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Autore: cuoredpanna    09/06/2011    5 recensioni
Camminava da quasi due ore, eppure le gambe non le dolevano tutt’altro, la spingevano a camminare ancora, ancora, ancora.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Walking in the rain –

 
Tuc, Tuc, Tuc. Il rumore dei tacchi a spillo attutito dalla strada ricoperta da qualche millimetro di quella pioggia incessante. Camminava da quasi due ore, eppure le gambe non le dolevano tutt’altro, la spingevano a camminare ancora, ancora, ancora. Quelle piccole gocce fredde ininterrottamente le battevano sul viso sciogliendo quel leggero velo di trucco che le copriva il volto. I capelli bagnati, tirati in uno chignon ormai scomposto, le si appiccicavano al volto. Eppure non le importava, continuava a camminare, senza sapere dove andare. Parigi era bella e parecchio calda in quel periodo ma, fatto non poco insolito, quella sera pioveva a dirotto e l’aria era parecchio rigida, eppure lei non se ne curava, continuava a camminare nonostante quella pioggia sferzante le batteva sul corpo esile. Ringraziava quella pioggia fredda, alzò il volto al cielo e chiuse gli occhi, le gocce coprivano quelle lacrime bollenti che le rigavano il volto. Le sentiva, così calde rispetto a quelle gocce fredde. Non poteva andare avanti così, piangeva ininterrottamente da due settimane, da quando lo aveva scoperto..poteva dirlo a Louis, ma sarebbe andato su tutte le furie, in fin dei conti loro non avevano..riaprì gli occhi e riprese a camminare, il suo matrimonio si sarebbe svolto dopo qualche giorno, il suo matrimonio, scosse la testa, non poteva crederci. Stava per sposarsi con un uomo che NON amava e portava in grembo il frutto del suo vero amore. Singhiozzò più forte,non sarebbero potuti andare peggio i suoi progetti. Un brivido di freddo scosse il suo corpo ormai zuppo d’acqua, eppure non le importava, si carezzò il ventre, doveva ripararsi per lui o per lei..scorse un balconcino e vi si rifugiò sotto. Tutti i suoi amici e parenti erano lì a Parigi per lei, per il suo matrimonio. Sbuffò, voleva scappare, voleva mandare al diavolo tutta quella faccenda, magari poteva prendere il primo aereo disponibile per qualsiasi posto, non le importava dove, le importava solo scappare. Poi si scrutò riflessa nella vetrina di un negozio..in quelle condizioni non sarebbe passata inosservato, sbuffò ancora. Poi decise di dirigersi in albergo da Serena. Una tazza di cioccolata calda con la sua migliore amica e quattro chiacchiere le avrebbero fatto bene. S’incammino nuovamente sotto la pioggia, ormai sua inseparabile compagna. Arrivata in albergo ignorò deliberatamente le occhiate curiose e perplesse delle receptionist. Indifferente si diresse all’ascensore e con il suo fare altezzoso pigiò il tasto n°3 e gocciolante aspettò che questo la portasse al piano della camera di Serena. Una volta arrivata si fece aprire da una cameriera che la fissò preoccupata. “S?” chiese entrando nella grande camera. Nessuna risposta “Serena?” tentò di nuovo, ma nulla. Poi udendo dei rumori provenire dal bagno decise di aspettare Serena fuori, sul balcone, magari con la compagnia della pioggia. Uscita all’aperto poggiò le mani sulla balaustra del balconcino in pietra e sollevando il viso al cielo chiuse gli occhi assaporando la pioggia sul viso..quelle gocce la rilassavano. Dei passi dietro lei..non aprì gli occhi, decise di dire tutto alla sua amica restando in quella precisa posizione. “S..non chiedermi perché sono zuppa d’acqua, ma vago sotto la pioggia ormai da due ore, senza meta. Poi ho pensato che potessi fargli del male, non corrucciare la fronte ora ti spiego tutto. Mi sono diretta qui perché avevo bisogno di dirti tutto quello che mi passa per la mente senza che tu mi interrompa, è un po’ che non lo faccio, lo so sono stata un po’ distante ma ora ti spiego tutto.” Prese una boccata d’aria poi ricominciò a parlare “S..non voglio sposarmi..e non sobbalzare per lo stupore..voglio..si, beh..voglio scappare, non so bene dove..sono anche stata tentata di prendere un aereo e partire, ma in queste condizioni non penso che mi avrebbero lasciato salire su quell’aereo” rise, poi tornò seria “S..io non lo amo..” abbassò il capo senza voltarsi “Io..ero euforica di tutta questa situazione, beh..il mio sogno che si avvera diventare una principessa, adesso invece, più lo guardo e più..beh..più non è..Chuck” lo disse quasi in un sussurrò. “Ah..c’è un’altra cosa..oddio..sono..incinta” concluse ed alle sue spalle un tonfo sordo la fece sobbalzare. Si voltò. Un asciugamani giaceva dinnanzi a lei poi sollevò lentamente lo sguardo.. “Chuck” disse in un sibilo. Lui la fissava incredulo aveva ascoltato ogni singola parola, ogni singola pausa, ogni singola esitazione di quella lunga confessione, ma mai parole lo avevano più spaventato. Era uscito dalla doccia trovando Blair zuppa in balcone sotto la pioggia e prima che potesse dirle che Serena era con Nate, lei aveva cominciato quella lunga e sofferta confessione. “Chuck..io..” azzardò ma qualsiasi cosa volesse dire moriva sulle sue labbra, si rese conto che la pioggia diventava sempre più fredda. Aveva lui lì dinnanzi e quello a cui pensava era che non aveva mai baciato qualcuno sotto la pioggia. “Io..io..” balbettò lui, poi scosse la testa “Blair..non volevo ascoltare la tua confessione ma non mi hai dato il tempo di dirti che Serena è da Nate” si giustificò sentendo il cuore scoppiargli nel petto. Quelle parole gli martellavano nella testa “Sono incinta”oddio..portava in grembo la miniatura di quel francese che gliel’aveva portata via. Blair si sentì morire..lui aveva sentito tutto anche quando aveva confessato di essere incinta. Il cuore le esplodeva nel petto..come avrebbe reagito adesso?! Aveva un asciugamani di lino legata in vita e quello con cui asciugava i capelli giaceva per terra. ‘Dio come è bello’ pensò Blair. Era stata una stupida idea restare di spalle e spiattellare tutto “Io..Chuck” tentò di dire qualcosa ma non le veniva in mente nulla..gli aveva detto tutta la pura e semplice verità. Restava lì immobile, voleva raggiungerla dirle qualcosa, abbracciarla e baciarla sotto la pioggia, ma l’ultima frase di quella confessione gli aveva tagliato le gambe. Non voleva sposarsi e voleva lui. Ma questo voleva dire prendersi cura di un bambino che non era suo. Come avrebbe reagito vedendo quel bambino somigliante a quel francese che odiava con tutto se stesso? Non poteva farcela era più forte di lui. Il suo orgoglio non avrebbe retto. Fece un passo indietro e le diede le spalle. Blair chinò il capo sconfitta. Aveva perso ancora. La pioggia battente divenne un vero e proprio temporale. Quelle gocce sembravano capirla alla perfezione. La sentì singhiozzare, odiava sentirla o vederla piangere, non poteva lasciarla lì sotto quella pioggia incessante, si sarebbe ammalata e il bambino..sgranò gli occhi si era preoccupato di quella creaturina che non era sua. Forse in fondo un po’ di cuore l’aveva. Forse era umano anche lui. Si voltò e la raggiunse sotto la pioggia, senza dire nulla le avvolse la vita e con l’altro braccio le afferrò la nuca e la baciò. Blair restò interdetta per alcuni secondi poi si abbandonò a quel bacio sotto la pioggia. Sulla lista dei luoghi in cui lei e Chuck si erano baciati poteva spuntare la voce ‘Sotto la pioggia’ . Poi lui la fissò negli occhi, le era mancata incredibilmente, aveva creduto di perderla per sempre quando l’invito del suo matrimonio era giunto all’Empire, ora invece avevo confessato tutto spazzando via ogni preoccupazione. Sarebbe stato padre..anche se di un bimbo non suo. Aveva paura di sbagliare, di non essere all’altezza, d’altronde con un esempio come Bart chiunque sarebbe stato insicuro. Ma ora non gli importava più nulla non poteva perderla ancora. Mandò al diavolo le sue preoccupazioni e per la prima volta prese il coraggio a due mani. “Blair..sono pronto a farmi carico di ogni responsabilità, anche se questo bambino non è mio” lei lo strinse forte e lo baciò. Poi perplessa si scostò da lui.. “Di chi pensi che sia questo bambino?” chiese confusa “Di Louis” disse lui sicuro, Blair lo colpì con uno schiaffetto accusatorio sul braccio “Stupido Bass questo bimbo è tuo” esclamò lei indignata ma raggiante allo stesso tempo. Chuck sgranò gli occhi per lo stupore, non poteva crederci..era suo.. “Ma voi..” “No Bass..non mi chiamo Serena Van Der Woodsen” entrambe risero “Oh cazzo è mio” esclamò super felice sollevandola da terra. Lei lo colpì ancora “Ehi questo esserino sente tutto, niente parolacce” “Ok mammina” rispose lui ridendo per poi baciarla ancora facendola volteggiare tra le sue braccia. “Allora..dove avete intenzione di scappare?” sorrise “Andremo ovunque noi tre” Blair lo strinse a sé e improvvisamente si accorse che non pioveva più. L’aveva accompagnata per tutto il tempo lavando via il suo dolore, ora che Chuck aveva preso il suo posto era sparita, quell’amica di una sera era stata il toccasana di una vita.
   
 
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