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Autore: Back To Vegas Skies    08/06/2011    0 recensioni
Gabe era arrabbiato. Arrabbiato con William, perché era così dannatamente perfetto, arrabbiato con se stesso, perché non riusciva a fare a meno di sentirsi attratto da lui e di essere geloso delle persone che gli stavano vicine più del dovuto, era addirittura arrabbiato con Pete, perché, cacchio, era colpa sua se lo aveva conosciuto!
Non voleva finire per innamorarsi di William, era veramente troppo per lui e sapeva che ne sarebbe uscito solo ferito.
[GabeXWilliam]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, The Academy Is
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Not long ago I gave up hope, but you came along.
You gave me something I could hold on to.

 

 Era una mattina piovosa quando sentì il cellulare di Gabe squillare e lo vide rispondere e poi sbiancare improvvisamente.
- Metti in vivavoce – sussurrò. Aveva capito subito di chi si trattava. Gabe obbedì e la voce di Miguel risuonò metallica in tutta la stanza.
- Come va, Gabrielito?  
- Andava meglio prima – rispose l’altro in modo secco.
- Esta mañana siamo acidi?
Gabe non rispose, si limitò a deglutire.
- Como està la tua principessina? – riprese l’altro, beffardo. Gabe strinse forte la mano che teneva intrecciata in quella di Will.
- Quanto ti serve? – tagliò corto poi.
Il viscido sospirò dall’altro capo.
- Quattro - Cinquemila.
Will si girò di scatto verso Gabe, facendo energicamente segno di no con la testa.
- No. N-Non te li darò. – tremava.
- Ricordi cosa è successo l’ultima volta che mi hai risposto così? Eh, Gabrièl?
- Niente da fare. Ho chiuso con te, trovati qualcun altro – la voce di Gabe stava acquistando sicurezza, forse anche a causa della rabbia suscitata da quei ricordi.
- Porqué? Non mi ami più? – chiese l’altro ironico.
- No.
Quella risposta fu pronunciata con così tanta sicurezza e decisione che Will sentì il cuore liberarsi di un enorme, gigantesco peso.

 

* * *

 

- Ne se proprio sicuro? – la voce di Miguel suonava un po’ meno spavalda.
- Come la morte.
Per la prima volta, dopo anni, gli stava tenendo testa.
Forse perché, dopo anni, solo adesso si stava rendendo conto che davvero non lo amava più.
E poi c’era Will… No, non doveva farsi vedere da lui come una bambina impaurita. Doveva essere forte, coraggioso, proprio come l’uomo che Will meritava.
- Ora lasciami in pace, okay? Non voglio sentirti né vederti mai più!
L’altro lo osservava sbigottito.
- Ten cuidado lo que haces, Gabrièl!
La voce di Miguel sibilò spaventosa nella stanza, ma Gabe era troppo compiaciuto di se stesso per curarsene. Doveva stare attento a quello che faceva, così lo aveva minacciato Miguel, ma non se ne curava. Ora era solo felice di aver dimostrato a Will quello che lui valeva davvero.
 

 

* * *
 

Erano passati tre giorni. Tre giorni in cui aveva navigato nell’ansia, tre giorni che sobbalzava ogni volta che un passante lo urtava o semplicemente gli camminava troppo vocino. Ma non era successo niente.
Che le parole di Gabe avessero funzionato?
Tuttavia, cominciava a sentirsi più sereno.
- Buongiorno – sussurrò, vedendo che anche l’altro si stava svegliando, stiracchiandosi tra le lenzuola aggrovigliate intorno al suo corpo nudo.
- Mmh. ‘Giorno amore – biascicò poi quello, prima di dargli un bacio.
Will era rimasto bloccato, con un sorrisetto ebete stampato sulla faccia.
- Che c’è? – chiese Gabe, aggrottando le sopracciglia.
- Dimmelo di nuovo – disse sottovoce, senza guardarlo.
- Buongiorno?
- Idiota – disse Bill sorridendo, prima di saltargli addosso e attorcigliarsi con lui tra le lenzuola.
- Mi hai chiamato amore – gli sussurrò poi con un sorriso a trentadue denti, mettendosi sopra di lui.
- Mi hai chiamato amore – ripetè sottovoce, prima di baciarlo con trasporto, lasciandolo senza fiato.
- Devo ricordarmi di chiamarti così più spesso! – disse l’altro sorridendo nel bacio.
Will gli morse il labbro e lo tirò sopra di sé.

 

 

* * *
    

Era stupendo baciarlo, sentire i loro corpi l’uno contro l’altro, guardarlo adesso mentre era steso sotto di lui, con i capelli tutti sparsi sul cuscino e un sorriso dolcissimo.
- Ti… Ti amo, Bill – sussurrò arrossendo.
Il volto dell’altro si illuminò. Gabe sentiva il cuore battere come un martello nel suo petto.
Forse Bill non lo capiva, ma questo era un gigantesco passo.
L’unica persone a cui l’aveva detto prima di lui gli aveva reso la vita un inferno.
 

 

* * *
 

 

- Anche io ti amo e… - rispose, sfiorandogli il viso con dolcezza – sono felice che, insomma, sia lo stesso ance per te.
Gabe si sistemò accanto a lui, stringendolo forte.
- C’è una cosa che voglio dirti – sussurrò, lasciandogli un bacio sul petto.
- Dimmi pure.
- Sai… io… Non molto tempo fa – cominciò a dire piano - non avevo niente, avevo perso anche la speranza, ma poi… sei arrivato tu. All’inizio mi stavi sulle scatole – ridacchiò – ma, poi… mi hai dato qualcosa a cui potermi aggrappare. Se non fosse stato per te io non proprio come sarei potuto andare avanti…
Bill lo baciò sulla fronte e gli sorrise.
Forse Gabe non lo sapeva, ma lui davvero lo amava e avrebbe fatto qualunque cosa per lui
.

 

 
* * * * *

- Hola, bel fiorellino – Quella voce. Quella cazzo di voce di merda.
Will si girò di scatto, facendo un balzo all’indietro.
Miguel gli stava davanti, con un sorriso beffardo sul volto e gli occhi da gatto fissi su di lui.
- Cosa vuoi da me? – chiese poi Bill, dopo aver raccolto tutto il coraggio che aveva a disposizione.
Era solo uscito per andare da Pete, erano le dieci del mattino! Neanche a quell’orario innocuo poteva stare tranquillo? Eppure erano passate due settimane…
Miguel sospirò e cercò di avvicinarsi, ma Bill indietreggiava.
- Che vuoi? – ripetè, stavolta con meno fermezza.
- Voglio che tu dica a quella puttana del tuo uomo che se non mi da quello che gli ho chiesto dovrà pagarne le conseguenze – si fermò e sorrise malevolo.
- Perché non ci lasci in pace, eh? – la voce gli tremava, aveva iniziato a sudare e sentiva il cuore martellargli in petto.
Ma la paura lasciò presto spazio alla rabbia sorda e pulsante che provava per quell’individuo che aveva rovinato la vita dell’uomo che amava.
Ripensò alle parole di Gabe, alle sue raccomandazioni sul non-uscire-da-solo-ti-prego e si rammaricò di non averle ascoltate.
- Io ho bisogno di quei soldi, cazzo! – Miguel cominciava a scaldarsi, alzando parecchio la voce e attirando l’attenzione di numerosi passanti.
- Lasciaci stare! Cercali da un’altra parte! Perché li vuoi da lui?
L’altro sembrò calmarsi un po’.
- Gabrielito è l’unica persona che mi abbia mai amato. Anche quando mi servono i soldi per farmi, è l’unico che mi aiuta senza giudicare, senza fare domande – rispose a voce bassa, lasciando Will sorpreso da quel cambiamento repentino.
- L-lui non ti ama più – si decise a dire, dopo qualche momento di incertezza – e..e ora devo andare. Addio – concluse, quasi scappando via.
- Aspetta.
Will deglutì, girandosi lentamente.
- Faresti meglio a sparire, bellezza. Tra poco ti accorgerai che lui ama solo me e tu non sei nessuno. Quindi, togliti dalle palle. Mi dispiacerebbe rovinare questo bel faccino… - gli sfiorò una guancia e Bill cercò di scostarsi.
- N-Non mi toccare!
- Ora non c’è Gabrièl a proteggerti, principessa. Lascialo a me e andrà todo bien
- Non toccarmi!
- E cosa fai se ti tocco, eh? Tanto c’è già lui che ti tocca. Ma lui è il tuo ragazzo, lui ti ama! È questo che credi bambolina? Eh? – lo spinse con violenza, facendolo cadere a terra.
- Lui rimarrà per sempre mio. – concluse, prima di sputare per terra e andarsene senza voltarsi – e portatemi i soldi.

 

 

* * *
 

    
- Amore, sei già tornato? – gridò Gabe dalla cucina, sentendo la porta dell’ingresso chiudersi con forza.
- È meglio – continuò – cominciavi già a mancarm… Cosa cazzo è successo??
Gli occhi di Will erano gonfi di pianto, il volto rigato di lacrime. Corse da lui e lasciò che gli si gettasse tra le braccia.
Ascoltò con attenzione il suo racconto, avvertì la sua paura.
Ma non era la paura di Miguel a spaventarlo, era la paura di perdere lui che sembrava terrorizzarlo.
- Io amo solo te, capito? Non metterti in testa strane idee!
- Ma… come – Will tirò su con il naso – posso competere con lui! È stato il tuo primo amore, e poi… lo hai amato per tutto quel tempo! Come posso essere sicuro che davvero non lo ami più?
- Come puoi pensare che io continui ad amare una persona del genere?
Will alzò lo sguardo, cercando gli occhi dell’altro.
- Io amo solo te. – ripetè Gabe – e non lascerò che nessuno ti faccia del male.
   

 * * *
 

 

Aveva passato il segno.
Aveva davvero passato il segno.
Non Will. Tutti, ma non Will.
Aspettò che il suo ragazzo si addormentasse sul divano e uscì, dopo aver preso una decisone che sapeva di aver dovuto prendere molto, molto tempo prima.
 

 

* * *
 

- L’ho denunciato.
- Tu cosa hai fatto? – Will si alzò di scatto dal divano.
- Ho raccontato tutto alla polizia. Di mio fratello, delle minacce, dei soldi, di te. Che liberazione! – Gabe sorrideva radioso.
- Non doveva avvicinarsi a te. Ha fatto un gigantesco errore – continuò, abbracciandolo.
- Ma…
- No, Bill, non ho paura – ed era così. Non aveva paura. Si sentiva forte, si sentiva libero.
Aveva amato Miguel, gli aveva voluto bene prima come amico, poi come fidanzato. Per questo non aveva mai avuto il coraggio di denunciarlo. Sapeva che Miguel aveva avuto una vita difficile, sapeva che la maggior parte dei suoi comportamenti erano dati dalla droga o dalla mancanza di essa. Ma come poteva ancora provare pietà o affetto per lui dopo tutto quello che aveva fatto?
Ormai lo aveva chiuso in un cassetto, il ricordo del loro amore.
E aveva buttato via la chiave.
 
 









Note:
E anche questa storia giunge al termine çVç
Un po’ mi dispiace, però D:
Comunque, ci sarà un epilogo, perché non credete che io mi sia scordata della canzone! U.u

Vabbè, grazie ancora a chi ha letto!
 
A presto <3
Ros

 

   
 
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