Luna piena
Preparavo il giaciglio,
tra "Old Friends"
e "Via del Campo":
mia madre mi chiamò.
- C'è la luna piena,
stasera - mi disse.
Mi fiondai in sala
e fu lì che ti vidi.
Tu, bianca, piena,
con la tua luce
ti fai strada nella notte.
Quando sei così ti si
può vedere in tante maniere.
Alcuni ti chiamano "uomo",
altri ti vedono come
una semplice palla luminosa,
altri ti studiano con i tuoi crateri,
altri, come me, ti vedono come
un'amica fedele,
che ci protegge
e ci controlla mentre
Morfeo ci fa danzare tra i sogni
e gli incubi.
Signora della notte,
con le sorelline
stasera illuminavi la campagna
e il mio cuore.
Non ti vediamo spesso,
a causa delle fasi;
domani, al mattino e al pomeriggio,
tuo fratello verrà a darti il cambio
e alla sera ritornerai,
ma ritornerai diversa,
un po' dimagrita.
Non sei mai apparsa così,
vero?
Stasera, ti vidi,
il cielo era strano:
intorno a te era
blu profondo,
blu notte,
mentre, man mano
che correvo con lo sguardo
verso l'orizzonte,
esso si schiariva,
ancora con qualche
macchia di colore
lasciata da quel birbone di tuo fratello.
Ora vado, compagna fedele.
Lascerò che Morfeo mi guidi
con la sua musica
e tu con il tuo sorriso,
e dormirò più tranquilla.
Buonanotte, amica mia.