sbuffando, e si chiese se fosse proprio una così brutta azione rincorrerli per
tutto il cimitero e stordirli a furia di bastonate in testa...
Ma il fastidio di
prendere quella decisione gli fu risparmiato da un singolare evento.
Zero aveva un’aria
molto pacifica. Davvero, il fatto che fosse un cane fantasma non lo rendeva
assolutamente spaventoso o inquietante. Tuttavia, quando si parò tra lui
e i ragazzini e sfoderò due file di canini lunghi e appuntiti,
ringhiando come avrebbe potuto fare un lupo mannaro, i mocciosi mascherati
lanciarono urla di autentico terrore e si affrettarono a sgombrare il campo.
«Il Bau Bau aveva
ragione» Roxas li sentì gridare, sempre più distanti;
«è meglio non contrariare il cane di Jack!»
Gli echi si spensero in
fretta, e Zero tornò docile e affettuoso, voltandosi verso Roxas e
strofinandogli il muso addosso con particolare cura. Lui lo lasciò fare,
un po’ turbato. La lezione di oggi sembrava essere quella di non
affidarsi mai alle sole apparenze...
Poi Zero gli
leccò una guancia, e Roxas sorrise. No, si disse, cercando di grattargli
le orecchie senza attraversarle con le
dita; magari era un’altra la morale. Era solo che basta poco –
anche un regalo, anche un grazie – a far nascere una cosa che può
essere l’amicizia.
«La prossima volta
che mi manderanno qui ti porterò una tonnellata di ossi.»
Zero scodinzolò
estasiato.
Quarta
classificata, Mission 45 Halloween Town, di FataFaby
C'è più il worldbuilding di Kingdom Hearts qui, assieme alla
macrostruttura di 358/2 con le sue missioni, che non il suo gameplay specifico,
ma è pur sempre il 1500% in più del canone che si riesce a
trovare nella fanfic media di KH e ne sono davvero felice... l'atmosfera
è quella di Halloween Town, non ci piove, e Roxas esegue ordini,
combatte, ma resta in balia di quella sensazione d'incertezza e di doppio su
cui l'episodio per DS insiste con la delicatezza di una Knights of Round nei
denti. Il paragone fra Zero e Pluto è ben pensato e adorabile, un po'
come tutto il resto, dalla “lezione di oggi” a questo finale what
if che giustamente insegna a non sottovalutare i bassotti.
La descrizione fila via liscia e vivace, con un certo numero di trovate
brillanti che contestualizzano la situazione, sempre chiudendo, ripiegando
sempre le frange della narrazione su quello che è Roxas, la sua storia,
la sua esperienza del mondo. Come da recensioni precedenti, il mio consiglio
è scremare le ridondanze che appesantiscono un testo altrimenti agile e
piacevole. Ad esempio, all'inizio, “ Non era sicuro di sapere il
perché, ma qualcosa gli diceva che(...)” ha due elementi
d'incertezza: dire che 'qualcosa gli diceva' già implica che Roxas non
lo sappia definire ulteriormente. E gli avverbi in -mente vengono spesso
considerati sgraziati se non inutili in narrativa, opinione che mi trova
perlopiù concorde... in realtà in questa fanfiction non mi sono
saltati all'occhio come atroci, sono lì a dire la loro cosa e se li
togli vengono a mancare delle informazioni, però il
“decisamente” dopo l'apparizione degli Heartless non mi sembra dire
nulla di nuovo sotto il... beh, sotto la luna. I corsivi, invece, mi sembrano
calcare elementi già sottolineati in altro modo dalle frasi in cui li
usi. È vero, sono elementi importanti, ma l'attenzione del lettore vi
è già concentrata perché hai costruito bene tutto quel che
sta loro attorno. “Così diverso”, “molto
stupida” hanno già il loro avverbio o aggettivo a pesare;
“mai” è una parola forte di suo; “senza attraversarle
con le dita”è una descrizione visiva netta, che già
fornisce un'immagine mentale straniante.
Roxas che alla fine si cerca la morale è carinissimo. Avrei voluto
vedere questa scena nel gioco :)
Achievement
sbloccati:
Walkthrough: Hai descritto una sezione del gioco vero
e proprio.
Heartless: Hai scritto del gen in Kingdom Hearts. Sì,
considerata la sezione è un traguardo.
Un bassotto!: Ehm, questo era
l'achievement segreto dei campioni. Evviva i bassotti!
Note
- Il cane
inizialmente ricordato da Roxas è Pluto; per questo gli pare fosse così diverso da Zero.
- Quando invece
Roxas crede di ricordare di aver visto Zero attraverso gli occhi del ragazzo vestito di rosso, naturalmente
è un ricordo di Sora ad influenzarlo.
- Nel gameplay Vado,
Vedo e Prendo non vengono mai scacciati da Zero o da chiunque altro: è
lo stesso Roxas, molto più in là, a rincorrerli con il Keyblade
per vendicarsi dei loro scherzi. Il riferimento è nella frase si chiese se fosse proprio una così
brutta azione...
- La struttura del
gioco fa sì che al termine di ogni missione Roxas impari una lezione di
vita. Questo non è espressamente detto, però dai, è
evidente. Per questo motivo ho accennato alla lezione di oggi e alla relativa morale.
- Per ulteriori
chiarimenti sull’episodio: http://www.youtube.com/watch?v=piwbgFEtyJc.
Spazio
dell’autrice
L’idea per
questa shot è nata molto tempo fa, la prima volta che ho giocato a 358/2 days e sono arrivata alla missione
45, il giorno 152. Ricordo benissimo che, dopo aver eliminato tutti gli
Heartless, mi sentivo in colpa perché non potevo fare nulla per
ringraziare Zero – non avevo neppure un ultimo osso da dargli. Sì,
questa sono io: una che si crea vari rapporti interpersonali tra personaggi di
videogiochi et similia xD
A dirla tutta, dopo
averla scritta non ero del tutto sicura di inviarla. Ma Zero e Roxas sono così teneri, e
questo contest - incentrato sul gameplay di un qualunque videogioco - mi aveva dato finalmente l’input per scrivere su di loro.
Perciò eccola qui: e guardando il risultato direi che, considerate le mie
stesse impressioni, dopotutto non ho nulla di cui lamentarmi *^*
Ringrazio ancora la
giudice crimsontriforce per la
splendida idea avuta; e naturalmente grazie anche a chiunque verrà a
sbirciare da queste parti <3